Prima di congedarci dalla filosofia greca pagana dobbiamo dare almeno uno sguardo alla sintesi (neo)platonica, in particolare nella formulazione di Plotino (III sec. d. C.).
Cfr. U5, cap. 5, §§ 1-2, pp. 442-53, esclusi: la scheda su Dio a p. 446 (non del tutto adeguata), il sottoparagrafo (discutibile), La novità della prospettiva di Plotino (p. 448), il sottoparagrafo La bellezza e l’arte, pp. 451-52.
Se la filosofia di Plotino ti appassiona, puoi facoltativamente leggere questa antologia di estratti dalle Enneadi, la sua opera fondamentale.
La filosofia cosiddetta neoplatonica, da un lato, rivelando probabilmente quanto Platone non aveva a suo tempo affidato alla scrittura (le sue dottrine esoteriche), può essere vista come una ricapitolazione della filosofia greca pagana; dall’altro lato fornisce alla nascente teologia delle grandi religioni abramitiche (ebraismo, cristianesimo e islam) fondamentali concetti filosofici che esse non avrebbero mai potuto trarre dai rispettivi testi sacri (Bibbia ebraica, Vangeli, Corano).