Se Cartesio, come accennato, tenta di conciliare la libertà di scelta umana con il meccanicismo cosmico (da lui stesso introdotto) ricorrendo all’ipotesi delle due sostanze (res cogitans e res extensa) interagenti attraverso la ghiandola “pineale” (o ipofisi) e all’ipotesi accessoria della libera variabilità della traiettoria del moto in costanza della quantità complessiva di moto di un sistema chiuso, ipotesi giudicate “lambiccate” e poco plausibili dai filosofi successivi, altri cercheranno di risolvere altrimenti il problema posto dal libero arbitrio se si assume una prospettiva meccanicistica (come è tipico di uno scienziato moderno, fino ai giorni nostri, di qui l’attualità del problema).
Tra le soluzioni più interessanti possiamo evocare quelle di
- Spinoza (cfr. U4, cap. 2, § 1, pp. 262-63; § 4, pp. 168-69 (Il concetto di sostanza), pp. 270-71 (Attributi [e modi]); pp. 277-7 (Il parallelismo tra pensiero ed estensione)
- Pascal (U4, cap. 1, § 1, pp. 233-36; § 4, pp. 238-39)
- Geulincx e gli occasionalisti (U3, cap. 2, § 2, p. 215)
Vedremo, infine, quella decisiva di Leibniz.