Come accennato in aula, la “filosoficizzazione” del cristianesimo (comunemente chiamata “ellenizzazione”) non è stata solo determinata dal progressivo diffondersi di questa nuova religione presso Greci e Romani, pagani imbevuti di cultura filosofica e mitologica (per i quali, ad esempio, non costituiva problema che un uomo potesse essere “divino”), ma anche (il che, peraltro, vale per tutte le religioni basate su “Scritture”, dall’induismo fondato sui Veda all’islam basato sul Corano) da intrinseche esigenze legate alle ambiguità e alla contraddizioni inevitabilmente presenti in un corpus di scritti ritenuti, a torto o a ragione, sacri, anzi divinamente ispirati.
Approfondisci tale problematica leggendo questa scheda (aprendo, in questo caso, anche i link interni a tale scheda e scorrendo le pagine a cui tali link rinviano, per avere un quadro più approfondito della relativa problematica, salvo l’ultimo, “Per approfondire“, la cui apertura è, invece, facoltativa, data la lunghezza e complessità dell’approfondimento proposto). Puoi trascurare anche l’ultimo capoverso della scheda, dedicato al principio di autorità (su cui dovremo ritornare).
Quindi, forte di questo quadro generale, prova a
- riassumere (in non più di una decina di righe) l’ultima parte (pp. 6-8, lettera E) dei Principi del filosofo cristiano-platonico Origene (III sec. d. C.), già incontrato nel modulo precedente, il quale, ispirandosi al metodo allegorico di Filone, dà una serie di indicazioni (che hanno fatto scuola) su come leggere i testi sacri.
N.B. Come sempre, non preoccuparti di sbagliare o di dire cose inesatte. Gli esercizi si fanno per mettersi alla prova e, sotto un certo profilo, sono più utili gli errori della risposte corrette, perché consentono al docente di rispiegare e allo studente di riflettere sulle ragioni per le quali non aveva compreso.
P.S. Questo esercizio può sembrare di scarso interesse e anche poco filosofico, perché (sembra) inerente a studi di tipo teologico. Considera, tuttavia, quanto si stiano diffondendo ai giorni nostri tendenze c.d. fondamentaliste, in ambito non solo islamico, ma anche cristiano, ovvero letteraliste: prendere “per oro colato” questo o quel testo sacro semplifica la vita, perché evita di pensare. Comprendere, invece, concretamente, sperimentandolo, non solo che il fondamentalismo è “cattivo” o “pericoloso”, ma anche che esso è semplicemente “impossibile” per la natura stessa dei testi sacri da interpretare può costituire un buon antidoto e aiutarci a difendere sul piano strettamente filosofico, e non solo etico o giuridico o politico, valori come la libertà di pensiero e il pluralismo religioso.