1. Quale è il metodo di cui Socrate ha inteso valersi per dimostrare la natura delle cause delle cose?
1.1. Il metodo di cui Socrate ha inteso valersi è quello di considerare non direttamente le cose che si generano e si corrompono, ma le loro idee o essenze, a cui corrispondono i concetti che ne abbiamo (una sorta di immagini delle cose).
2. Quale la causa vera e propria di ciascuna "cosa" nell'"ipotesi" di Socrate?
2.1. Nell’ipotesi di Socrate la causa vera e propria di ciascuna cosa è l’idea che ci permette di riconoscerla come quella determinata cosa e non altra.
3. La dottrina delle idee immutabili è in contraddizione con quella dei contrari che mutano l'uno nell'altro?
3.1. La dottrina delle idee immutabili non è affatto in contraddizione con quella dei contrari che mutano l'uno nell'altro.
3.1.1. Infatti la “legge dei contrari” che mutano l’uno nell’altro si riferisce ai fenomeni o alle cose che ci appaiono e percepiamo,
3.1.2. mentre i contrari che non mutano mai l’uno nell’altro sono le idee corrispondenti a tali fenomeni e che forniscono loro il nome.
4. Da che ipotesi parte la prova "delle idee" e come vi si svolge l'argomentazione dell'immortalità dell'anima?
4.1. La “prova delle idee” parte dall’ipotesi che l’anima, come principio della vita, partecipi della vita come il fuoco partecipa del calore, la neve del freddo, il tre del dispari ecc.:
4.1.1. come il fuoco, privato del calore, cessa anche di essere fuoco;
4.1.2. come la neve, privata del freddo, cessa anche di essere neve;
4.1.3. come il tre, privato dell’esser dispari, cessa anche di essere tre;
4.1.4. così l’anima privata della vita, cesserebbe di essere anima[1].
4.1.4.1. Ma mentre il fuoco può essere privato dal calore, la neve del freddo, il tre del dispari ecc. e, con ciò, venire distrutto,
4.1.4.2. l’anima non può essere privata della vita
4.4.1.1.2.. perché il contrario della vita è la morte;
4.1.4.2.1.1. perciò un’anima morta sarebbe altrettanto impossibile di un fuoco freddo, di una neve calda, di un tre pari.
4.1.4.2.1.1.1. Ma ciò che non può essere privato della vita è imperituro o immortale.
4.1.4.2.1.1.1.1. Dunque l’anima è immortale [c.v.d.].
[1] Nella sistemazione dovuta ad Aristotele “ciò che, se ne privo qualcosa, rende impossibile la sussistenza di questo qualcosa è una proprietà di questo qualcosa”. Per esempio l’essere la somma dei propri angoli interni pari a un angolo piatto è una proprietà del triangolo perché se la tolgo, distruggo necessariamente anche il triangolo. Negli esempi di Platone il calore è una proprietà del fuoco, il freddo della neve, il dispari del tre e la vita dell’anima. Si noti che una medesima proprietà, per esempio l’avere due dimensioni, può appartenere a diverse “essenze” (triangolo, quadrato ecc.).