Il problema del libero arbitrio

Se Cartesio, come sappiamo, tenta di conciliare la libertà di scelta umana con il meccanicismo cosmico (da lui stesso introdotto) ricorrendo all’ipotesi delle due sostanze (res cogitans e res extensa) interagenti attraverso la ghiandola “pineale” (o ipofisi) e all’ipotesi accessoria della libera variabilità della traiettoria del moto in costanza della quantità complessiva di moto di un sistema chiuso, ipotesi giudicate “lambiccate” e poco plausibili dai filosofi successivi, altri cercheranno di risolvere altrimenti il problema posto dal libero arbitrio che si presenta in un ben determinato modo se si assume una prospettiva meccanicistica (come è tipico di uno scienziato moderno, fino ai giorni nostri, di qui l’attualità del problema).

Tra le soluzioni più interessanti possiamo evocare quelle di

  1. Spinoza (cfr. U3, cap. 3, § 2, pp. 208-13 fino a Natura naturante ecc. escluso ; quindi pp. 218-20  (Il parallelismo tra pensiero ed estensione);
  2. Hobbes (U4, cap. 1, § 3, pp. 285-87);
  3. Pascal (U3, cap. 2, § 4, pp. 193-95);
  4. Geulincx [pronuncia: jölèn] e gli occasionalisti (U3, cap. 1, § 7, p. 158L’occasionalismo);

le prime due contrarie all’esistenza del libero arbitrio e le seconde due favorevoli.

Approfondiremo, infine, l’importante teoria di Leibniz al riguardo.