Dopo aver studiato l’unità didattica sulla crisi del ’29 (e sul tentativo di uscirne esperito dal Presidente Roosevelt) rispondi al seguente quesito:
- Che cosa ti ha colpito di più di questa vicenda e perché?
Dopo aver studiato l’unità didattica sulla crisi del ’29 (e sul tentativo di uscirne esperito dal Presidente Roosevelt) rispondi al seguente quesito:
cosa mi ha colpito: Roosevelt e il suo metodo poco ortodosso (o almeno fuori dalla norma) utilizzato per risollevare il paese, interessante vedere come sia riuscito ad avere successo (anche se solo principalmente dal punto di vista motivazionale e non effettivo)
Buona la chiosa finale (“dal punto di vista motivazionale e non effettivo”) anche se l’avrei scritta diversamente: “dal punto di vista sociale (o “della coesione sociale”) e politico (o “del consenso politico”) più che strettamente economico”.
Relativamente alla crisi del ’29 mi è rimasto impresso il fatto che nessuno dei cittadini americani si aspettasse un evento simile.
Infatti le persone dopo quasi un decennio di continua crescita riponevano grandissima fiducia (fin troppa) nel sistema economico del loro paese ed in modo incauto facavano investimenti ad alto rischio senza cautelarsi, pagando addirittura a credito questi investimenti,senza rendersi però conto della posizione di rischio in cui si andavano a sistemare. Gran parte dei piccoli investitori infatti,a seguito del crollo della borsa si trovarono senza alcun risparmio e di conseguenza in situazioni di estrema povertà.
Si, hai ragione, quest’illusione di prospettiva è quello che colpisce forse maggiormente (e in cui ci si può immedesimare).
Ciò che mi ha colpito di più della crisi del 1929 è stata la reazione che ha avuto il presidente Hoover e la conseguente entrata in scena di Franklin Roosevelt. Hoover, infatti è quasi indifferente alla crisi ed è convinto che la nazione riesca ad uscirne da sola, senza l’aiuto del governo. L’unica decisione che prende è quella di chiedere aiuto ad Henry Ford per vendere le sue automobili ad un prezzo minore e dare più posti di lavoro (scelta che si rivelerà essere un fallimento dal momento che Ford crolla e licenzia molti operai). Al contrario Roosevelt prende in mano la situazione, rappresentando il primo intervento del governo nell’economia, procedendo alla stampa di una nuova moneta (con la svalutazione del 60% del dollaro) per mettere in moto l’economia. È corretto precisare che Roosevelt non risolve il problema, ma sana la situazione, nonostante il deficit pubblico elevato. Questa tecnica “keynesiana” di distribuire soldi a chi ne ha bisogno, specialmente disoccupati è attuale (vedi reddito di cittadinanza), ma sicuramente fa di Roosevelt un uomo disposto ad aiutare e risolvere la crisi, mentre condanna Hoover per il suo disinteresse che ha aggravato la vicenda.
Ottima e fine analisi. Forse andrebbe migliorato il passaggio “Non risolve il problema, ma sana la situazione” perché suona un po’ contraddittorio.
Personalmente sono rimasta colpito dalla capacità del presidente Roosevelt di gestire una situazione che sembrava irrecuperabile. Capí che il paese si era fermato e che necessitava di una “spintarella” per ripartire, ed è proprio quello che fece, restando comunque cosciente del fatto che gli Stati Uniti avrebbero comunque necessitato di un po’ di tempo prima di un boom economico e che avrebbero mantenuto un elevato debito pubblico. Per sua fortuna il gioco valse la candela e gli USA sono tuttora la maggiore potenza mondiale.
Non so se Roosevelt fosse “consapevole” di dover attendere il boom o sperasse di conseguire prima certi obiettivi economici. Probabilmente non si faceva troppe domande e agiva per conservare o accrescere il proprio consenso.
Di questa vicenda mi ha colpito il fatto che nonostante la situazione drastica la quale gli Stati Uniti d’America si trovarono ad affrontare , a capo del governo ci fu un presidente che è stato in grado di ribaltare in parte la situazione , ha promosso un intervento politico basato su cambiamenti drastici ed inconsueti ( come ad esempio la ristrutturazione e la costruzione di opere non del tutto necessarie per far ripartire almeno in parte l’economia del paese )
Il testo non è del tutto chiaro. Che cosa intendi per “ristrutturazione”? L’intervento di Roosevelt non si limitò a quello che hai scritto.
La cosa che più mi ha colpito é come opera la speculazione finanziaria e come vengono poi valutate le azioni. Sul fatto che alcune possano essere sopravvalutate mentre altre danno un vero e proprio profitto a chi le possiede. Inoltre è interessante il fenomeno della bolla finanziaria: chi possiede un tot di azioni che si vede possano abbassarsi di quotazione, per la fretta dj sbarazzarsene le vendono ad un prezzo basso, anche più basso di quello che realmente valgono. È interessante questo aspetto perché ci si può anche agganciare al concetto della psicologia umana e del pensiero umano, che pur di non essere in una situazione sfavorevole per un determinato momento, si preferisce liberarsi dai brutti pensieri e andare avanti (come ad esempio gli imprenditori che per la fretta di svendere le proprie azioni le vengono ad un prezzo troppo troppo basso)
Mi fa piacere che tu ti sia soffermato su questi aspetti (per la verità più legati al sapere economico che a quello storico) sui quali io stesso ho messo l’accento in aula e sul sito principale. Si tratta, come è ovvio, di questioni che possono tornare di estrema attualità in ogni tempo, soprattutto se mancano sistemi di “autocontrollo” finanziario.
Ciò che mi ha colpito di più della vicenda è come l’idea diversa e l’ intervento diverso da parte di Roosevelt sull’economia abbia cambiato radicalmente la situazione della crisi. Infatti, diversamente da Hoover che riteneva che il governo non dovesse intervenire, Roosevelt con l’idea sconsiderata di stampare nuovo denaro fa ripartire i vari meccanismi dell’economia(anche se facendo svalutare la moneta).
E perché giudichi questa idea “sconsiderata” se poi si rivela, almeno parzialmente, vincente? Forse intendevi “inaudita” o “inusitata” o “mai prima considerata”. Attenzione al significato delle parole (anche in vista del primo scritto dell’esame di Stato).
Dopo la stagione della grande depressione, a partire dal 1932 il presidente Roosevelt avviò la politica economica del New Deal, ossia del “Nuovo corso” che mirava a far risollevare l’economia americana. Attuò vari provvedimenti ma quello che mi ha colpito di più è il seguente: egli ordinò la temporanea chiusura delle banche e decise di stampare nuove banconote in modo da svalutare la moneta e rialzare i prezzi. Questa fu la prima volta che il governo intervenne nell’economia in maniera così massiccia.
… La cosa mi pare di grande interesse perché…
sinceramente non c’è niente che di questa vicenda mi abbia colpito particolarmente,certamente ritengo l’accaduto importante per la forte crisi che ha scatenato e che coinvolse gli Stati Uniti e l’Europa
Apprezzo la sincerità ma mi stupisco. Intendi forse dire che eri già al corrente di queste dinamiche finanziarie? O che non ti piace l’economia? Strano che non ci sia proprio niente che ti abbia colpito più di altro, pur nel quadro di una generale mancanza di interesse, da parte tua, per l’argomento…
Ciò che mi ha colpito di più è il metodo di risoluzione adottato dal Presidente Roosevelt, in linea con il pensiero dell’economista Keynes. Grazie al cosiddetto New Deal la crisi statunitense fu in parte sanata, con il salvataggio di molte imprese e posti di lavoro; si trattava di un programma che aveva come obiettivo il sostegno della domanda, tramite l’aiuto ai cittadini a conservare un certo potere d’acquisto, la difesa dei depositi bancari e l’assunzione di manodopera in attività imprenditoriali (importante il sostegno del denaro pubblico).
Tuttavia, la maggior quantità di denaro nelle mani della popolazione significava anche un minor potere d’acquisto della moneta, la quale si sarebbe svalutata e indebolita rispetto a quelle straniere, visto che lo Stato avrebbe speso più dei suoi incassi totali per attuare tale riforma, finendo in deficit.
Nella tua risposta, pur corretta e informativa, prevalgono appunto le informazioni oggettive sull’esposizione delle ragioni del tuo personale interesse per l’argomento.
Quello che mi ha colpito di più della crisi economica e finanziaria che ha colpito gli Stati Uniti nel 1929 è sia la situazione opposta di sviluppo ( anche malgrado l’istituzione di prerogative dannose per la popolazione) che si verifica in Russia con l’avvento di Lenin e la politica volta all’espansione e alla costruzione del prestigio russo.
Oltre a questa situazione opposta quasi paradossale è sicuramente importante distinguere quelle che sono le diverse posizioni prese da Hoover e da Roosevelt. Mentre Hoover infatti non riuscì a risollevare gli USA dalla crisi degli anni trenta Roosevelt lo fa ma non completamente dal momento che riesce a far uscire il paese dalla crisi ma non dalla grave situazione economica che si risolverà solo con l’artico della seconda guerra mondiale.
La seconda parte della tua risposta lascia cadere l’esposizione delle ragioni del tuo interesse per l’argomento e si limita alla rilevazione di un dato oggettivo. Più che con Lenin il parallelo andrebbe poi fatto con Stalin.
Ciò che mi colpisce di più di questa vicenda è la rapidità con cui investitori vendettero azioni a prezzi stracciati pur di liberarsene a seguito della crisi. Impressionante è soprattutto il cambiamento fulmineo (avvenuto da un giorno all’altro quasi) della situazione economica.
Certo, è un fatto impressionante.
Mi ha colpito il fatto che la crisi del ’29 si diffuse rapidamente coinvolgendo l’intera economia mondiale, dal momento che fu causata principalmente da un sovrastima delle azioni,e quindi da incoscienza generale che credeva che lo sviluppo industriale non avesse avuto mai fine.
Non ci siamo soffermati a fondo sulle ragioni di questa diffusione mondiale della crisi. Sapresti individuarle?
Ciò che mi ha più colpita della crisi economica del ’29 è come, una completa svolta politica, da repubblicanesimo a democrazia, fu la chiave per risanare la grave condizione economica degli stati Uniti. Infatti da una politica prevalentemente isolazionista, conservatrice, caratterizzata da un protezionismo economico, da una completa indifferenza verso i ceti più bassi della popolazione e da un’intolleranza verso immigrati e comunisti, si passò invece ad una politica più “aperta”, volta sopratutto a coinvolgere ogni strato della popolazione garantendo l’equità sociale. Paradossalmente però, sotto la presidenza di Hoover fu messa in pratica una politica liberista economica che seguiva il concetto di Laissez-faire, mentre sotto la presidenza più “aperta” di Roosevelt venne messa in pratica una politica di intervento pubblico, volta al controllo dell’intero sistema economico, a partire dalle piccole banche fino ad arrivare alla Banca centrale. E fu proprio questa politica economica “autoritaria” che garantì una nuova crescita economica.
Ho capito il senso della tua analisi, ma attenzione al lessico. Non parlerei di passaggio da “repubblicanesimo” a “democrazia” (gli U.S.A. erano e sono sia una repubblica, sia una democrazia), ma più specificamente da un governo a guida repubblicana a un governo (e una presidenza) a guida democratica (con riferimento ai nomi, di per sé molto ambigui, dei due principali partiti americani).
Più che autoritaria la politica di Roosevelt può essere indicata come “interventista” o, meglio, basata sull’intervento dello Stato nell’economia.
la cosa che mi ha impressionato di più furono gli effetti recessivi devastanti che colpirono sia i paesi industrializzati sia quelli esportatori di materie prime che comportò a un calo della domanda e della produzione; la diminuzione del commercio internazionale, i redditi dei lavoratori, il reddito fiscale, i prezzi e i profitti; inoltre mi ha sorpreso come il settore edilizio subì un brusco arresto in molti paesi e come le aree agricole e rurali soffrirono in conseguenza a un crollo dei prezzi davvero elevato e come le zone minerarie e forestali rimasero tra le più colpite a causa delle poche domande e alle esigue opzioni di impiego.
dico che ciò mi ha sorpreso perché essendoci stato un crollo dei titoli e delle borse di Wall Street, mi verrebbe da pensare che un evento del genere potesse avere conseguenze solamente nelle zone industrializzate delle grandi città e non nelle zone rurali, che invece furono le più colpite.
(per la risposta che ho mandato in precedenza, al posto di “furono” dovevo scrivere “sono”, ma mi sono confusa, e anche per questa risposta mi sono forse impasticciata con la sintassi.)
Interessanti questi rilievi di dettaglio. Sarebbero da approfondire le ragioni di queste dinamiche interne e internazionali…
Nel ‘29 la borsa americana ha subito un radicale crollo delle azioni che ha portato il paese in un grande disagio economico-sociale. La crisi è nata inizialmente per una sovrapproduzione della merce che produsse una immediata e diffusa corsa alla vendita dei prodotti con prezzi sempre inferiori e dunque una svalutazione del dollaro. Considero l’economia un settore estremamente delicato e complesso, capace di destabilizzare profondamente anche un Paese molto stabile e ricco, come gli USA.
… Ma non è chiaro perché tutto questo ti abbia colpito (attenzione a rispondere con precisione ai quesiti)
La cosa che mi ha colpito di più è stata la portata di tale crisi e la velocità con cui è scaturita; sicuramente pensare che tutto questo è avvenuto nel 1929 negli Stati Uniti mi fa capire quanto fossero, già all’epoca, economicamente e tecnologicamente molto più avanzati di noi. La manovra economica del presidente Roosevelt è stata sicuramente innovativa e funzionale, dal momento che sostenendo la domanda (che era crollata esponenzialmente) riuscì a far riprendere l’economia del paese.
Da che cosa desuni che gli U.S.A. fossero così “avanti”? Dalla portata della crisi o dalla capacità di reazione di Roosevelt?
La cosa che mi ha colpito di piu e il fatto che gli americani non considerassero possibile in crollo improvviso e quindi non avevano interesse nel mantenere dei risparmi in casi di emergenza.
Tutto qui? Ok
uno dei fatti che mi ha colpito di più è il pensare a quanto sia imprevedibile il sistema della borsa. infatti, alla fine degli anni ’20, sembrava che in america la crescita economica potesse durare per sempre ma nonostante ciò, nell’arco di pochissimo tempo, un giorno nessuno volle comprare più azioni ma soltanto venderle. Gli investitori furono così costretti a venderle poco tempo dopo a qualsiasi prezzo, bruciando decine di miliardi di dollari e determinando la chiusura di un gran numero di banche
Ciao, interessante la tua interpretazione. Ma questo esercizio è antecedente allo scoppio dell’emergenza, dunque non può essere considerato svolto, sia pure con ritardo, benché manca la giustificazione per tale ritardo.