Studia l’unità didattica relativa alla nascita del comunismo storico, con tutte le risorse che la corredano, facendo in particolare riferimento alle tesi di Antonio Gramsci e Rosa Luxemburg che vi sono riportate. Dopo aver eventualmente ripassato il pensiero di Marx, rispondi quindi al seguente quesito:
- Fino a che punto, a tuo parere, il cosiddetto “socialismo reale” realizzato in Russia prima da Lenin e poi da Stalin, rispecchiava l’originaria dottrina di Marx e/o ne rappresentò un tradimento?
Il “socialismo reale” realizzato in Russia prima da Lenini e poi da Stalin sebbene parta dai presupposti della dottrina socialista di Marx ma si differenzia da questa per alcuni motivi. I principali sono:
– l’idea dei bolscevichi russi che per riformare lo Stato russo nel minor tempo possibile fosse necessario accettare e prendere per buone le esperienze fatte dai proletari degli altri Stati. Viene quindi “saltata” la fase di dittatura della borghesia sul popolo per passare direttamente alla fase di dittatura del proletariato;
– l’accettazione e la proclamazione del ceto contadino come classe rivoluzionaria, azione non conforme alla teoria di Marx;
– la dittatura del Partito Comunista che si formò in modo più accentuato dopo la nascita dell’URSS e prese le forme del monopartitismo;
– la conseguente affermazione di organi di governo centralizzati, la forte censura e la soppressione di ogni tipo di dissenso politico.
Cogli i punti essenziali, ma attenzione a esposizione e precisione.
Che significa che Lenin volesse “prendere per buone le esperienze ecc.”? Di chi? In che senso?
Non è contemplata una “dittatura della borghesia sul proletariato”.
Il ceto contadino non diventa classe, ma semmai parte della classe proletaria.
La domanda è: sono simili il “socialismo reale” instaurato prima con Stalin e poi con Lenin e la dottrina socialista di Marx, e se sì in quali aspetti?
A mio parere il “socialismo reale” rappresenta un tradimento nei confronti dell’iniziale ideologia politica socialista di Marx, ma per quali aspetti?
In primo luogo, la rivoluzione bolscevica è una rivoluzione contro il capitale, opera emblematica di Marx, dove la principale differenze era che tale libro è più indirizzato verso un pubblico borghese e non ancora verso il proletariato, differenza essenziale per capire il primo aspetto in contrasto, ossia che in Russia non era ancora nata una borghesia, un’era capitalistica, rivendicazioni di classe o una civiltà di stampo occidentale. Questo aspetto portò sicuramente questi nuova ideologia socialista a rimbalzare sul piano pratico, scombussolando la coesione sociale poiché non aventi le fondamenta ideologiche e sociali su cui appoggiarsi. Detto ciò non pare così assurdo sapere che i Bolscevichi rinnegano Marx e la sua dottrina, perché la ritengono poco aggressiva in ambito dei canoni del materialismo storico.
Nonostante ciò non si può nemmeno imputarne una colpa a Marx, anche perché le sue visioni riguardo la nascita di un movimento socialista, di un emanciparsi del proletariato non potevano sicuramente prevedere la guerra che sconquasso l’intero sistema di equilibri sociali e non in Russia e che durò per ben tre anni.
Nonostante tale aspetto in contrasto, queste due ideologie presentano anche delle sottili analogie ossia l’idea che comunque l’emancipazione di una classe avvenga necessariamente tramite la lotta di questa medesima con altre classi al fine di difendere i propri valori e diritti, ossia che la volontà si prefigura e si realizza a livello pratico tramite la lotta tra le classi.
Il tuo pensiero emerge abbastanza, ma, di nuovo, la forma lascia a desiderare.
Innanzitutto (forse è un lapsus), prima viene Lenin e poi Stalin (e non viceversa).
Che significa poi:
“Tale libro [il “Capitale” di Marx] è più indirizzato verso un pubblico borghese e non ancora verso il proletariato, differenza essenziale per capire il primo aspetto in contrasto, ossia che in Russia non era ancora nata una borghesia”?
Non è questione di chi fosse il destinatario del libro, ma quali fossero le condizioni previste per la rivoluzione: una società borghese e non contadina (come la Russia).
Che significa che la “nuova ideologia socialista” viene portata a “rimbalzare sul piano pratico, scombussolando la coesione sociale”? Un’ideologia rimbalza? E’ una pallina di gomma?
Che significa:
” I Bolscevichi rinnegano Marx e la sua dottrina, perché la ritengono poco aggressiva in ambito dei canoni del materialismo storico”?
Più che poco aggressiva, forse inadatta?
E che significa che una dottrina è poco aggressiva (o inadatta) “in un ambito”? O “nell’ambito dei canoni” di qualcosa? La dottrina di Marx è denominata “materialismo storico”. Come fa a essere poco aggressiva o comunque diversa rispetto a se stessa, ai propri stessi canoni?
Insomma, potrei continuare…
Personalmente, concordo con la versione data da Antonio Gramsci riguardo la rivoluzione Russa e la sua evoluzione nel regime Stalinistico.
Considerando l’autentico pensiero di Marx (non dando spazio a interpretazioni libere o completamente diverse) risultano evidenti le differenze con il comunismo storico russo, tra le quali spiccano:
-l’inclusione dei contadini, e l’uscita dal puro ambiente operaio nel quale operava Marx.
-l’atteggiamento dittatoriale del partito, che maschera il totalitarismo sotto un idea di “equalitá e uguaglianza”, entrando pesantemente in conflitto con l’idea che Marx ipotizzava del vero futuro comunista.
L’accusa portata avanti da Gramsci, ovvero quella di aver voluto “accelerare i tempi della rivoluzione” mi sembra piuttosto fondata per questi motivi, ma credo anche che data la situazione economica e politica nella Russia prima della rivoluzione, non sarebbe stato possibile un corso degli eventi particolarmente diverso.
Credo che Marx avrebbe espresso un giudizio misto su questo argomento, probabilmente giudicando lodevole la forza di volontà del proletariato durante la vera e propria rivoluzione, ma avrebbe criticato profondamente soprattutto l’evoluzione totalitarista del paranoico Stalin.
Perciò si potrebbe dire che il comunismo storico fu un movimento trasformatosi in totalitario di “ideologia” (ironicamente nel senso inteso proprio da Marx) ispirata al Marxismo.
Interessanti le tue ultime considerazioni. Comunque Gramsci non intendeva criticare Lenin, ma esaltarne l’originalità e l’intraprendenza.
Le principali differenze tra l’originale pensiero di Marx e il comunismo russo sono per prima cosa la tendenza dittatoriale di quest’ultimo e l’inclusione alle teorie di Marx anche dei contadini. Infatti Marx applicava le sue teorie unicamente alla società operaia, escludendo tutti gli altri lavoratori.
Concordo quindi con l’idea di Gramsci secondo la quale la rivoluzione russa sia stata voluta e realizzata anticipando i tempi. Infatti il governo russo provò ad avere l’appoggio sia degli operai sia dei contadini. Inoltre non aspettò abbastanza da avere le condizioni economiche favorevoli alla rivoluzione, infatti in quel periodo lo sviluppo capitalistico era piuttosto scarso e non era conforme alle condizioni di Marx.
Cogli tratti rilevanti, ma attenzione al lessico: non “società operaia’ ma “classe operaia”, non “includere alla teoria di Marx’, ma “estendere la t. di M. ai ecc.”
A mio parere Lenin e poi Stalin non rispettarono le dottrine di Marx, infatti non c’erano i presupposti supposti da quest’ultimo per una rivoluzione di successo. Lenin si ispirò alla dottrina marxista per compiere il suo colpo di stato, ma non ne rimase totalmente fedele; non aspettò un contesto idoneo alla rivoluzione, mancavano infatti sia le condizioni economiche che quelle sociali. Stalin volle diventare dittatore facendo però apparire il governo come democratico, allontanandosi dalla visione di Marx che prevedeva una dittatura del proletariato.
Sono riflessioni corrette, ma parziali. Altri punti potevano essere sottolineati
.
A mio parere la dottrina di Marx in queste dittature fu solamente utilizzata per mantenere il potere dai due tiranni. La filosofia di marx presenta una grande considerazione per il popolo e arriva fino al raggiungimento dell’anarchia, certo postula anche un periodo dittatoriale, che però si limita a un breve lasso di tempo e questi governanti si impegnano a limare le differenze sociali, cosa che i due dittatori non fecero in modo completo, ma solamente abbastanza da tener buono il popolo. Non è certo facile però realizzare nel mondo reale ciò che marx teorizzava poiché tutti gli stati concorrenti della Russia possedevano un’economia di tipo capitalistico che avrebbe schiacciato quella della Russia, dunque il prolungarsi della dittatura può essere scusato da ciò. Nonostante ciò l’unica cosa che questi due personaggi si sono limitati a fare è stato inizialmente promuovere certe iniziative socialiste, per poi semplicemente ridurre allo stremo i poveri.
Un po’ generico, non credi?, e scritto anche in tono più moralistico che storico-filosofico.
A mio parere il comunismo russo conferma la validità delle teorie scientifiche di Marx, tuttavia vi sono delle differenze tra il pensiero di Marx e l’effettivo comunismo russo.
Una prima differenza riguarda i tempi e i processi della rivoluzione:
secondo Lenin infatti il processo rivoluzionario è pressoché internazionale e destinato a portare all’instaurazione di una repubblica socialista mondiale.
Marx d’altra parte sostenne che la rivoluzione si sarebbe potuta compiere solo in paesi più sviluppati quali quelli dell’Europa occidentale.
Infine un’ultima differenza di pensiero riguarda l’aspetto dittatoriale e totalitario del partito russo, in completa opposizione con l’ideologia di Marx.
Si. Nel tuo testo sottintendi alcuni passaggi. Ad esempio “mentre in Russia la rivoluzione si verificò in un solo Paese”…o “mentre la Russia era industrialmente arretrata” o simili
Pur ispirandosi alle teorie di Marx, la rivoluzione russa differisce da quella teorizzata dal filosofo innanzitutto poiché non si verificò nelle condizioni economiche da lui presupposte: la Russia del 1917 era infatti caratterizzata da uno scarso sviluppo capitalistico e non possedeva pertanto una vera e propria classe borghese contro cui il proletariato si sarebbe dovuto ribellare.
La rivoluzione non poteva quindi essere il risultato spontaneo delle contraddizioni del capitalismo, ma fu piuttosto un atto volontario organizzato da un’élite di rivoluzionari che finirono inevitabilmente a imporsi sul resto della classe proletaria: la rivoluzione non portò quindi a una dittatura del proletariato, ma a una dittatura di una ristretta cerchia di rivoluzionari che si prolungò al punto da instaurare un regime totalitario, impedendo l’estinzione dello Stato e delle classi sociali sperata da Marx.
Esatto. Si poteva ricordare anche il ruolo strumentale dei contadini.
Il socialismo realizzato in Russia ebbe come base certamente la dottrina di Marx, ma non si appoggiò sulle condizioni che il filosofo tedesco aveva previsto. Non vi era, infatti, l’importante sviluppo capitalistico di cui quest’ultimo aveva parlato. Lenin, inoltre, oltre all’appoggio degli operai, cercò anche quello dei contadini, ormai stanchi della guerra. I bolscevichi, dunque, sfruttarono il momento, più che aspettare che i tempi diventassero maturi per una rivoluzione. Infine, più che dare potere e i mezzi di produzione al popolo, i rossi vi imposero una vera e propria dittatura con durissima repressione e violenza.
Esatto, Ci sarebbe da precisare con Rosa Luxemburg che la dittatura fu esercitata non dal proletariato sulla borghesia, come prevedeva Marx, ma dal Partito (vera innovazione di Lenin il ruolo conferito ad esso) sul proletariato.
Sicuramente seguiva e “idealizzata” il modello di Marx ma a mio parere fu un momento storico dove la gente comunque veniva sfruttata e viveva in condizioni pessime. Certo i principi dicevano altro ma alla fine quello che era rispettato e quindi quello che contava era ben altro. I principi fondamentali del Comunismo erano solamente idealizzati e nient’altro
Non è chiaro che cosa significa che “i principi venivano idealizzati”. Intendi dire che venivano propagandati, sostenuti ideologicamente, ma non realizzati concretamente, vero? Idealizzare significa altro (p.e. “Idealizza la rivoluzione d’ottobre chi la considera un genuino trionfo del marxismo”, in questo senso ciò che alla luce dei principi marxisti i leninisti idealizzavano non erano i principi o il comunismo, ma le loro stesse azioni alla luce di tali principi).
In ogni caso non motivi adeguatamente la tua tesi.