Fichte e Schelling

L’idealismo è inaugurato da Fichte, col gesto epocale dell’abolizione della “realtà esterna” (la kantiana “cosa in sé”) e con la riduzione di tutta la realtà al soggetto conoscente e agente, e portato a ulteriori conseguenze da Schelling, con la tesi della “spiritualità” inconscia della Natura e della funzione filosofica dell’Arte, mediata dal sentimento.

Sulla messa in discussione proto-idealistica della “cosa in sé”, ripresa da Fichte, e sui fondamenti dell’idealismo, cfr. U8, cap. 2, §§ 1-2, p. 628-31; I tre principi, pp. 634-35.

Sulla filosofia di Schelling cfr. U7, cap. 3, § 2, pp. 663-4: La teoria dell’arte, pp. 674-75.