Le guerre del Settecento e i loro esiti

Ricerchiamo innanzitutto le premesse della rivoluzione (o guerra d’indipendenza) americana nelle vicende politico-militari che caratterizzarono l’Europa del Settecento.

Ricordiamo, in particolare, gli effetti principali sul piano geopolitico delle quattro principali guerre che insanguinarono l’Europa nel Settecento.

Cfr. vol. 2, U1, cap. 2, introduzione, p. 20.

N.B. Va sottolineato come la “mortalità” connessa a tali conflitti concerneva soprattutto i combattenti, a differenza di quanto era avvenuto in passato, p.e,. durante la guerra dei Trent’anni, con la distruzione sistematica dei raccolti e le violenze sulla popolazione non belligerante, e di quanto sarebbe avvenuto in seguito, p.e. durante le due guerre mondiali del secolo scorso, vere e proprie “guerre totali”.

Ecco l’Europa dopo la guerra di successione spagnola (paci di Utrecht e Radstadt, 1714, cfr. vol I, § 16.4, p. 516-17 ):

successione_spagnola_1714

La Spagna passa definitivamente sotto la dinastia dei Borbone (inauguratavi da Filippo V, nipote del re di Francia Luigi XIV, lontano erede dell’attuale sovrano spagnolo Felipe o, appunto, Filippo VI) che vi instaurano un sistema assolutistico sul modello francese (a questo periodo possiamo far risalire la definitiva perdita dell’autonomia della Catalogna-Aragona, sia dal punto di vista politico-amministrativo, sia dal punto di vista linguistico), mentre l’Italia “spagnola”, in base al nascente principio dell’equilibrio (tra le potenze europee), passa agli Asburgo d’Austria (con vantaggi in termini di potenziale sviluppo economico e culturale che daranno frutti nei decenni seguenti e faranno dell’Italia, soprattutto del Nord, una delle culle dell’illuminismo europeo, cfr. l’ influenza che avrà l’opera di Cesare Beccaria Dei delitti e delle pene contro la pena di morte, che sarà abolita in Toscana per la prima volta nel mondo nel 1786)

Ecco l’Europa dopo la guerra di successione polacca (pace di Vienna 1738, cfr. vol II, § 2.3, p. 29):

pace di Vienna

Nella nostra prospettiva il cambiamento più significativo riguarda l’Italia meridionale che “ritorna” in un certo senso sotto una dinastia “spagnola”, che, però, ora è quella dei Borbone (insediatasi in Spagna a seguito della guerra precedente), ha un approccio “illuminato” (ad essa si deve, tra le altre cose, la magnifica reggia di Caserta, la nascita di nuove manifatture tessili, il potenziamento dell’attività agroalimentare ecc., ma soprattutto il fiorire degli studi giuridici ed economici dell’università di Napoli) e, comunque, rimane politicamente “separata” dalla casa madre spagnola (nel senso che il regno di Napoli è di nuovo un regno indipendente, non più un vicereame spagnolo, e rimarrà tale, salvo la parentesi napoleonica, fino all’unità d’Italia).

Ecco l’Europa dopo la guerra di successione austriaca (pace di Aquisgrana 1748, si consideri la distribuzione dei domini rispettivamente della dinastia dei Borboni e di quella degli Asburgo, cfr. vol II, § 2.3, pp. 29-30 con relativa cartinaì):

successione_austriaca_1748

 

Questa guerra, se da un lato consolida al potere Maria Teresa d’Austria, a cui si deve tra le altre cose la nascita del catasto nei domini asburgici (compresa la nostra Venezia Giulia che segue ancora i criteri di ripartizione delle proprietà “teresiani”). cfr. vol. II§ 4.2, Le riforme di Maria Teresa, pp. 80-81, dall’altro lato vede l’ascesa di Federico II di Prussia (detto il Grande), che, non solo si rivela impareggiabile condottiero militare (sarà ammirato da Napoleone), conquistando al suo regno (divenuto tale nel 1701, il cui nucleo deriva dai possedimenti medioevali dell’Ordine Teutonico e che nell’Ottocento riuscirà nell’impresa dell’unificazione della Germania) la ricca regione della Slesia, ma, egli stesso letterato,  anche mecenate illuminato (potenzierà l’Accademia delle Scienze di Berlino il nucleo originario fu voluto dal filosofo Leibniz all’inizio del secolo) e sovrano riformista (l’anno stesso della sua ascesa al regno, nel 1740, abolisce la tortura), cfr. vol. II§ 4.2, pp. 78-79 .

Questi anni, grazie a queste continue guerre, vedono anche il progressivo rafforzamento dei Savoia che si conquistano a loro volta il titolo regio (come re di Sardegna), costituendo il primo nucleo di quello che nell’Ottocento sarà il futuro Stato unitario italiano.

Cfr. sulle vicende italiane, in generale, vol.II, § 2.3, pp. 30-31.

Bene, tutto questo che cosa ha a che fare con la rivoluzione americana?

Presto detto. I nuovi equilibri europei determinano alla fine un’ultima importante guerra, la guerra dei Sette Anni (1756-63), cfr. vol II, § 2.3, pp. 31-32, che vede per la prima volta dopo centinaia di anni un rovesciamento di alleanze: Francia e Austria (Germania), tradizionalmente contrapposte (si direbbe dai tempi della spartizione dell’Impero di Carlomagno tra i suoi nipoti, con le continue guerre tra “Franchi occidentali” o Francesi e “Franchi orientali” o Tedeschi, come quella che culminò nella battaglia di Bouvines, nel 1214, quelle che opposero Carlo V a Francesco I durante la Riforma protestante, quelle che videro la Francia alleata ai protestanti a ai Turchi contro la Germania durante la guerra dei Trent’anni ecc. e che proseguiranno con le guerre napoleoniche, la guerra franco-prussiana di fine Ottocento, la prima e seconda guerra mondiale) si trovano alleate contro le nascenti potenze rispettivamente europea e mondiale della Prussia  e della Gran Bretagna.

Ed ecco l’esito americano della guerra dei Sette Anni (pace di Parigi, 1763):

esito_americano_guerra_sette_anni

Come si vede, gli estesi domini francesi che andavano dal Quebèc alla Louisiana (così chiamata in onore di re Luigi XIV, la cui capitale era Nouvelle Orléans, attuale New Orleans) passano agli Inglesi.

Cfr. vol. II, § 2.3, pp. 33-34 (da Le tredici colonie inglesi ecc.)

Ciò costituisce la premessa immediata della crescente conflittualità tra i coloni americani di lingua inglese e la madrepatria. Il re Giorgio III, infatti, pretende che le ingenti spese belliche siano in parte rifuse dai coloni per i vantaggi dell’avvenuta annessione dei domini francesi, che aprono le porte all’espansione verso Ovest (la successiva epopea del Far West). D’altra parte vieta loro per il momento di attaccare le “nazioni indiane” (gli Irochesi, i Cheyennes ecc.), cioè i nativi americani che abitavano nelle regioni governate dai Francesi, per non doversi sobbarcare le ulteriori spese militari. Il “combinato disposto” delle due pretese determina l’imposizione di nuove tasse ai coloni e il blocco dell’espansione a Occidente, suscitando la crescente irritazioni della popolazione bianca delle Tredici colonie costiere….