Il primo postulato del meccanicismo a incrinarsi, come abbiamo visto, nella seconda metà dell’Ottocento, è quello della reversibilità (teorica) di tutti i processi naturali. Si registrano, infatti, processi irreversibili: segnatamente i processi termodinamici (in campo fisico) e quelli evolutivi (in campo biologico).
La teoria dell’evoluzione di Darwin, in particolare, costituisce una svolta epocale in ambito non solo scientifico, ma anche – indirettamente, al di là delle intenzioni dello stesso Darwin – filosofico e teologico. Se da un lato tale teoria incrina il postulato della reversibilità dei processi, dall’altro lato rafforza il meccanicismo materialistico trovando una spiegazione all’origine delle forme viventi alternativa al platonismo e all’aristotelismo impliciti nella biologia del tempo (fissismo, teoria secondo la quale gli organismi delle diverse specie “implementerebbero” da sempre forme eterne e immutabili, già “progettate” in modo funzionale all’ambiente in cui tali organismi sono destinati a vivere). Cfr. S (manuale di storia), vol 2, § 18.5, Darwin e l’origine delle specie, pp. 620-22 e il manuale in adozione (D’Eredità – Petris), pp. 83-89 (fino al § 2.3. escluso).
Cfr. questa pagina del sito principale fino al capoverso (escluso) che inizia con queste parole:
Nel corso dell’ultimo secolo la teoria dell’evoluzione ha suscitato un ampio dibattito...