Su Federico II di Svevia possiamo innanzitutto fruire di questo documentario, quindi fissare i passaggi fondamentali della parabola dell’imperatore soprannominato stupor mundi sul manuale, § 3.4, pp. 66-70, quindi leggere i giudizi contrastanti su questo personaggio da parte di suoi contemporanei (documento 3, pp. 72-73).
Ci si può chiedere, in conclusione, se il modello di Stato, moderno, centralizzato ed efficiente inaugurato da Federico in Sicilia e in Italia meridionale sia del tutto una sua creazione o, piuttosto, non costituisca un perfezionamento sia dello stato normanno precedentemente costituitosi, sia, in una prospettiva di lungo periodo, della stessa eredità romana (non si dimentichi che prima dei Normanni l’Italia meridionale, salvo la parentesi araba riguardante la sola Sicilia, era stata governata dagli imperatori di Costantinopoli, comunemente chiamati “bizantini”, ma di fatto eredi diretti degli imperatori romani). Bisogna considerare, infatti, che, prima dei Normanni, l’Italia meridionale non conobbe il feudalesimo (che si affermò definitivamente, nella sua forma peggiore, con gli Angioni, nel 1266, dopo la sconfitta di Manfredi), ma conservò tratti significativi della tipica civiltà urbana di tipo classico.
Ecco, infine, una interessante lezione del professor Alessandro Barbèro, che i più volentorosi possono facoltativamente ascoltare.