Dopo avere studiato le vicende della rivoluzione francese fino al colpo di Stato di Napoleone, leggi con attenzione la fondamentale Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (U2, D2, pp. 214-15), quindi svolgi il seguente esercizio:
- Individua un articolo riferito a un diritto (o a un insieme di diritti) che giudichi ancora molto attuale, magari perché tuttora difficile da rendere effettivo. Giustifica, quindi, la tua scelta spiegandone le ragioni per cui lo ritieni attuale da questo punto di vista.
P.S. Per svolgere questo esercizio lo studio analitico della storia della rivoluzione non appare strettamente necessario. Ti consiglio comunque di effettuarlo per non lasciare troppa materia trascurata in vista della prossima verifica di storia che si riferirà a molti diversi argomenti.
All’interno della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, giudico ancora attuale ma ancora oggi non del tutto effettivo, l’articolo 1 dove si dice che tutti gli uomini nascono e rimangono uguali di fronte alla Legge. Questo, anche nel mondo contemporaneo, non si verifica ancora totalmente poiché ci sono e ci saranno sempre alcune distinzioni tra i diversi uomini, al di là della razza, della religione o della provenienza. Secondo me queste distinzioni sono legate principalmente alla ricchezza che una persona possiede poichè i più “ricchi” avranno sempre maggiori possibilità di difesa davanti alla legge rispetto alle persone meno abbienti.
In maniera ancora maggiore, ritengo attuale e non totalmente effettivo anche l’articolo 11 dove viene detto che la libertà di pensiero e di comunicazione è uno dei diritti più preziosi dell’uomo, ma che non in tutti gli Stati del mondo al giorno d’oggi si verifica, come per esempio nei paesi di religione islamica, dove le donne non hanno gli stessi diritti e la stessa libertà dell’uomo.
La sottolineatura delle distorsioni dei diritti prodotta dalla differenza di ricchezza ci sarà preziosa, perché vedremo che molte “integrazioni” della “tavola” dei diritti dell’89, a cominciare dalla costituzione del ’93, nacquero per cercare di rimediare al problema che sollevi (introducendo p.e. il diritto al lavoro e altri diritti c.d. sociali).
Dal mio punto di vista tutti questi articoli sono ancora attuali e costituiscono le fondamenta della democrazia.
Mi concentrerò adesso su alcuni di essi.
L’art. 2 secondo cui il fine di ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali ed imprescittibili dell’uomo presuppone che il governo di uno Stato agisca per il bene comune dei cittadini, disinteressatamente. Questo principio è spesso ostacolato dalla corruzione e da politici intenti a perseguire i propri interessi.
Secondo l’art 3 il principio di ogni sovranità risiede nella Nazione, nel popolo. Questo è in alcuni impossibile ai giorni nostri nel caso di regimi autoritari come ad es. in Corea del Nord oppure in sistemi di governo totalmente corrotti e/o di matrice militare.
Secondo l’art 10 nessuno deve essere molestato per le sue opinioni. Anche questo principio non viene sempre rispettato e figure come quelle dei giornalisti vengono sempre più considerati come dei ficcanaso da far tacere (es. Regeni anche se era un ricercatore universitario). Questo non succede solo nel terzo mondo. L’Italia è classificata 62 nel mondo per libertà di stampa nella classifica stilata da Reporter Sans Frontieres.
Secondo l’art. 1 gli uomini hanno pari diritti. Questo non si verifica sempre in parti del mondo disagiate. Basti pensare ai paesi Islamici sunniti che trattano le donne e gli omosessuali come animali, all’India dove persiste ancora una forte divisione in classi sociali che riporta indietro l’orologio del tempo di alcuni secoli.
Per l’art. 5 la legge ha diritto di vietare le azioni nocive alla società. Il concetto di base è più o meno sempre applicato negli Stati democratici. Tuttavia la formulazione delle tali permette alcune volte di aggirarle oppure sfruttarle per i propri fini.
Difficile non essere d’accordo con la tua (amara) analisi…
a mio parere gli articoli che sono ancora molto attuali sono l’ART.1 e l’ART.6.
entrambi parlano di libertà e uguali diritti senza escludere nessuno e molto spesso anche se si vuol far credere che si reputino tutti uguali e allo stesso livello non è così, questo si può vedere sia nel mondo del lavoro sia per quanto riguarda le questioni giudiziarie, spesso si tende a credere o a dare opportunità a colui che ha più fama rispetto a colui che magari ha più potenzialità ma non viene evidenziato.
l’unica cosa che non mi è chiara è il significato di utilità comune poichè la mia interpretazione, ovvero che si differenziano le persone dalla loro importanza nel mondo del lavoro o nella società, annullerebbe tutto ciò che ho scritto precedentemente e infatti se è questo il reale significato di questo termine, non sono molto d’accordo su questo articolo
Certo l’espressione “utilità comune” si presta a forzature. Da una parte è necessario che in una società vi sia chi si dedica a lavori umili, che pochi vorrebbero fare, e chi si dedica ad attività prestigiose e remunerative, perché non tutti possiamo fare tutto. In teoria bisognerebbe che queste differenze fossero legate ai “talenti” (oggi parliamo di “competenze”) delle persone. Tuttavia per quanto siano diversi tali talenti è difficile davvero credere che qualcuno meriti di guadagnare cento o mille volte più di un altro (come oggi accade). Inoltre il caso e le “conoscenze giuste” spesso giocano un ruolo anche maggiore del merito. Rimane vero che, con tutti questi limiti, le nostre società restano più aperte alla possibilità che anche gli “ultimi” si “realizzino” di quanto non fossero le società immobili di “ancient regime” (dove lo scarto tra nobili e contadini, per esempio, era incolmabile).
Buongiorno
Dal mio punto di vista quasi tutti gli articoli presenti nella “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino” rivestono un importante ruolo nella società attuale.
Tuttavia alcuni articoli possono avere maggiore rilevanza di altri.
Il 1 articolo ad esempio recita: “Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti. Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilità comune.”
Tale principio ai nostri giorni non sembra essere pienamente rispettato: è questo ad esempio il caso di alcuni stati musulmani nei quali la figura femminile è violentemente disprezzata e considerata inferiore a quella maschile.
L’ articolo numero 2 fa riferimento al fatto che il fine di un associazione politica risiede nel generare un benessere comune; anche questo principio tuttavia sembra essere entrato in crisi in quanto spesso i partiti politici, piuttosto che concentrarsi sul benessere comune, creano leggi mirate alla propria tutela personale.
Interessante la tua riflessione soprattutto concernente l’art. 2. In effetti è difficile conciliare il principio democratico con l’idea di una legge davvero eguale per tutti. Se ci rifletti, chiunque governi dispone al massimo della maggioranza dei consensi, non dell’unanimità. Dunque sarà comprensibilmente tentato, anche se non vuole favorire solo se stesso o il proprio partito, comunque di favorire la propria base elettorale a scapito di quella dei suoi avversari, scrivendo leggi a vantaggio di alcuni rispetto che ad altri (p.e. dei dipendenti pubblici a scapito dei lavoratori autonomi o viceversa).
Secondo me, molti degli articoli presenti nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e delle cittadino sono attuali. La prima parte dell’articolo 1 è contemporanea e presente nella maggior parte delle attuali costituzioni perché ogni uomo dalla nascita acquisisce dei diritti e soprattutto la libertà. Questo si ricollega anche all’articolo 4 dove la libertà consiste nel poter far tutto ciò che non nuoce agli altri, rispettando i loro diritti. Anche quest’ultimo articolo è attuale anche se forse più difficile da mettere in atto perché molte volte con l’imposizione di regole o altro si tende a limitare la libertà altrui. Anche l’articolo 8, legato all’emanazione delle pene, è moderno ed attualizzabile; ogni uomo è uguale ad un altro difronte alla legge e vengono applicate le medesime pene per delitti uguali. Le pene devono essere necessarie e adeguate al reato commesso.
Non mi è chiaro in che senso ti sembri attuale l’art. 8. Ti pare che le pene talora non sia irrogate in base a tale articolo? A me sembra, ma potrei sbagliare, che forse, pur con tutti i limiti e le distorsioni del caso, questo non sia tra gli articoli più sistematicamente violati… Hai colto, comunque, come questi articoli siano ancora in generale la base delle costituzioni liberal-democratiche attuali.
Partendo dal presupposto che molti di questi articoli sono attuali, “banali”, ma non sono rispettati pienamente e costituzionalmente (penso all’articolo 1-2-3-6-10-11), trovo particolarmente importante l’articolo 6: se esso venisse davvero messo in pratica, sicuramente tutti gli altri sarebbero rispettati perché la stessa legge che li regola sarebbe rispettata. Quello che vediamo coi nostri occhi è che questa legge non è uguale per tutti, anzi, la legge è creata dai potenti per i potenti, a discapito del popolo. La legge non si fa ormai più rispettare, e questo (come al giorno d’oggi) provoca odio, evasione, crimini che restano impuniti. Esempio di ciò sono i politici e le persone con un’ampia disponibilità economica: immuni a qualsiasi pena, liberi di alimentare i pregiudizi e limitare la libertà di minoranze per soli scopi elettorali, liberi di compiere reati per aumentare ancora di più la propria ricchezza.
Interessante la tua riflessione anche se – mi sembra – mescoli due diverse ipotesi: che la legge stessa sia scritta ad uso dei più potenti (come nel caso delle cosiddette “leggi ad personam” o, più in generale, delle leggi scritte per favorire la propria base elettorale – un tempo si sarebbe detto: “la propria classe sociale” – a discapito di quella degli avversari politici) o che essa, pur in se stessa “giusta” o comunque accettabile, sia elusa, violata, trasgredita impunemente da chi ha le risorse economiche e di potere per poterlo fare. Come è chiaro sono questioni concettualmente molto diverse, come diversi sono i rimedi possibili a tali mali.
Secondo me l’articolo 10 (“nessuno deve essere molestato per le sue opinioni, anche religiose, purché la manifestazione di esse non turbi l’ordine pubblico stabilito dalla legge”) è particolarmente attuale, poiché ancora molto difficile da far rispettare: attualmente quasi tutti esprimiamo le nostre opinioni liberamente ma spesso siamo oggetto di critiche pesanti e addirittura insulti e minacce. Oggi, grazie anche a strumenti come i social, è possibile esprimere il proprio pensiero più facilmente e “raggiungere” più persone, ma non si è tutelati a sufficienza dalla reazione di chi non condivide le stesse opinioni.
Ognuno vuole manifestare la propria idea ma è fortemente intollerante verso quelle altrui, arrivando a “molestare”, citando il termine dell’articolo, fisicamente oltre che verbalmente chi la pensa in modo diverso, soprattutto in campo religioso o di orientamento sessuale.
Interessante la tua analisi anche se vola sul filo della contraddizione. Nella prima parte sembri plaudere alla libertà di espressione, nella seconda sembri quasi invocare una sua limitazione per i rischi di “molestie” connessi all’abuso dei social…Dunque, oggi bisognerebbe esaltare o piuttosto moderare la propria “parrhesia”, come gli antichi greci chiamavano il “parlar franco”?
Buonasera, io avrei scelto di commentare l’articolo quattro della Dichiarazione dei diritti dell’uomo, ovvero l’articolo nel quale si afferma che la libertà consiste nel poter fare tutto ciò che nuoce ad altri uomini, e che la libertà di un individuo finisce nel momento in cui questa limiti la libertà di un altro individuo.
Secondo m questo articolo è particolarmente attuale ma sopratutto importante, poiché contiene in se il concetto fondamentale di rispetto degli altri. Non è infatti agire in alcun modo che in se può danneggiare, mettere in difficoltà o limitare altri e la loro liberta. Questo concetto, che a noi può parere quasi scontato, è in realtà di fondamentale importanza per garantire e tutti di vivere in uno stato civile di serenità, regolamentato da leggi. Con esso ci si può inoltre ricollegare in parte all’articolo 1, che afferma che tutti gli uomini sono uguali davanti alla legge e nei diritti e doveri poiché, evitando comportamenti o gesti che minano l’altra persona e la sua libertà, la rendi automaticamente al mio pari, e quindi uguale.
Hai ragione a sottolineare il fatto che l’art. 4 possa apparire scontato, mentre non lo è. Proprio la sua apparente “scontatezza” ci dice la sua importanza, facendoci immaginare le condizioni delle società di “ancient regime” (come di molte società ancora attuali) in cui non era operante. Tra l’altro nota lo stretto rapporto tra questo articolo e la c.d. “regola aurea” che risuona nell’imperativo categorico di Kant.
Ho trovato particolarmente attuali il punto 4 dove viene detto che la libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce agli altri; nella società di oggi molte persone ritengono che la libertà consista nel fare “ciò che si vuole ” e spesso da questa “definizione ” escludono le leggi. Altro punto che mi ha colpito è il punto 6 dove viene sancito che la legge è l’espressione della volontà generale, e tutti i cittadini essendo uguali ai suoi occhi, sono ugualmente ammissibili a tutte le dignità, posti ed impegni pubblici secondo la loro capacità e senza alcuna distinzione che quella della loro virtù e ingegno; purtroppo questo è un altro punto dolente della nostra società, poiché nonostante si cerchi il più possibile di non fare distinzioni di razza (ad esempio) ci sarà sempre qualcuno che le farà. Anche il 10 a mio parere è particolarmente rilevante : nessuno deve essere molestato per le sue opinioni anche religiose purché la loro manifestazione non turbi l’ordine pubblico stabilito dalla legge.
Non hai chiarito perché l’art. 10 (articoli, non punti!) ti sembri attuale. Per quanto riguarda l’art. 6 certo il razzismo strisciante è sempre operante, ma non credi che sia ancora più evidente, come scrive Letizia, il sessismo, statistiche alla mano?
Premettendo il fatto che tutti gli articoli presentati dal nostro libo mi sembrano attuali, ovvero proiettabili nell’attuale società, credo che quelli che tutt’ora sono difficili da rendere effettivi siano l’1, il 6 e l’11.
Per quanto riguarda i primi due essi sono complementari poichè entrambi parlano di uomini uguali nei diritti e uguali davanti alla legge. In particolare spiegano che distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilità comune e che tutti gli uomini sono ugualmente ammissibili a tutte le dignità, posti ed impieghi pubblici secondo le loro capacità e senza altra distinzione che quella delle loro virtù e dei loro talenti.
Ancora oggi sono aperti in tutto il mondo dibattiti per l’uguaglianza delle donne poichè molto spesso, anche se dotate di maggiori capacità vengono “superate” dagli uomini o, se si considerano i paesi in via di sviluppo, esse, nella maggior parte dei casi, non vengono nemmeno considerate.
Inoltre se si considera l’articolo 6 nel mondo attuale, si può notare che viene violato molto più spesso di quanto crediamo. Infatti, gli uomini non vengono considerati solamente per il loro talento, ma in molti casi vengono maggiormente favoriti i così detti “raccomandati”, ottenendo un ruolo molto più elevato di quelle che sono le reali capacità di cui dispongono.
Per quanto riguarda l’articolo 11, siamo molto lontani dal raggiungimento di questo obiettivo. Se si considerano anche in questo caso come quello precedente i paesi ormai già sviluppati, allora questo viene negato solo in piccole parti ma, se si prende in considerazione il mondo intero allora il discorso cambia. Parlare, scrivere e stampare liberamente sono i diritti per cui molti intellettuali nel corso della storia hanno lottato e per farlo sono sempre passati dalla parte del torto. Anche oggi purtroppo continua ad essere così. Recentemente ho letto del fatto che due giornalisti bengalesi hanno montato un reportage riguardo alle persecuzioni subite dalla minoranza musulmana dei rohingya in Myanmar (paese confinante con il Bangladesh). Essi sono ora condannati a scontare più di 10 anni di carcere ingiustamente, solamente perchè le autorità del paese ritengono sbagliato il fatto che diffondano la verità.
Bell’analisi, quasi un saggio breve!
A seguito della lettura della dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, sono diversi gli articoli che ritengo attuali, e per attuali intendo che dovrebbe essere data loro maggior rilevanza nella società d’oggi.
L’articolo 4 è a mio parere quello che più di tutti, se applicato, può cambiare gli equilibri su cui si basano i rapporti interpersonali. Certamente sarebbe difficile da far rispettare, ma più che un cambiamento a livello legislativo è necessario, per far si che questa legge funzioni, un cambio di mentalità delle persone. Rispettando la libertà altrui vivremmo in un contesto sano dove ogni individuo può esprimersi completamente, generando benessere per sé stesso e per chi gli sta attorno o riesce ad influenzare. A livello più pratico, con la diminuzione di incomprensioni, conflitti e quant’altro, diminuirebbero conseguentemente furti, aggressioni, lotte tra bande, persecuzioni, seppure è probabilmente utopistico credere di poterle estinguere.
Si tratta dell’articolo più difficilmente applicabile ma che garantirebbe uno sviluppo maggiore.
Su questa linea d’onda si colloca l’articolo 11. Troppo spesso si assiste a discussioni che più che scambi di opinioni sembrano lotte tra persone che fanno il tifo per la propria opinione, senza considerare il punto di vista dell’altro. Il web ne è l’esempio più lampante, ma casi simili si registrano quotidianamente in ambito politico e giornalistico. Chiaramente non ogni tipo di opinione è accettabile; per salvaguardare la libertà di parola bisogna necessariamente non tollerare gli intolleranti, ovvero coloro che vorrebbero negare questa libertà agli altri.
Meritevole di menzione è anche l’articolo 16, che secondo me è una pietra miliare del diritto internazionale e dei governi moderni e che ancora oggi merita una sottolineatura corposa.
Molto interessanti le tue riflessioni. Certo, la limitazione della libertà di parola e di stampa dihe tu auspichi è difficile da realizzare, per la difficoltà di individuare discorso e opinioni che effettivamente minino la convivenza, senza che tale individuazione dia luogo ad abusi di potere per soffocare p.e. l’opposizione interna di un regime.