&  Voltaire, voce Libertà del Dizionario filosofico (1764)

 

A. Sentite quella batteria di cannoni che ci frastorna le orecchie avete la libertà di udirla o di non udirla?

B. Certo che non posso fare a meno di udirla.

A. Vorreste che quei cannoni portassero via la testa a voi, e a vostra moglie, e a vostra figlia che son qui a spasso con voi?

B. Che discorso mi fate? Io non potrò mai, finché avrò la testa a posto, volere una cosa simile: ciò è per me impossibile.

A. Bene voi di necessità udite questi cannoni, e di necessità volete non morire, voi e la vostra famiglia, d'un colpo di cannone. Dunque non è in vostro potere né il non udire, né il voler restar qui.

B. è evidentissimo.

A. Di conseguenza voi avete fatto una trentina di passi per essere al riparo dal tiro. Ma avete avuto il potere di camminare con me per questi pochi passi?

B. Anche questo è evidente.

A. Mentre, se foste stato paralitico, non avreste potuto evitare di restare esposto a questa batteria: non avreste avuto il potere di essere dove ora siete, e avreste necessariamente sentito e ricevuto un colpo di cannone; e sareste morto, di necessità.

B. Niente di più vero.

A. E in che consiste allora la vostra libertà, se non in questo potere, che la vostra persona fisica ha esercitato, di fare ciò che la vostra volontà necessariamente le comandava?

B. Voi mi imbarazzate: la libertà dunque non sarebbe altro se non il poter fare quello che io voglio?

A. Pensateci un po', e vedete se ci può essere un'altra maniera di intender la cosa[1]. 

B. Ma in questo caso, il mio cane da caccia è altrettanto libero: egli ha necessariamente la volontà di correre quando vede una lepre, e il potete di farlo, se non ha male alle gambe. Io non avrei dunque niente di più del mio cane voi mi riducete al livello delle bestie.

A. Ecco i poveri sofismi di quei poveri sofisti che vi hanno istruito. è certo una gran disgrazia, essere libero allo stesso modo del vostro cane. Ma d'altronde non gli rassomigliate voi forse, in cento cose? La fame, la sete, la veglia e il sonno, e i cinque sensi, non li avete come li ha lui? O vorreste avere l'odorato in un'altra parte che non nel naso?... E allora perché volete avere la libertà in modo diverso da lui?

B. Ma io ho un'anima che ragiona, e molto; mentre il mio cane non ragiona affatto. Egli ha poco più che delle idee semplici, mentre io ho mille idee metafisiche.

A. Bene: voi siete mille volte più libero di lui. Vale a dire voi avete mille volle più facoltà di pensare che non ha lui; ma non siete libero in modo diverso da lui.

B. Come? Non sono libero di volere ciò che io voglio?

A. Che cosa intendete con queste parole?

B. Intendo quello che intendono tutti. Non si dice forse comunemente che le volontà sono libere.

A. Un proverbio non è una ragione[2]: spiegatevi un po’ meglio.

B. Intendo dire che sono libero di volere come mi piacerà.

A. Col vostro permesso, questa frase non ha senso. Non vi accorgete che è ridicolo dire. "lo voglio volere"? Voi volete per necessità in conseguenza delle idee che si sono presentate alla vostra mente... Volete sposarvi, o no?

B. E se io vi dicessi che non voglio né l'una cosa né l'altra?

A. Sarebbe una risposta come quel tale che diceva "C'è chi crede che il cardinal Mazzarino sia morto, altri credono che sia vivo, ma io non credo né l'una cosa né l'altra".

B. Va bene: dunque voglio sposarmi.

A. Questa è una risposta. E perché volete sposarvi?

B. Perché sono innamorato d'una ragazza, bella, di buon carattere, bene educata. piuttosto ricca, che canta bene, i cui genitori sono persone molto dabbene, ed io mi lusingo d'essere amato da lei e molto ben visto dai suoi.

A. Sono ottime ragioni. Ma voi vedete che non potete volere senza delle ragioni che vi determinano. Io vi dichiaro che voi siete libero di sposarvi vale a dire che voi avete la facoltà di firmare il contratto.

B. Come! Io non posso volere senza delle ragioni? E perché allora dice quell'altro proverbio: Sit pro ratione voluntas, la mia volontà è la mia ragione, voglio così perché voglio...

A. è un proverbio assurdo, mio caro ci sarebbe in voi un effetto senza causa, un sentimento gratuito.

B. Quando io gioco a pari e dispari, ho forse qualche ragione di sceglier pari piuttosto che dispari?


A. Senza dubbio.

B. E quale ragione, di grazia?

A. Probabilmente, che l'idea del pari si è presentata al vostro spirito prima dell'altra. Sarebbe bello che ci fossero dei casi in cui voi volete perché è una causa del vostro volere, e ci fossero degli altri casi in cui volete senza causa. Quando volete sposarvi, è chiaro che vi rendete conto delle ragioni che vi decidono; non ve ne rendete conto quando scegliete pari o dispari, ma bisogna pure che qualche ragione ci sia.

B. Ma ancora una volta allora io non sono libero?

A. La vostra volontà non è libera; ma le vostre azioni, si. Voi siete libero di agire, quando avete il potere di agire.

B. Ma tutti i libri che io ho letto[3] sulla libertà d'indifferenza?

A. Che intendete con questa formula?

B. Intendo la libertà di sputare a destra o a sinistra, di dormire sul fianco destro o sul sinistro, di fare quattro giri a passeggio o cinque.

A. Sarebbe proprio una bella libertà! Dio vi avrebbe fatto un bel presente, e ci sarebbe molto da vantarsene! Che vi servirebbe un potere che si esercitasse solo in occasioni cosi futili. Ma il fatto è che è ridicolo supporre la volontà di voler sputare a destra. Non solamente questa volontà di volere è assurda; ma è certo che molte piccole circostanze, magari inavvertite, vi determinano a quegli atti che voi chiamate indifferenti. Voi non siete libero in essi più che negli altri. Ma, ancora una volta: voi siete libero in tutti i tempi e in tutti i luoghi, quando avete la facoltà di fare quel che volete fare.

 



[1] La tesi di Voltaire è, dunque, classica: “libertà è il potere di fare ciò che si vuole”. Il che, come vedremo, non sembra, però, implicare il libero arbitrio, come libertà d’indifferenza.

[2] Da filosofo, Voltaire invita ad argomentare la tesi del “proverbio”, a sviscerarne i presupposti.

[3] Possiamo immaginare che tra i libri che “B” ha letto ce ne sia anche uno di Buridano...