In Inghilterra si sviluppa una corrente, quella dell’empirismo, che insiste sull’importanza, in campo scientifico, di osservazioni ed esperimenti.
Francesco Bacone agli inizi del Seicento, riprendendo una tradizione risalente al quasi omonimo Ruggero Bacone (vissuto nel Duecento) a Guglielmo di Occam (autore del Trecento, che ha ispirato la figura del “detective” Guglielmo da Baskerville del romanzo il Nome della rosa di Umberto Eco) celebra l’importanza dell’esperimento e dell’induzione.
Se Bacone può essere considerato un precursore dell’empirismo moderno, il vero e proprio iniziatore di questa corrente è senz’altro John Locke, in quanto questo autore prende le mosse dalla filosofia di Cartesio.
A partire dalla dirompente critica di Hume (empirismo scettico) al concetto di identità e di causa approfondiremo, infine, l’articolata proposta del criticismo di Kant (campione dell’illuminismo tedesco di fine Settecento). La filosofia di Kant tenta di conciliare la tradizione razionalistica continentale e quella empiristica inglese, pervenendo anche a un’interessante ipotesi di soluzione del problema del libero arbitrio.