Se la Fenomenologia dello Spirito (1807) può essere considerata come una “scala” che accompagna “maieuticamente” il lettore alla verità, cioè alla presa di coscienza che siamo tutti parte dello Spirito assoluto e che la realtà non è diversa dalla nostra ragione (cioè, in ultima analisi, dallo stesso Spirito), nell’Enciclopedia del 1817 (e ss.) si parte già dall’idea che tutto sia Spirito e si svolge l’articolazione (con metodo dialettico, simile a quello già impiegato nella Fenomenologia) di questo stesso Spirito nei suoi momenti fondamentali, ossia
- come esso è in se stesso (argomento della logica hegeliana che, nelle parole di Hegel, ha per oggetto “Dio prima della creazione del mondo”, qualcosa di paragonabile al Lògos degli stoici o al Noûs o Intelligenza dei neoplatonici, cioè al mondo delle idee o archetipi fondamentali di ogni cosa) [cfr. p. 59, cc. 1-4];
- come esso esce fuori di sé e si “oblia” o “aliena” nella Natura;
- come esso ritorna in sé con consapevolezza (è in sé e per sé) nell’uomo come individuo e come specie che si sviluppa nella Storia.
Si tratta del cosiddetto sistema di Hegel, che esamina tutti le principali nozioni dello scibile umano (toccando questioni di logica, metafisica, fisica, chimica, biologia, psicologia, diritto, etica, sociologia, politica, estetica, storia delle religioni, storia della filosofia), inanellandole non alfabeticamente (come nelle “normali” enciclopedie moderne, a partire dell’Encyclopedie degli illuministi francesi del XVIII sec.), ma logicamente (che in Hegel significa: dialetticamente). Partendo dalla nozione di essere (cfr. La logica dell’essere, pp. 60-61, cc. 1-2 [di p. 61]) si perviene alla fine alla nozione di filosofia assoluta, ossia alla filosofia dello stesso Hegel, sicché (astutamente!) l’ultima figura non è altro che il ripercorrimento dell’intero sistema.
Per “toccare con mano” un esempio di dialettica interno al sistema (dopo aver letto la trattazione dialettica dell’Io e del questo contenuta nella Fenomenologia dello Spirito) si legga il passaggio della Scienza della logica (1816) [della quale citiamo anche altri due significativi passaggi che aiutano a intendere la dialettica in senso hegeliano] dedicato alla triade essere, nulla, divenire.
Ci si può chiedere, prima di esaminare alcuni concetti importanti del “sistema”, che cosa Hegel intende con “Spirito” (cfr. anche Il concetto dello spirito, pp. 65-66).
Hegel risponderebbe che non è possibile chiarirlo con una definizione, ma, per comprenderlo, occorra percorrere l’intero sistema.
Tuttavia, per dare un’idea di quello che Hegel, che è un idealista, ha in mente, si possono fare le seguenti considerazioni.
Ciascuno di noi, in quanto essere umano dotato di intelligenza, è (parte dello) Spirito. Ma lo Spirito non coincide con il singolo individuo. In realtà non “esistono” singoli individui, così come non “esiste” una realtà separata dal soggetto. In una certa prospettiva (quella che Hegel chiamerebbe “della coscienza”) io non sembro essere quello che ero e non sembro essere quello che sarò, così come non sembro essere né te né lui. Tuttavia, se abolissimo tempo e spazio (guadagnando così la prospettiva dell’Assoluto o dello Spirito), io sarei tutto ciò che sono stato e che sarò così come sarei tutti gli altri “io” che sono separati da me (soltanto) spazialmente. Lo Spirito (“un Io che è Noi e un Noi che è Io”, scrive Hegel nella Fenomenologia) è tutto ciò che è, qualcosa che appare a se stesso nelle sue diverse figure “storico-concettuali” (a cominciare dalla nozione di “essere” astratto), ma resta pur sempre “Uno”. Si tratta, in ultima analisi, della versione idealistica dell’Uno di Plotino o del Brahman hindu: ciò che veramente è, rispetto a cui ciò che appare essere non è che frammento, immagine (del tutto) e illusione (di esistere separatamente dal resto).