Cfr. § 2.5, pp. 47-50.
Per comprendere le complesse (e in parte sfuggenti) ragioni che portarono alle crociate, tra il 1095 e il 1291, ovvero alla ripetute spedizioni di guerrieri cristiani (cattolici) nel Medio Oriente, al fine di “liberare” (poi difendere, quindi riconquistare) Gerusalemme e i territori vicini dai musulmani, bisogna considerare la crisi che colpì l’impero cosiddetto bizantino dopo la sconfitta di Manzikert del 1071 ad opera dei Turchi selgiuchidi (che qualche anno prima erano riusciti a espugnare e distruggere la superba capitale del califfato abbaside, Baghdad).
Ricordiamo che l’impero, che i manuali di storia chiamano “bizantino”, termine “inventato” da uno storico francese nell’Ottocento, non era che ciò che restava del glorioso impero romano, salvatosi delle invasioni barbariche che ne fecero collassare la porzione occidentale nel V sec. Anche se dal VII sec. l’impero adottò come lingua ufficiale il greco invece del latino, dal momento che la stragrande maggioranza dei suoi abitanti parlava greco come madrelingua o come lingua di cultura, si registra una piena continuità con le istituzioni di Roma p.e. nel campo dell’elaborazione legislativa e della successione al trono imperiale. Nel IV sec. Costantino fece spostare la capitale dell’impero a Costantinopoli (Bisanzio) e ivi rimase fino alla conquista turca del 1453. La stessa divisione dell’impero alla morte di Teodosio (fine IV sec.) nella parte occidentale e in quella orientale, ciascuna retta da un imperatore, era concepita non come una scissione dell’impero in due Stati separati, ma come una mera articolazione amministrativa, per favorire il governo delle province (le leggi restavano le stesse, si considerava implicita una stretta collaborazione militare tra le due parti ecc.).
I “bizantini” chiamavano se stessi Romani (“Romàioi“, in greco), la loro capitale, detta Seconda Roma (dotata di un Senato, inizialmente di un circo e di altre istituzioni speculari a quella dell’antica Roma), era chiamata non a caso dai Turchi “Rum“, cioè Roma (oltre che, come ancor oggi, Istànbul).
Tuttavia, la caduta della parte occidentale nelle mani di diverse tribù germaniche (Goti, Vandali, Franchi, Longobardi ecc.), il crescente potere del vescovo di Roma (il Papa), quasi a compensazione dell’assenza del potere imperiale, infine la ricostituzione dell’impero in Occidente su iniziativa degli stessi Papi (con Carlo Magno e con i suoi successori), senza tener conto del parere di Costantinopoli, anzi in implicita opposizione all’autorità dell’imperatore d’oriente, non favorirono certamente il dialogo tra Occidente e Oriente. La rottura si consumò definitivamente con lo scisma d’Oriente, quando, nel 1054, il Papa e il patriarca di Costantinopoli Michele Cerulario si scomunicarono reciprocamente, determinando la separazione tra cristiani cattolici (fedeli a Roma) e cristiani ortodossi (fedeli agli imperatori di Costantinopoli).
Eppure, quando i cristiani d’oriente furono minacciati dai Turchi e si rese più difficile il pellegrinaggio nei luoghi santi della Palestrina, sembrò che fosse il caso di accorrere in aiuto dei fratelli “separati” (cfr. L’appello di Urbano II alla crociata, doc 3, p. 54), indicendo nel 1095, a Clermont, in Francia, la prima crociata.
Certo, come spiega Alessandro Barbero, in questo video dal Tempo e la Storia (Raitre) [la cui consultazione è facoltativa, raccomandabile, tuttavia, il primo quarto d’ora], non tutte le tensioni e le incomprensioni tra cristiani vennero dimenticate. La principessa Anna Comnena, ad esempio, figlia dell’imperatore Alessio, era scandalizzata del comportamento e dell’abbigliamento “barbarici” dei condottieri occidentali, privi di una guida unica, violenti, rozzi ecc., anche se, da un altro punto di vista, a lei, circondata dalla decadente, anche se coltissima civiltà “bizantina”, questi guerrieri suscitavano ammirazione (le ricordavano Achille e gli altri eroi omerici).
La prima crociata, dopo massacri di ogni genere (di ebrei, ungheresi e altri gruppi incontrati dai crociati lungo il viaggio, durato tre anni), si concluse con la conquista di Gerusalemme nel 1099 (e con l’ultimo massacro, quello di tutti i suoi abitanti, migliaia di persone, musulmani ed ebrei, comprese le donne e i bambini) e con la costituzione dei primi stati “crociati”, rinforzati dopo la seconda crociata del 1049.
Tra le II e la III crociata Gerusalemme cadde nelle mani del Saladino (1187), sicché la III crociata (crociata dei re, cioè soprattutto Riccardo Cuor di Leone, re d’Inghilterra, fratello del suo successore, il già noto Giovanni Senza Terra – quello che concesse la Magna Charta -, e Federico Barbarossa, imperatore, morto per annegamento durante un guado) fu un tentativo, fallito, di riconquistare la città santa. Riccardo ottenne soltanto di conservare la piazzaforte di San Giovanni d’Acri e la libertà per i pellegrini cristiani di accedere ai luoghi santi di Gerusalemme.
Ecco una mappa delle prime tre crociate.
A queste prime tre seguirono altre crociate, che fallirono, tuttavia, l’obiettivo della riconquista di Gerusalemme, al punto che si levarono, infine, diverse autorevoli voci che chiedevano di porre fine alla stagione di queste spedizioni (cfr. documento 4, p. 55)
Tra le crociate successive si segnalano la famigerata IV crociata che portò alla prima caduta di Costantinopoli (1204) ad opera soprattutto dei Veneziani (teoricamente “sudditi” dell’imperatore, ma di fatto indipendenti da secoli, anche se commercialmente assai legati all’impero d’oriente) e la VI crociata, quella intrapresa suo malgrado da Federico II di Svevia e che si concluse con l’acquisto di Gerusalemme (1229).
Paradossalmente, dunque, quelle spedizioni che erano nate anche per difendere i cristiani d’oriente dai Turchi si avviarono alla conclusione lasciandosi alle spalle il sacco di Costantinopoli (che fruttò un ricco bottino, ai Veneziani p.e. i cavalli che ancora si ammirano sopra la facciata della basilica di San Marco e il gruppo dei quattro imperatori che orna uno spigolo di palazzo ducale, vedi immagine a destra). L’impero d’oriente, pur ricostituito nella seconda metà del XIII sec. grazie soprattutto ai Genovesi (tradizionali rivali dei Veneziani), non si riebbe più dai danni patiti a seguito della IV crociata. Ridotto a un territorio molto piccolo, se non cadde prima del 1453 nelle mani dei Turchi fu solo per una serie di circostanze fortuite.
Cfr. infine questo video sulle crociate, che ti può aiutare ad approfondire l’argomento e anche a ricapitolarlo.