Abbiamo visto come nell’ultima opera importante, la Critica del Giudizio, Kant, pur muovendo dalle sue caratteristiche premesse “criticistiche”, ossia, in ultima analisi, illuministiche (cioè da una “razionalità” auto-critica e non dogmatica tipica della cultura illuministica), introduce nuovi concetti che preludono a una concezione romantica (il ruolo del sentimento, l’idea del sublime ecc.).
Tuttavia, in tutte le sue opere Kant tiene fede a una peculiare prospettiva che consiste nel portare alle estreme conseguenze l’intuizione cartesiana delle centralità di… che cosa? Da che cosa si evince nelle diverse articolazioni del suo pensiero tale centralità?
Kant ridimensiona l’intuizione cartesiana del giudizio secondo cui è riconducibile a una meccanica applicazione dei principi razionali all’esperienza. Secondo Kant il giudizio (a meno che non si tratti di principi matematici-fisici) conserva sempre un margine di discrezionalità che può essere colmato dal sentimento. Il giudizio non proviene dall’intelletto ma dalla facoltà del giudizio ed è accompagnato da un sentimento”gefuhl”. Particolare poi l’introduzione del concetto del bello e del sublime che sono tutti soggettivi e costituiscono dei capisaldi romantici soprattutto in campo artistico. Si contrappongono quindi alla fredda oggettività del mondo cartesiano.
L’intuizione “del giudizio secondo cui è riconducibile a una meccanica applicazione dei principi razionali all’esperienza” è dello stesso Kant (anzi soprattutto sua), esposta nella Critica della ragion pura (Cartesio avrebbe forse parlato di un’azione, soggetta a errore, dalla volontà).
Secondo Cartesio il giudizio è riconducibile a una meccanica applicazione dei principi razionali derivati dall’esperienza.
Kant invece afferma che il giudizio, oltre che dai principi dell’esperienza, può essere anche influenzato dal sentimento.
Inoltre il giudizio non proviene direttamente dall’intelletto ma bensì da una determinata facoltà del giudizio.
Inoltre possiamo rintracciare anche elementi tipici del mondo romantico, come i concetti di “bello” e “sublime”.
Non è chiara la pertinenza delle risposta. “Possiamo rintracciare ANCHE elementi romantici…” Ma la domanda mirava proprio a questi (non “anche” a questi). In ogni caso non solo per Cartesio, ma anche e soprattutto per Kant il giudizio determinante deriva dall’applicazione di principi razionali.
Kant, precursore dell’idealismo, ragiona secondo la prospettiva idealista, ovvero ammettendo che la conoscenza non riconosce la realtà come posta al di fuori del soggetto che effettivamente conosce, poiché considera reali solamente i fenomeni relativi alla nostra interiorità e all’aspetto più personale e profondo del nostro essere ( in questo si possono evidenziare le prime tracce di romantiscimo) L’essere è così determinato dal pensiero, indicato spesso per questo anche col termine spirito. Sotto questo punto di vista l’idealismo si oppone prima di tutto al materialismo, che invece afferma che l’essere esiste in sé come materialità, e in secondo luogo anche al realismo, il quale afferma invece la realtà dell’esistenza di oggetti anche al di fuori della mente “conoscente”.
A questi temi possiamo aggiungere i temi proto-romantici del sentimento e del sublime.
Kant si basa sull’intuizione cartesiana del giudizio che diventa centrale nel suo pensiero. Secondo Kant, il giudizio non proviene dall’intelletto ma dalle sue facoltà ed è colmato da un sentimento “gefuhl”, legato poi al concetto del bello e del sublime (capisaldi romantici) che è in contrasto con il pensiero cartesiano, razionale e privo di sentimento.
Precisamente, a cui possiamo aggiungere il motivo della soggettività del sapere e dell’agire morale
Non sono sicuro di aver capito la domanda né di dare una risposta corretta, ma credo che Kant, nella sua “critica alla ragion pura” e nel suo cercare di spiegarsi il finalismo che gli sembrava controllare la natura, voglia portare all’estremo il meccanicismo cartesiano, vuole spingerlo in tematiche così complesse da rendersi conto che queste possono essere spiegate solo da qualcos’altro, qualcosa di cui si può disporre quando non abbiamo tutti i dati per esprimere un giudizio oggettivo.
Questa facoltà si chiama Giudizio, ed è spesso accompagnata dal sentimento.
Questo viene esercitato in campo biologico, ma anche artistico (trasformandosi in giudizio estetico). Con questo ragionamento appunto tenta di conciliare il meccanicismo cartesiano con una teoria, non scientificamente dimostrabile, secondo la quale gli effetti erano le stesse cause dei fenomeni
… e tutto questo ci conduce al romanticismo
Kant tende ad estremizzare il pensiero cartesiano della centralità dell’intuizione, che chiama ”sentimento”. Dalle sue riflessioni sul giudizio, appare evidente che questo non possa essere riconducibile solo ad una meccanica applicazione dei principi razionali all’esperienza, infatti incorpora sempre un margine di decisione soggettiva, colmabile solo dal sentimento.
…. e in questo possiamo cogliere suggestioni che saranno sviluppate dal romanticismo
Buonasera,
fu molto importante per Kant la confutazione dell’idealismo, (che va contro quella di Cartesio che riteneva indubitabile solo l’“Io sono”) secondo la quale l’interiorità non può essere concepita senza esteriorità poiché la nostra esperienza interna dipende da qualcosa che si trova fuori di essa, qualcosa di permanente. L’”io penso” di Kant non è altro che un anticipazione dell’”io” idealista.
In realtà neppure Cartesio cade nell’idealismo, anche se sfiora il solipsismo. La critica di Kant è una sorta di “difesa anticipata” dalle interpretazioni idealistiche che Kant stesso subirà in clima romantico (come vedremo oggi stesso). In ogni caso tutto questo non ci dice in che cosa Kant sia più illuminista o più romantico. Anzi, la critica all’idealismo sembra figlia del suo illuminismo più che del suo essere anticipatore di temi romantici.
Kant afferma che la sua ragione ha dei limiti, perché può conoscere solo la realtà fenomenica,Attraverso i nostri sensi, affermava Kant, noi assorbiamo l’insieme caotico di tutto ciò che ci circonda( considera “reali ” solo gli aspetti che riguardano la nostra interiorità ,i nostri aspetti e sentimenti più profondi) La nostra mente, in un secondo momento, inizia ad elaborare tutti i dati e a catalogarli in base a delle categorie. Le prime categorie sono quelle di spazio e tempo.. Per Kant,inoltre, l’estetica è lo studio delle opere artistiche. Il suo essere romantico si esplica nella concezione di bellezza e di sublime. Tutto ciò che è sublime manifesta sgomento, tormento, senso di smarrimento di fronte all’indomabilità della natura.
Hai intuito il mio vero quesito dietro alla formulazione errata del medesimo che hai trovato su questo sito. In ogni caso avresti dovuto esplicitare meglio il rapporto tra le due parti della tua risposta. Invece che ricorrere al connettivo “inoltre”, avresti potuto chiarire che per il primo aspetto Kant è illuminista, per il secondo pre-romantico.
Dal momento che non mi è chiaro il quesito cerco di rispondere facendo riferimento a quello che di Cartesio si può ritrovare in Kant. Credo comunque che questa non sia la risposta che lei vuole.
Come per Cartesio, anche il filosofo tedesco crede che il mondo segua un ordine meccanico ma D’altra parte entrambi cercano di trovare una soluzione per conciliare questa loro visione con la teoria del libero arbitrio. In particolare secondo Kant l’uomo è la sola creatura che può credere di disporre di quella libertà che è presupposta nel suo senso del dovere grazie alla facoltà del giudizio.
(Mi scuso per questa spiegazione incompleta e (a mio parere) incoerente con il quesito)
La responsabilità della tua “confusione” è probabilmente il mio errore (refuso) nel porre il quesito.
Mi è stato difficile giungere ad una conclusione di cui sono sicuro al 100%. Ho elaborato diverse ipotesi, di seguito propongo quella che mi sembra più coerente con il quesito da Lei proposto.
La mia ipotesi prevede la centralità dell’uomo, ed in particolare del suo pensiero, come intuizione cartesiana centrale nella filosofia kantiana. Tutta l’etica di Kant si basa su profondi ragionamenti critici su di sé; un dialogo, paradossalmente, al singolare volto a definire delle leggi universali. È proprio nella, se vogliamo “limitazione” della nostra libertà in favore di quella altrui che noi possiamo considerarci liberi. Questo pensiero è però sicuramente influenzato dalla corrente illuminista che fa della razionalità un suo punto forte.
Entra in gioco una possibile seconda interpretazione: Kant avrebbe applicato il concetto di sistema cartesiano non ad un mondo fisico ma alla morale, definendo delle leggi che regolano il mondo. A questo punto però si pone il problema del libero arbitrio: come possono queste leggi essere universali se si può essere liberi di non seguirle? Non sarebbe un sistema funzionale.
La tua perplessità potrebbe essere stata determinata dall’evidente refuso in cui sono incorso e di cui parleremo in aula nel porre il quesito. Te la sei cavata, ma, ovviamente, sei rimasto “schiacciato” sull’illuminismo di Kant (l’opera “preromantica” di Kant è la Critica del Giudizio non della ragione pratica!). Il problema del libero arbitrio viene comunque risolto proprio distinguendo tra il mondo come appare (meccanico) e il mondo come “potrebbe essere” (libero).
Nelle opere di Kant ha un ruolo centrale il giudizio, una facoltà che interviene quando non abbiamo sufficienti dati per poter esprimere un giudizio oggettivo e scientifico.
Kant porta alle estreme conseguenze la prospettiva soggettivistica che aveva proposto anche Cartesio (che aveva considerato soggettive o secondarie alcune qualità strettamenti dipendenti dai sensi, quindi esistenti solo per il soggetto che le percepisce).
Secondo Kant il giudizio è sempre affiancato dal sentimento, e nel caso specifico del giudizio estetico entrano in gioco anche il concetto di bello (cioè qualcosa per cui non proviamo interesse ma a cui riconosciamo una finalità intrinseca) e di sublime (un particolare sentimento molto coinvolgente che affascina e schiaccia al tempo stesso lo spettatore).
… e tutto questo costituisce una chiara anticipazione dei temi romantici….
Come molti degli autori dell’epoca romantica, Kant propone uno stile nonché idee spesso innovative. Il suo lato conservatore lo porta tuttavia a rimanere in parte aggrappato ad alcune ideologie di carattere illuministico ( come il sentimento o il sublime). Risulta infatti evidente la tendenza a portare alle estreme conseguenze l’intuizione cartesiana delle centralità, e quindi a porre al centro stesso elementi di natura illuminata.
Posso essere d’accordo con te, salvo che su un punto: “sentimento” e “sublime” sono proprio temi proto-romantici