Dopo aver letto con attenzione la pagina del sito relativa alla nascita del fascismo, fruendo del documentario ivi “linkato” e studiando le pagine del manuale ivi evocate, rispondi al seguente quesito:
- Secondo te il fascismo è stato un fenomeno possibile solo nel contesto storico nel quale esso ebbe effettivamente luogo o potrebbe ancora riproporsi qualora se ne dessero le condizioni (condizioni simili a quelle che ne costituirono storicamente i presupposti)?
Invece di rispondere direttamente al quesito puoi anche discutere le risposte di qualche tuo compagno (purché ve ne siano), cliccando su “rispondi” in corrispondenza al relativo post.
La nascita del fascismo fu un evento molto significativo per l’italia, in quanto sembra quasi la naturale evoluzione della situazione in cui si trovava dopo la prima guerra mondiale. La causa secondo me più importante fu l’abilità di mussolini di saper sfruttare tutti i reduci a cui erano state promesse cose che poi non state date veramente, come Fiume. In definitiva quindi, le condizioni sono molto importanti. Tuttavia, ripeterle al mondo d’adesso non garantirebbe l’ascesa al potere di una dittatura. Ci sono stati troppi cambiamenti nella mentalità delle persone, nel mondo delle informazioni, nella partecipazione del popolo alla politica che io credo che al giorno d’oggi sarebbe altamente improbabile che si instauri una dittatura in modo analogo al fascismo.
Interessante il rilievo sul ruolo dei nuovi strumenti di comunicazione. Al tempo delle grandi dittature del Novecento i nuovi media erano nelle mani del potere e potevano essere facilmente manipolati perché unidirezionali (cinema, radio), ossia tali da rendere i cittadini passivi fruitori dei media medesimi. Oggi, invece, la “rete” favorisce contatti orizzontali che possono permettere il sorgere di nuovi movimenti di popolo nel giro di pochi mesi (come è accaduto, sia pure con scarso successo, recentemente, durante le cosiddette “primavere arabe”).
Secondo me il contesto di precarietà ed instabilità politica e sociale in cui si è sviluppato il fascismo sono stati fondamentali per la sua diffusione. Senza le condizioni socio-economiche e politiche disastrose del periodo, forse, tale fenomeno non sarebbe nemmeno nato, ma questo è impossibile da sapere. Ormai, però, il periodo fascista c’è stato, tutti ne conoscono le cause e gli effetti. Di conseguenza si saprebbe cosa fare per evitare una svolta autoritaria come quella che avvenne nel periodo di Mussolini. Certo, teoricamente sembra tutto facile, ma ritengo che nel corso degli anni, vedendo tutti i disastri che ha causato il fascismo, si sia sviluppato un cosciente rifiuto nei confronti di questo movimento che ne renderebbe impossibile un nuovo attecchimento. Ovviamente non è possibile prevedere il futuro e la mia teoria potrebbe essere del tutto errata. Posso affermare, però, che se mai dovessero ripresentarsi le condizioni del periodo antecedente alla seconda guerra mondiale, il “cosciente rifiuto” di cui parlavo potrebbe non bastare a fermare l’avvento di un nuovo regime fascista. A sostegno di tale teoria c’è un film “L’Onda” che mostra la facile corruttibilità del uomo. Nel film, infatti, un professore riesce ad instaurare un regime di tipo autoritario all’interno della sua classe nonostante questa fosse, prima di incontrarlo, del tutto contraria ai principi autoritari e totalitari del Nazismo/Fascismo. La domanda che il professore pone alla propria classe è proprio la stessa che fa lei e mostra come, in realtà, il fascismo possa instaurarsi nuovamente. Si tratta senza dubbio di una finzione cinematografica ma pur sempre abbastanza convincente. Sinceramente non saprei come rispondere efficacemente alla domanda ma, posso dire che ritengo molto difficile una nuova instaurazione del regime fascista anche se non del tutto impossibile.
A quanto pare il film “L’Onda” ha colpito più di uno di voi… Anche tu sottolinei una cosa importante: la conoscenza del fascismo potrebbe aiutare a difendersene. Tuttavia, riconosci che tale conoscenza potrebbe non essere sufficiente. In effetti, leggendo le vostre risposte, mi convinco sempre di più che, probabilmente, non è la conoscenza in quanto tale del passato a impedire che esso si ripeta, ma è la conoscenza delle conseguenze negative di certe scelte del passato che potrebbe dissuadere dal rifarle (scelte negative nella prospettiva, soprattutto, di chi crede di avere l’interesse a farle, più che scelte negative nel senso che le loro ricadute siano negative per altri, considerazione morale che, tuttavia, potrebbe avere scarsa presa nel gioco degli interessi in campo).
Penso che il fascismo sia un fenomeno che può riproporsi in qualsiasi momento proprio a causa della sua natura. Io intendo il fascismo, come la punta dell’iceberg, credo infatti, che esso sia solo uno dei tanti e pericolosi frutti dello stesso seme. Penso a questo seme come ad un atteggiamento verso gli altri, atteggiamento che mette radici nella nostra disperazione o voglia di rivalsa, e che conseguentemente trasforma esse in odio, odio verso gli altri, odio verso le leggi, odio verso le istituzioni. Il seme cresce solo in presenza di odio e, soprattutto, in presenza di ignoranza e di menefreghismo. Mussolini non ha fatto altro che innaffiare questo seme e farlo diventare un velenoso germoglio: è da questo germoglio che è nato il fascismo. E’ bene allora, che tale seme sia stroncato sul nascere facendo vedere quali sono state le conseguenze che il fascismo ha portato come la negazione della libertà e della dignità dell’uomo, facendo capire che esiste una parte giusta ed una sbagliata e facendo conoscere i nomi e le azioni di coloro che hanno contribuito a distruggere questo seme, perché solo in questo modo potremo ripeterle a nostra volta e contribuire a tenere vivo il ricordo di questi uomini.
Molto opportuno, oltre ad altre tue considerazioni condivisibili, mi sembra il rilievo della necessità di fare “vedere quali sono state le conseguenze che il fascismo ha portato”. Infatti, in questo modo è possibile confutarne le pretese dall’interno, senza invocare principi e criteri esterni, che magari tu condividi (per esempio il principio del rispetto delle minoranze, della libertà di pensiero ecc.), ma, ovviamente, chi inclina verso il fascismo molto meno.
L’Italia, sicuramente subito dopo il primo conflitto mondiale, si è trovata nel giro di pochi anni nel pieno della dittatura fascista. Questa situazione si venne a creare per una serie di cause indipendenti dalla fine della guerra. Nonostante l’Italia avesse vinto il conflitto, la grave situazione economica che si creò, la situazione dei reduci che non avevano più una ricollocazione nella società e le donne che vennero nuovamente relegate ai margini, comportarono il crescere del malcontento e il passaggio dallo stato liberale allo stato totalitario con perdita della democrazia. Detto questo, si può affermare che il fascismo si è sviluppato come reazione e conseguenza della grave crisi politica, economica e sociale che si ebbe nel paese successivamente ed indipendentemente dal fine della guerra. Ogni regime totalitario, come quello fascista, infatti si sviluppa ogni volta che in un paese ci sia una situazione di incertezza sociale, politica e di povertà. Questa affermazione ha come conseguenza diretta che il fenomeno “del regime fascista” non sia solo del passato, ma possa appartenere anche al mondo attuale. Malcontento, povertà, incertezza sociale e politica sono infatti le basi su cui si fonda il fenomeno totalitario a causa della fragilità delle istituzioni che governano il paese.
Mi sembra una considerazione condivisibile. Tutto sta nel definire, ovviamente il “fascismo”. Se lo intendiamo come fenomeno preciso, storicamente ben determinato, non può che essere “datato” e irripetibile. Se, invece, consideriamo il “fascismo” quella che un tempo si sarebbe chiamata una “categoria dello spirito” o quello che Max Weber (sociologo di cui parleremo) chiamava “tipo ideale”, allora qualcosa di simile, mutatis mutandis, potrebbe certamente ripresentarsi nelle condizioni che tu immagini.
Credo che il fascismo potrebbe ripresentarsi, cambiando magari leggermente forma, ma rimanendo nell’essenza lo stesso. Se nelle condizioni ideali una società potrebbe desiderare un ordinamente simile a quello fascista, non solo per l’aspetto totalitario del potere, ma magari anche solo per esprimere il proprio odio verso minoranze ritenute superflue e scomode. Trovo tuttavia molto difficile che ciò accada per via della conoscienza che al giorno d’oggi abbiamo sviluppato a riguardo, e spero che per la maggior parte delle persone il periodo fascitsta sia un periodo buio e di cui vergognarsi e non da prendere come esempio per un futuro.
Oscilli tra l’accreditare la tesi di Santayana secondo la quale “chi dimentica il passato è destinato a ripeterlo” e il timore che il fascismo possa comunque ripresentarsi. Non sono del tutto convinto che l’odio verso le minoranza animasse il fascismo come poi animerà il nazismo.
Con la conclusione del primo grande conflitto mondiale, si assisté alla nascita del fascismo, il quale viene ricordato come un movimento storico, rappresentato dal suo condottiero Benito Mussolini, che trova il consenso di ceti medi, ex combattenti, figli di borghesi e anche studenti. Questo fenomeno volge la sua attenzione al rispristino dell’ordine, precedentemente compromesso dal volto demoniaco, sempre più influente, della modernità.
Personalmente ritengo che le motivazioni che diedero forma a questo regime totalitario, che caratterizzò il ventennio seguente al 1922, siano riproponibili. Le cause derivano, principalmente, da situazioni irrisolte, o che si sono conclusero con soluzioni precarie, del primo grande conflitto mondiale, come una mancanza di egemonia, una crisi del sistema democratico e l’assenza di una classe dirigente in grado di fronteggiare la situazione. Da questo nacque, o per meglio dire si accentuò, il sentimento nazionalista e un senso di unità che favorì l’ascesa del Duce e la conseguente nascita del partito nazionale fascista.
Concludendo, secondo me, non è impossibile che una situazione simile possa verificarsi nuovamente, poiché nessuno è in grado di garantire che, a futuri conflitti e squilibri, sarà avanzata una soluzione adeguata ed efficace, e di conseguenza che le genti non sentano la necessità di venir rappresentate da un dittatore che incarni quelle che sono le loro insoddisfazioni.
Mi sembra una buona riflessione, che ritrovo anche in alcuni tuoi compagni.
Dal mio punto di vista il movimento fascista dalla sua nascita è sempre stato e sempre sarà un germe che sarà insito più o meno profondamente nella politica e cultura italiana.
Se le cause storiche legate alla prima guerra mondiale e alla forte presenza politica nel panorama europeo dell’ URSS, che porterà alla mistificazione della rivoluzione bolscevica per esempio nel biennio rosso italiano, sono difficilmente riproponibili attualmente per ovvi assetti politici del nostro momento storico, secondo me il pensiero fascista è facilmente condivisibile da persone che, in periodi storici in cui il disordine politico, economico e sociale è fortemente presente, sono alla ricerca di ordine all’interno della società infatti anche prima dell’avvento del fascismo in Italia ci fu un periodo in cui la politica era ritornata a una visione conservatrice.
Questa ricerca di ordine a tutti i costi è possibile osservarla anche nei partiti attuali di destra e/o estrema destra che puntano il dito della distruzione di un assetto stabile sociale, secondo loro prima presente nella società, a uomini appartenenti a etnie straniere e anche ai componenti della comunità LGBTQ.
Personalmente ritengo che un ritorno del fascismo, soprattutto nel nostro periodo in cui l’indignazione e il terrore operato attraverso i media verso i presunti “nemici” della nostra società e cultura è in ascesa, sia una pericolosa possibilità che ritengo debba essere presa in seria considerazione sul piano politico sopratutto visto il crescente consenso ai partiti non troppo lontani dalla visione fascista.
Ti ringrazio perché ho imparato un nuovo acronimo (LGBTQ) che non conoscevo. A parte questo, comprendo le tue paure, tuttavia forse andrebbero meglio circostanziate e chiarite, per non fare di ogni erba… (è proprio il caso di dirlo!) un fascio!
Le cause che portarono all’ascesa del fascismo furo molte e di vario tipo. La crisi politica, sociale, economica e culturale che caratterizzò il primo dopo guerra fece da base alla nascita di movimenti radicali ed estremisti che, nel corso degli anni si trasformarono in regimi totalitari (fascismo, nazismo). Inoltre i trattati di pace di Versailles ridimensionarono i territori tedeschi e dell’impero austro-ungarico ma anche quelli del nostro Paese e in questo clima iniziò ad accentuarsi il sentimento nazionalista. Dopo il “biennio rosso “ (1920-1921) con lotte operaie e l’occupazione delle fabbriche, tra la gente nasce il desiderio di ordine, disciplina che il fascismo sembrava volesse tutelare. Per concludere il governo liberale italiano, formato da una classe dirigente obsoleta, entrò in crisi e un accordo tra il Partito Socialista e il Partito Popolare non si verificò lasciando strada libera all’ascesa del fascismo. Ripercorrendo le basi dell’avvento del totalitarismo in Italia, credo che ora come ora non si potrebbe verificare un fenomeno simile perché non ci sono le basi che caratterizzarono il primo dopoguerra e inoltre nel XXI secolo la gente è in grado di farsi una propria opinione su certi argomenti e lottare per i propri ideali senza farsi calpestare dagli altri. Questo ultimo punto viene smentito però, dal film “L’Onda” il quale grazie un esperimento sociale avvenuto nel 1967 in California spiega come la Germania poté arrivare al nazismo. Infatti il professore Ron Jones fondò un movimento, che lui stesso autocraticamente comandava con una severa disciplina e sanzioni in caso d’infrazione. Il sentirsi parte di una comunità entusiasmò molti studenti, ai quali se ne unirono altri di classi diverse. Jones ha poi spesso confessato di aver apprezzato molto il grande seguito da parte degli studenti. Per fermare le dinamiche scatenate dall’esperimento, decise di interromperlo al quinto giorno e mostrò ai giovani un confronto tra il loro movimento e le organizzazioni giovanili naziste facendogli capire che anche a seguito degli avvenimenti che caratterizzarono la Seconda Guerra Mondiale un semplice e innocuo movimento può degenerare in un totalitarismo.
Il riferimento all’esperimento di Jones è molto interessante. Ne riparleremo a proposito della metodologia della psicologia comportamentistica. I risultati di questo esperimento sembrerebbero smentire quelli della psicoanalisi e anche la sentenza di Santayana che ho citato nel rispondere a Cristina (e alla quale anche tu sembri inclinare nell’enfatizzare il ruolo della consapevolezza che avremmo maturato di certi rischi).
Credo che il fascismo sia un fenomeno che trova le sue più profonde radice nelle condizioni storiche, politiche, sociali ed economiche dell’epoca: la fine di una guerra disastrosa che portò ad un rapido collasso degli equilibri economici e sociali. La crisi dei sistemi liberali e democratici venne acuita da una sempre crescente disoccupazione e dal malcontento della popolazione che la maggior parte delle volte sfociava in violenti scioperi. Purtroppo è facile pensare che in un paese debole da tutti i punti di vista l’avvento del fascismo non fosse poi così improbabile. Ciò è dimostrato dal fatto che anche nella maggior parte degli altri paesi europei, che dopo la Grande Guerra presentavano gli stessi disagi e tensioni italiane, crollarono i deboli governi liberali per dare luce a regimi fascisti o totalitari.
Credo che ora come ora, in un Europa moderna, dotata di una coscienza storica e orientata alla cooperazione tra gli stati e governi, il risorgere di un sentimento e di un’ideologia effettivamente fascista sia molto improbabile. Ciò nonostante se dovessero presentarsi nuovamente condizioni simili a quelle degli anni ’20 del Novecento non escludo che un nuovo fascismo, forse differente in alcuni aspetti, potrebbe rinascere.
Mi sembra di sentire l’eco della celebre frase di George Santayana: coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo. A nostra volta ripetiamo questa sentenza con compiacimento. Ma sarà vera? Su che cosa si basa? Forse Freud darebbe ragione a Santayana: il rimosso ritorna, ma quando ne diveniamo consapevoli i sintomi negativi si dissolvono.
Secondo me il fascismo è stato un fenomeno legato al contesto storico ed economico; Italia povera, economicamente arretrata e reduce da una guerra conclusa con la “vittoria mutuata”. Tutti fattori che hanno favorito l’ascesa del fascismo, il quale proponeva di risolvere tutti i problemi che affliggevano l’Italia.
A mio parere, il fascismo potrebbe ripresentarsi qualora si ripropongano gli stessi problemi sopra citati.
Certamente, effetti simili richiedono cause simili. Anche altrove…
Quello che la storia ci ha insegnato è che tutto può succedere ma personalmente non penso che il fascismo possa riaffermarsi di nuovo nei nostri giorni.
Come prima cosa penso che la società abbia imparato la lezione e che abbia cambiato mentalità.
Inoltre sono certo del fatto che gli altri stati non permetterebbero mai che si formi un governo di quel tipo .
Comunque come ho già scritto sopra nessuno può essere certo di quello che succederà.
Sei certo che gli altri Stati non permetterebbero il risorgere del fascismo? Forse ti riferisci agli Stati europei… Ma altrove il fascismo potrebbe risorgere? Qualcosa di simile forse è anzi già risorto senza che gli “Stati” abbiano reagito molto se non con qualche sanzione… O no? Pensaci bene. Certo, tutto sta a definire “fascismo”.
Personalmente ritengo che, per quanto il fascismo possa essere un fenomeno collegato con gli avvenimenti del periodo, per esempio le conseguenze della prima guerra mondiale, non deve essere considerato come un fatto isolato e irripetibile. Il fascismo basa la sua politica sulla paura del diverso e dello straniero e fa leva sul nostro senso patriottico e sulla necessità insita dell’uomo di avere un riferimento che risolva i problemi al posto loro. Certo, le condizioni del periodo erano del tutto particolari, ma ciò non vuole dire che le necessità e le paure su cui facevano leva nel passato siano scomparse. Al posto degli ebrei e delle popolazioni slave ora ci sono gli immigrati delle zone del medio oriente e dell’africa e gli omosessuali. Per quanto si siano fatti enormi passi avanti su argomenti come il razzismo o l’omofobia, essi non sono scomparsi del tutto e possono essere riaccesi con poco. Negli ultimi anni si è assistito, in America per esempio, alla salita al potere di politici come il presidente Trump, la cui campagna si basava pericolosamente su ideali simili a quelli che hanno portato la nascita del nazismo e del fascismo. La concezione del “ritorno ai tempi d’oro” alla ripresa di una patria che sembra ormai diluita e divisa tra nazionalità diverse sono ritornate in auge. Ovviamente l’avvento del fascismo non potrebbe avvenire da un giorno all’altro, ma abituare la gente a concezioni xenofobiche e omofobe con piccoli passi non è difficile, è già successo e può ripetersi. Per concludere, il fascismo potrebbe tranquillamente ripetersi, specialmente se non si conoscono le cause che lo hanno fatto nascere e il suo percorso.
La tua analisi mi sembra molto interessante, ma forse un po’ generica. Ad esempio mi sembra che nella tua analisi tu denomini “fascismo” qualcosa di molto più simile al “nazismo”, anche se, certamente, anche il fascismo, in una certa sua fase, adottò a sua volta atteggiamenti di tipo razzistico. Tuttavia, anche senza evocare tali aspetti, il fascismo delle origini, quello squadrista, potrebbe a sua volta avere qualche “riedizione”… oppure no?
In uno stato stanco e reduce da una guerra che ne evidenziò soltanto povertà e debolezza, il fascismo pose le sue radici. Mussolini fu innanzitutto un intelligente stratega, incentivò la massa, desiderosa di riscatto, ad una rivolta violenta.
Non credo possibile la rinascita del fascismo al giorno d’oggi. É vero che l’Italia si sta trovando in una situazione difficile a livello economico, politico e sociale; ci sono continui dibattiti sull’emergenza “immigrazione”, sull’importanza di mantenere una propria identità e, inoltre, cresce, di giorno in giorno, la paura del diverso.
Questi elementi potrebbero essere visti come fattori significativi e incentivanti nello sviluppo di un “nuovo fascismo”, ma non sono gli unici da prendere in considerazione.
Dall’esperienza passata abbiamo capito quanto potrebbero essere gravi e sfavorevoli le conseguenze di tali sommosse, inoltre negli anni si sono creati movimenti solidi e politicamente attivi in grado di ostacolare anche un impeto così travolgente, per questo penso che azioni di questo genere non abbiano futuro.
Forse l’uomo non ha molto cambiato la sua mentalità, ma credo che abbia sviluppato un senso di controllo e rettitudine, che lo porta a pensare agli esiti prima di compiere qualsiasi azione.