Mentre cresceva la tensione tra l’Occidente (capitalistico) e l’Oriente (comunistico) in Europa nel mondo, in Italia (a seguito del referendum del 2 giugno 1946 che vide per la prima votare le donne) nacque la Repubblica che si diede un’avanzata Costituzione democratica (scritta e approvata da un’assemblea costituente eletta lo stesso giorno del referendum costituzionale) nella quale confluirono e si armonizzarono “mirabilmente” componenti significative di culture politiche, altrimenti e altrove sempre più confliggenti: la cultura liberale-repubblicana (risalente al pensiero di personaggi come Cavour e Mazzini), la cultura cattolica e la cultura marxista.
Ciò non impedì all’Italia di De Gasperi e di Einaudi di operare una decisiva scelta a favore del blocco occidentale e antisovietico (già nel 1947, anno del lancio del c.d. “Piano Marshall”, dunque mentre proseguivano i lavori dei costituenti), confermata dopo le decisive elezioni del 1948 (che vide la sconfitta del Fronte Popolare che univa comunisti e socialisti e la vittoria della Democrazia Cristiana, che sfiorò la maggioranza assoluta dei seggi nelle due camere), scelta “atlantica” peraltro già implicita nella “spartizione” del mondo in sfere di influenza decisa a Teheran, a Yalta (durante la guerra mondiale) e ribadita a Potsdam (subito dopo la fine della guerra in Europa).
Cfr. cap. 15