Sulla base degli approfondimenti svolti (anche tramite la fruizione del film di Liliana Cavani su Galileo, oltre che sulle pagine del manuale indicate nella relativa unità didattica) sul conflitto tra la Chiesa cattolica e Galileo, culminato nel processo allo scienziato pisano e nella celebre abiura del copernicanesimo, rispondi al seguente quesito:
- Con quali argomenti i teologi accusatori di Galileo potevano giustificare la condanna dello scienziato pisano?
I teologi accusatori di Galileo per accusarlo utilizzano le seguenti motivazioni:
– La Chiesa voleva che Galileo, nel suo libro, facesse in modo che la Scienza discutesse e ipotizzasse nuove teorie, però sempre con l’idea che l’ultima parola spettasse alla Chiesa. Galileo segue questo ordine ma, secondo gli accusatori, la Chiesa “parla” attraverso un personaggio ridicolo, che di conseguenza prende in giro questa e il Pontefice.
– Se la Chiesa avesse accettato le teorie rivoluzionarie di Galileo, il mondo potrebbe pensare che questa tradisca i propri principi e si creerebbe ancora più confusione di quella già presente a causa dello scisma fra cattolici e protestanti.
– Galileo sembra voler spiegare alla Chiesa come amministrare il proprio potere, pone la matematica al di sopra e contro la parola dei profeti e dissemina la “falsa” teoria di Copernico contrariamente all’ordine datogli, ordine che in realtà non gli era mai stato dato ufficialmente, ma solo come consiglio da parte di un cardinale.
Velocissima! Hai colto diverse motivazioni, ma non tutte (la più rilevante si riferisce al fatto che Galileo non aveva prove sufficienti). La precisazione di cui corredi l’ultima è confusiva (precisando che l’ordine di tacere non fosse mai stato dato ufficialmente a Galileo, riferisci quello che sappiamo, ma non certo un argomento che la Chiesa potesse usare contro Galileo!).
I teologi potevano accusare Galileo in primo luogo perché invece di portare la sua idea solo come tesi matematica decise di toccare ciò che era strettamente legato alla religione (perciò fu facile etichettarlo come eretico), in secondo luogo poiché effettivamente le sue tesi in alcuni punti era sbagliata e imperfetta, ad esempio a causa di Galileo stesso che non fu chiaro riguardo a certe implicazioni dell’eliocentrismo come l’infinità dell’universo. Come se ciò non fosse abbastanza il sistema non era accurato quanto quello geocentrico che aveva avuto a disposizione un migliaio di anni per potersi evolvere sempre più.
Questi i limiti scientifici della teoria di Galileo (solo alcuni dei quali effettivamente adoperati dagli accusatori durante il processo). A questi andrebbero aggiunte le accuse di violazione dell’ingiunzione di Bellarmino.
I teologi accusarono e condannarono Galileo come eretico, ovvero ritennero che avesse avuto falsa fede e fosse stato contrario alle Sacre Scritture, perché affermava che il sole era al centro dell’universo, e non la terra, e che quest’ultima si muoveva. La Chiesa non poteva permettersi di accettare l’eliocentrismo, altrimenti sarebbe andata contro il volere divino, che presupponeva che la terra e l’uomo, creati da Dio, fossero al centro di tutto l’universo.
Successivamente nel 1992 venne riabilitato dalla Chiesa che si giustificò dicendo che Galileo avrebbe dovuto considerare le sue tesi non dimostrabili in quanto non forniva prove scientifiche sufficienti a permettere l’approvazione da parte della Chiesa.
La Chiesa accettando il copernicanesimo di Galileo sarebbe andata non contro il “volere divino”, ma soltanto contro un’interpretazione letterale di certi passi biblici. Non sono sicuro che la riabilitazione del 1992 comprendesse quest’autoassoluzione della Chiesa. Quale la fonte?
I teologi giustificano la condanna di Galileo accusandolo non solo di aver sostenuto nel Dialogo teorie contrastanti alle Sacre Scritture, ma anche di aver trasgredito un’ammonizione da parte del cardinale Bellarmino che gli vietava di insegnare o difendere la teoria copernicana di cui egli era appunto sostenitore e di non averne fatto accenno al censore pontificio che aveva permesso la stampa del libro.
Galileo, pur ribadendo di non essere a conoscenza delle condizioni del verbale contenente questo precetto, ammise infine di aver sostenuto la teoria eliocentrica e della mobilità della Terra, contraddicendo quanto affermato dalla Bibbia.
Hai colto le due accuse principali. Per quanto riguarda il contrasto con le Scritture, si potrebbe precisare che esso sussiste solo se si interpreta la Bibbia alla lettera e il sistema copernicano come realtà fisica e non mera ipotesi matematica.
Nonostante il film di Liliana Cavani eccedesse di particolari cinematografici, aggiungendo dettagli particolari alla vicenda di Galileo, può essere giudicato abbondantemente attendibile, poiché non si discosta dalla storia.
In particolare, durante il finale processo di Galileo è possibile notare quali siano stati effettivamente i motivi, che portarono la santa inquisizione a giudicarlo eretico, non tanto diverso da sul coetaneo Giordano Bruno.
Infatti, il vero motivo non sta nella effettiva visione di Galileo che in se per se “poteva” essere anche parzialmente accettata, ma il modo in cui essa è stata presentata e il rapporto che si è dovuto creare con le visioni passate totalmente divergenti.
Galileo impone questa sua visione attribuendole un valore prettamente “fisico” più che “matematico”, quindi come una verità assoluta che caratterizza la realtà, che è possibile dimostrare da quest’ultimo anche solo tramite a dialettica, cioè tramite una visione razionale supportata da esperimenti immaginari, tralasciando l’utilizzo della matematica.
Proprio questo particolare portò la “giuria” a non poter approvare le sue teorie, le quali, nonostante in seguito sono state verificate è prese per vere, a causa dei mezzi limitati e dalla rigidità sulle visone preesistenti sono state giudicate come eretiche.
La preziosa distinzione tra dimostrazioni dialettiche e matematiche è rilevante perché Bellarmino aveva appunto consigliato a Galileo a limitarsi a ipotesi matematiche. Tuttavia, non va confusa con l’amore di Galileo per le “matematiche dimostrazioni” o gli esperimenti immaginari. Queste possono essere considerati procedimenti “dialettici” (per assurdo) nel lessico platonico, mentre la “matematica” a cui Bellarmino invitava Galileo a limitarsi è la “matematica” in senso greco, platonico, cioè un modello costruito per “salvare i fenomeni” (cioè con un aspetto empirico, escluso invece negli esperimenti immaginari). Insomma la parola “matematica” ricorre in questi contesti in due significati leggermente diversi.
Infine, il giudizio sul film di Liliana Cavani appare non pertinente al quesito e scarsamente giustificato, non ti pare? Come si può sapere se è attendibile o meno?
I teologi accusatori di Galileo potevano giustificare la sua condanna con i seguenti motivi:
1. Dicevano che i suoi studi portavano all’eresia e che voleva sovvertire le teorie della Chiesa.
2. Gli studi di Galileo si basavano su teorie di Copernico, le quali erano state precedentemente considerate eretiche.
3. Scopre delle macchie sul Sole e le denomina nuvole (sono le macchie solari), così facendo però contrasta le teorie aristoteliche dei corpi celesti lisci e perfetti. Inoltre scopre che il Sole si muove intorno al suo asse.
4. La Chiesa riteneva di avere la chiave del sapere e aveva già denominato le teorie del filosofo San Tommaso come corrette e non poteva contraddirsi, sennò avrebbe perso credibilità. Inoltre la Chiesa rende vera la parola della Bibbia.
5. Galileo è accusato anche di avere diffuso le teorie di Copernico e così di avere violato il divieto imposto dal cardinale Bellarmino.
6. Gallileo apre la modernità, la diffidenza dell’uomo verso il mondo, il vedere e il capire, l’essere ingannati costantemente dai nostri sensi.
Alcuni punti sono pertinenti al quesito, ma direi che i punti 3 e 6 sono considerazioni generali che, come tali, non costituivano “capi d’accusa”, almeno non direttamente.
Inizialmente le polemiche contro Galilei provennero dal clero, successivamente alcuni domenicani come Niccolò Lorini (accusò di eresia i copernicani) e Tommaso Caccini (denunciò il copernicanesimo ) cominciarono a scaturire proteste. L’aumentare di queste voci portò il Santo Uffizio a cedere il caso ai teologi i quali nel 1616 dichiararono la tesi eliocentrica e la mobilità della terra assurde e false. A causa di ciò Galileo venne ammonito ma il verbale di quell’ammonizione non fu molto chiaro poiché non presentava né la firma del notaio, né dei testimoni e neanche dello stesso scienziato. In realtà le accuse che lo condannarono furono del tutto ingiuste poiché il Cardinal Bellarmino, in buoni rapporti con Galileo, cercò di convincerlo ad assumere le teorie copernicane solo sulla base di ipotesi matematiche, inoltre per aiutarlo firmò un certificato nel quale affermava che per aver difeso la teoria eliocentrica gli era stata fatta una semplice denuncia. Questo certificato però venne falsificato e così Galileo venne ammonito di non difendere né supportare la teoria copernicana senza che egli l’abbia rinnegata. Nel 1632, dopo aver pubblicato il Dialogo, venne accusato di aver trasgredito alle regole imposte nel primo processo (diffondere il copernicanesimo ) e nel 1633 ci fu la sentenza che lo accusò di eresia per aver creduto dottrine false che andavano contro agli Scritti Sacri e di non aver obbedito alle regole emanate nel processo del 1616. Così, lo stesso giorno, decise di rinnegare tutto quello che aveva detto e così salvarsi.
La storia è più o meno quella che hai narrato. Tuttavia la domanda era più precisa e limitata e si riferiva alle accuse precisa sollevate contro Galileo durante il processo.
Non è esatto che Bellarmino avesse “firmato un certificato” per aiutare Galileo. Da quel che sembra (e che il film della Cavani suggerisce) Bellarmino si limitò a un’ammonizione orale, poi fu redatto un verbale con altre firme, senza quella di Galileo, non certo per “aiutare” Galileo, ma per costituire le basi di una futura eventuale condonna. Infine, il primo periodo è un po’ oscuro:
“Inizialmente le polemiche contro Galilei provennero dal clero, successivamente alcuni domenicani come Niccolò Lorini (accusò di eresia i copernicani) e Tommaso Caccini (denunciò il copernicanesimo ) cominciarono a scaturire proteste”. Anche i domenicani fanno parte del clero (“regolare”, mentre i preti fanno parte di quello “secolare”). Non si può dire che Tizio e Caio “cominciarono a scaturire proteste”, ma forse “a suscitare” oppure che “a seguito delle azioni di Tizio e Caio scaturirono proteste” (“scaturire” è verbo intransitivo). Comunque qui l’espressione “proteste” forse non è molto azzeccata (ti riferisci forse a contestazioni o simili…).
I teologi accusatori di Galileo hanno giustificato la condanna dello scienziato pisano con i seguenti argomenti: Galileo è sospetto di eresia e sospetto sostenitore delle teorie di Giordano Bruno, accusato di eresia dalla chiesa e bruciato al rogo. Inoltre Galileo definisce probabili delle teorie contrarie a quanto è scritto nelle sacre scritture adottando un atteggiamento eretico.
Forse si sarebbe potuto approfondire quali teorie erano giudicate contrarie alle Scritture e perché e in che senso chi le sostenesse era considerato eretico. Inoltre tra i capi d’accusa ve n’era almeno un altro, rivelatosi poi decisivo (avere trasgredito l’ingiunzione – presunta – di Bellarmino).
La Chiesa accusò Galileo sostenendo che;
1. avesse pubblicato senza autorizzazione il suo Dialogo
2. avesse negato le teorie aristoteliche
3. non avesse provato la veridicità delle sue affermazioni
4. avesse paragonato l’umano al divino
5. avesse ripreso le teorie eretiche di Copernico
Rispetto al punto 2 aggiungerei “le uniche giudicate compatibili con la lettera delle Scritture Sacre”. Non è chiaro il punto 4. Comunque hai colto tratti rilevanti dei capi d’accusa.
In primo luogo, i teologi utilizzarono come capo d’accusa per Galileo, la sua presunzione “di poter insegnare a loro come leggere le scritture”, per così dire, che sembra sia stato interpretato come una mancanza di rispetto nei loro confronti.
Il motivo principale dell’accusa di Galileo, però non sembra essere in sè il fatto che abbia pubblicato il suo Dialogo Sui Massimi Sistemi secondo la teoria Copernicana, ma bensì un’ altro:
il fatto che Galileo sembrava non aver rispettato una promessa (quella di non pubblicare il testo) fatta durante una presunta visita al Cardinal Borromini, che però , come dimostrò lo stesso Galileo, risultò falsa.
Nonostante ciò il processo fu portato avanti e alla fine Galileo abiurò la sua tesi.
Hai colto gli aspetti fondamentali della vicenda.
La Chiesa non accettò le teorie di Galileo perchè, seguendo la Bibbia, vedevano la Terra inserita in un sistema geocentrico con essa al centro. In realtà la Chiesa avebbe potuto accetarla se fosse stata posta solo come un modello matematico e non come una teoria. Un altro motivo per cui fu portato a processo fu dato dal fatto che pubblicò il suo libro contro la volontà del Cardinal Bellarmino.
Hai selezionato due argomenti importanti (usati dalla Chiesa contro Galileo).
Galileo venne accusato di eresia dallo Stato della Chiasa in quanto egli sosteneva, come Copernico, l’eliocentrismo e quindi la mobilità della Terra. Queste teorie vennero proclamate assurde e false dai teologi nel 1616 poiché contrarie a quanto scritto nelle Sacre Scritture.
Galileo venne quindi processato per eresia e costretto all’abiura.
Quasi esatto. Tuttavia se leggi la risposta di Riccardo Maestrutti puoi trovare precisazioni importanti, rispetto alla tua analisi. P.S. Non direi che Galileo sia accusato dallo “Stato della Chiesa”, ma semplicemente da un tribunale della Chiesa, quello dell’inquisizione, che funzionava per “delitti” (come l’eresia) commessi ovunque, non soltanto nei territori dello Stato della Chiesa.
Sebbene a quanto sembrava le accuse della chiesa erano giustificate vista la presunzione di Galileo di insegnare alla Chiesa a leggere le sacre scritture, in realtà nè questo nè la pubblicazione del libro sono i reali motivi del capo di accusa ma bensì fu la presunta infrazione commessa da Galileo nel pubblicare il suo libro sebbene dopo un incontro con il Cardinale Borromini gli fosse stato negato il permesso di farlo e quindi imposto un divieto. Questa accusa si dimostrò falsa ma il processo comunque continuò e l’esito è cosa conosciuta.
Buona analisi. Paradossalmente Galileo fu condannato per un motivo diverso (e scorretto) rispetto a quello per il quale poteva essere forse ammonito (diffondere teorie non ancora del tutto dimostrate)
Prof avendo saltato quasi tutte le lezioni inerenti a questo argomento non riesco a trovare una risposta alla sua domanda
Forse la fruizione della seconda parte del film di Liliana Cavani (che comunque fa parte del lavoro comune) avrebbe potuto aiutare… O anche lo studio del capitolo del manuale sul processo a Galileo… Del resto, se le assenze fossero così determinanti, come si potrebbe recuperare lo studio di un argomento? Comunque, apprezzo la sincerità.