Dopo aver studiato i capp. 14 e 15 del manuale individua le principali culture politiche alla base della nostra Costituzione (p.e. “liberale”, “marxista” ecc.) associando a ciascuna cultura politica individuata almeno due articoli (o porzioni di articoli) della Costituzione (scelti tra i principi fondamentali o anche, se credi, nel resto del dettato costituzionale) che ritieni possano essere stati almeno in parte ispirati da tale cultura. Giustifica sinteticamente la tua ipotesi.
Quali le culture politiche alla base della Costituzione italiana?
2019-03-28 Tutto il giorno
La costituzione italiana è stata scritta da numerosi rappresentanti dei vari partiti e ideologie del tempo, e le loro influenza si nota direttamente negli articoli della costituzione. Per esempio, l’articolo 1 ha chiari rimandi al socialismo, in quanto “l’italia è una repubblica fondata sul lavoro dove la sovranità appartiene al popolo”. Inoltre il liberalismo è evidente nell’articolo 2, dove si parla dei diritti inviolabili del cittadino. In aggiunta, i partiti cattolici sembrano essere “messi da parte”, non in quanto non presenti nella stesura, ma nel fatto che l’Italia si è distanziata dalla religione cattolica (art. 7-8). Infine, data l’esperienza passata delle due guerre mondiali, le posizioni pacifiste vincono e la guerra viene ripudiata (art. 11).
La cultura cattolica è tutt’altro che assente in Costituzione. Lo stesso articolo 7 evoca i Patti Lateranensi tra l’allora Regno d’Italia e la Chiesa, ancora vigenti, sebbene fossero firmati addirittura da Mussolini.
Le principali culture politiche alla base della nostra Costituzione sono quelle socialiste (Marx) , repubblicane e democratiche. Per quanto riguarda la cultura socialista si può associare gli articoli che si riferiscono al lavoro (art. 4: il lavoro è un diritto e il cittadino ha il dovere di svolgerlo). Gli articoli che riguardano i rapporti politici, invece, si ispirano a ideali repubblicani (art. 48-54: si mette in mano a dei sovrani la guida del Paese) . Per concludere gli articoli che trattano l’ordinamento della repubblica si ispirano a ideali democratici (titolo 1-6: il potere esecutivo viene indebolito)
La cultura “repubblicana” e quella “democratica” sostanzialmente coincidono (storicamente derivano, in Italia, dal “magistero” di Giuseppe Mazzini e, in termini più generali, da Rousseau, Robespierre e dai rivoluzionari americani del Settecento). Non citi la cultura liberale, che, anche se politicamente minoritaria tra i costituenti, resta tuttavia il cardine della Costituzione (in generale il costituzionalismo ha radici liberali, ossia la difesa delle libertà fondamentali dei cittadini e la dottrina della divisione dei poteri). Né evochi la cultura cattolica, politicamente dominante in Italia dal ’48 agli anni Novanta.
La costituzione italiana, entrata in vigore il primo gennaio 1948, riunisce le 139 leggi su cui si basa lo stato italiano. In essa, sono distinguibili diversi principi appartenenti a ciascuna matrice politica protagonista della stesura del testo, tra cui liberali, democratici e socialisti.
In primo luogo, la componente liberale è distinguibile nell’affermazione del valore assoluto dell’individuo, riconoscibile negli articoli che trattano della libertà religiosa oppure della pari dignità degli individui. Nell’articolo 19, la libertà di culto viene descritta come un diritto inalienabile che tutela gli individui, garantendone la possibilità non solo di credere in qualunque religione, ma anche di professarla e diffonderla liberamente. Nell’articolo 3, invece, si esplica quello che viene assunto come compito della Repubblica, ovvero “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Per quanto riguarda la componente democratica, il fondamento è incentrato sull’eguaglianza dei singoli, come trattato nello stesso articolo sopracitato, per cui “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” In aggiunta, se il culto liberale volge alla protezione dei diritti civili, i democratici difendono e tutelano i diritti politici degli individui, come descritto nell’articolo 1 “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” ma anche nell’articolo 48 che sancisce che tutti i cittadini che abbiano raggiunto la maggiore età, indipendentemente dal loro sesso, orientamento politico ed età, hanno il diritto di voto.
Infine, compaiono anche articoli che promuovono la volontà socialista tra cui l’articolo 41, che promuove una forma collettivistica, secondo il quale “Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, e a legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali “, e l’articolo 43 in cui viene evidenziata, come possibile rimedio alle disuguaglianze economiche, l’abolizione della proprietà privata.
Hai svolto una discreta analisi. Alcune avvertenze. Oltre alle tre culture politiche che evochi (due delle quali spesso sovrapponibili, cioè la cultura liberale e quella democratica, come mostra p.e. l’insistenza sull’eguaglianza davanti alla legge che è un valore prima ancora liberale che democratico), non dimentichiamo la cultura cattolica o, meglio, democratico-cristiana, che si rivela in particolare negli artt. della sezione dedicata alla famiglia, all’educazione e, in generale, nel rilievo dato alla nozione di “persona”. Non parlerei poi di “abolizione della proprietà privata”, ma di facoltà di esproprio per speciali ragioni di pubblica utilità (siamo lontani, sotto questo profilo, al senso del “comunismo” economico di tipo sovietico).
La seconda parte dell’art. 3 va oltre la formale difesa giuridica dei diritti di tutti e suggerisce un impegno a migliorare le condizioni economiche e sociali delle persone, secondo un’ispirazione marxista ma anche democratico-cristiana. L’eguaglianza davanti alla legge è, di per sé, un principio liberale, mentre diventa un principio “democratico” quando si riferisce allo specifico diritto di voto. La tua risposta è comunque ben articolata e pertinente.
l’art. 3 della Costituzione é di stampo liberale perché afferma che tutti gli uomini sono uguali e non ci devono essere distinzioni di sesso, razza, lingua….
Anche l’art. 2 della Costituzione è di stampo liberale; infatti garantisce la libertà e i diritti inviolabili della persona
Non riscontri altre culture politiche al fondo della Costituzione? La risposta è del tutto parziale e, si direbbe, affrettata.
Alla base della costituzione italiana ci sono teorie democratiche, liberali (Mazziniani e seguaci di Cavour), cattoliche (Democrazia Cristiana) e pensieri di stampo marxista (partiti socialisti e comunisti). La costituzione italiana va vista come una sorta di compromesso e quindi aveva lo scopo di racchiudere al suo interno gli ideali delle principali correnti di pensiero diffuse in Italia. Bisognava, infatti, “accontentare tutti”.
Teorie democratiche:
Articolo 1. “L’Italia è una Repubblica democratica…”
Articolo 48. Garantisce il suffragio universale
Teorie liberali:
Articolo 2. “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo…”
Articolo 3. “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge…”
Teorie cattoliche:
Articolo 8. “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge”
Ideali Marxisti:
Articolo 1. “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro…”
Articolo 3. “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che… impediscono l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”
I cattolici, soprattutto dell’epoca, non si sarebbero probabilmente impegnati per difendere il principio secondo il quale “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge”, ma semmai i Patti Lateranensi, evocati sempre tra i principi fondamentali. Eviterei di usare la lettera maiuscola per citare i seguaci di questo o quel personaggio (p.e. “Mazziniani”). Questo uso è tipico del latino nella trascrizione moderna (p.e. “Caesariani”, “Pompeiiani”).
Principalmente la Costituzione Italiana è una costituzione radicalmente antifascista. Inoltre individuo principalmente due culture politiche all’interno di essa: quella liberale e quella sociale. La prima la possiamo ritrovare nei vari articoli che tutelano i diritti di libertà personale e collettiva come ad esempio l’articolo 13 che manifesta l’inviolabilità della libertà personale o come l’ articolo 21 che sottolinea il diritto a manifestare e il diritto di parola e di stampa. La seconda invece la possiamo ritrovare negli articoli riguardanti il diritto al voto, alla salute, al lavoro e allo studio.
Il diritto di voto non è un diritto sociale, ma politico. La cultura che lo fonda è soprattutto quella repubblicana-democratica (che non hai evocato). Più che di cultura “sociale” parlerei comunque di cultura “socialista” (nel senso specifico di “marxista”). Inoltre hai trascurato la componente cattolica che ha ispirato diversi articoli e principi costituzionali.
Le principali culture alla base della nostra Costituzione sono: socialismo, comunismo, democrazia e la forte presenza cattolica. Siccome queste visioni politiche e culturali entrano in conflitto tra loro, se si cercava di rispettare tutti i principi di ognuna, l’Assemblea Costituente decise di concentrarsi sugli ideali liberali (quelli stabiliti durante la Rivoluzione Francese, cioè i diritti fondamentali dell’Uomo) che erano comuni per tutti.
Gli articoli di ispirazione democratica sono sicuramente l’articolo 1
“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”
E l’articolo 48
“Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.”
Gli articoli di ispirazione socialista sono:
L’articolo 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
E l’articolo 4
“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.”
Gli articoli di ispirazione cattolica sono:
L’articolo 7
“Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.”
E l’articolo 29
“La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.”
Ottima analisi. Per quanto riguarda l’art. 3 si potrebbe precisare che l’influenza del socialismo riguarda in particolare la sua seconda parte, mentre la prima è coerente con i principi del liberalismo (eguaglianza giuridica).
Innanzitutto si nota una decisa impronta socialista già dagli articoli 1,3 e 4: che sostengono l’uguaglianza sociale ed il carattere proletario della Repubblica.
Ovviamente presente anche un’ideologia democratica come possiamo notare dagli articoli 3 e 5 che richiedono il massimo decentramento amministrativo.
L’articolo 11 evidenzia anche una impronta della morale tipicamente cattolica.
Non sarei così convinto che l’art. 11 sia ispirato solo dalla cultura politica cattolica, anche se certamente questa ebbe un peso. Sicuramente essa ebbe un forte peso anche nella sezione della Costituzione dedicata alla famiglia, al matrimonio, all’educazione ecc. Non si può dire, poi, che la repubblica sia “proletaria”, bensì che essa è fondata sul lavoro, che è un’attività, non una classe, anche se certamente tutta questa insistenza su tali temi è certamente di ispirazione marxista e, in parte, di nuovo cattolica. Forse avresti potuto approfondire le componenti liberali e democratiche della nostra Carta.
Le culture politiche alla base della Costituzione italiana sono quella marxista, quella cattolica, quella liberale e quella democratica.
Già nel primo articolo si può individuare una marcata matrice marxista nell’idea di ”repubblica fondata sul lavoro”, ossia una repubblica dei lavoratori, di chiara ispirazione comunista.
I principi del marxismo si possono anche cogliere nella seconda parte dell’articolo 3 “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese” e in quella dell’articolo 4 “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto…”.
Si nota come sia compito dello Stato rimuovere le grandi disparità sociali e culturali e le ingiustizie, come condizione imprescindibile per realizzare un’effettiva democrazia, ed intervenire affinché tutti siano posti nelle condizioni di lavorare.
Le influenze cattoliche si possono invece riscontrare nell’articolo 2 dove viene affermato che “La Repubblica… richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. E’ chiaro il richiamo al principio di solidarietà tipicamente cattolico.
Sono di chiara ispirazione religiosa anche gli articoli 29 e 31 dove si parla della famiglia come ”società naturale fondata sul matrimonio” e del compito di ”protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù.”
L’impronta liberale si può cogliere negli articoli riguardanti la libertà di stampa, l’iniziativa economica privata e la proprietà privata.
Art. 21 ”Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.”
Art. 41 ”L’iniziativa economica privata e` libera.”
Art. 42 ”La proprietà privata e` riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.”
Infine è chiara l’influenza democratica: basti pensare all’articolo 1 ‘L’Italia è una Repubblica democratica…” in cui “La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” ed all’articolo 29 nel quale viene sancito lo strumento essenziale della democrazia rappresentativa “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.”
Mi sembra un’ottima analisi. Non trascurerei, comunque, una possibile influenza marxista anche per quanto riguarda l’art. 2, laddove si parla di solidarietà economica e sociale.
Per cominciare si può intendere che una grande influenza sulla stesura della costituzione italiana è stata l’importanza del partito comunista dopo la caduta del fascismo: prendendo ad esempio l’articolo 1 si può chiaramente evincere come L’Italia è resa come fortemente legata alla figura dei lavoratori, inoltre nell’articolo 35 lo stato si impegna a tutelare e affermare i diritti fondamentali dei lavoratori.
Anche la forte cultura cattolica ha ovviamente avuto grande risalto nella costituzione: prendendo l’articolo 7, anche in rapporto con l’8, si può capire che ,seppur indicando la totale indipendenza delle due istituzioni, i rapporti tra stato e chiesa sono molto favoriti rispetto ad altri ordini religiosi (anche considerando che i rapporti tra chiesa e stato si basano su una legge fascista in una costituzione che è per principio antifascista) inoltre nell’articolo 29 il matrimonio viene concepito come fondamenta della società come nella tradizione cristiana cattolica.
Buone osservazioni, ma non trascurerei la cultura liberale e repubblicana che è comunque alla base di molti principi costituzionali, anche se tale cultura era politicamente minoritaria ai tempi dell’Assemblea Costituente. Inoltre i Patti Lateranensi non erano esattamente una “legge fascista”, ma un trattato internazionale (anche se, per la verità, lo Stato straniero con cui furono stipulati, cioè lo Stato della Città del Vaticano (SCV), sorse come tale proprio in seguito a tali accordi). Questo in parte giustifica la loro preservazione in Costituzione (analogamente al debito pubblico accumulato dal regime fascista che il nuovo Stato ereditò e a cui dovette far fronte davanti agli altri Stati).
La Costituzione Italiana fu il frutto di un compromesso fra le principali forze popolari uscite vincitrici dalla seconda Guerra Mondiale. In particolare furono i democristiani, i socialisti, i comunisti e i liberali che scrissero la Costituzione definita Costituzione Antifascista. Il collegamento tra antifascismo e democrazia è fatto importantissimo per la Cost. It. : infatti l’art. 1, laddove afferma che l’Italia è una Repubblica democratica, e la XII disposizione di attuazione, che afferma che è vietata la riorganizzazione del disciolto Partito Fascista, esprimono fermamente che l’Italia disconosce il Fascismo. Andando ad analizzare i primi 54 art. che riguardano i principi fondamentali della nostra Repubblica si può senz’altro affermare che in essi traspare il compromesso tra le forze politiche. La sintesi di questo compromesso è rappresentato dall’art. 3. In esso si parla di persona, cittadino e lavoratore, parole chiave delle culture del cristianesimo, del liberalismo e del socialismo. Per quanto riguarda il socialismo si possono richiamare l’art. 2 che riconosce i diritti inviolabili dell’uomo e l’art. 46 che afferma che la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori all’interno del loro ambito lavorativo. Per quanto riguarda il liberalismo si può richiamare l’art. 24 che afferma che tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti. Infine per la cultura religiosa possiamo ricordare l’art. 7 che stabilisce che lo Stato e la Chiesa Cattolica sono indipendenti e sovrani e l’art. 29 che afferma che la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
L’analisi è corretta (anche se, p.e. per quanto riguarda i fondamenti liberali, sei andata a cercare l’art. 46, che è senz’altro pertinente, ma avresti avuto molta materia pertinente da evocare anche nei primi 12 artt., quelli fondamentali). Attenzione che “articoli” al plurale si abbrevia “artt.” non “art.” (e comunque in un ipotetico “saggio breve” d’esame ecc. meglio non abbreviare se parli di “articoli” in generale, mentre si usa farlo prima dei corrispondenti numeri, p.e. “artt. 2, 3, 5 ecc.”).
I partiti politici presenti durante l’approvazione della Costituzione italiana furono principalmente la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista, Comunista e Repubblicano.
Già dai primi articoli si può analizzare l’influenza di ogni partito sulla scrittura della legge, infatti citando il primo articolo, secondo cui “l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”, il Partito Repubblicano e Comunista contribuirono con i loro ideali nella creazione di uno Stato giusto e uguale per tutti.
Gli articoli 2 e 3 vedono partecipe il Partito Socialista, garantendo uguaglianza e pari dignità sociale, ribadendo tale concetto anche nell’articolo 4, il quale vuole garantire una tutela in ambito lavorativo, anche secondo l’intenzione del partito marxista.
La Democrazia Cristiana porge il suo contributo nell’articolo 7, riconoscendo, però, pari dignità nel culto di altre religioni nell’articolo 8.
“L’Italia e` una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”
Il primo articolo rappresenta sia il volere della parte repubblicana dell’assemblea costituente che quella marxista, l’idea dello Stato fondato su un principio alla base dell’economia e caro anche al pensiero cattolico.
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [292 , 371 , 481 , 511 , 1177 ], di razza, di lingua [6], di religione [8, 19], di opinioni politiche [22], di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
L’idea dell’uguaglianza davanti alla legge è un principio prettamente liberale mentre l’idea del sociale è di tip marxista, come anche l’idea del pieno sviluppo dell’individuo, idea condivisa dalla parte cattolica.
Analisi sintetica ma direi assolutamente ineccepibile-