Ecco, abbiamo concluso l’ultimo modulo di Storia dell’ultimo anno di scuola, giungendo in qualche modo all’oggi.
Nell’unità didattica conclusiva vi ho proposto di leggere sinteticamente gli ultimi cinquant’anni all’insegna di 7 crisi, di varia natura.
Non vi chiedo di studiare quest’unità didattica nei suoi dettagli, ma di ascoltare le brevi (talora brevissime) videolezioni che incorpora e di leggere le pagine del manuale assegnate (per lo più tratte da sintesi di fine capitolo) per farvi un’idea delle questioni in campo (al di là degli obiettivi didattici si tratta di questioni di cui dovreste occuparvi personalmente come cittadini, ormai maggiorenni, del nostro tempo) e per rispondere al seguente quesito:
- Di quali delle crisi proposte siamo maggiormente eredi, a tuo parere? Quali hanno condizionato o condizionano maggiormente il nostro tempo? Sotto quale profilo?
A mio parere una delle crisi che ha segnato di più la nostra epoca e che ci sta tutt’ora perseguitando è quella relativa alla religione, in particolare l’islamismo, ormai visto come terrorismo e non come fede.
A partire dal 2001 in particolare, il mondo occidentale ha avuto modo di essere, molto sfortunatamente, non solo spettatore di questo tipo di guerra, ma anche bersaglio . Tutt’oggi si continuano a registrare episodi di terrorismo da parte degli estremisti islamici, e la cosa curiosa che mi colpisce è che di solito in un culto la parola “dio” è qualcosa che emana un fascio positivo di emozioni e stimoli, mentre nel caso degli integralisti islamici questa parola è sinonimo di paura, morte e guerra. Maometto scrisse che Allah gli disse di comunicare ai suoi seguaci l’idea del “combatti per la nostra fede, spargila nel mondo”, ma ciò non vuol dire che l’uomo debba letteralmente mettere in pratica questa frase, imponendo la fede a chiunque. L’integralismo nasce dunque dal radicale fraintendimento di un messaggio di fede che certe persone hanno “colto”.
Ti sei concentrato su un aspetto senz’altro rilevante. Interessanti le tue considerazioni sul paradosso di una religione che diventa terrore. Ti ricordo che l’uso politico e quasi militare di “dio” non è stato solo dell’Islam, se pensi ad es. alle crociate e alla giustificazione “biblica” invocata spesso dai coloni ebrei dell’occupazione di territori assegnati originariamente ai Palestinesi.
A mio parere le crisi che più hanno influenzato i giorni nostri sono quelle di carattere economico (1973,86,2008), terroristico (terrorismo politico e religioso come gli “anni di piombo” e “primavera araba) ed ecologico (surriscaldamento globale, inquinamento diffuso delle acque e deforestazione) .
Questi tre aspetti della modernità sono fortemente figli delle vicende della fine del 20esimo secolo e a mio parere la crisi ambientale che viviamo oggi è l’aspetto più evidente degli effetti delle suddette vicende.
Lo sviluppo non sostenibile dei decenni scorsi ha infatti portato alle gravi condizioni climatiche di oggi che stanno inevitabilmente influenzando molti aspetti della quotidianità e che si spera influenzino (in maniera positiva) le scelte di tutte le prossime generazioni.
L’eccessiva sintesi ti ha forse giocato un brutto scherzo. In che modo la crisi ambientale, ad esempio, sarebbe figlia del terrorismo? Il terrorismo rosso e nero era ben diverso per ispirazione e matrice da quello islamico. Il secondo può essere visto come un’eredità del primo? Che rapporto hanno?
L’islamismo radicale, sviluppatosi in Iran come corrente attivista e conservatrice delle tradizioni islamiste, in contrapposizione alla modernità dei paesi occidentali, è uno dei problemi che la società mondiale odierna deve affrontare. Il terrorismo inaurato da questi gruppi di estremisti si basa su interpretazioni del Corano volte ad una volontà di ritorno verso i fondamenti dell’Islam stesso. Dall’attentato del 2001 alle torri gemelle e dall’uccisone del fondamentalista sunnita Bin Laden, gli attentati sono diventati sempre più frequenti e sopratutto devastanti. Ricordo con particolare nostalgia il periodo di scuola passato all’ultimo anno delle medie. Era il 2015 e sarei dovuta andare in gita di classe a Parigi, ma il 7 gennaio ci fu un attentato, da parte dei seguaci di Al-Qāʿid, alla sede del giornale satirico Charlie Hebdo, che provocò la morte di 12 persone. Questo è solo un episodio dei molti che si sono susseguiti negli anni e che hanno portato ad un radicale cambiamento della società e della mentalità. Ritengo che la minaccia terroristica abbia portato ad un aumento della sicurezza nei luoghi pubblici e non solo, e abbia decisamente peggiorato eventuali pregiudizi verso popolazioni e culture diverse, sopratutto quella islamica.
Un’altra minaccia che deriva dalle crisi è quella riguardante l’instaurazione di regimi autoritari anche nell’ex Unione Sovietica e nell’odierna Turchia con il regime limitante di Erdogan. Inoltre guardando quella che è stata la situazione passata italiana, con forme di violenza e vero e propio terrorismo instaurato da frange ex-prlamentari (eversiva neo-fascista e sovversiva comunista), nemmeno l’Italia è “salva” da possibili risvolti anarchici. Abbiamo infatti visto come spesso la credenza popolare tenda ad affermare che la popolazione e la cultura stessa siano l’arma migliore contro forme di governo limitanti, ma abbiamo anche capito come in realtà non sia del tutto cosi, analizzando regimi come il fascismo e il nazismo che nascono soprattutto grazie al diffuso consenso popolare.
La crisi che però oggi, insieme a quella economica e sanitaria del coronavirus, è fonte di dispiacere e di interesse mediatico, è quella ambientale ed ecologica. Oramai la situazione ambientale ha raggiunto una gravità tale che necessita di interventi immediati da parte di tutti i paesi del mondo. Già a partire dagli anni ’70 ci furono le prime avvisaglie e conferenze sulle problematiche ambientali, ma adesso non c’è più tempo. A lungo le opinioni di scienziati ed esperti sono state sottovalutate o addirittura accantonate del tutto e questo ha portato alla credenza popolare che il mondo e la natura fossero una risorsa completamente disponibile e sfruttabile da parte dell’uomo. Purtroppo non è così e la natura stessa inizia a manifestare già da tempo serie problematiche come l’aumento costante della temperatura e dell’effetto serra e il conseguente scioglimento dei ghiacci, l’estinzione di diverse specie animali, la frequenza nei disastri ambientali (ricordo la recente serie di incendi in Australia, Antartide e nella foresta Amazzonica) e così via.
Ottima e documentata analisi.
Interessante il riferimento al terrorismo in Italia con quell’allusione ai pericoli di un eccesso, quasi, di democrazia (che, come dicevano Platone e Aristotele, potrebbe sempre sfociare in demagogia – oggi si direbbe populismo – e quindi in tirranide). Tuttavia sei forse stata troppo sintetica per risultare sufficientemente chiara in quel passaggio.
La seconda metà dello scorso secolo è stata caratterizzata da un grande numero di crisi di vario tipo, da quelle economiche a quelle politiche, culturali e religiose. Le conseguenze derivate da alcune di esse sono tuttora visibili e hanno influenzato fortemente la nostra realtà.
La crisi medio-orientale, tra lo stato palestinese e quello di Israele risale agli anni 48-49 del secolo scorso, ed è un’evidente manifestazione di quella che è stata la guerra fredda. Questi paesi sono tuttora in conflitto e lo Stato di Israele è controllato militarmente e politicamente. L’ONU, al giorno d’oggi, si occupa di sedare queste rivolte che si originano tra i due stati che si contendono la città santa di Gerusalemme e altri territori.
La conflittualità nelle regioni medio orientali ha portato poi ad una crisi economica e del petrolio negli anni Settanta, provocando un forte aumento dei prezzi, tanto che nel nostro stesso Paese è stato necessario introdurre una politica di austerity: era vietato nei giorni festivi circolare coi propri mezzi (si adottò il criterio delle targhe alterne) per evitare l’eccessivo consumo di benzina. Aumenta l’inflazione e con la chiusura del sistema politico, nascono i primi gruppi terroristici che volevano abbattere il potere costituito e colpire la classe dirigente.
Con la fine della guerra fredda è avvenuta poi la crisi del comunismo, che ancora oggi ereditiamo dal momento che il partito comunista (ormai inesistente) si è unito ai “cristiani” ed è dagli anni Ottanta del secolo scorso, che in Italia a governare è il pentapartito, un sistema centrista fatto anche da socialisti, ma molto più moderato. Con la dissoluzione dell’URSS, compaiono però conflitti locali in tutto il mondo, come quelli nei Balcani, in Somalia, Ruanda e nello stesso medio-Oriente, esistenti ancora oggi.
Si Parlò poi di attacchi terroristici, di radice islamica, mossi da motivi religiosi, si ricordi il più celebre, l’attacco alle Torri Gemelle di New York, l’11 settembre 2001. Dal 2016, invece, è subentrato l’ISIS, che ha causato episodi di terrorismo radicale sempre di matrice islamica, legato ad Al Qaida.
Dal punto di vista economico siamo ancora eredi della crisi avvenuta nel 2008, causata dalla globalizzazione, anche se da poco è subentrata quella di tipo sanitario legata all’emergenza Covid-19. Siamo pronti ad attendere le conseguenze di questa pandemia, che non saranno di certo positive e contribuiranno a mettere ancora più in crisi il nostro sistema economico, già di per sé fragile.
Hai delineato con efficacia e ricchezza informativa diversi casi di crisi che producono effetti ancora oggi.
Una sola osservazione marginale: la tensione israelo-palestinese precede l’esplosione della guerra fredda e perdura ancora oggi che la guerra fredda è finita. Come accennato nella mia videolezione (ma capisco che possa essere sfuggito in assenza di approfondimenti mirati) inizialmente l’Urss sostenne addirittura Israele dove prevalevano i laburisti con forti simpatie per il modello sovietico (nell’organizzazione dei kibbutz, ad esempio).
Delle crisi citate quella che più di altre continua imperterrita ad influenzare il nostro pianeta è quella relativa alla questione israelo-palestinese, la quale in quasi 70 anni non ha ancora riscontrato miglioramenti, difatti continuiamo a sentire come nella “striscia di Gaza” la guerra sia all’ordine del giorno e non veda una fine.
Oltre al problema della guerra bisogna ricordare che neppure la diplomazia è stata in grado di farsi valere nei territori sopra citati del Medio Oriente, infatti nonostante l’ONU avesse sancito la creazione dello stato palestinese già nel 1947, questo tuttavia tutt’ora non esiste.
Della crisi economica italiana degli anni Settanta, ciò che a mio parere ha influenzato di più la nostra realtà attuale, è stata la mancata modernizzazione degli apparati produttivi (prevalentemente al sud) causata dalla pessima amministrazione statale degli investimenti i quali si rivelarono spesso degli sprechi.
Infine in ambito economico un aspetto positivo che ci è giunto dalla crisi petrolifera del 1973 è stato l’avvento del “toyotismo”, così detto perché utilizzato dall’azienda giapponese di automobili Toyota, la quale grazie all’ automazione delle proprie catene produttive e alla politica del “mercato che guida la produzione”(e non il contrario, come invece faceva la Ford) non ebbe problemi ad affrontare la crisi economica minimizzando gli sprechi di tempo di lavorazione, di materie prime e di forza lavoro, diventando una leader nel settore.
Quindi, seppur il mondo del lavoro odierno si basa per gran parte sull’informatica e sulla robotizzazione, esso potrebbe essere molto differente se il Giappone non avesse mostrato la via al resto del mondo.
Risposta documentata e personale. Interessante il riferimento di cui non abbiamo parlato al toyotismo.
A mio parere le due crisi che hanno influenzato maggiormente il nostro tempo sono
1) la crisi del petrolio in quanto comportò un incremento notevole di tutti i prezzi, favorendo così l’inflazione e la crisi della domanda. Fu necessario attuare (a quei tempi) misure di contenimento (come per esempio il divieto dell’utilizzo dell’automobile la domenica da lei citato).
2)la crisi delle culture politiche antagoniste del ‘68 che favorí la comparsa di organizzazioni terroristiche. Nonostante si assistette, negli anni 70, a molte conquiste in ambito legislativo (legge sul divorzio, abolizione dei manicomi ecc.), si notò comunque una sorta di insoddisfazione popolare a causa della “chiusura” del sistema politico. Per questo motivo nacquero i primi nuclei terroristici come il terrorismo nero (responsabile della strage di piazza Fontana, e molte altre) e il terrorismo rosso (responsabile dell’uccisione di Aldo Moro). Soprattutto il primo nominato favoriva un regime autoritario.
Metti in luce fenomeni rilevanti, ma per il loro o per il nostro tempo? Nella tua esposizione sembra che tu privilegi una paradossale “rilevanza inattuale” ci hai pensato? Che cosa resta di quegli anni e di quei fenomeni?
delle s “crisi” che hanno caratterizzano il periodo tra la fine degli anni Sessanta e il giorno d’oggi, ritengo che quelle di cui noi possiamo considerarci figli sono:
La questione dell’Estremismo Islamico e la caduta del Comunismo, e in particolare nei confronti dell’Italia il Terrorismo.
L’estremismo islamico ha messo e mette ancora oggi a dura prova la sicurezza dei singoli stati occidentali (in particolare degli Stati Uniti) costringendoli a combattere con un nemico “senza volto” e rivoluzionando completamente il modo di spostarsi e i controlli legati ad esso, poiché gli attacchi sono difficili da prevedere e da evitare.
Gli Stati Uniti sono senza dubbio tra i primi ad essere nel ciclone di queste organizzazioni terroristiche a causa del loro tentativo di occidentalizzare i territori del medio oriente strappando la loro cultura e separarli dalle loro tradizioni (come per esempio le popolazioni dell’Iran).
Questo causò una serie di attacchi a sorpresa di radicali islamici, che rivendicano l’odio per la cultura occidentale e le sue tradizioni.
La seconda grande crisi fu la caduta del Comunismo: nessuno all’epoca avrebbe mai immaginato che questa ideologia, che era ormai diventata caratterizzante dei principali assetti politici globali e le guerre che ne conseguirono a causa di esso, potesse cadere.
L’ideologia comunista divenne in molti casi il pretesto di molti conflitti internazionali durante il Novecento, come la Seconda Guerra Mondiale, o la guerra fredda, il cui conflitto tra comunismo e capitalismo motivò guerre come quella in Corea o in Vietnam.
La caduta di questa ideologia ebbe un impatto in tutto il mondo, infatti, da li a poco si sgretolò l’Unione Sovietica (il cui collante era proprio il comunismo stalinista), e avvenne la scomparsa di diversi partiti politici comunisti in altri stati come l’Italia, dove nacque il PD, ma anche l’emancipazione di molte Repubbliche e una Russia che da li a poco sarebbe diventata una moderna potenza mondiale.
Per quanto riguarda l’Italia credo che Il Terrorismo sia molto importante dal punto di vista storico e sociale, sia a causa della sua attualità, ma anche per la crudeltà.
Infatti, le molteplici stragi compiute e rivendicate dal Terrorismo Nero (neofascisti), come la strage di Piazza Fontana 1969, Loggia di Brescia 1974 e di Bologna 1980, o gli omicidi effettuati dal Terrorismo Rosso, come il rapimento e omicidio di Aldo Moro minacciarono considerevolmente l’equilibrio sociale e politico italiano dell’epoca.
Inoltre credo che ritengo che la crisi energetica del ’73 ci abbia fortemente condizionato visto che si reagì ad essa tramite la cosiddetta “rivoluzione elettronica”; percepita come una vera e propria Terza Rivoluzione Industriale.
I paesi occidentali, fortemente colpiti dal petrolio, adottarono metodi di produzione più efficaci e rapidi basati sull’automazione industriale, ispirandosi al Giappone.
L’automatizzazione dei processi industriali è oggi impiegata non solo dai paesi occidentali ma anche da quelli orientali ormai fortemente industrializzati e rilevanti protagonisti nell’economia globalizzata.
Ottima e articolata, nonché argomentativamente convincente risposta.
Non è molto chiara, tuttavia, l’eredità del terrorismo che, del resto, come tu stessa scrivi, modificò “l’equilibrio sociale e politico italiano dell’epoca”, non della nostra.
Una crisi evidente è sicuramente quella legata alla tensione presente dal 1948 nel Medio Oriente, tra Palestinesi e Israeliani; in seguito alla fondazione dello Stato ebraico d’Israele, e al non riconoscimento di quello palestinese da parte delle Nazioni Unite (oggi viene considerato un cosiddetto “Stato osservatore”) , il mondo arabo ha iniziato una serie di conflitti che permangono ancora oggi, nonostante i tentativi intermittenti di negoziati di pace.
La Russia, dopo la fine dell’URSS nel ’91, è passata ad un’economia di mercato, con costi sociali elevati e una rilevante instabilità di governo, in quanto si trattava di un sistema economico fragile cresciuto troppo rapidamente e in modo disordinato; solamente con la presidenza di Putin la Russia ha ricominciato a crescere, grazie soprattutto alla valorizzazione delle abbondanti risorse naturali presenti in un territorio così vasto.
Dalla seconda metà degli anni Ottanta, la diffusione di nuove tecnologie ha determinato una stretta connessione tra le diverse economie nazionali, dando origine al fenomeno della globalizzazione, tuttora evidente, a cui si attribuisce un ruolo cruciale nell’aver agevolato in questi mesi la trasmissione del Sars-cov-2 nei Paesi di tutto il mondo; inoltre, se da un lato l’apertura di un mercato globale ha favorito la crescita di economie emergenti (come quelle di Russia, Cina e India), dall’altro ha acuito il tasso di povertà di molte zone dell’America Latina e dell’Africa, in quanto la disparità di reddito e consumi è aumentata tra le aree più sviluppate e quelle caratterizzate da pesanti ristrettezze.
Infine risulta fondamentale per l’attualità citare la crisi del rapporto con il mondo islamico, iniziata a partire dal conflitto sunnita-sciita tra Iraq e Iran, e proseguita con l’espansione del fondamentalismo religioso (con l’ideologia teocratica dell’ayatollah Khomeini), la quale ha portato alla formazione di gruppi estremisti (al-Qaeda prima e in seguito Daesh) che da anni combattono una “guerra santa” contro l’Occidente, in particolare contro gli USA (ne è testimonianza l’incubo vissuto l’11 settembre 2001 con l’attentato alle Torri Gemelle di New York).
Risposta molto belle a ricca. Peccato che tu non abbia richiamato esplicitamente all’inizio di ogni sotto-tema la specifica crisi da cui le vicende da te narrate presero le mosse (p.e. la fine del comunismo per quanto riguarda l’evoluzione della Russia ecc.).
le crisi di cui siamo eredi sono:
– La crisi tra isreliani e palestinesi che non si è ancora risolta e continua a creare tensioni anche tra gli Stati e le organizzazioni che si schierano a favore di una o dell’altra fazione
– La crisi prodotta dal nascere dell’islamismo radicale, dovuto alla rivalità tra le due confessioni islamiche: sunnita e quella sciita;rivalità che porterà poi alla nascita del terrorismo internazionale di tipo religioso
– La crisi dei riferimenti politici e culturali degli anni Novanta per mezzo della quale emerse il ruolo da mediatori della NATO e degli USA evidenziando d altra parte la debolezza dell UE, in particolare nei conflitti in Iugoslavia fra serbi e croati e in quelli per l’indipendenza di Macedonia, Montenegro, Bosnia-Erzegovina e Kosovo.
– Le crisi economiche che portarono molto ad un avanzamento tecnologico ma in alcuni casi ancge alla violazione dei diritti umani .
Negli USA, nonostante la crisi energetica del 1973, si assistette ad un forte sviluppo tecnologico.
In Cina, per superare la crisi, le riforme modernizzarono il paese violando però i diritti umani.
In Sudafrica si assiste ad una riconciliazione tra le popolazioni bianche e nere in segiuto all’abolizione delle leggi di segregazione razziale
Buona sintesi. Non sono chiari i legami tra gli ultimi due periodi (in senso grammaticale) e quanto precede. La fine del comunismo non ha avuto effetti?
Tra le 7 crisi ritengo che quella che ha condizionato maggiormente il nostro presente sia quella ambientale. Infatti ci stiamo trovando ad affrontare le conseguenze di secoli di inquinamento e cambiamento climatico dovuto alle attività umane. Un’altra conseguenza rilevante di queste crisi è l’emergere dell’islamismo radicale, sfociato nell’attentato alle torri gemelle. Queste forme di islamismo radicale le ritroviamo ancora oggi in vari atti di terrorismo . Inoltre un’altro cambiamento importante ereditato dal passato sono i “fratelli” della rivoluzione scientifica che stiamo utilizzato anche oggi per didattica o lavoro a distanza durante l’emergenza COVID. Infine riterrei significante anche la crisi sanitaria, che stiamo affrontando anche ora.
Che cosa intendi per “fratelli” della rivoluzione scientifica? Risposta sintetica ma relativamente chiara. La crisi attuale non può avere eredità se non nel futuro, ma è (sarà considerata) certamente rilevante.
Al giorno d’oggi, con riferimento a fenomeni economici, sociali e politici, è invalso l’uso del termine ‘’crisi’’ per indicare uno squilibrio traumatico e poi, più in generale, uno stato più o meno permanente di disorganicità, di mancanza di uniformità e corrispondenza tra valori e modi di vita. In realtà, la parola “crisi” non ha solo un significato negativo, ma, in greco, significa “giudizio”, “separazione”, momento di passaggio che richiede decisioni in vista di un cambiamento.
Partendo dalla seconda metà del ventesimo secolo, il mondo è stato soggetto da numerose crisi da questo punto di vista. Alcune di esse hanno condizionato la nostra vita più di altre e per questo possiamo dire che l’impatto di queste è stato maggiore rispetto ad altre crisi verificatesi.
Un esempio di crisi tra quelle più rilevanti in ambito globale, secondo il mio punto di vista, può essere l’Estremismo Islamico. Quest’ultimo minaccia gran parte degli stati occidentali, tra cui soprattutto gli Stati Uniti, attraverso attacchi violenti e imprevedibili (bombardamenti, omicidi, rapimenti di persone…). Proprio per questo motivo, appunto per il terrore che vogliono incutere nelle persone di fede diversa dall’Islamismo, penso che sia il fattore che più ci ha condizionato sia per quanto riguardo il pensiero (p.e. tutti i pregiudizi verso gli islamici) sia per le azioni (p.e. tutte le forme di sicurezza che vengono prese quanto si verificano eventi che prevedono l’assembramento di un gran numero di persone).
Hai indicato come rilevante una sola crisi, mentre forse se ne sarebbero potute indicare altre, ma il tuo testo è comunque ben scritto, coeso e convincente.
Tra le 7 crisi di cui siamo eredi penso che alcune siano state più significative e abbiano influenzato maggiormente i giorni odierni e il modo in cui viviamo e affrontiamo le crisi attuali. Sicuramente la crisi del comunismo e la conseguente fine della guerra fredda furono molto importanti. Hanno favorito la nascita di un mondo multipolare caratterizzato da una serie di conflitti regionali e guerre civili religiose a cui si faceva e si fa ancor oggi fatica a porre rimedio, come quelli nei Balcani, in Somalia e il permanente conflitto in Siria. In Afghanistan, dopo l’invasione dell’Unione sovietica, prese il potere la frangia islamica più estremista, quella dei talebani che imposero al paese una dittatura religiosa ed esportarono poi il terrorismo verso l’uccidente.
Tra i vari attentati terroristici si ricorda il più noto alle torri gemelle l’11 settembre 2001. Ancora oggi i paesi occidentali sono a rischio di questi attacchi mossi dalla religione, difficilmente prevedibili. Quindi penso che la crisi del rapporto con il mondo islamico sia parecchio rilevante poiché è quella i cui effetti si vedono maggiormente oggi e ci sembrano sempre più vicini e pericolosi.
Significativa è la crisi permanente medio-orientale tra palestinesi e israeliani poiché, dopo quasi 70 anni, non si è ancora risolta. Questi paesi sono tuttora in conflitto e la comunità palestinese è soggetta a confische continue delle aree dove ha sempre vissuto e all’espansione illegale, secondo il diritto internazionale, degli insediamenti israeliani.
A mio parere tra le 7 crisi a cui siamo andati incontro in questi ultimi 40 anni la più significativa è stata sicuramente quella ambientale. In realtà tutte le crisi viste hanno avuto conseguenze sul presente, più gravi come per esempio la crisi economica degli anni ’70, o meno come la crisi tra israeliani e palestinesi in quanto non ci tocca in primo luogo (se non per quanto riguarda il petrolio ed il suo commercio). A differenza di queste crisi infatti, quella ambientale ci riguarda tutti indistintamente, e sopratutto nonostante l’evidente emergenza a cui stiamo andando incontro, non tutti gli stati stanno collaborando per risolverla. Questa crisi che va avanti ormai da molti anni, non sembra aver trovato purtroppo una risoluzione definitiva, sembra anzi peggiorare di giorno in giorno. Come confermato dalla comunità scientifica, se non verrà risolta a breve, andremo incontro ad un vero e proprio declino della nostra terra a cui seguirà sicuramente l’estinzione dell’uomo. Per questo secondo me è così importante, ed il fatto che in così tanto tempo sia stato fatto così poco a riguardo mette realmente in dubbio il mio futuro.