RIspondi al quesito che dà il titolo di questo esercizio dopo aver studiato la relativa unità didattica con tutte le risorse a cui vi si rinvia on e off line.
RIspondi al quesito che dà il titolo di questo esercizio dopo aver studiato la relativa unità didattica con tutte le risorse a cui vi si rinvia on e off line.
Dall’Illuminismo abbiamo ereditato:
-i quotidiani, i giornali e le riviste pensati e pubblicati per la prima volta in Inghilterra, un esempio è il famoso Spectator.
– le enciclopedie adesso molto diffuse in forma online (wikipedia) che sono state pubblicate per la prima volta dai francesi Diderot e D’Alembert con il nome di Dizionario ragionato sulle arti e sui mestieri.
-tutti i nostri diritti come quello di stampa difeso ed enunciato da Gaetano Filangieri e quello di parità tra uomo e donna trattato da Olympe de Gouges
– il genere del romanzo
– i caffè anche chiamati bar ossia luoghi di incontro tra amici in cui si leggono i giornali e si discute di diversi temi attuali, personali o politici.
– la politica attuale italiana ossia un governo liberal-democratico che è una combinazione dei governi ideali di Rosseau e Montesquieu
Ottima sintesi. Apprezzo in particolare i riferimenti non esclusivamente filosofici, come quelli al giornalismo, al romanzo, ai caffè ecc. (che dimostrano la tua capacità di collegare le diverse discipline scolastiche intorno a certi argomenti focali, come l’illuminismo, quindi, spero, il romanticismo, il decadentismo ecc.).
L’illuminismo è sicuramente il periodo all’interno della storia che ha influito maggiormente la tipologia di vita di oggi e la nostra visione in merito ad essa, sia in merito ai valori portanti che in merito al comportamento di ognuno di noi in essa.
L’eredità più grande, di cui possiamo usufruire in questi giorni, è sicuramente rappresentata dai “diritti dell’uomo”, ossia un interesse iniziato dai famosi “philosophes” (intellettuali dell’illuminismo) a definire e in seguito salvaguardare l’individuo, inteso sia come persona in relazione all’macrocosmo che in relazione a un organo politico, ossia all’interno di uno stato.
Quello che si può sicuramente dedurre è un grande interesse da parte degli intellettuali di quel tempo a discutere in maniera pacifica (enfatizzando l’importanza del dialogo e del confronto, rispetto a una soggettivo orgoglio: ulteriore eredità) riguardo a vari campi del sapere (come politica, filosofia e diritto: diverso da un intellettuale obbligato a specializzarsi come nel Rinascimento) con l’intento di ampliare il più possibile la conoscenza in merito, sottraendo l’uomo dalla buia e dotta ignoranza.
Lo stesso metodo con il quale gli intellettuali si confrontano rappresenta una somiglianza con ciò che si fa abitualmente oggi, infatti, se durante il medioevo l’intellettuale era costretto a legarsi a una corte, nell’Illuminismo come in certi casi oggi, gli intellettuali hanno la possibilità di vedersi all’interno di associazioni non istituzionali, come caffe e biblioteche.
In secondo luogo è possibile citare anche il metodo di sperimentazione utilizzato dagli scienziati e dotti dell’epoca, il quale assomiglia (mettendo in luce alcune differenze sulla base delle possibilità di avere dei riscontri pratici negli esperimenti a causa di mezzi più limitati rispetto a oggi) al meccanismo di studio con il quale gli scienziati articolano le loro scoperte, dove la sperimentazione, ossia la valenza pratica della teoria, assume sempre maggiore importanza al fine di stilare delle teorie valide.
Anche nel campo politico l’illuminismo rappresenta il “turning point” nella storia, dove grandi intellettuali come John Locke hanno dedicato parte della loro vita a ideare un sistema politica adatta a seguire determinati valori di convivenza e uguaglianza a livello di diritti, arrivando a creare nuove concezioni liberali o costituzionali, che sono ancora alla base degli stati moderni (nonostante i totalitarismi del 1900).
Buona analisi. Come spesso, vi sono alcune “durezze” e/o improprietà lessicali. Non direi che qualcosa ha “influito la tipologia di vita” di oggi, ma che ha “influito sullo stile (non tipologia) di vita” di oggi. Non si ha una visione “in merito a” qualcosa ma una visione “di” qualcosa. Non si usufruisce di un’eredità. I diritti dell’uomo non sono “un interesse”. Non si tratta di “dedurre un grande interesse ecc.” ma semmai di “rilevare”, “evidenziare” (si deduce da premesse ben definite, che qui mancano). Non puoi scrivere “enfatizzando” come l’hai scritto. Un gerundio è generalmente retto dal soggetto della principale. Ma il soggetto della principale è “si” (cioè siamo noi, quelli che “deducono” il grande interesse ecc.). Ma chi enfatizza l’importanza del dialogo non siamo noi che “deduciamo” (o meglio rileviamo ecc.), ma gli stessi illuministi. Che significa “buia & dotta ignoranza”? Perché dotta? La dotta ignoranza è una cosa intelligente, proto-illuminista, concepita dal filosofo Cusano. Il metodo con cui gli intellettuali si confrontano non “rappresenta una somiglianza con” ma semplicemente “somiglia a”. Non parlerei di “metodo di sperimentazione”, ma di metodo sperimentale. Non parlerei di “meccanismo di studio” ma di “metodo di studio” (o, se non vuoi ripetere “metodo”, puoi scrivere “approccio”, ma senza aggiungere “di studio”).La sperimentazione non è “la valenza pratica della teoria”, ma semmai la “verifica empirica della teoria”. (“Pratico” si riferisce all’agire morale dell’uomo e “valenza” ha un significato tecnico in chimica qui fuori luogo). Non si dice “stilare teorie valide”, ma “formulare, concepire teorie” (si “stilano” documenti). Un “turning point” non è un luogo “dove” qualcuno fa qualcosa. Un sistema politico non è “adatto a seguire determinati valori”, ma semmai è “ispirato a determinati valori” o anche “congegnato affinché siano rispettati determinati valori”. Non si dice “uguaglianza a livello di diritti”, ma “uguaglianza giuridica” o “uguaglianza nei diritti”. Non si creano nuove concezioni, ma le si elaborano, sviluppano.
Scusa la pedanteria. Ma ho voluto essere analitico perché tu prenda coscienza altrettanto analiticamente del tipo di lavoro di “ripulitura” lessicale a cui sei chiamato per essere certo di conseguire in futuro valutazioni corrispondenti all’indubbia qualità e profondità del tuo studio e della tua elaborazione.
Gli illuministi ci presentano il sapere in un duplice modo: come il prodotto della nuova scienza, unito alla ragione e all’esperienza, e come pratiche di miglioramento dell’ambiente, utile anche a migliorare le condizioni economiche e spirituali. A mio parere questa concezione di sapere, in entrambi i suoi significati, è presente anche nei giorni nostri, basti pensare al dibattito climatico che sta avvenendo proprio in questi giorni nel quale una ragazza quindicenne, Greta Thunberg, sta lottando per il miglioramento climatico, e quindi ambientale. A questa giovane probabilmente verrà assegnato il Nobel per la Pace proprio come riconoscenza verso il suo sapere. Oltre a questo, i cosiddetti philosophes, miravano a diffondere i tre capostipiti della loro filosofia: libertà, fraternità e uguaglianza. Per quanto riguarda la fraternità e l’uguaglianza forse ci sarebbe qualcosa da rivedere ma il concetto di libertà, in Italia, lo abbiamo ereditato, infatti davanti alla legge tutti siamo uguali. Un altro aspetto che mi sembra abbiamo ereditato è il connubio tra ragione ed esperienza per raggiungere la conoscenza, proprio per questo ai giorni nostri possediamo la ragione, il lume che ci indica la strada, ma attraverso le scuole possiamo avere un bagaglio di esperienza tale da fornirci la conoscenza. Di questa conoscenza ci serviamo per intervenire sulla realtà e per salvaguardare la società, e quindi per il bene comune. Affiancato al pensiero, molto più evidente, è l’aspetto innovativo della propaganda illuministica che portò nel 700 la nascita , in Inghilterra e Olanda, della giornalistica moderna e quindi alla formazione dei cosiddetti giornali che tutt’ora vengono utilizzati per l’informazione dei cittadini.
Innanzitutto audace e interessante l’associazione tra illuminismo e movimento ambientalista. Dico “audace” perché non si possono sottacere alcune possibili differenze. Gli illuministi auspicavano un più razionale “sfruttamento” delle risorse naturali per il bene dell’uomo e non avevano ancora elaborato una concezione ecologica (la natura era un oggetto da sfruttare, sia pure razionalmente, non qualcosa da rispettare). In una visione più ampia, tuttavia, certamente si può ammettere che è la nostra stessa “ragione” a suggerirci oggi di moderare il nostro “consumo” della natura (anche se non mancano appelli dettati dal sentimento o dalla religione che vanno in questa stessa direzione). Poi forse per “capostipiti” intendi piuttosto “capisaldi”, vero? C’è un’incongruenza quando scrivi: “Per quanto riguarda la fraternità e l’uguaglianza forse ci sarebbe qualcosa da rivedere ma il concetto di libertà, in Italia, lo abbiamo ereditato, infatti davanti alla legge tutti siamo uguali”. Se siamo tutti “uguali” forse il principio da invocare è proprio quell’uguaglianza che tu vorresti “rivedere” prima ancora che la libertà, non credi? E poi, “rivedere” in che senso? Che cosa hai in mente? Infine, non direi “giornalistica”, ma “giornalismo”.
Secondo il mio parere dall’Illuminismo abbiamo ereditato il modo di pensare in certi aspetti: una delle eredità principali che l’Illuminismo ci ha lasciato è stata quella di seguire la ragione come stile di vita, certo ora questo stile è stato rivisitato un po’ ma usare la ragione per venire a capo in certe situazioni è sicuramente ancora usato. Un altro aspetto è la tolleranza verso gli altri e verso le altre religioni, infatti queste idee nuove per l’epoca sono ora alla base di certi stati moderni (Italia). Un altro aspetto ereditato è vedere il progresso in modo positivo e non più con totale disaccordo o negatività. Ognuno ha le proprie idee ma il passato ci insegna a riflettere su aspetti come questo.
Hai messo in luce alcuni aspetti rilevanti. Riguardo alla “filosofia della storia” dell’illuminismo ci sarebbe da discutere e da approfondire (cfr. la mia replica a Eleonora).
L’attuale società occidentale condivide e ha ereditato dall’illuminismo numerosi aspetti, quali: la separazione dei poteri teorizzata da Montesquieu, secondo cui il potere legislativo, esecutivo e giudiziario devono essere affidati rispettivamente al Parlamento, al governo e alla magistratura al fine di evitare il dispotismo e garantire la libertà dei cittadini; la separazione tra Stato e Chiesa e la conseguente creazione di uno Stato laico, come teorizzato da Voltaire, da cui abbiamo ereditato inoltre il concetto di “diritti inalienabili dell’uomo” e la distinzione, inizialmente fatta da John Locke, della sfera pubblica, regolata dalle leggi, da quella privata, nella quale ciascuno è libero di scegliere per la propria vita e la religione a cui aderire; la tolleranza religiosa e la critica al fanatismo sono infatti altri importanti tratti che condividiamo con l’illuminismo; come i philosophes illuministi, la teoria gnoseologica da noi più accreditata è quella unisce esperienza e ragione al fine di elaborare teorie la cui fondatezza è basata su un’analisi razionale dei fatti e non su dogmatismi o saperi metafisici; in aggiunta, l’importanza che attribuiamo ai saperi tecnici deriva dall’Illuminismo, secondo cui questi sono fondamentali per intervenire concretamente sulla realtà e migliorare la condizione umana: come gli illuministi riteniamo infatti che la scienza non sia fine a se stessa, ma che dovrebbe essere uno strumento al servizio dell’uomo in grado di garantirne il benessere; infine, le idee di uguaglianza tra tutti gli uomini e di apertura al il diverso che caratterizzano il moderno pensiero occidentale sono senz’altro di origine illuminista.
Ottima e articolata analisi.
A mio parere dall’illuminismo abbiamo ereditato lo spirito critico con il quale giudichiamo ciò che ci sta attorno su basi razionali e dal quale deriva l’attuale metodo scientifico, che utilizza esperimenti puramente razionali e “tecnici” per verificare o smentire una determinata teoria, l’idea di tolleranza e di diritti degli uomini, imparando ad accettare ciò che è diverso da noi, dal quale derivano l’uguaglianza fra tutti gli uomini, la libertà di pensiero e parola, base di tutti gli stati moderni.
Sempre nel campo politico abbiamo ereditato la teoria della divisione dei poteri, nata per evitare che un monarca assolutista privasse i suoi cittadini dei diritti che gli spettavano.
Abbiamo anche ereditato una nuova idea di storia, considerandola come un percorso lineare di eventi che dimostrano l’evoluzione del genere umano, e di cultura, che diventa la base del sapere dell’uomo e l’unico metodo per poter capire ciò che ci sta attorno. Si trasforma anche l’idea di viaggio, che inizialmente era un modo per arricchirsi di beni materiali per mezzo del commercio e che diventa un modo per conoscere altre civiltà e per arricchirsi culturalmente.
Inoltre nel periodo illuminista sono state poste le basi al moderno giornalismo, che permetteva a tutti i cittadini di conoscere ciò che accadeva nello Stato in cui vivevano, sono nate le enciclopedie e i dizionari, tutt’oggi ancora in uso.
Molto interessanti le tue sottolineature relative all’invenzione del giornalismo e alla nuova idea di viaggio. Si potrebbe approfondire e discutere la nuova immagine illuministica della storia. Per gli illuministi la storia è oggetto di critica. Il passato, come sai, è visto soprattutto negativamente con l’eccezione di poche eccezionali epoche di “luce” (l’Atene di Pericle, la Roma repubblicana, il Rinascimento ecc.).
Sicuramente dall’Illuminismo abbiamo adottato la mentalità.
Nel corso del 700 infatti cominciarono a svilupparsi diverse idee che stanno alla base della società odierna come ad esempio l’idea di cittadino e di diritto del cittadino. Vi furono infatti, nel periodo illuminista, diversi autori che scrissero numerosi trattati a difesa dei diritti umani e dei cittadini.
Un’ulteriore elemento che accomuna l’epoca nostra a quella illuminista e la critica nei confronti della società: fu proprio nel 700 infatti che gli intellettuali cominciarono a domandarsi se le usanze consuete dell’epoca, quali la tortura e la pena di morte, fossero adeguate agli scopi e giuste moralmente.
Infine, dal secolo dei lumi abbiamo ereditato l’idea che la ragione sia l’unico strumento in grado di condurci alla conoscenza.
Senz’altro. Forse un’altra idea rilevante e discussa ereditata dall’illuminismo è l’idea di laicità e una certa critica anticlericale.
L’illuminismo è un periodo storico del settecento in cui l’uomo si fa guidare dalla ragione ed inizia a tralasciare la religione per esplorare campi ancora sconosciuti; viene definito come un periodo rivoluzionario dal punto di vista storico e culturale, che ha come carattere essenziale la fede nella ragione umana, come una ed immutabile creatrice delle leggi e dei principi che regolano la vita dell’uomo. Secondo l’illuminismo bisognava illuminare le menti secondo nuove verità sviluppando le scienze che servivano a regolare la società (diritto, politica, pedagogia ed economia), e guardare la vita stessa dell’uomo con le sole forze della ragione, priva e libera da ogni prevenzione religiosa. Ha affermato i principi di eguaglianza e libertà che avrebbero avuto un’importanza incalcolabile nella società contemporanea. Ciò che abbiamo principalmente ereditato da questo periodo sono i grandi ideali dell’epoca come libertà e democrazia, infatti grazie all’illuminismo tutti gli uomini sono visti allo stesso modo, cancellando le differenze dettate dall’universalismo.
Hai colto l’essenziale anche se ti sei soffermata forse un po’ troppo a descrivere le caratteristiche dell’illuminismo storico riducendo lo spazio dedicato a quello che da esso abbiamo ereditato. Non è chiarissimo che cosa tu intenda con “le differenze dettate dall’universalismo”.
L’illuminismo ci ha lasciato un nuovo modo di pensare razionale e critico. In particolare l’uomo diventa consapevole dei suoi limiti e di quelli della conoscenza, ma nonostante queste barriere non si smette di essere avidi di sapere.
Inoltre da questo periodo la religione inizia ad occupare un ruolo diverso nella vita degli uomini, risulta non essere più indispensabile e in secondo piano. Il potere della Chiesa si riduce e le persone lottano per esprimere le loro idee, non importa quanto queste siano diverse da quelle dell’epoca e quanto contro l’ideologia comune. Cosa che ancor oggi riscontriamo nella nostra società.
Infine importantissimi sono gli ideali che si vengono a creare, grazie anche alle grandiose rivoluzioni, come ad esempio quelli di libertà, uguaglianza e fratellanza, che ancor oggi sono forti nella nostra società.
Hai colto l’essenziale. Comprendere che siamo eredi dell’illuminismo aiuta anche a spiegare le nostre incomprensioni con i popoli e le culture extraeuropee che non hanno vissuto quella stagione e hanno subito i nostri “valori” illuministici spesso per imposizione p.e. coloniale.
Dal movimento illuministico abbiamo ereditato una gran parte di quelle idee e concetti che formano il moderno pensiero filosofico e politico.
In ambito filosofico, si ritrova “l’abbandono” del principio di autorità, e il pensiero secondo il quale la Scienza non porti a verità assolute ma a delle teorie secondo le quali è possibile spiegare la realtà. Lo stesso metodo scientifico, nato già nell’antichità e riscoperto nel 1600, passa attraverso gli illuministi per arrivare ai giorni nostri.
In ambito religioso e politico si trovano principi di laicità delle istituzioni e allontanamento degli affari di fede da quelli politici, insieme alle idee di deismo (dove si pensa che esista il Dio dei filosofi, del quale non si può negare l’esistenza ma esso non avrebbe contatti con l’uomo, e si giudicano le religioni come delle “false rivelazioni”) e di completo ateismo (derivante dalla visione meccanicista e materialista che ha cominciato a svilupparsi in quell’epoca e che si è evoluta nella fisica moderna.)
Dal punto di vista politico abbiamo ereditato dall’Illuminismo le prime teorie democratiche e quelle socialiste, il concetto di diritto innato dell’uomo (esteso nel senso di genere umano solo con i risvolti moderni), di uguaglianza e libertà di pensiero e di stampa, oltre che l’abolizione della tortura e della censura (almeno dal punto di vista formale) da parte dei governi.
Hai colto una serie di elementi fondamentali. Solo non direi che dall’illuminismo abbiamo ereditato il moderno pensiero filosofico e politico. Semmai è vero il contrario: l’illuminismo (movimento settecentesco) ha ereditato le sue principali concezioni dal moderno pensiero filosofico e politico (da Galileo, Cartesio, Hobbes, Spinoza e soprattutto Locke, autori risalenti al Seicento).