Ripassando il modulo storico-filosofico sulle origini del cristianesimo ti sarai imbattuto/a nell’approccio di Origene al testo sacro e in quello di Agostino.
- Rilevi differenze rilevanti tra i due approcci e, in caso positivo, quale ti sembra più convincente?
Secondo il mio punto di vista l’unica differenza rilevante tra è che Origine suggerisce un’interpretazione delle scritture in maniera allegorica mentre Agostino crede che la Bibbia sia un documento di valore storico ma anche allegorico.
Hai colto un punto essenziale, che, tuttavia, ha un’implicazione. Per Agostino la Bibbia contiene un messaggio rivelato (storicamente, essenzialmente da Gesù) a cui non si sarebbe mai potuti pervenire razionalmente.
Mentre Origene, per interpretare le scritture, ritiene che sia necessario mettere in evidenza lo scopo cui mirava lo Spirito Santo, riguardante primariamente gli ineffabili misteri della vita umana, Agostino si colloca a mezza via tra l’approccio platonizzante e quello storico-critico. Come Origene anche lui tende ad interpretare la Bibbia allegoricamente (sull’onda del Credo), ma interpreta letteralmente e storicamente la morte e la resurrezione di Gesù.
A mio parere, ritengo sia più convincente l’approccio di Agostino, poiché lo ritengo più attendibile rispetto a quello di Origene dato che si basa principalmente su interpretazioni storiche, e quindi teoricamente vere.
Ma non tutte le interpretazioni “storiche”, nel senso di letterali, sono attendibili. Perché le dici “teoricamente vere”? L’ascensione è attendibile? Il passaggio degli Ebrei attraverso il Mar Rosso è credibile? Che piovesse manna dal cielo è credibile? Origine si costrinse a una lettura allegorica di certi passi proprio per la loro inverosimiglianza se intesi letteralmente. Certo, a Dio tutto è possibile, ma allora l’adozione dell’interpretazione letterale non dipende dalla verosimiglianza storica, bensì, al contrario, nella fede nell’onnipotenza divina.
Sant’ Agostino e Origene hanno entrambi in comune il fatto di avere un approccio filosofico alla religione; entrambi, dopo aver aderito a varie correnti filosofiche, si sono avvicinati alla religione cristiana con una massiccia concezione filosofica alla spalle.
Due uomini molto simili per il modo di pensare pur essendo di epoche molto distanti tra loro.
Origine è uno dei primi filosofi che si è relazionato con la religione cristiana: leggendo gli accorgimenti per l’ approccio ad un testo sacro , che lui stesso ci ha lasciato, notiamo quanta importanza dia il filosofo all’ interpretazione spirituale di una scrittura piuttosto che alla sola interpretazione letterale, ma per fare ciò si ha bisogno di qualcuno che ci guidi altrimenti ognuno ne trarrebbe un’ interpretazione personale. Questo qualcuno, secondo Origene, è la regola della Chiesa istituita da Cristo.
Sant’ Agostino crede anch’ egli che senza la parola di Dio gli uomini non siano sempre in grado di compiere il bene , che in parte rispecchia la visione religiosa di Origene che però nel testo non parla di bene o male ma di interpretazione della sacra scrittura più o meno corretta.
Secondo me l’ approccio migliore da parte di un fedele è quello di Sant’ Agostino perchè concepisce letteralmente la morte e resurrezione di Gesù e questo fa di lui un uomo che crede con più profondità all’ esistenza di Dio
Analisi molto perspicace. Si tratterebbe di capire perché credere nella morte e resurrezione di Gesù renda più profonda la fede in Dio…
Entrambi tendono a interpretare la Bibbia allegoricamente ma Origene cerca di armonizzare i testi della Sacra Scrittura tra loro e anche i passi che si ritiene dover intendere letteralmente li intende allegoricamente considerandoli come metafore; anche Agostino tende a interpretare la Bibbia allegoricamente ma interpretava anche in modo letterale e stoico altri passi ( come la morte e resurrezione di Gesù).
Trovo più convincente il metodo di Agostino perché credo che ci siano dei passi che vadano interpretati allegoricamente e altri letteralmente
Per quale motivo alcuni passi dovrebbero essere interpretati in un modo e altri in un altro?
Origene interpreta i testi sacri allegoricamente, cercando di armonizzare tra loro i diversi testi che costutuiscono la sacra scrittura, costruendo un discosco coerente e ragionevole. Anche Agostino tende a interpetare la Bibbia allegoricamente ma concepisce letteramente e storicamente la morte e la resurrezione di Cristo. L’approccio più convincente mi sembra quello di Agostino: davanti alle incongruenze della Bibbia è opportuno adottare un’interpretazione non letterale, mentre eventi come ad esempio la morte e la resurrezione di Cristo devono essere interpretati letteralmente.
Ottima osservazione. Forse manca un’argomentazione finale come p.e. “Altrimenti (se la morte e resurrezione di Cristo non fossero interpretatE letteralmente) il cristianesimo perderebbe la sua specificità e sarebbe assimilabile a una forma di platonismo”.
Sia Origene che Sant’Agostino interpretavano, in maniera allegorica, i testi sacri.
Origene, e tutti coloro che seguirono poi la sua logica, ignoravano il significato letterale dei testi per giungere ad un’interpretazione filosofica che variava da persona a persona.
Sant’Agostino li interpretava in maniera allegorica, però alcuni aspetti li coglieva in modo letterale, come ad esempio la morte e la resurrezione di Gesù.
E quale delle soluzioni ti sembra migliore?
Mi sembra che gli approcci siano simili perchè entrambi ammettono l’interpretazione letterale e allegorica delle Scritture. Origene però enfatizza maggiormente il secondo tipo di approccio, invitando a svelare il significato celato dietro le parole dei testi sacri per raggiungere la verità. Agostino, invece, ritiene che si possa accettare anche una lettura letterale del significato, purché questa non sia in contraddizione con gli insegnamenti fondamentali della Bibbia, in tal caso è bene ricercare il significato allegorico.
Si, e quale soluzione ti appare migliore?