Prova a rispondere al quesito che costituisce il titolo di questo compito, valendoti, se credi, dei suggerimenti provenienti dagli autori che abbiamo finora incontrato (Cartesio, Spinoza, Pascal, Geulincx – vedi le due unità didattiche in cui si articola finora il presente modulo con i relativi rinvii – , ma, perché no, anche Cusano, Pico, Lutero, Calvino ecc.) e facendo eventualmente memoria, per aiutarti, dello “studio di caso” che abbiamo condotto in aula (il caso della carovana assalita da predoni).
Come conciliare il libero arbitrio con la moderna immagine della natura?
2019-02-15 Tutto il giorno
Il concetto di libero arbitrio è molto particolare e difficilmente conciliabile con la natura. Secondo me, le soluzioni del problema del libero arbitrio proposte da Hobbes, che come Spinoza nega il libero arbitrio, da Geulinx, cioè che Dio interviene continuamente, non sono accettabili. Il libero arbitrio, secondo me, esiste però non saprei come farlo conciliare con l’immagine della natura perché approvo il concetto di meccanicismo proposto da Cartesio ma il suo tentativo di conciliare la libertà di scelta umana con il meccanicismo cosmico risulta poco veritiera; dall’altra parte anche l’idea di Pascal risulta interessante perché per lui è evidente il libero arbitrio e davanti a questo sono i principi cartesiani a trasformarsi in pure ipotesi. Secondo il mio parere, sia le idee cartesiane che il libero arbitrio sono evidenti perché entrambi basati sulla ragione. Il meccanicismo ci spiega che l’intero universo è basato su leggi e quindi sulla ragione ma anche la libertà del uomo di scegliere è legato all’uso della ragione. Come avevo suggerito nel “studio di caso” in classe, la persona, che io ritenevo avesse agito più liberamente , era Giulio cioè colui che aveva agito ragionando; gli altri erano stati condizionati dalla situazione, non seguendo il loro vero pensiero o la ragione.
Innanzitutto vorrei riportare il pensiero di Spinoza che ritengo particolare e possibile. Secondo lui il libero arbitrio è solo apparente in quanto la nostra volontà sarebbe solamente un’illusione in quanto noi saremmo governati solamente da impulsi biologici-fisici. Questo diciamo si avvicina ad una concezione scientifica-razionale del mondo che non presuppone l’anima e quindi qualsiasi elemento trascendentale.
Cartesio si sofferma poi su una teoria dualistica che presuppone la distinzione tra il soggetto pensante e le cose pensate. Questa teoria tuttavia è molto controversa dato che si presuppone che una cosa immateriale (anima) controlli il corpo (sostanza materiale) il che non è assolutamente dimostrato ma io comunque parzialmente ad approvarla. Infatti , secondo me, il libero arbitrio è legato alla ragione e non agli istinti. Quindi per governarli bisognerebbe avere diciamo una coscienza super partes che riesca a prendere le decisioni razionalmente. Tuttavia questo come già detto non è ancora stato dimostrato e probabilmente non lo sarà mai.
In questo periodo di incertezza quindi tutto è possibile e probabile dato che non abbiamo conoscenze abbastanza certe sulla realtà che ci circonda. Questo ci porterebbe a credere (perchè no?) anche a teorie secondo cui tutta questa discussione sul libero arbitrio non ha senso dato che la nostra realtà potrebbe essere nient’altro che una simulazione computerizzata realizzata da una civiltà superiore (vedi Elon Musk, fondatore di Tesla)
Forse avresti dovuto sviluppare più l’ultimo interessante accenno a Tesla ecc., perché ti chiedeva quale prospettiva in ultima analisi ti sembri più convincente.
Buonasera,
prima di rispondere al quesito ritengo opportuno passare in rassegna i diversi modi in cui si può intendere il libero arbitrio, ovvero come capacità di discriminare tra il bene e il male, come libertà d’indifferenza (ovvero soddisfare i propri interessi e desideri) e come capacità di scegliere sulla base di “ragioni”, allontanandosi da una scelta fatta attraverso l’“istinto”.
Il filosofo Cartesio cerca di conciliare la libertà di scelta dell’uomo con il meccanicismo cosmico usando l’ipotesi delle due sostanze, res cogitans e res extensa.
In campo moderno, si cercò quindi di risolvere il problema del libero arbitrio adottando una prospettiva meccanicistica, ma anche queste ipotesi riscontrano alcune problematiche.
Spinoza, per esempio, nega l’esistenza del libero arbitrio, allontanandosi dalla visione del meccanicismo a cui aderiscono la scienza cartesiana, galileiana e netwoniana, poiché ritiene che l’estensione (o materia) e il pensiero non siano due cose distinte, ma convergano in una sola Sostanza, annullando così le due sostanze di Cartesio in quanto siano anch’esse dipendenti da un’unica sostanza (Dio).
Questa visione presenta però un difetto: la negazione del libero arbitrio sarebbe solo apparente poiché le nostre scelte non sono libere come noi pensiamo, ma sono già definite da cause che possono essere viste fisicamente oppure ragioni viste psicologicamente; noi saremmo in questo modo irresponsabili delle azioni che commettiamo.
Anche il pensiero di Geulinx, un occasionalista, presenta un difetto, ovvero il continuo intervento di Dio contro le leggi della natura, poiché egli riteneva che ad ogni atto libero di un uomo Dio torni a creare l’universo facendo sì che il corpo dell’essere umano “sembri” obbedire alla volontà della propria anima.
Il filosofo Pascal si rifà invece ad Agrippa e ai suoi antichi argomenti scettici, facendo notare che non si tratta di un’evidenza assoluta, come si pensava, ma solamente di un’ipotesi, ritenendo quindi che ciascuno di noi è libero.
Hai passato in rassegna le diverse posizioni, ma mi sembra che manchi il tuo contributo.
P.S. In Spinoza a essere apparente non è la negazione del libero arbitrio, ma il libero arbitrio stesso! Cartesio è del tutto interno al pensiero moderno, essendone il “fondatore”.
Trovo che sia complicato riuscire a far conciliare perfettamente libero arbitrio e moderna concezione della natura nonostante non sia impossibile sebbene si dica spesso che l’uomo sia “libero”di scegliere ripetute volte non è così proprio a causa della natura ( caso, fortuna ecc..) . Prima ,però, di poter parlare di ciò bisognerebbe stabilire una definizione di libertà o sceglierne una ( credo che ci siano più sfaccettature della libertà in base al carattere che uno ha e alla propria filosofia di vita /morale). Nonostante io stessa abbia più modi di considerare e “vedere” la libertà ho scelto di prendere in considerazione,in questo caso, la definizione per cui è quel qualcosa che non viene condizionato né dalla ragione né dai bisogni del corpo . Scegliendo questa opzione è possibile conciliare il libero arbitrio con la natura delle cose proprio perché non essendo influenzata né da ragione né dal corpo é “imprevedibile” come la natura.
Concludo dicedicendo di non essere certa di aver ben capito cosa lei intenda per concezione moderna della natura, e di non essere sicura di essere riuscita a spiegarmi efficacemente.
In effetti la tua soluzione è “figlia”, per così dire, della tua incertezza nella comprensione della nozione di “concezione moderna della natura”. Tale concezione, quella cartesiana, considera la natura nient’altro che un insiemi di punti, linee, figure che obbediscono a precise equazioni. In tale prospettiva sembra difficile considerare che in natura possa accadere qualcosa di imprevedibile… Nulla è più “accidentale”, per usare il linguaggio aristotelico. Di qui il problema del libero arbitrio.
Adesso ho capito cosa si intende per concezione moderna della natura , continuo comunque ad affermare che si possano conciliare (ovviamente sempre tenendo conto della definizione di libertà da me scelta ) questo perché non utilizzando nè la ragione né essendo “schiava” del corpo risponde alle equazioni (che suppongo siano prestabilite) della natura. Rimango della mia opinione perché( a mio avviso) ,grazie alla scelta di questa definizione di libertà, si ottiene una soluzione “universale” sia che la natura sia imprevedibile come si diceva inizialmente ,sia che sia come affermi Cartesio. Grazie per il chiarimento !
Questa volta non ho ben capito io. Se tutto è “determinato” che spazio residua per la libertà nella tua accezione?
Il libero arbitrio viene definito come la scelta del proprio agire e pensare seguendo la propria volontà, alludendo così al fatto che tale scelta ha origine nella persona stessa e non in forze esterne.
Come Spinoza, credo che il libero arbitrio sia solo apparente: vi saranno infatti cause (viste fisicamente) o ragioni (viste psicologicamente) ben precise che ci faranno scegliere in un certo modo piuttosto che in un altro. Non saremo dunque mai completamente liberi di decidere autonomamente.
Detto questo, non capisco cosa si voglia intendere con moderna immagine della natura. Pensando al termine “immagine” mi verrebbe da pensare all’ idea che noi abbiamo di natura; ma natura intesa come ambiente o come concezione dell’uomo?
Facendo una considerazione generale, credo però che, pur ammettendo che il libero arbitrio esista, usando solo unicamente quest’ultimo potremmo incorrere in scelte erronee. Infatti, non tenendo in considerazione fattori esterni, non calcoliamo una loro possibile “variazione” che potrebbe poi esserci nociva. Concludo ribandendo il fatto che, indipendentemente dal fatto che tu abbia o meno il libero arbitrio, il tuo cervello esegue valutazioni e produce risultati e questo è ciò che significa “prendere una decisione”. Non si può non prendere decisioni.
Credo che il libero arbitrio umano sia una combinazione di tutti e 3 i modi in cui può essere inteso di cui abbiamo parlato, infatti non potrei giudicare libero un un uomo che ha solo la libertà di indifferenza ma che ad esempio non può distinguere il bene dal male.
Secondo me la prima e necessaria condizione per la libertà è essere consapevoli di ciò che può influenzare le nostre scelte e il nostro modo di essere (spesso anche la nostra stessa mente). Non sostengo l’ipotesi di Spinoza (secondo la quale ogni nostra scelta è causata da determinate condizioni psicofisiche) perché è possibile agire anche contro la normale volontà del corpo (ad esempio chi pratica il digiuno non agisce assecondando la fame del corpo) ne quella di Hobbes o Geulinx (non mi sembrano molto ragionevoli).
Credo quindi che ogni essere umano sia potenzialmente dotato di libero arbitrio, non però scontato. Sta a ognuno cercare di riconoscere cosa lo influenza e non farsi più influenzare prendendo scelte consapevoli (anche la scelta di assecondare un bisogno del corpo può essere libera se presa consapevolmente e non perché spinta dal bisogno stesso.)
A mio parere la natura di un uomo è essa stessa, in un certo senso, il libero arbitrio. La capacità di una persona di poter scegliere le proprie azioni è dovuta al pensiero che a sua volta deriva dall’istinto, da cui proviene la natura. Non vado quindi a dire che le due cose siano una complementare all’altra, poiché le come identiche. La salvaguardia della propria esistenza, in attimo di frenesia, è guidata dall’istinto, ossia dalla natura, ma non siamo fisicamente obbligati ad agire in tale modo, motivo per cui ritengo l’uomo sia libero dalla nascita da ogni dovere e colpa e libero rimarrà sino al trapasso.
Assumi implicitamente un’idea di libertà come libertà d’azione (secondo la quale è libero chi agisce per necessità interna, non costretto da nulla di esterno). Tuttavia, tale libertà si oppone al libero arbitrio, nel senso che nessuno, essendo quello che è, con quella determinata natura, potrebbe agire diversamente da come agisce. Non si dà mai il caso, dunque, che qualcuno possa sensatamente dire a un altro: “Potevi fare a meno!”. Perciò in un certo senso siamo tutti innocenti delle nostre azioni (tu stesso scrivi giustamente che, in questa prospettiva, siamo liberi dalla colpa fin dalla nascita).
Il libero arbitrio è a mio parere difficilmente conciliabile con una moderna immagine della natura , in quanto esso presuppone una totale libertà d’azione seguendo la propria ragione , e al giorno d’oggi questo non è possibile (per fattori sociali e morali). Spinoza aveva un’idea a mio parere piuttosto moderna: egli diceva che il libero arbitrio fosse solo apparente , in quanto noi in realtà siamo vincolati da molti fattori , che siano cause fisiche o ragioni psicologiche, che non ci permettono di agire seguendo totalmente i nostri impulsi; ritengo inoltre che la libertà sia spesso più legata al ceto o alla posizione sociale di un individuo piuttosto che alla sua volontà.
Forse quando dici che “la libertà [è] spesso più legata al ceto o alla posizione sociale di un individuo piuttosto che alla sua volontà” mescoli due diversi concetti di libertà. Se Spinoza e Hobbes hanno ragione, come salvare la nozione di “responsabilità”, p.e. penale?
A mio parere l’arbitrio è reso libero dalla ragione. La ragione ci permette di comprendere il mondo attorno a noi e di determinare cosa è giusto è cosa non lo è.
Ad una prima analisi mi risulterebbe spontaneo affermare che l’uomo non può non fare ciò che è giusto (o forse sarebbe meglio dire che sceglie di fare ciò che è giusto? Non vorrei dare l’idea che il fare il giusto presupponga una mancanza di libertà dovuta all’impossibilità di scegliere il male), ma mi rendo conto che questo è il mio modus operandi; osservando gli altri, vedo che essi scelgono, alcuni più di altri, liberamente, il male pur sapendo che è sbagliato.
L’uomo quindi può scegliere liberamente cosa fare, pur sapendo che preferendo ciò che è sbagliato a ciò che è giusto fa una scelta insensata, spesso svantaggiosa e fondamentalmente errata.
Per quanto riguarda la visione meccanicistica della realtà a livello generale mi trovo d’accordo con Espinoza nell’affermare che cooperino cause (fisiche) e ragioni (psicologiche) nelle nostre scelte, ma ritengo che il libero arbitrio sia determinato anche dalla possibilità di scegliere qualcosa di del tutto insensato, contrario sia ai nostri bisogni fisici, corporei, sia ai nostri bisogni psicologici.