Dopo aver ripassato seguendo le indicazioni della pagina del relativo modulo fattori e vicende della prima rivoluzione inglese, rispondi al seguente quesito:
- Quali atteggiamenti e rivendicazioni dei protagonisti della rivoluzione anticipano atteggiamenti e rivendicazioni che contraddistingueranno sempre più le rivoluzioni della modernità (dietro il “guscio” delle istanze religiose)?
In Inghilterra i sovrani cercarono di rafforzare il loro potere, provando a creare una politica assolutistica; ma a differenza della Francia, incontrarono l’opposizione dei sudditi e soprattutto del Parlamento, che giunse a rovesciare il sovrano e a dare vita a una repubblica (che con Cromwell divenne dittatura), per affermarsi, successivamente, in una monarchia costituzionale. Tutto ciò si raggiunse attraverso una lunga guerra civile; nella quale i cittadini si rivoltarono per le ingenti tasse tanto da rifiutarsi di pagare le imposte (come accadrà in successive rivoluzioni) ma soprattutto ci fu un lungo scontro col Parlamento che durante il regno di Carlo I venne sciolto moltissime volte. Il Parlamento, le poche volte che venne convocato, rivolse al re delle petizioni tra cui le Petizioni dei diritti (per riaffermare i diritti del Parlamento). Non venendo ascoltato, prese le armi contro il re e, dopo una lunga guerra, lo sconfisse. Alla morte del re venne proclamata la repubblica ma Cromwell per placare i vari disordini prese il potere e trasformò il suo governo in una dittatura (fatto ricorrente anche in successive rivoluzioni). Ciò portò a nuove insurrezioni tanto che alla sua morte fu richiamato al trono Carlo II Stuart. Da questo momento non potè mai più essere ristabilito l’assolutismo regio, grazie al potere che il Parlamento ebbe acquisito.
Non era necessaria, né opportuna una cronistoria della rivoluzione inglese, ma solo un “elenco” dei suoi tratti di novità e di anticipazione di future rivoluzioni. Insomma si tratterebbe di tirare fuori dalle parentesi le tue osservazioni relative ai tratti “anticipatori” e di limitare l’esposizione ai medesimi.
Questi sono gli elementi che per me possono essere riscontrati sia nella rivoluzione inglese che in quelle successive:
-il sovrano cerca di aggirare le leggi tentando quindi di esercitare un potere smisurato causando quindi un malcontento del popolo e del parlamento (re inglese tenta di aumentare le tasse per sopperire alle ingenti spese fatte in favore dei cortigiani).
-la rivoluzione non avviene mai in modo più o meno pacifico ma presuppone sempre scontri armati.
-viene preferita l’esecuzione del sovrano piuttosto che l’esilio o l’incarcerazione.
-al termine della rivoluzione viene instaurata una dittatura, spesso di matrice militare,che praticamente rende quasi vani tutti gli sforzi di soverchiare un sovrano con mire assolutistiche.
Hai selezionato elementi davvero caratterizzanti, anche se non universali (ad esempio la rivoluzione americana non portò né a dittature personali, né a giustiziare re Giorgio d’Inghilterra, ovviamente, anche perché era troppo lontano!).
La rivoluzione inglese anticipa una caratteristica comune anche ad altre rivoluzioni successive come quella francese e americana. Infatti dopo la positiva riuscita della rivoluzione, che poteva essere ampiamente giustificata da rivendicazioni da parte del popolo di diritti calpestati dal sovrano, si scaturì un’opprimente dittatura resa quasi imprescindibile dalla necessità di ripristinare un minimo di ordine dopo il caos rivoluzionario e il rovesciamento dei sistemi giuridici e politici antecedenti inoltre colui che precedentemente era l’uomo guida dei rivoluzionari diventa il sovrano supremo che veniva tanto criticato ( per esempio vedi Oliver Cromwell ).
Cogli un aspetto importante. (Non si dice “si scaturì”, ma semplicemente “scaturì”).
La rivoluzione inglese, conclusasi con la caduta della Monarchia, presenta diversi atteggiamenti e rivendicazioni che in seguito hanno contraddistinto sempre più le rivoluzioni della modernità. Possiamo affermare ciò poiché la rivoluzione ha presentato rivendicazioni di tipo politico-giuridico o socio-economico, volte ad affermare i diritti civili e politici dei cittadini e dei sudditi. Queste rivendicazioni le possiamo ritrovare successivamente anche nella rivoluzione francese e o ad esempio anche in quella americana, volta ad ottenere l’indipendenza delle colonie dalla madrepatria, ovvero dalla Gran Bretagna e quindi sempre legata ai diritti dei cittadini.
Esattamente, anche se gli Inglesi associavano strettamente la rivendicazione dei diritti che evochi con la lotta per libertà religiosa.
La rivoluzione Inglese può essere considerata sia come l’ultima guerra di religione in Europa, ma anche come un’importante “preludio” per tutte le altre rivoluzioni che seguirono, specialmente quella americana e quella francese. Infatti i modelli di società presenti prima della rivoluzione inglese erano modelli non laici, che avevano delle fondamenta bibliche, dopo questa si cerca di creare degli stati con delle organizzazioni sociali laiche e indipendenti da contatti con il mondo ecclesiastico. Grazie anche all’ influenza illuminista si cerca quindi con le altre rivoluzioni di rivendicare dei diritti politici e sociali che sono puramente laici.
Ma anche la rivoluzione inglese ha un obiettivo “non laico”: in questo essa è ancora diversa dalle rivoluzioni future. Dovremo approfondire meglio la questione discutendo di Locke e della sua nozione di tolleranza religiosa.
Caratteristico della rivoluzione Inglese è il modo in cui si arriva a una dittatura o ad una quasi dittatura attraverso la rivoluzione, questo” metodo” e modo di agire dei rivoluzionari e quello che scaturisce ciò si ritroverà in tutte le future rivoluzioni .
Tutto parte con lo “svegliarsi” del popolo, che stufo (ad esempio) dell’assolutismo inizia a rivendicare i propri diritti, questo genera delle guerre che portano a disordine sociale , dopo svariati anni di continue lotte il popolo arriva ad un punto in cui è stanco di combattere e inizia a perdere di vista quello che era l’obbiettivo della rivolta (una maggiore democrazia) , ha bisogno di un punto di riferimento che ripristini l’ordine dopo il caos delle rivolte e lo scardinamento dei sistemi giuridici e politici antecedenti ,e chi meglio di un comandante dell’esercito può fare ciò? ,il problema è che dopo aver ripristinato le cose si riscontrano opprimenti dittature (Cromwell) .Similmente a questo sarà il destino delle future rivoluzioni.
Hai colto un punto molto importante e significativo. Futuri “Cromwell” potrebbero essere Robespierre o Napoleone. Forse la rivoluzione americana, sotto questo profilo, “si salva”. Gli U.S.A. non perderanno mai di vista la democrazia che fin dall’inizio ricercavano e praticavano.
Cromwell dopo essersi fatto eleggere membro del Parlamento, ribadendosi in favore di una radicale trasformazione democratica, adoperandosi anche con forza nella difesa degli abitanti della regione dei Fens, nell’est del paese, minacciati dai ricchi proprietari terrieri di venir cacciati dalle proprie terre.
Carlo I dopo anni dallo scioglimento del parlamento e da un imposta visione protestante, fu costretto a richiamare il parlamento e Cromwell fu uno tra i parlamentari e anche uno tra i quali si oppose alle nuove tasse.
E le novità in tutto questo?
Nella Rivoluzione Inglese, come sarà poi in quella Francese e successivamente in quella americana, vi è uno squilibrio e un malcontento interno che porterà dapprima allo scoppio di lotte e guerre civili, per arrivare poi a una vero e proprio ribaltamento dell’equlibrio presente precedentemente.
Importante è il fatto che già in questa prima vicenda si riscontrino rivendicazioni di tipo politico-giuridico, iniziando così a porre l’aspetto religioso in secondo piano.
Tutte e tre hanno avuto come risultato finale la creazione di un regime politico diverso da quello già presente, che sia una repubblica o la stessa dittatura di Cromwell. Se però in quella francese o americana a sorgere è il popolo qui invece a farlo è il Parlamento, i cui rappresentanti prendono il nome di teste rotonde.
L’ultimo rilievo è interessante. In effetti nelle successive rivoluzioni il popolo ebbe un ruolo maggiore, ma bisogna intendersi. Non c’era Internet! Il popolo che, come vedremo, agì durante la rivoluzione francese fu soprattutto quello di Parigi. I rivoluzionari più importanti erano comunque delegati eletti, come Robespierre, non diversamente dai parlamentari inglesi di Cromwell.
Secondo me l’aspetto principale che si ritroverà nelle rivoluzioni successive, è che il potere assoluto invece che venire incontro alle rivendicazioni del popolo per difendere la propria autorità diventava ancora più assoluto obbligando così il popolo alla ribellione (quindi l’inizio della rivoluzione).
… o che durante la stessa rivoluzione il potere rivoluzionario si trasforma rapidamente in un potere “assoluto”, dispotico…
La rivoluzione inglese anticipa, sotto alcuni aspetti, i successivi tentativi da parte dei sudditi di affermare i propri diritti. Come nella rivoluzione francese e americana, i sudditi si oppongono al potere assolutistico dello stato o del sovrano, che provoca il mal contento tra il popolo. Tale tentativo di rivendicazione non è quasi mai pacifico, anzi, spesso porta a guerre civili.
Le ragioni che portano alla rivoluzione sono di tipo giuridico- politiche, anche se in questo caso “schermate” da un linguaggio religioso.
Sintetico ma direi ineccepibile.
La rivoluzione inglese degli anni Quaranta del Seicento punta innanzi tutto a minare l’assolutismo e le pretese praticamente dittatoriali del re. Ciò è rivoluzionario in quanto quelle guerre che fino ad allora erano state di religione da questo momento in poi puntano, almeno consciamente(i fondamenti di alcune rivendicazioni erano “inconsciamente” religiosi), a costituire un nuovo modello di Stato. A proposito di questo un elemento che viene reintrodotto e che si era già constatato dopo la guerra d’indipendenza olandese è la ricerca di un modello di governo che inizia a prendere le sembianze di quella repubblicana, che permise infatti all’Olanda di divenire patria di studiosi e artisti da tutto il mondo, in fuga dai loro paesi a causa dell’intolleranza religiosa.
L’Inghilterra cercò sì per prima di eliminare il potere assolutistico del re ma in un primo tempo non ci riuscì, in quanto dopo la decapitazione del re Carlo I Stuart prese il potere Oliver Cromwell, che praticamente sostituì la figura del dittatore.
La rivoluzione inglese presenta diverse caratteristiche che la accomunano con le rivoluzioni maggiormente note (francese e americana su tutte).
L’elemento che più degli altri caratterizza la rivoluzione inglese è il rifiuto da parte della base della piramide sociale e della borghesia di sottostare ad un sovrano assoluto, mettendo in dubbio il concetto stesso di sovranità adottato fino ad allora. É evidente come diversi ceti sociali reagiscano al dominio incontrastato di un uomo (prima Giacomo I, poi Carlo I ed infine Cromwell) che antepone i propri bisogni ed i propri desideri a quelli del popolo. Popolo che decide quindi di condividere e poi delegare la propria sovranità a dei funzionari (in questo caso i facenti parte del Parlamento) che amministrano il Paese in sua vece. Il potere viene così attribuito non più ad un singolo uomo, bensì all’intera popolazione.
Questa nuova consapevolezza popolare risulta lampante nella nuova organizzazione dell’esercito ad opera di Cromwell:
1)Gli ufficiali venivano eletti dalle truppe e sulla base delle loro capacità, ignorando l’estrazione sociale.
2)I soldati erano istruiti politicamente, per renderli consci delle finalità per cui erano chiamati a combattere.