Confronta Freud e Nietzsche

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2020-03-11 Tutto il giorno

Ascolta innanzitutto questa breve videolezione introduttiva sul nuovo modo di procedere a distanza che dobbiamo adottare a causa dell’emergenza coronavirus:

Quindi, dopo aver studiato l’unità didattica su Freud, comprensiva di altre due videolezioni specifiche, svolgi il seguente esercizio:

  • Confronta la teoria di Freud con la concezione di Nietzsche

22 pensieri su “Confronta Freud e Nietzsche

  1. Nietzsche e Freud sono entrambi filosofi vissuti nel XIX secolo. Le loro filosofie presentano alcune analogie, dovute principalmente al comune “maestro” Schopenhauer, ma anche molte differenze.

    Uno degli aspetti che lega questi due filosofi è l’influenza della società sull’individuo: per entrambi il fatto che l’uomo viva all’interno della società, lo ha portato a cambiare degli aspetti della sua mente e della sua morale. Secondo Nietzsche i valori che identifichiamo come basilari o naturali non sono altro che il frutto di una “malattia” dell’uomo, che nasconde la vera origine della morale, analogamente, secondo Freud l’uomo agisce seguendo il proprio istinto sessuale (che ha come fine la riproduzione) ma, essendo un animale sociale, il suo istinto viene subordinato alle necessità della società. Per Freud infatti la libido che ognuno di noi ha alla nascita è libera ma i desideri che porta in sé vengono pian piano diretti e canalizzati nella direzione che la società richiede, formando cosi l’inconscio, cioè la parte di noi che racchiude i desideri rimossi e non accettati dalla società.

    Un’altra similitudine fra i due filosofi la troviamo nella definizione di super-uomo data da Nietzsche e di Es data da Freud. L’Es è una delle tre istanze intrapsichiche che compone l’apparato psichico umano ed è quella che racchiude in sé le pulsioni, il piacere ed i desideri più inconsci. Analogamente il super-uomo di Nietzsche è quel nuovo modello di uomo capace di superare gli attuali valori, crearne di nuovi e di rapportandosi in modo inedito con la realtà, ovvero perseguendo solamente i propri desideri. L’analogia si basa quindi sul tentativo di entrambi i filosofi di spiegare il modo con cui ognuno di noi si relaziona con la realtà e la società, introducendo una “personalità” che segue solamente i propri istinti e i propri desideri.

    Un altro tema comune sia a Freud sia a Nietzsche è la morte di Dio. Secondo l’ultimo dei due, la morte di Dio è la fine di concetti come quello di eternità, assoluto o totalità ed ha effetti sulla morale, sulla scienza e sul nostro modo di pensare alla realtà. Nietzsche infatti sostiene che Dio nasce dal bisogno dell’uomo di personificare le proprie certezze ed è quindi la più antica delle bugie. Freud invece afferma che Dio è la proiezione del genitore per l’adulto e la religione ha origine dalle nevrosi. La morte di Dio nella psicoanalisi è rappresentata dalla morte del padre che viene ucciso dai figli i quali iniziano a provare dei senso di colpa e a venerarlo, il tutto traslato nel Dio delle religioni.

    La differenza fra questi due filosofi a mio parere si trova nella divisione della psiche umana secondo Freud. Freud oltre al super-io, cioè la parte razionale rappresentata dall’uomo di Nietzsche, e all’es, cioè la parte irrazionale rappresentata dal super-uomo di Nietzsche, introduce l’io, cioè una parte che cerca di equilibrare le altre due. Nietzsche invece non introduce tale “elemento di controllo” e quindi si può dedurre che per lui non esiste una “via di mezzo” fra queste due personalità.

    Un’altra differenza si trova nella gestione dei desideri: secondo Nietzsche l’uomo, per diventare super-uomo, deve prima rinunciare a tutti i propri desideri, mentre secondo Freud i desideri a cui ciascuno rinuncia rimangono dentro di noi e si manifestano in altro modo, per esempio nei tic o nei sogni.

    1. Risposta molto interessante e ricca di spunti. Non hai sottolineato, tuttavia, pur accennandone, alla differenza fondamentale tra il carattere sessuale dell’energia in gioco secondo Freud e la nozione nietzschiana di volontà di potenza, sessualmente neutra.
      P.S. Attenzione a un errore diffuso. Freud non è un filosofo, a differenza di Nietzsche, ma un medico (successivamente uno psicoanalista) la cui dottrina ha anche rilevanza filosofica. Dunque se li volete associare chiamateli semplicemente “i due autori”.

  2. Sia Freud che Nietzsche elaborano il concetto di un’energia fondamentale che condiziona e orienta le azioni e i desideri dell’uomo. In Nietzsche questa energia prende il nome di “Volontà di potenza”, la quale si esprime sotto forma di un istinto dionisiaco (e quindi volto al piacere) che trova la sua massima espressione nel superuomo. Tale piacere assume per Freud una sfumatura più sessuale, da cui derivano tutti gli altri desideri: la sua energia fondamentale è quindi un’energia sessuale (la libido) ed è propria di ciascun individuo.

    L’origine di tale fenomeno è fondamentalmente evoluzionistico in quanto ha come scopo la riproduzione e la conservazione della specie; anche in Nietzsche è presente l’influenza della recente teoria darwiniana ma a differenza di Freud è maggiormente indirizzata alla conservazione del singolo individuo piuttosto che della specie nella sua totalità: l’individuo, mosso da un forte e a-morale istinto di autoconservazione, si autoinganna e cerca di razionalizzare l’istinto dionisiaco tramite quello apollineo, finendo per credere ai valori più socialmente convenienti ma più utili alla sua sopravvivenza.

    La società assume quindi un ruolo significativo in entrambe le visioni poiché ha l’effetto di reprimere i desideri e gli istinti dell’individuo, etichettando come “perversione” ciò che non ritiene socialmente accettabile.
    La società sembra tuttavia acquisire maggior rilevanza per lo psicanalista, che vede nell’eccesso della cosiddetta “Es” un fenomeno negativo proprio perché renderebbe l’uomo socialmente inaccettabile; al contrario, per Nietzsche il raggiungimento della massima volontà di potenza coincide con la piena realizzazione del superuomo. Per Freud l’ideale sarebbe invece il raggiungimento di un equilibrio tra l’Es e l’Io, istanza razionale e consapevole analoga all’istinto apollineo di Nietzsche, per il quale ha tuttavia il solo scopo di rendere più accettabile il caos dell’esistenza.
    Libero dalle condizioni sociali e razionalizzanti è invece la figura del fanciullo/bambino, che per Nietzsche è l’incarnazione del superuomo e in Freud rappresenta la pura Es.

    1. Risposta davvero ottima, esaustiva e, soprattutto,… “Chiara”. (P.S. L’Es, pronome neutro in tedesco, in italiano si rende col maschile, dunque si dice “lo Es”, “l’Es”, non “la Es”, dunque neppure “la pura Es”)

  3. Secondo Freud e Nietzsche il fatto che l’uomo viva all’interno di una società, lo ha portato a cambiare alcuni aspetti della mente e della morale. Secondo il primo, l’uomo tende per natura ad agire seguendo il piacere sessuale, ma essendo un animale sociale, lo scopo della specie è condizionato dal contesto e dagli obblighi sociali. Invece per Nietzsche i valori naturali non sarebbero altro che frutto di una specie di malattia, che porta la morale a nascondere la propria origine.
    Infine mentre Freud si preoccupava delle dinamiche psichiche al fine di curare le nevrosi, Nietzsche era un filosofo che voleva dare un posto all’uomo e un motivo alla vita, che è risultato coincidere con l’idea di Superuomo, potenziale e fine ultimo dell’uomo.

  4. A mio parere Le filosofie di Nietzsche e Freud si trovano completamente distanti l’una dall’altra poiché se per Nietzsche iniziando a dubitare di tutto, anche della stessa scienza, si arriva ad elaborare la teoria del superuomo ovvero colui che guarda in faccia la realtà e accetta la vita sia nel bene che nel male, per Freud la scoperta di una nuova realtà (ovvero l’inconscio) e lo studio della psicoanalisi lo ottiene solamente affidandosi alla scienza e alla medicina e successivamente espandendole per trovare quello che cercava lui. Il fanciullino di Nietzsche funge da esempio per affrontare la vita non passivamente (non a caso Nietzsche intraprese il nichilismo attivo) mostrando i propri istinti, conoscendo i propri desideri e distruggendo i valori predisposti tuttavia quest’ultimo filosofo è molto lontano dal pensare il perché dei propri istinti o dei propri desideri, cosa che studierà,appunto, Freud. Freud, con la scoperta del l’inconscio, segna la nascita della psicoanalisi facendoci comprendere la complessità del nostro corpo e la scomposizione della nostra personalità e quindi avviando quello studio complesso della psicologia che è ancora presente ai giorni nostri. Conoscendo quindi entrambe i filosofi mi sembra che tra di essi ci sia un abisso tra l’antico, ancora esaltato da Nietzsche e il moderno, rappresentato dalle nuove scoperte di Freud basate sulla realtà.

    1. Interessante e originale questa contrapposizione tra Nietzsche e Freud. Forse in alcuni tratti esageri un po’ (ad esempio anche Nietzsche ha una sua teoria circa l’origine dei propri desideri dall’istinto dionisiaco, inoltre soprattutto la sua spiegazione delle ragioni per le quali questi desideri sono solitamente misconosciuti – Freud direbbe rimossi e repressi – presenta forti analogie con la teoria di Freud). Ma nel complesso sviluppi considerazioni abbastanza pertinenti e giustificate (Freud voleva restare uno scienziato, non diventare il profeta di una nuova forma di umanità).
      In ogni caso avresti potuto evidenziare le numerose analogie (il ruolo dei desideri, la necessità sociale del loro misconoscimento, il carattere artificioso o secondario della cosiddetta “coscienza morale” fondata su un ripiegamento del desiderio su se stesso piuttosto che su nobili motivi di ordine religioso o filosofico), che hanno fatto sì che Freud non leggesse una riga di Nietzsche per paura di esserne influenzato (mentre emtrambi lessero Freud).

  5. Entrambi i filosofi nelle proprie teorie sostengono che l’uomo sia governato da una parte totalmente istintiva la quale per Nietzsche corrispondeva allo spirito Dionisiaco (il quale veniva poi governato dallo spirito Apollineo, rappresentante la parte razionale), mentre per Freud è rappresentata dall’Es, governata dall’Io, ovvero la parte socialmente accettata.
    Dunque, secondo entrambi i filosofi in ognuno di noi risiede una parte razionale ed una istintiva, tuttavia, mentre per Nietzsche l’obiettivo è quello di giungere al superuomo, e dunque giungere ad una versione di noi stessi completamente abbandonata agli istinti e alla volontà di potenza (la quale ci spinge all’autoaffermazione come individui e come specie, anche in modo egoistico); per Freud l’Es, e dunque la nostra parte istintiva più grande, è bruscamente troncata dalla società e dalle circostanze sin dall’infanzia attraverso il complesso di Edipo, secondo il quale il padre è il primo a reprimere tali desideri.

    1. Hai colto diversi aspetti rilevanti, ma in modo non troppo preciso, trascurandone altri.
      Innanzitutto la divisione della psiche in Freud non è in due parti, ma in tre. Le istanze della società, mediate dal padre, attraverso la minaccia di castrazione, sono rappresentate nella psiche dal Super-Io, erede di questa minaccia, e non dall’Io, che è piuttosto la parte razionale che decide di volta in volta il da farsi (e a volte cede senz’altro alle “avances”, per così dire, dell’Es).
      Viceversa l’apollineo in Nietzsche ricorda più l’Io di Freud che il Super-Io, cioè il rappresentante dalle società che suscita vergogna e sensi di colpa. Quest’ultimo, in quanto radice della coscienza morale (come scrive Freud), è piuttosto assimilabile a ciò che Nietzsche chiama “cattiva coscienza” e la cui origine risale, col tramonto dell’epoca tragica dei Greci (quando coesistevano dionisiaco e apollineo), alla nascita di platonismo e cristianesimo. L’apollineo, dal canto suo, si contrappone sì al dionisiaco, ma nella consapevolezza della propria natura illusoria. Per questa ragione mi sembra più assimilabile all’Io (che prende coscienza della verità delle cose) che al Super-Io.
      Infine non metti l’accento sul fatto che, mentre Nietzsche parla genericamente di volontà di potenza, in Freud la “libido” assume una caratteristica coloritura sessuale. Sulla matrice comune darwiniano-schopenhaueriana da cui rampolla questa divergenza di prospettiva leggi le mie risposte ad altre tue compagne.
      P.S. Attenzione a un errore diffuso. Freud non è un filosofo, a differenza di Nietzsche, ma un medico (successivamente uno psicoanalista) la cui dottrina ha anche rilevanza filosofica. Dunque se li volete associare chiamateli semplicemente “i due autori”.

  6. Analogamente a Freud, anche Nietzsche ha potuto sviluppare la sua dottrina basandosi su quanto anticipato da Darwin, infatti entrambe le loro ipotesi fondamentai (su cui si basa tutto il loro pensiero) sono legate alla più generale ipotesi positivista e darwiniana secondo la quale, l’uomo in quanto specie può sopravvivere solo se gli individui attuano la riproduzione. Questa riproduzione secondo Freud serve per la conservazione della specie stessa, mentre secondo Nietzsche essa viene attuata per conservare l’evoluzione stessa.
    Inoltre secondo Nietzsche, il superuomo è una persona sana che non si fa scrupoli morali, mentre secondo Freud chi soddisfa completamente i suoi desideri è un pazzo pericoloso non socialmente accettabile. Non avere sensi di colpa o vergogna e agire senza freni è pericoloso per se e per gli altri, l’uomo ideale sarebbe colui il quale, pur avendo dei desideri malsani, non se ne vergogna e utilizza il suo io per scegliere razionalmente di non gratificarli.
    Entrambe le dottrine evidenziano come le scelte dell’individuo siano modificate e influenzate in base alla società, fine ultimo da conservare. Secondo Freud poi, gli uomini sono mossi dal desiderio di piacere, in particolare quello sessuale, mentre Nietzsche ritiene che l’uomo sia mosso da due istinti fondamentali, quello dionisiaco e quello apollineo.

    1. Hai colto diversi tratti pertinenti in termini di analogie e differenze. Non hai, tuttavia, collegato il primo aspetto che hai trattato (il riferimento al darwinismo e al valore della riproduzione) con l’accentuazione, particolare di Freud, della sfera sessuale. In effetti il “trait d’union” è rappresentato qui da Schopenhauer che assegnava alla sua volontà di vita, antesignana della volontà di potenza di Nietzsche, anche un obiettivo di autoriproduzione attraverso l’attività sessuale (che tra gli esseri umani sarebbe per così dire “paludata” dietro i “nobili” discorsi dell’amor cortese e simili). Nietzsche, dal canto suo, insiste meno di Freud sul valore della riproduzione sessuata.

  7. Ciò che accomuna principalmente i Nietzsche e Freud è la loro teoria secondo la quale è la società, individuata nella figura paterna dal secondo, che ci imprime obblighi e limiti nei confronti del nostro piacere, infatti secondo entrambi se ciò non ci fosse ognuno sarebbe libero di soddisfare i propri desideri senza freni. Partendo da questo presupposto entrambi sviluppano l’idea che l’essere umano debba consciamente comprendere tali limiti che ci vengono imposti per vivere meglio, però qui la loro visione diverge, infatti se Nietzsche incita al soddisfare i propri piaceri e farsi guidare dal proprio istinto, dall’altro lato Freud invita a usare la propria intelligenza per meglio analizzare la situazione e comprendere se sia adeguato o meno un comportamento.

    (Le scrivo qui inoltre per dirle che noi non siamo in possesso di una mail di tipo .edu.it e dunque non siamo in grado di utilizzare quella piattaforma, però con diversi professori abbiamo utilizzato la piattaforma Skype in cui abbiamo formato un gruppo classe, dunque basterebbe che lei ci desse il suo nome skype e noi la potremo aggiungere)

    1. Hai risposto in modo preciso cogliendo aspetti fondamentali. Forse avresti potuto approfondire un altro ordine di analogie e differenze, quello relativo al tipo di desideri in campo. Mentre per Freud sono di matrice essenzialmente sessuale (libido, concentrata nell’Es), per Nietzsche si tratta di volontà di potenza (o, se vuoi, di “istinto dionisiaco”, il che ci riavvicina forse un po’ alla sfera della libido). D’altra parte per entrambi la dottrina di riferimento è quella di Schopenhauer, che considera rilevante l’aspetto “sessuale” della volontà (non caso “di vita”) in quanto è quella dimensione che consente alla volontà di preservare se stessa sacrificando l’individuo (cfr. l’esempio della mantide religiosa) sull’altare, per così dire, della specie.

      Grazie per le informazioni relative alla mail di tipo edu.it. Credo che la scuola si stia attrezzando per fornirvela (vedi l’ultima news firmata dal Dirigente che ho appena inserito sul sito della scuola), Sarebbe preferibile che, se ne entrerete in possesso, voi adottiate quell’indirizzo. Se la cosa non dovesse partire in tempo utile posso darvi il mio nome Skype e posso venire gentilmente invitato al vostro gruppo classe. Mi chiedo però se Skype regga più di venti utenti simultaneamente. Con gli altri prof funziona? Dovete forse rinunciare al video? Direi che possiamo aggiornarci a sabato per verificare come stanno se le cose. Come avete visto avrei previsto una videolezione in sincrono sperimentale per lunedì alle 10.n

  8. Sia per Freud che per Nietzsche l’essere umano è controllato da una parte istintiva e che opera nel nostro subconscio. Per Nietzsche esso è rappresentato dallo spirito Dionisiaco mentre per Freud dall’Es. Secondo Freud l’Es raccoglieva tutti i piaceri e gli istinti naturali di cui l’uomo è dotato ma che vengono ostacolati o messi in secondo piano nel momento in cui viene inserito in un contesto sociale. Infatti per lui l’essere umano, in quanto essere naturale, ha come finalità la propria riproduzione. Però nel momento in cui si trova all’interno di una società i suoi bisogni e le sue necessità cambiano e il piacere sessuale viene posto in secondo piano. Al contrario Nietzsche non considera gli istinti e i valori naturali come necessari, infatti riteneva che per raggiungere la condizione di super uomo fosse necessario rinnegare tutti i piaceri di questo tipo.

    1. La risposta è un po’ tardiva e troppo breve per essere esaustiva. Inoltre non comprendo proprio l’ultimo periodo: “Al contrario Nietzsche non considera gli istinti e i valori naturali come necessari, infatti riteneva che per raggiungere la condizione di super uomo fosse necessario rinnegare tutti i piaceri di questo tipo”. Il super-uomo non solo non rinnega i suoi istinti, ma vi si abbandona. QUelli che abbandona sono le convenzioni sociali e gli scrupoli morali. Inoltre distinguerei tra “istinti naturali” e “valori sociali” (questi sì vengono “rinnegati” dal super-uomo o, meglio, ne viene smascherata l’origine non metafisica), lasciando cadere l’espressione “valori naturali”.

  9. Sia Freud che Nietzsche condividono nel loro pensiero l’idea secondo cui negli uomini sia presente un energia che ne condiziona i comportamenti e i desideri.
    Per Freud questa energia viene definita libido e consiste nella ricerca di un piacere legato alla sfera sessuale, questa libido esiste sino dalla nascita sebbene però rimanga molto libera. Crescendo questa libido viene messa in contrasto con il complesso di Edipo e una volta sorpassato ciò essa viene frenata da un contesto sociale in cui è inserito l’individuo che si vede costretto a mettere al primo posto i doveri sociali rispetto alla volontà di ‘riprodursi’ al fine di mantenere la specie.
    Allo stesso modo in Nietzsche avviene che questa energia, definita volontà di potere, porti l’uomo alla ricerca di un piacere di tipo individuale ed egoista che viene mascherato da un individuo verso gli altri solamente per poter inserirsi all’interno di un contesto sociale.
    L’analogia fra questi due tipi di pensiero sta nel fatto che sebbene l’uomo sia mosso da volontà di piacere esso si ritrova frenato dalla società che lo obbliga a mantenere un comportamento consone alle necessità di questa società in cui si trova.

    1. La differenza tra le due nozioni di “energia” messe in campo dai due autori è che solo per Freud essa avrebbe una matrice sessuale, come tu stesso hai scritto, senza tuttavia sottolineare esplicitamente che questa è, appunto, una differenza con Nietzsche (che parla di “volontà di potenza”, non – attenzione! – “di potere”).
      Anche la spiegazione relativa alla repressione/trasformazione a cui è soggetta la libido in Freud non è chiarissima e lineare. IL complesso di Edipo è molto “risalente” e concerne il bambino fin dai primissimi stadi di vita. Già la minaccia di castrazione esprime in un certo modo una richiesta della società a cui l’Es si deve sottomettere (rispetto alla quale il padre funge da veicolo). Nella tua analisi sembra che si tratti di due passaggi distinti.
      Manca poi un confronto sul tema dell’inconscio (tale in Freud, corrispondente in Nietzsche al misconoscimento della verità riguardo ai nostri veri desideri, alla menzogna che diciamo ogni giorno a noi stessi).
      Infine, a che cosa è dovuto il ritardo nella tua risposta?

  10. Le filosofie di Nietzsche e Freud sono molto lontane l’una dall’altra poiché se per Nietzsche iniziando a dubitare di tutto si arriva ad elaborare la teoria del superuomo, per Freud la scoperta di una nuova realtà (ovvero l’inconscio) e lo studio della psicoanalisi lo ottiene solamente affidandosi alla scienza e alla medicina e quindi studiandole in modo approfondito. Il fanciullino di Nietzsche è un esempio per affrontare la vita non passivamente mostrando i propri istinti, conoscendo i propri desideri e i piaceri tuttavia quest’ultimo filosofo è molto lontano dal pensare il perché di tutto ciò. Freud invece,con la scoperta del l’inconscio, segna la nascita della psicoanalisi e della psicologia che tutt’ora noi conosciamo e che molti studiano. Se devo dare un parere Freud è più moderno mentre Nietsche sembra legato all’antico.

    1. Senz’altro si possono riscontrare queste differenze, ma anche molte analogie (che dipendevano in parte dal comune autore di riferimento, cioè Schopenhauer, furono rivelate a Freud e lo indussero a non leggere una riga di Nietzsche per non lasciarsene condizionare), su cui ha sorvolato e che trovi in parte evocate nella risposte dei tuoi compagni. Peccato che l’esercizio sia stato svolto in ritardo.

  11. Sia in Freud che in Nietzsche ritroviamo l’idea secondo cui negli uomini sia presente un energia che ne guida i comportamenti e i loro desideri.
    Freud definisce questa energia con il termine libido, questa energia assume le sembianze di un piacere sessuale questa energia è presente fin dalla nascita. Questa libido si scontra con il complesso di Edipo. Una volta superato il complesso entrano in gioco anche i fattori sociali che mediano la voglia di riprodursi mettendo in primo piano la societa. Nietzsche invece definisce questa energia come volontà di potere, questa volontà spinge l uomo a cercare piaceri di tipo individuale e di sfondo egoistico. questa volontà viene frenata solo dal contesto sociale.
    La somiglianza sta proprio nel fatto che questi desideri sono freenati dalla società.

    1. Hai individuato senz’altro una forte analogia tra i due autori e anche la loro principale differenza. Attenzione all’esposizione. Sei certo che sia chiara l’espressione ” i fattori sociali mediano la voglia di riprodursi mettendo in primo piano la società”? Peccato che questa tua risposta sia tardiva. Hai avuto la possibilità di leggere le risposte dei tuoi compagni e anche i miei corrispondenti commenti. Non posso dunque considerarla come se fosse stata data per tempo.

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