- Per sperimentare “in vivo” i metodi adottati dagli studiosi (della third quest) nella ricostruzione
dell’originaria predicazione di Gesù di Nazareth (operazione indispensabile se si vuole comprendere l’incidenza della successiva rielaborazione teologica del messaggio gesuano e, all’interno di questa, l’eventuale apporto della filosofia greca) svolgi il seguente esercizio.- Discuti, sulla base dei criteri indicati in questa pagina web (cioè i criteri di: discontinuità, conformità, imbarazzo, attestazione multipla) se il seguente brano, tratto dal (solo) Vangelo secondo Matteo (15, 1-9), riferisca un episodio della vita di Gesù verosimilmente avvenuto e, quindi, anche un insegnamento che potrebbe essere fatto risalire al “Gesù storico” (Considera che, perché un brano sia considerato storicamente attendibile, è sufficiente che soddisfi la maggioranza dei criteri o quelli che, caso per caso, sono considerati più rilevanti).
15 In quel tempo alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: 2«Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!». 3Ed egli rispose loro: «E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione? 4Dio ha detto: Onora il padre e la madre e inoltre: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte. 5Voi invece dite: «Chiunque dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è un'offerta a Dio, 6non è più tenuto a onorare suo padre». Così avete annullato la parola di Dio con la vostra tradizione. 7Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo:
8Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. 9Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini».
10Poi, riunita la folla, disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! 11Non ciò che entra nella bocca rende impuro l'uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l'uomo!». 12Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?». 13Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. 14Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!». 15Pietro allora gli disse: «Spiegaci questa parabola». 16Ed egli rispose: «Neanche voi siete ancora capaci di comprendere? 17Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e viene gettato in una fogna? 18Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende impuro l'uomo. 19Dal cuore, infatti, provengono propositi malvagi, omicidi, adultèri, impurità, furti, false testimonianze, calunnie. 20Queste sono le cose che rendono impuro l'uomo; ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende impuro l'uomo».
Accadde veramente?
2019-03-13 Tutto il giorno
Questo episodio della vita di Gesù può essere considerato verosimile principalmente per il criterio dell’imbarazzo, della discontinuità e della conformità, poiché con un unico testo testo non possiamo verificare il criterio dell’attestazione multipla.
Il criterio dell’imbarazzo può essere utilizzato perché il fatto che Gesù mangiasse senza essersi lavato le mani e insultasse i farisei non ha motivo di essere inventato, infatti questi avvenimenti non porterebbero nessun motivo di vanto, anzi forse avrebbero potuto mettere in cattiva luce Gesù.
Il criterio della discontinuità può essere utilizzato perché Gesù con le proprie parole porta qualcosa di diverso rispetto alla mentalità contemporanea, difatti dichiara che ciò che rende l’uomo impuro è ciò che proviene da se stesso e non dall’esterno.
Il criterio di conformità può essere utilizzato perché la scena viene ambientata in un luogo conforme all’epoca.
Hai colto esattamente il senso dei quattro criteri.
In questo brano tratto dal Vangelo Gesù rispetta il criterio di discontinuità infatti si pone contro il pensiero dei farisei e degli scribi che avevano modificato a seconda della loro tradizione un comandamento di Dio, va contro quindi le “regole” di quel tempo.
Per quanto riguarda il criterio di conformità vale anche quello visto che benchè Gesù dimostri superiorità rispetto a quel tempo si inserisce nel contesto dell’epoca molto bene, lo vediamo anche dal suo linguaggio.
Il criterio dell’imbarazzo non lo ritengo molto opportuno secondo questo episodio perchè Gesù è in vita all’epoca dei fatti quindi la questione della resurrezione è lontana.
Riguardo al criterio di attestazione multipla è difficile stabilire se l’episodio narrato rispecchia pienamente e correttamente i fatti avvenuti visto che l’episodio è tratto da un vangelo solo e il confronto con altri testi non è possibile.
Dopo aver analizzato tutti i possibili criteri sembra che il fatto narrato nel vangelo è quasi sicuramente successo, magari con qualche piccola diffferenza ma non significativa.
Direi che il criterio dell’attestazione multipla non si può applicare. Quanto all’imbarazzo è certamente applicabile ma non è chiaro in che senso tu intenda farlo valere.
A mio parere questo brano tratto dal Vangelo di Matteo è accaduto veramente in quanto rispetta tre dei quattro criteri proposti dal sito web indicato.
L’unico criterio che non rispetta è quello di attestazione multipla, in quanto viene raccontato solamente da Matteo.
Il criterio di discontinuità e quello di conformità vengono rispettati in quanto Gesù permette ai suoi discepoli di trasgredire a una regola giudea. In questo modo si può ricondurre questo avvenimento all’epoca in cui si crede sia vissuto Gesù ma si dimostra anche che le sue azioni e idee erano diverse da quelle delle altre persone.
Il criterio dell’imbarazzo viene rispettato perché, se io stessa avessi inventato e scritto i Vangeli, non avrei mai scritto di un avvenimento simile.
Hai capito precisamente come si applicano i quattro criteri-
Ritengo che il Vangelo secondo Matteo (15, 1-9), riferisca un episodio della vita di Gesù verosimilmente avvenuto. Seguendo i vari criteri storici dei Vangeli, ho trovato il criterio della discontinuità quando Gesù disse ai farisei: “E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione? “, qui si nota che Gesù era contrario a molte delle abitudini che gli uomini, specialmente i farisei poiché predicavano, seguivano all’epoca. Il criterio della conformità appare attraverso le abitudini che i più umili potevano avere come per esempio, l’impossibilità di lavarsi le mani prima di ogni pasto; il criterio dell’imbarazzo viene richiamato quando Gesù sembra sorpreso dalle parole dei propri discepoli che chiedono spiegazioni a una parabola. Infine l’ultimo criterio, dell’attestazione multipla, potrebbe forse trovarsi quando Gesù di riferisce alla profezia di Isaia, poiché la spiega e richiama diverse volte per riferirsi alle azione che dovrebbero prendere parte del quotidiano.
Si applicano conformità e imbarazzo, ma per ragioni un po’ diverse da quelle che rechi. La conformità è resa evidente dalla conoscenza che l’autore del vangelo dimostra per le tradizioni ebraiche (quelle che i discepoli di Gesù violano). L’imbarazzo non riguarda i personaggi della vicenda ma il nostro rapporto col testo. Se un testo fa apparire Gesù lontano dall’immagine “teologica” che ne abbiamo è verosimilmente attendibile.
In questo brano si nota in modo rilevante il criterio di discontinuità, in quanto le parole di Gesù scandalizzano i farisei. Questo perché la mentalità di Gesù è una mentalità nuova, fondatrice di un nuovo mondo. Non credo però di avere le capacità per dire se sono presenti altri criteri, come quello della conformità o dell’imbarazzo. Quindi non mi sento in grado di dire se questo brano narra un fatto verosimilmente avvenuto nella vita di Gesù e se si possa far risalire al “Gesù storico”.
Non trovi che proprio perché Gesù si misura con altri ebrei sul loro terreno il testo sia “conforme” a ciò che potrebbe essere accaduto nel contesto giudaico? E non credi che questo testo sia un po’ sconveniente per Gesù? Ce lo saremmo inventati se avessimo voluto esaltare il Figlio di Dio? Forse no. Dunque si applica anche il criterio dell’imbarazzo.
Questo episodio potrebbe essere considerato vero simile perché il fatto di non lavarsi le mani corrisponde al criterio di imbarazzo. C’è anche il criterio dell’attestazione multipla quando vengono riportate le parole dei discepoli, e quest’ultima la possiamo usare anche come criterio di conformità.
Quindi in conclusione riporta tre delle quattro dottrine che di solito gli storici dicono se un brano è verosimile o falso.
L’imbarazzo può esser fatto valore. L’attestazione multipla richiederebbe che l’episodio fosse citato da altri vangeli, non da più personaggi del medesimo testo (che potrebbero essere frutto della “fantasia” di un unico autore). La conformità c’è ma non l’hai ben argomentata.
Questo brano, tratto dal (solo) Vangelo secondo Matteo (15, 1-9), a mio parere è verosimilmente accaduto poiché soddisfa:
il criterio di discontinuità in quanto Gesù si distingue dai suoi contemporanei, cercando di spiegare a quest’ultimi che è di maggiore importanza ciò che si dice o che viene fuori dalla bocca piuttosto che ciò che mangiamo o che immettiamo nella nostra bocca. Così dicendo mette sullo stesso piano i ricchi e i poveri, perché entrambi hanno la stessa abilità e possibilità di dire quello che pensano.
il criterio di conformità in quanto in questo breve testo ci vengono presentati due punti di vista contrastanti ma verosimili.
il criterio dell’imbarazzo poiché critica e fa scandalizzare i farisei in un suo discorso in pubblico.
il criterio dell’attestazione multipla in quanto si menzionano gli apostoli, Isaia e Pietro
A mio parere tale episodio potrebbe essere verosimilmente accaduto per i criteri dell’imbarazzo, della discontinuità e della conformità;
il fatto di non lavarsi le mani dopo i pasti rappresentava infatti un’azione negativa per quell’epoca ed è pertanto improbabile che si tratti di un’invenzione da parte dell’apostolo: egli non avrebbe quindi avuto motivo di inserire questo episodio se non fosse realmente accaduto.
Altro criterio che attesta la verosimiglianza di quanto viene narrato è il criterio della discontinuità poiché Gesù, con il suo discorso, sta difendendo un’azione che contrasta la tradizione e la mentalità di quel tempo.
Quest’ultimo criterio va affiancato al criterio della conformità, necessaria ad equilibrare la figura di Cristo e renderla appunto più conforme al contesto storico in cui è vissuto. Non viene tuttavia rispettato il criterio di attestazione multipla in quanto è presente un’unica testimonianza, ma la maggioranza dei criteri viene comunque soddisfatta.
Nel seguente brano è presente il criterio di discontinuità poiché Gesù, parlando con i farisei, li incita a comportarsi in un modo diverso da quello che dicono le tradizioni antiche e questo è un elemento che contrasta la mentalità dell’ambiente rigido dove viveva. Per quanto riguarda il criterio di conformità, parlare dei farisei ci riconduce all’epoca in cui è vissuto Gesù, dal momento che i farisei erano il gruppo politico e religioso giudaico più importante tra il II secolo a.c. e il 70 d.c. A differenza dei primi due criteri, non sono presenti gli ultimi due, poiché il criterio dell’imbarazzo non è citato invece il criterio dell’attestazione multipla è smentito all’inizio con la frase: ‘tratto dal solo vangelo’. La parola ‘solo’ fa capire che il brano è riportato solamente nel vangelo di Matteo e quindi non c’è prova di autenticità del fatto. Visto che è presente solamente la metà dei criteri, non è facile definire se il testo è totalmente verosimile o sbagliato.
A mio parere, il vangelo sopra riportato, può essere ricondotto al “Gesù storico” in quanto compaiono 3 su 4 dei criteri di storicità dei vangeli.
I criteri che compaiono sono:
– il Criterio di Discontinuità: in quanto Gesù contrasta l’opinione dei farisei e degli scribi con la propria parola e il proprio pensiero (quindi Gesù si contrasta con la “mentalità dell’ epoca”)
-il Criterio di Conformità: in quanto Gesù appare sotto le vesti di un uomo appartenente al proprio periodo storico (seppur con ideali diversi): non vi è infatti nessun elemento nel vangelo che provi il contrario;
-il Criterio dell’Imbarazzo: in quanto l’accaduto nel vangelo ( il non lavarsi le mani non rispettando la tradizione) e le risposte date da Gesù ( il paragonare i farisei a dei ciechi, ecc.), a mio parere, avrebbero potuto recare una sorta di imbarazzo alla “chiesa del secolo”.
Non è presente il quarto criterio (dell’attestazione multipla) poiché non vi è nessun altro vangelo (nell’esercizio) con cui fare un confronto.
Nel seguente brano datoci del vangelo secondo Matteo, ci sono state proposte due diversi pensieri a proposito del doversi o no lavarsi le mani.
Uno è il pensiero di Gesù, il quale confuta il disprezzo riflesso dei farisei e degli scribi riguardo all’atteggiamento poco consono alle norme igieniche, che erano state tramandate dai greci, sul lavarsi le mani prima di mangiare.
Infatti Gesù risponde a questi dicendo che non è ciò che entra che fa puro l’uomo, ma ciò che esce dalla bocca, poiché viene dal cuore.
A tal proposito io penso che l’avvenimento datoci, basandoci sui criteri di DISCONTINUITA, CNFORMITA, IMBARAZZO e ATTESTAZIONE MULTIPLA, può essere preso come verosimile, poiché:
• Discontinuità: poiché ha un parere discordante dalle visione giudaiche e quindi dalle norme antiche, date quasi come dogmi, e a questo mio parere può essere presentato l’esempio del battesimo di Giovanni e Gesù, dove il fatto che il primo (di minore importanza) battezzi Gesù (molta più importanza).
• Conformità: poiché il linguaggio e il contesto in cui il brano è inserito appare conforme all’epoca in cui orientativamente si è svolta, per esempio la disapprovazione (iniziale) della folla di gente sia nella sua religione, ma piuttosto nei suoi ideali.
• Imbarazzo: poiché la chiesa dell’epoca è molto diversa da quella che ci guida oggi, cioè gli ideali in cui crede, e che cerca di tramandare, sono molto più alti e puri, rispetto alla chiesa di quell’epoca, che seguiva le legalismo giudaico (un visione ancora attaccata al potere).
• Attestazione Multipla: poiché nel brano citato da Matteo, che rappresenta quindi la prima fonte, si nota anche Pietro, altro personaggio che citerà l’avvenimento, insieme a tutta la folla oralmente.
Dopo aver letto più volte sia i testi che la consegna ritengo di non aver capito quale sia il vero e proprio compito oltre a non capire minimante di cosa si parla nei passi tratti dal Vangelo di Matteo.
Sinceramente dopo aver letto e cercato di capire i testi e le tesi non sono riuscito a capire la richiesta e di cosa si parla nei passi tratti dal Vangelo. Spero di riuscire a comprendere meglio durante la correzione.
a mio parere in questo brano sono presenti i criteri di:
-discontinuità: Gesù infatti fin dall’inizio difende i suoi discepoli che stanno infrangendo le leggi degli antichi
-conformità: vengono nominati in farisei che vengono collocati nell’epoca in cui “è vissuto Gesù”
I criteri non presenti invece sono quelli di:
-attestazione multipla: il fatto descritto in questo brano è presente SOLO nel Vangelo secondo Matteo
-imbarazzo: in quanto nel brano non sono presenti eventi talmente strani da non sembrare veri.
In conclusione, credo che non si possa stabilire se il seguente brano riferisca un episodio verosimilmente accaduto.
Disamina corretta tranne che per il criterio dell’imbarazzo. L’imbarazzo si ha quando Gesù fa cose storicamente verosimili ma teologicamente discutibili nella prospettiva dei cristiani successivi.
Il brano tratto dal Vangelo secondo Matteo potrebbe riferirsi ad un episodio della vita di Gesù verosimilmente avvenuto, in quanto il suo personaggio è ben integrato nella società e non vengono create discontinuità storiche, non creando un Gesù estraneo e fuori dal suo tempo. In più Gesù chiama Dio con il nome di Padre e cerca di fondare un modo di pensare nuovo rispetto al precedente. Infine più persone sapevano quello che raccontava, anche persone che venivano da lontano, attestando così la presenza di Gesù da più persone e dintorni.
Immagino che il fatto che Gesù “cerchi di fondare un modo nuovo di pensare” sia un richiamo al criterio della discontinuità. Invece, il fatto che più persone siano coinvolte, poiché il testimone è il solo Matteo, non “integra” il criterio della attestazione multipla.