Il problema del libero arbitrio

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2019-01-23 Tutto il giorno

Anche noi che diamo grande rilevanza alla scienza della natura siamo, in certo modo, eredi del materialismo meccanicistico, a base matematica, che, nella sua forma più radicale, che generalizza acquisizioni di Leonardo, Galileo, Keplero ecc.,  può essere fatto risalire a Cartesio. Ma se ogni cosa in natura, compresi i nostri corpi (e il nostro cervello), segue leggi necessarie (oggi diremmo non solo le leggi delle meccanica e della gravitazione, ma anche le leggi dell’elettromagnetismo e quelle che regolano le forze nucleari), come è possibile credere che siamo liberi di scegliere, che godiamo del libero arbitrio?

Dopo aver attentamente approfondito la relativa unità didattica (con tutti i testi a cui essa rinvia, on line e off line), (con particolare riguarda a questa pagina che offre il quadro, a livello teorico, del problema come si presenta ancora ai nostri giorni) rispondi al seguente quesito.

  • Quale delle soluzioni del problema del libero arbitrio, offerte dagli autori che abbiamo finora incontrato, ti sembra più convincente e perché?

12 pensieri su “Il problema del libero arbitrio

  1. Personalmente, se io dovessi scegliere tra le visioni proposte dei vari scienziati e filosofi storici, io sceglierei quella di Blaise Pascal.

    La mia scelta è sicuramente dettata da motivazioni sia di carattere religioso sia di carattere logico che hanno sempre caratterizzato me e la mia effettiva visione della realtà, infatti, le visioni proposte dagli grandi personaggi sono apparse ai miei occhi ricche di ambiguità che mi hanno portato a scegliere quest’ultimo.
    In particolare la visione del libero arbitrio ideata da Thomas Hobbes sia da Geulinx, ossia la visione di una mente separata definitivamente dal corpo (che in un certo senso sembra che elimini qualsiasi complicità e interazione fra le due) e una visione prettamente religiosa di un Dio che ci accompagnerebbe “man mano” nel nostro cammino e che ci supporta sempre, mi paiono ho lontane da una mia visione della realtà poco religiosa o poiché (come nel caso della prima) sono mancanti di argomentazioni forti tali da convincermi.
    Quanto alla visione di Spinoza, il mio parere non è sicuramente totalmente contrastante, bensì mi sembra “veritiera” la sua concezione di una correlazione tra anima e corpo unitaria, riflessiva e simmetrica, come meglio dire “due facce della stessa medaglia”, ma, nonostante ciò, mi pare ambiguo l’idea implicitamente data per assunta del fatto che Dio sia la natura e di conseguenza in ogni cosa.

    In ultima analisi, la mia decisione si è consolidata analizzando a ritroso ogni visione, cercando di cogliere sia pregi che difetti sempre rispetto a un criterio personale.

    1. Interessante la tua conclusione, anche se non priva di problemi, come ho rilevato rispondendo a Letizia.
      Non attribuirei a Hobbes la teoria di una mente totalmente separata dal corpo (semmai a Cartesio), bensì la teoria di una mente che non è che l’effetto o il prodotto soggettivo del corpo, che è tutto ciò che esiste.

  2. Secondo me Spinoza, perchè sostiene che esiste un’unica sostanza dotata di infiniti attributi, dei quali la nostra mente è in grado di cogliere solo due: l’estensione e il pensiero.Spinoza deduce che l’unico ente che merita il nome di sostanza è Dio, senza il quale nulla può esistere né essere concepito.
    Spinoza concepisce il pensiero in esatto parallelo con la materia (come ogni singolo corpo è modificazione di un’unica estensione, così ogni singola mente è modificazione di un unico pensiero).
    Sia pensiero che estensione, in quanto espressione di una sostanza infinita, sono a loro volta infiniti.

    1. Attenzione alla costruzione del tuo ragionamento. Va bene che ti convinca maggiormente Spinoza, ma non puoi scrivere sensatamente “perché sostiene ecc.”, se non dici per quale ragione questa teoria ti appaia così convincente (fosse soltanto perché “risolve” o, meglio, “dissolve” il problema del libero arbitrio).
      Tutta la risposta prende a pretesto la mia domanda per esporre in sintesi il pensiero di Spinoza, ma si perde il legame con la domanda, cioè col problema del libero arbitrio.

  3. Ritengo che l’ipotesi di Spinoza sia la più convincente per il modo in cui riesce a conciliare la materia con il pensiero.
    A mio parere il libero arbitrio non è però vincolato da questi due elementi ma riguarda la coscienza, la quale va oltre il corpo e il pensiero in quanto questi sono entrambi soggetti a condizionamenti e limitazioni molto spesso inconsce. Raggiunto questo stato di coscienza/consapevolezza sarei capace di effettuare scelte non determinate dall’utilità e dal vantaggio personale: un esempio è quello dei martiri che, non condizionati dalle proprie paure ed emozioni, sceglievano liberamente la morte, pur potendo scegliere molto spesso anche il contrario. Per una persona comune la morte non rappresenterebbe nemmeno un’opzione perché automaticamente esclusa dalle proprie paure e convinzioni: non si tratterebbe quindi una scelta.
    Il libero arbitrio è quindi raggiungibile solo dopo essersi svincolati dal corpo e dalla mente.

    1. Questa teoria (peraltro interessante) implicherebbe che, almeno per certe persone “evolute”, l’ordine geometrico-matematico del cosmo possa essere violato. Questo però contrasta col meccanicismo (condiviso da Cartesio e Spinoza), cioè con l’idea che tutto quello che accade sia in qualche modo predeterminato e costituisca l’immagine di una funzione matematica estremamente complessa.

  4. La soluzione al libero arbitrio che mi sembra più convincente è quella di Pascal poiché, anche se l’universo si basa su leggi matematiche (considerate ipotesi), noi siamo comunque liberi di scegliere e agire (l’esistenza del libero arbitrio è qualcosa di più evidente, che semplici ipotesi).

  5. Tra gli autori incontrati fino ad ora mi sembra più convincente la teoria di Spinoza, la quale afferma che il libero arbitrio non esiste e materia e pensiero sono due proprietà di una stessa Sostanza.

    A mio parere il libero arbitrio non esiste perché ritengo che tutto l’universo sia stato creato da una sostanza superiore che, all’inizio di tutti i tempi, ha deciso il destino di tutti noi e ci ha creati con determinate caratteristiche in modo che questo destino si compia. noi crediamo di essere liberi nelle nostre scelte, ma queste sono già determinate da cause o ragioni precise ma non note.

    Le cause/ragioni sopra citate ci permettono di compiere un’azione piuttosto di un’altra e la stessa azione può essere interpretata in modi diversi a seconda del punto di vista, per esempio possiamo scegliere di mangiare un cioccolatino perché siamo golosi ma allo stesso tempo perché siamo affamati.

    1. La tua posizione è coerente, ma debolmente argomentata. Ad esempio, quando scrivi “ritengo che tutto l’universo sia stato creato da una sostanza superiore” ecc. non basi sul alcunché tale tua opinione, anche se essa ricorda proprio la teoria di Spinoza (che, invece, è argomentata).
      L’esempio della duplice spiegazione del “mangiare un cioccolatino”, genericamente, può essere buono, ma si attaglia poco all’idea di Spinoza. Nella sua prospettiva fame e golosità stanno entrambe dalla parte del “pensiero”, mentre, se cerchi “cause” fisiche dell’atto, si dovrebbe parlare p.e. di un “calo di zuccheri nel sangue” o qualsiasi altro processo fisico-chimico che inducesse una persona a mangiare cioccolatini. La “scelta” tra fame e gola sembra più un problema di interpretazione che di spiegazione (cioè si direbbe che la causa o ragione sia una sola delle due, non entrambe, ma che non sia affatto semplice individuarla).

  6. La teoria che mi sembra più convincente, tra tutte le teorie studiate, è quella di Pascal.
    Egli infatti, nonostante sia consapevole che la natura sia governata da leggi matematiche e geometriche, non esclude il fatto che potrebbero rivelarsi semplici ipotesi, non vi è infatti alcun modo per escludere che le cose stiano in modo diverso.
    Tutto ciò dunque ci illude e ci porta a credere di essere liberi e dotati di libero arbitrio, il quale è talmente evidente da superare la possibilità di non essere reale.

    1. In effetti Pascal sembra il pensatore più “intellettualmente onesto”, come si direbbe oggi. Tuttavia, di fatto non risolve il problema, non ti sembra?

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