Platone ci suggerisce, simbolicamente, di “uscire dalla caverna” della nostra ignoranza e, metodologicamente, con la celebre immagine del segmento quadripartito, di esercitare la “dialettica” dopo aver esercitato la “matematica” (la deduzione logica da premesse date per scontate) e, prima ancora, ginnastica e musica (per educare il corpo e l’anima alle virtù etiche).
Ma in che cosa consiste la dialettica?
A un primo livello di analisi sembra che essa consista nella dimostrazione per assurdo, esemplificata dal celebre argomento a favore dell’immortalità dell’anima. Ma, come abbiamo visto, questo procedimento non è esente da antinomie, dunque non sembra sufficiente a conseguire la “verità assoluta”.
Sui diversi significati della dialettica in Platone cfr. U3, cap. 3, § 3, pp. 235-38, spec. l’ultimo sotto-paragrafo La natura dialettica dell’essere, pp. 237-38.
Come, dunque, conseguire la verità? Platone tratta del principio o dell’idea di bene come di qualcosa che è al di là dell’essere e della conoscenza (cfr. U3, cap. 2, § 1, Quali sono le idee, capoverso La gerarchia delle idee e l’idea del Bene, p. 175) e che si comprende soltanto all’improvviso, quasi per illuminazione, grazie al dialogo filosofico, ma non come conclusione logica di esso. Più precisamente sembra, in Platone e nei platonici successivi, che si tratti di qualcosa che possiamo ricordare perché noi stesso lo eravamo.
Ma si tratta anche di qualcosa di cui abbiamo perciò stesso nostalgia, che desideriamo, che ci manca. Di qui la proposta della via dell’amore (èros), nei dialoghi Simposio e Fedro, come metodo per fare esperienza del bello e del bene, a partire dalle cose sensibili, su su, fino al principio di ogni cosa.
Cfr. U3, cap. 2, § 2, pp. 182-86.
Cfr. a partire da qui (fino a tutto il discorso di Diotima) le sequenze del film di Marco Ferreri sul Simposio, di cui abbiamo fruito in aula, nelle quali Socrate, dopo aver ascoltato l’elogio dell’amore da parte di Agatone, narra la rivelazione dei misteri d’amore ricevuta da Diotima. Invece di fruire di nuovo del film, puoi leggere sul manuale alle pp. 216-17 una sintesi del Simposio e agli estratti t3-5 di pp. 221-26 la conversazione tra Socrata e la sacerdotessa Diotima.