Le nuove concezioni illuministiche furono in parte tradotte in azioni politiche concrete da diversi sovrani europei del Settecento, che inaugurarono l’epoca del cosiddetto riformismo illuminato (incarnando la figura del “despota illuminato”, cara a Voltaire).
Queste politiche (senza rinunciare all’assolutismo monarchico, anzi facendo leva su di esso) furono contraddistinte principalmente da:
- estensione delle funzioni dello Stato (esautorando p.e. gli appaltatori privati delle imposte, i residui poteri feudali nell’amministrazione della giustizia ecc.)
- giurisdizionalismo (limitazione del potere delle Chiese a favore dello Stato)
- nascita dei catasti
- abolizione o limitazione di tortura e pena di morte
- tolleranza religiosa ed emancipazione giuridica dei cristiani non cattolici (o non protestanti nei Paesi protestanti) e degli Ebrei
- limitata libertà di stampa
- uniformazione della legislazione
- provvedimento a favore dello sviluppo di un’economia di mercato, soprattutto per quanto riguarda l’agricoltura
Cfr. cap. 4, § 1, pp. 64-67; del § 2, Toscana: le riforme economiche di Pietro Leopoldo e La politica religiosa e la nuova legge penale, pp. 68-69; la scheda su Dei delitti e delle pene di Beccaria (pp. 70-71); del § 4, da Il riformismo di Maria Teresa a Le riforme ecclesiastiche, pp. 74-75; il § 5, pp. 76-78. Leggi poi la sintesi del capitolo a p. 86 per gli Stati e le regioni d’Europa di cui non sono indicate qui sopra le parti da studiare approfonditamente.