Dopo aver ripassato le unità didattiche sull’affermazione del fascismo e del nazismo e, da ultimo, la nuova unità didattica Dalla shoah alla proclamazione universale dei diritti dell’uomo, passando per l’introduzione generale ai nuovi argomenti di Storia, rifletti sulla seguente circostanza.
L’Italia e la Germania, prima di diventare culle dei regimi totalitari rispettivamente fascista e nazista, erano considerate nazioni civili, eredi di antiche tradizioni e di più moderne forme della cultura, filosofica e musicale, ma anche giuridica e scientifica. Erano entrambi Paesi almeno formalmente liberali e parzialmente democratici, retti da costituzioni che sancivano i diritti fondamentali dell’uomo e proteggevano la libertà individuale dalle ingerenze dello Stato.
- Come è stato possibile che, in modo formalmente legale, vi si installassero quelle forme di totalitarismo? Era proprio inevitabile passare per questi regimi e per la guerra mondiale da essi provocata perché si potesse giungere finalmente alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948 e si mettessero definitivamente al bando le teorie di tipo razzistico e inegualitario ancora vive per esempio in molti Paesi progrediti dell’Ottocento?
Le due forme di totalitarismo che si sono instaurate in modo formalmente legale in Italia ed in Germania a cavallo fra la Prima e la Seconda Guerra mondiale sono rispettivamente il fascismo ed il nazismo.
Ritengo che entrambe queste forme di totalitarismo, contraddistinte dal fatto di avere un leader carismatico e con una forte personalità, si siano instaurate principalmente per una forte ideologia a carattere nazionalista e tramite lo “sfruttamento” della delusione che era presente nel popolo a seguito del primo conflitto mondiale.
Probabilmente una guerra come la Seconda Guerra Mondiale, dove l’uomo è stato vittima e artefice di azioni atroci che avevano lo scopo di determinare la supremazia di uno Stato su tutti gli altri, era inevitabile per giungere alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e alle successive guerre e lotte umanitarie (per esempio la lotta contro l’apartheid in Sud Africa).
L’uomo della fine dell’Ottocento, sebbene vivesse in un periodo in cui iniziavano a nascere le prime correnti che evidenziavano le disuguaglianze sociali (vedi i Naturalisti ed i Veristi), era allo stesso tempo figlio dei regimi assolutistici e tendeva ad esaltare la propria nazione. Un esempio è il cosiddetto “fardello dell’uomo bianco” che doveva sia educare l’uomo selvaggio ma anche dimostrare che era superiore a questo. In questa società erano quindi presenti ideologie razziste ed inegualitarie.
D’altro canto coloro che sono stati artefici di queste brutalità sono esseri umani (anche se molto “crudeli”) e gli esseri umani sbagliano e imparano dagli errori. A tal proposito mi viene in mente un famoso detto cioè “sbagliando si impara”. L’uomo per imparare che il fuoco era caldo si è prima bruciato, analogamente, per imparare che siamo tutti uguali, è dovuto passare per una guerra terribile come la Seconda Guerra Mondiale.
Ritengo quindi che tutte le lotte che in qualche modo possono giovare alla situazione umana nascano a seguito di errori farri da altri uomini e quindi entrambe le Guerre Mondiali, con le rispettive conseguenze, sono state necessarie per giungere alla situazione attuale, in cui (più o meno) tutti gli uomini godono degli stessi diritti.
Buona analisi, forse di taglio più filosofico che storico anche se non mancano precisi riferimenti a contesti storici. E’ questo il tipo di lavoro che vorrei che faceste. Privilegiare la riflessione personale alla narrazione convenzionale. Ciascuno poi esprime nel modo di scrivere la sua personalità. Il che rende anche piacevole la lettura.
L’avvenimento principale che ha scatenato l’avvenirsi dei totalitarismi riguarda la pesante sconfitta subita dai tedeschi nel primo conflitto mondiale. I trattati di pace della Grande Guerra furono infatti molto severi nei confronti della Germania, alla quale vennero addebitate tutte le spese di guerra. E’ dunque in questo clima di tensione e malcontento popolare che una personalità decisa e autoritaria, quali quella di Hitler, prese il sopravvento. Egli infatti, secondo una colossale opera di propaganda politica e manipolazione dell’informazione, diede nuova vita alla Germania, riuscendo in particolare a guadagnare il consenso delle classi sociali più povere e più soggette alla crisi. Egli infatti li illuse, dando una nuova speranza a menti sopraffatte dalla crisi e dalla fame: È così dunque che Hitler riuscì a prendere il potere e ad instaurare un totalitarismo, il quale fornì le linee guida all’Italia e al fascismo (che prese come modello quello tedesco).
A mio avviso i terribili avvenimenti avvenuti durante i totalitarismi hanno provveduto al giungere alla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, alla quale secondo me saremmo giunti con molta più difficoltà. Secondo me infatti l’avvenuta di fatti così catastrofici e la presa coscienza delle atrocità raggiunte nei campi di concentramento hanno provocato un’accelerazione per quanto riguarda l’abolimento di “leggi razziali” e discriminazioni sociali, a favore di diritti di uguaglianza.
Anche tu come Chiara Cernoia offri un’analisi convincente e argomentata con precisi riferimenti storici.
Determinante nella creazione delle forme di totalitarismo che caratterizzarono il periodo antecedente alla Seconda Guerra Mondiale è sicuramente stata la Grande Guerra: le situazioni di precarietà economica e instabilità politica costituirono infatti situazioni favorevoli all’instaurazione di regimi totalitari in alcuni dei Paesi sconfitti, dove alimentarono il sentimento di risentimento e riscatto dovuti agli esiti negativi del primo conflitto mondiale. I partiti dei nascenti regimi totalitari seppero sfruttare il profondo sconvolgimento economico e sociale che colpì Germania e Italia per risvegliare tendenze nazionaliste e antisocialiste nella popolazione, la quale si rivelò fondamentale nella creazione di tali forme di governo: questi vennero infatti eletti dalla società di massa che, stremata dagli effetti della guerra, vide nei discorsi retorici e convincenti di Hitler e Mussolini una speranza di risollevarsi.
In seguito alle rivoluzioni russe era inoltre presente un diffuso clima di paura nei confronti del comunismo e del socialismo, che vennero usati come capro espiatorio da parte del nazismo e fascismo rispettivamente nel mito della Pugnalata alle Spalle e della Vittoria Mutilata.
Lo sfruttamento della paura era parte di un più ampio progetto di manipolazione di massa, favorito da nuovi mezzi di comunicazione come quello del cinema: il successo di tale indottrinamento è sempre da ricercarsi nel crollo delle certezze del primo Novecento in seguito alla Prima Guerra Mondiale e alla diffusione delle filosofie irrazionaliste come quelle di Nietzsche, rispetto alle quali i totalitarismi, con i loro principi assoluti e inconfutabili, potevano rappresentare una fonte di sicurezza all’interno di un mondo che appariva sempre più instabile.
In seguito alla Seconda Guerra Mondiale si assistette alla creazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e di organizzazioni internazionali come l’ONU, volti a garantire la pace nel mondo. La necessità di tali forme di tutela dei diritti umani si rese estremamente evidente in seguito alle atrocità della Seconda Guerra Mondiale quali la Shoah. Ritengo che tale forma di tutela sarebbe comunque emersa forse sotto altre circostanze, in quanto si tratta di una condizione intrinseca dell’uomo che in passato era già stata espressa con il giusnaturalismo o dottrina del diritto naturale. La Seconda Guerra Mondiale non ebbe che l’effetto di accelerare l’ufficializzazione di tale condotta, come anche accelerò esponenzialmente la ricerca e la produzione scientifica.
Risposta davvero soddisfacente ed esaustiva.
Molto interessante il rilievo conclusivo: certi progressi sono probabilmente inevitabili, come le scoperte scientifiche: primo o poi si compiono perché sono, per così dire, nelle cose (è troppo vantaggioso un mondo in cui essi siano realizzati perché non trovino il modo prima o poi di realizzarsi, come per l’acqua arrivare prima o poi a valle); tuttavia essi possono essere accelerati o frenati da circostanze congiunturali (come un filo d’acqua può essere rallentato da argini o dighe).
Ciò che ha reso possibile che regimi come il fascismo e il nazismo abbiano avuto successo è stata sicuramente l’ignoranza del popolo. Esso infatti si fece convincere con discorsi patriotici che incitavano la folla alla guerra o che sostenevano per esempio che la propria razza fosse geneticamente superiore ad un’altra.
È ancora più assurdo è il fatto che in Italia ancora oggi ci siano persone convinte del fatto che gli anni del fascismo siano stati positivi e che ci sia il bisogno di tornare a un regime totalitario.
Indubbiamente si sarebbe potuti arrivare alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo senza passare per questo sanguinoso percorso tuttavia sarebbe anche potuto non succedere perché sono stati i milioni di morti tra guerre e campi di sterminio che hanno reso necessari dei patti di questo genere.
La tua risposta è estremamente sintetica e non molto argomentata, tuttavia a differenza di molti altri cogli esattamente il punto dei quesiti posti e rispondi in modo pertinente.
“Quando si raschia il fondo, non si può altro che risalire”. Partendo da questa frase vorrei articolare la mia risposta riguardo il motivo per il quale da una serie di eventi così drammatici si è stati capaci di giungere alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948.
Come ben sappiamo il periodo dei due totalitarismi (fascismo e nazismo) e della consequenziale Seconda Guerra Mondiale ha lasciato un segno indelebile nella storia, rappresentando il momento più brutale e basso dell’esistenza dell’uomo. Infatti, questo periodo non ricopre solo un ruolo storico, ma viene visto come un momento buio, da dimenticare, che le persone cercano di nascondere da loro stessi. In questo periodo, l’uomo è stato capace di architettare le azioni più crudeli, giustificandole con motivazioni politiche o ideologiche, decretando la morte di decine di milioni di persone unicamente per obbiettivi folli. Sono proprio questi aspetti così cruenti ed animaleschi che mi fanno pensare che l’ascesa che decretò il raggiungimento della Uomo non potesse altro che seguire un momento così drammatico. Dopo che la Seconda Guerra Mondiale fortunatamente si concluse, le persone si sono guardate attorno, in faccia, e si sono messe a riflettere, cogliendo quali sono i limiti che è necessario porsi per non diventare degli animali e convivere come persone razionali. Delineare per iscritto quali sono gli aspetti che fanno una persona tale e che la distinguono da un semplice animale in perenne conflitto con qualsiasi individuo, che potrebbe rappresentare un pericolo. Definire quei diritti dell’uomo che prima del secondo conflitto mondiale si aveva solo “appuntato”, dandogli una parziale riconoscenza, e che nella Seconda Guerra Mondiale sono stati totalmente disattesi attraverso l’antisemitismo, il razzismo, le persecuzioni e i genocidi.
Non penso che fosse inevitabile passare per un periodo così oscuro per giungere a delle conquiste così importanti, ma sicuramente ritengo che dopo periodi così bui non ci possa altro che avere la capacità di risalire e migliorare.
Ah ora ci siamo. E l’altro tuo post, a che domande rispondeva?
Riguardo alla prima domanda mi sento di dire che, nonostante i due totalitarismi si sono proposte in forma legale, tale legalità è stata manipolata in parte da atteggiamenti bellicosi da parte di entrambi i partiti nazista e fascista e in parte grazie a una forte manipolazione psicologica messa in atto sulle persone, rendendole incapaci o addirittura impossibilitate di pensare al di fuori dell’ideologia del partito. In primo luogo, entrambi partiti in una prima fase hanno fatto uso di associazioni paramilitari (SS e SA e in seguito la GESTAPO, e dall’altra l’OVRA), che inizialmente avevano uno scopo prettamente di difesa degli esponenti del partito, ma che a medio lungo termine hanno avuto la funzione di svolgere il lavoro sporco di eliminare o minacciare esponenti politici o intellettuali che avrebbero potuto rappresentare un ostacolo. In secondo luogo, come ben sappiamo in entrambe le ascese dei totalitarismi, la creazione del consenso rappresentava un fardello importante, che sia Mussolini che Hitler sono stati capaci di superare tramite una forte propaganda politica, la gestione di ogni mezzo di comunicazione come radio, cinema e giornali oppure la formazione giovanile.
Ma la domanda non riguardava se l’ascesa di questi regimi, pur formalmente legale, fosse anche giusta o legittima ad esempio moralmente. La risposta può essere senz’altro negativa. Ma la questione era semplicemente perché siano sorti. Non mi sembra che la tua analisi soddisfi il quesito. Ancora meno rispondi alla seconda parte del quesito, relativa alla necessità o meno di passare per questa tragiche esperienze in vista dell’affermazione giuridica internazionale dei diritti umani nella seconda metà del Novecento.
Secondo me la storia è un continuo evolversi, progredire ma anche regredire alcune volte. Nel corso della storia siamo arrivati ad eventi tragici e indimenticabili come per esempio le guerre mondiali e il nazismo ma proprio perchè a mio parere era inevitabile. Impossibile cambiare così radicalmente la mente di qualcuno senza passare per degli eventi così significativi e indimenticabili. Nel 1920 il pudore arrivava a livelli quasi ridicoli diremmo adesso, le donne non avevano quasi nessun diritto, sono esempi di concezioni assurde ovviamente ma per l’epoca era la normalità. Quindi uno che la pensava come la maggior parte di noi ora era considerato un pazzo, un emarginato e non rispettato. Un rivoluzionario diremmo adesso ma all’epoca sarebbe stato perseguito e in alcuni casi ucciso se avesse provato a cambiare le cose o a fare qualcosa di oltraggioso. Non considerando le scoperte scientifiche e le nuove invenzioni che hanno cambiato sì il mondo ma in modo diverso, il cambiamento mentale direi della società è inarrivabile se non passa per degli eventi molto significativi positivi, o spesso negativi. Come esempio un po’ forzato proporrei il seguente quesito. Da domani nessuno può essere eterosessuale ma TUTTI devono essere omosessuali o comunque amare una persona dello stesso sesso: ovviamente è impensabile e da tutti i lati scorretto ma ipotizzando che tra qualche migliaio d’anni quello sarà la normalità sappiamo che colui che direbbe una cosa del genere adesso sarebbe un pazzo, ma dalla specie umana “futura” sarebbe un cittadino qualsiasi con la propria idea adeguata a seconda dell’epoca. Spero di essermi fatto capire decentemente.
Queste interessanti considerazioni psicologiche e antropologiche sono senz’altro in gran parte convincenti, ma non spiegano perché nazismo e fascismo sorsero proprio allora. Forse un ruolo lo ebbero anche la prima guerra mondiale e la conseguente crisi economica, non credi? Inoltre non rispondi alla seconda parte del quesito, relativa alla necessità o meno di passare per questa tragiche esperienze in vista dell’affermazione giuridica internazionale dei diritti umani nella seconda metà del Novecento.
Il principale evento che, possiamo dire, diede il via all’affermarsi dei regimi totalitari, fu la netta sconfitta della Germania (e dei suoi alleati) durante il primo conflitto mondiale. Al termine di esso infatti, con i trattati di pace redatti dai Paesi vincitori, furono stabilite pesanti sanzioni verso i tedeschi. Perciò, in un clima già teso e dominato dal malcontento non solo dei governanti, ma anche del popolo, il partito nazionalsocialista trovò terreno fertile per insediarsi all’interno del governo, fino a trasformarlo in una dittatura con a capo Adolf Hitler.
Per far si che tutto ciò si realizzasse, fu fondamentale l’ottima propaganda nazista, diretta proprio alle fasce della popolazione più colpite dalla sconfitta. In questo modo Hitler riuscì a guadagnare la fiducia ed il consenso di gran parte del popolo tedesco, per poi trasformare il Paese in un regime autoritario con una successiva alleanza col già esistente governo fascista in Italia.
Secondo me, questi avvenimenti e quelli che li seguirono furono necessari per arrivare alla situazione attuale, sia sotto il punto di vista politico che sotto quello sociale. La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo fu infatti redatta dopo che l’intero mondo poté toccare con mano le atrocità della guerra, delle leggi razziali, o, più in generale, della cattiveria umana. Senza questi tragici avvenimenti, infatti, credo che tutto il processo di sensibilizzazione e stesura di tutte le costituzioni e carte dei diritti sarebbe stato molto più lungo e forse nemmeno così completo.
Ottima analisi condotta con buone argomentazioni che fanno riferimenti a concreti dati storici. Peccato che tu abbia trascurato il caso dell’Italia, che, comunque, presenta senz’altro diversi parallelismi con la Germania.
A mio parere questi totalitarismi e disgrazie purtroppo erano inevitabili. L’uomo impara sempre del passato e questo tipo di dittature appunto erano nuove ed imprevedibili. Queste forme di totalitarismo riuscirono ad installarsi proprio perché nessuno se l’aspettava o non si erano mai verificate in passato.
A prima vista sembravano favorevoli per il popolo e promuovevano il bene dei cittadini e dello stato. nessuno prevedeva un nuovo conflitto mondiale e la persecuzione di un intero popolo. L ignoranza delle persone è stato il terreno fertile per questa diffusione. infatti le persone ignoravano cosa stesse realmente accadendo.
La tua tesi è interessante, ma forse potevi sostenerla con maggiori riferimenti storici puntuali o anche con esempi tratti da altre epoche.
Inoltre trascuri la seconda parte del quesito, relativa alla necessità o meno di passare per questa tragiche esperienze in vista dell’affermazione giuridica internazionale dei diritti umani nella seconda metà del Novecento.
A mio parere questi due tipi di regimi totalitari riuscirono a prendere il potere tramite il supporto popolare perchè dalle persone comuni erano visti semplicemente come politici che esponevano il loro pensiero e e le loro idee, sebbene a volte tramite intimidazione e violenza.
Vinsero in modo legale perchè il popolo diede loro il voto, ‘affascinato’ dalla forza che esprimevano, non preoccupandosi che questo uso dell’intimidazione e della violenza avrebbe portato al secondo conflitto mondiale. Ci furono pochi casi di protesta nei confronti di questo tipo di governo, volti a denunciare il loro comportamento, questo perchè le persone non erano interessate granchè del problema dato che non li interessava da vicino. Solamente quando la seconda guerra mondiale scoppiò le persone si resero conto che chi governava il paese li aveva preso in giro e non voleva affatto il bene del suo popolo.
Da qui nacquero movimenti di rivolta nei confronti di questo tipo di governo come per esempio i partigiani.
In sintesi quello che intendo dire è che sebbene le persone vedano un problema lo tendano a trascurare se esso non le affligge direttamente. Questo modo di pensare delle persone esiste da sempre, soprattutto nei giorni d’oggi ne è un esempio il Corona Virus che una volta che si trovava ancora in Cina non veniva visto dalle persone come qualcosa di molto grave, invece adesso che ci colpisce da molto vicino porta le persone a comportarsi in modo completamente differente alle volte facendo trasgredire loro le leggi imposte dallo Stato per controllare questo problema.
Interessanti considerazioni psicologiche. Ancora più significativo l’aggancio con la situazione attuale. Tuttavia, sotto il profilo strettamente storico la tua analisi non spiega perché i totalitarismi, posto pure che si nutrissero delle illusioni delle persone nel modo che descrivi, sorsero proprio in quell’epoca. Qualche ruolo potrebbe averlo giocato la prima guerra mondiale e la crisi economica, non credi? Non hai poi risposto alla parte del quesito, relativa alla necessità o meno di passare per quelle tragiche esperienze in vista dell’affermazione giuridica internazionale dei diritti umani nella seconda metà del Novecento.
Attenzione all’esposizione, che qua e là è molto traballante. Non puoi scrivere ad esempio: “questi due tipi di regimi totalitari riuscirono a prendere il potere tramite il supporto popolare perchè dalle persone comuni erano visti semplicemente come politici che esponevano il loro pensiero ecc.” Il regimi sono visti come politici? Forse i leaders di questi regimi erano visti ecc.
L’orrore di una guerra tremenda come la seconda ha potuto far capire ai capi di governo e a una fetta sostanziosa della popolazione che avvenimenti del genere sono assolutamente da impedire nel futuro (è da sottolineare che ancora oggi ci sono tanti, fin troppi, episodi razziali e che colpiscono le minoranze nonostante la nostra bella dichiarazione).
Sinceramente non credo però che la dichiarazione sia rispettata fino in fondo da abbastanza persone oggi, basta guardare i capi di governo che si stanno susseguendo nei diversi stati, per non parlare di quelli che ancora oggi si trovano sotto dittature, anche nel nostro piccolo italiano, fenomeni di razzismo continuo, ultimamente sfociato anche in antisemitismo, il voler chiudere i porti e continue lamentele sulla quantità di persone straniere presenti nel territorio. Oppure prendiamo gli Stati Uniti d’America il cui presidente è stato eletto avendo tra i punti del suo movimento l’idea di creare un muro per impedire l’entrata nel proprio stato da parte di persone provenienti dal centro-sud America. Per non parlare della differenza tra uomo e donna che nel Ventunesimo secolo è palesemente presente però nascosta agli occhi della popolazione con contentini che sembrano diritti ma che nascondono ingiustizie. Credo che sì la nostra società abbia avuto una bella scossa nella direzione giusta dopo le guerre, però che siano state piuttosto coperte meglio le discriminazioni e la cattiveria generale. Per esempio uno dei punti fondamentali della dichiarazione è il diritto alla vita e giochiamo ancora a fare la guerra privando innocenti della vita senza parlarne poi tanto. Perciò la sua domanda mi sembra ironica, certo ora non viviamo in una condizione di guerra affermata dove c’è un principale personaggio da condannare per il male che sta avvenendo, come per esempio Hitler e poi Lenin, però siamo davvero circondati da una situazione che di pace ha solo il nome e in cui l’odio è presente in una maniera ancora più subdola.
Non mi sembra che questo approfondimento, pur interessante, relativo alla questione se oggi la Dichiarazione del ’48 sia rispettata fino in fondo sia del tutto pertinente al quesito posto che chiedeva altro, non ti pare.
Se ti fa piacere discutere con me o con i compagni queste interessanti questioni sfrutta il web forum “5D! Non perdiamoci di vista”. Sarò lieto di intavolare una discussione che potrebbe essere senz’altro utile alla formazione reciproca come cittadini attivi.
Solo un’osservazione: senz’altro la dichiarazione del ’48 non è stata applicata fino in fondo e probabilmente copre come un paravento giuridico-morale tanti misfatti (come direbbero senz’altro i nostri amici maestri del sospetto), ma la questione è come si sia giunti comunque storicamente a stenderla.
Il fatto che sia violata non basta a renderla inutile. Possiamo rimproverare certi Paesi di violarla solo perché esiste. Altrimenti ciascuno potrebbe legittimamente agire come meglio credo come fece Hitler in Germania. Non avrebbero senso organizzazioni come Amnesty International, che pure esiste ed è anche relativamente potente e organizzata. Né ci si potrebbe lamentare di chi chiude porti e impedisce che i diritti umani vengano rispettati.
A volta la forma della cose precede di secoli la loro sostanza, ma se non si ponesse la forma, meno ancora sarebbe ragionevole aspettarsi che poi segua la sostanza. Ad esempio i principi dell’illuminismo implicavano l’abolizione della schiavitù che tuttavia fu praticata ancora a lungo nel Settecento ma fu abolita dalla maggior parte dei Paesi nell’Ottocento (certo anche per motivi economici, ma tant’è).
Cruciale e determinante era la necessità, alla fine della guerra con il suggello delle atomiche, di proteggere gli uomini per evitare il ripetersi di eventi distruttivi mentre già all’orizzonte comparivano le avvisaglie della guerra fredda. La memoria riandava al dramma della seconda guerra mondiale, allo Shoah, a regimi totalitari come fascismo e nazismo, alla presenza permanente di regimi repressivi. Con la metà del novecento la collettività sentì il bisogno di darsi regole e valori condivisi per delineare le basi su cui fondare un futuro di pace e sviluppo.
Quindi le carte e le organizzazioni sono un prodotto storico e costituiscono una svolta per cogliere lo spirito dei nuovi tempi. La Dichiarazione in particolare riesce a fungere da detonatore di valori e di altre prese di posizione. Nasce con il 1948 una maggiore sensibilità per la tutela dei diritti umani, anche se troppo spesso tenuti come alibi per giustificare provvedimenti a loro contrari, come ad esempio interventi di guerra in varie parti del mondo o atteggiamenti di tolleranza verso regimi che non li rispettavano.
Non mi sembra che questo testo sia “farina del tuo sacco”. Il lessico non ti appartiene. Inoltre giustapponi periodi non ben collegati tra loro e soprattutto senza dare una risposta diretta ai quesiti posti. Non ha molto senso svolgere gli esercizi in questo modo non ti sembra? Preferisco che tu risponda in modo magari non sempre perfetto con parole tue ed esprimendo pensieri autentici.
Se ho inteso male e quella che ha scritto queste cose sei proprio tu (o il tuo gatto), mi scuso anzitempo. Rimane comunque la non piena pertinenza del tuo testo con i quesiti.
A mio parere era inevitabile che tutto ciò accadesse in quanto la storia è un continuo evolversi e ripetersi di avvenimenti, e episodi/situazioni simili non si erano ancora verificati nel corso degli anni e soprattutto nessuno credo se l’aspettava, quindi era inevitabile passare per questi regimi.
Non è chiara la tua argomentazione. Allora sarebbe inevitabile passare attraverso un regime nel quale tutto il potere viene conferito ai biondi, solo perché finora non era mai accaduto? La tua analisi è decisamente poco approfondita e non risponde adeguatamente ai quesiti posti, come puoi verificare confrontando la tua risposta con quella di alcuni dei tuoi compagni.
Dal mio punto di vista, ovviamente, non possiamo parlare con certezza di ciò che sarebbe successo senza l’avvento di tali regimi totalitari, ma altrettanto sicuramente possiamo fare delle speculazione su questo possibile passato/presente/futuro: credo infatti che la presa di potere di regimi totalitari di stampo razzista ha senza ogni dubbio dato un incentivo alla stipulazione della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948, ma allo stesso tempo non risultò fondamentale al fine della stesura di tale documento. Mi piace pensare, infatti, che prima o poi nel corso della storia, in conseguenza del continuo chiedere (anche attraverso scioperi e altri eventi popolari) si sarebbe arrivato a una maggiore considerazione del mondo che circonda, anche attraverso la stesura della stessa dichiarazione ma in un contesto differente.
Quello di cui parlo, probabilmente, è un’utopia e capisco che prima o poi nel corso del tempo si sarebbe comunque arrivati una situazione politica con enormi diseguaglianze sociali che come conseguenza ha la stesura nero su bianco di ciò che si può fare o non fare a un essere umano col fine di non incorrere più in situazioni di disparità sociali.
Hai risposto con la solita originalità solo a una parte del quesito, ma non a quella relativa a come sia stato possibile il sorgere dei totalitarismi. Nota poi che quello che “ti piace pensare” non è molto rilevante sul piano argomentativo. Anche quando si formulano ipotesi controfattuali (come in questo caso: “che cosa sarebbe potuto succedere se non” ecc.), si può comunque usare la ragione per argomentare la maggiore o minore probabilità di certi sviluppi sulla base di dati oggettivi.
Alcune delle ragioni per cui nacquero i totalitarismi europei del Novecento sono il crescente numero di lavoratori, e di conseguenza anche un aumento della forza lavoro, e la crisi economica causata dalla Prima Guerra Mondiale. E’ infatti plausibile supporre che gli stati come l’Italia e la Germania non siano stati in grado di gestire queste problematiche e che abbiano avuto come conseguenza la nascita dei totalitarismi. Per quel che riguarda l’Italia si può anche dire che il governo di Benito Mussolini non fu sin da subito un governo totalitario, infatti Mussolini in principio si garantì il consenso popolare, promettendo il minimo salario e la giornata lavorativa di otto ore.
Colgo l’occasione per scusarmi se non partecipo con regolarità alle sue video-lezioni ma purtroppo in casa non abbiamo il Wi-Fi e le video-chiamate di gruppo consumano molti giga della rete mobile. Infatti fino a quando non mi si rinnoverà l’offerta, ovvero il 25 marzo, non mi sarà possibile seguire le lezioni online.
Non mi è chiaro il rapporto “tra il crescente numero di lavoratori, e di conseguenza anche un aumento della forza lavoro” e il sorgere dei totalitarismi. Non hai neppure risposto alla seconda parte del quesito, relativa alla necessità o meno di passare per questa tragiche esperienze in vista dell’affermazione giuridica internazionale dei diritti umani nella seconda metà del Novecento.
Grazie per le precisazioni sulla tua situazione “telematica”. Proprio queste tue difficoltà organizzative dovrebbero suggerirti di dare maggiore rilevanza e dedicare maggiore impegno all’attività di esecuzione di esercizi come questo, non credi?
Buon pomeriggio prof., ho appena aperto questa pagina per cercare il suo commento alla mia risposta di storia di mercoledì, ma non l’ho trovata pubblicata. Considerando che ho avuto dei problemi con la rete in questi giorni e che lei è sempre preciso, ho pensato che rimandargliela sia la cosa migliore.
Nella prima metà del Novecento, in Europa, si sono instaurati regimi totalitari come il nazismo in Germania e il fascismo in Italia, a mio parere, ciò è stata una diretta conseguenza delle mal realizzate negoziazioni di pace al termine della prima guerra mondiale, il trattato di Versailles del 1919. Esso prevedeva il pagamento di ingenti sanzioni da parte del popolo tedesco ai paesi vincitori. In Germania, questo provocò una grande crisi economica e in seguito, un diffuso malcontento nella popolazione, che ha poi visto in Adolf Hitler, nella sua eloquenza e nelle sue idee, l’unico modo per dare una svolta alla situazione.
In Italia, invece, ciò che ha maggiormente contribuito alla nascita del fascismo, a seguito del Biennio Rosso, è stato il timore della popolazione verso l’avvenuta del comunismo o del socialismo, come successo in Russia.
Inoltre, a seguito della crisi finanziaria del 1929 negli Stati Uniti, ci fu un crollo del flusso del dollaro e di conseguenza anche una forte crisi economica in tutta l’Europa, situazione difficile che facilita il raggiungimento del potere per i regimi autoritari.
Sicuramente i nuovi mezzi di comunicazione quali la radio, il cinema e i manifesti pubblicitari, favorirono l’ascesa di questi regimi; in quanto fornivano ai Capi di Stato la possibilità di comunicare con tutta la popolazione, anche coloro che non sapevano leggere, di trasmettere la loro eloquenza tramite discorsi ricchi di enfasi che facevano sentire l’ascoltatore più vicino allo Stato e soprattutto di modificare e manipolare le informazioni.
Personalmente ritengo che per raggiungere la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948, non fosse indispensabile l’avvenuta dei totalitarismi e della seconda guerra mondiale. Infatti il problema della tutela dei diritti umani e dell’uguaglianza tra tutti è sempre stato presente nella storia dell’uomo ed era già stato affrontato, seppur parzialmente, ai tempi della rivoluzione francese. Quindi ritengo che vista la tendenza dell’uomo a mettere in discussione tutte le sue teorie con il fine di migliorarle (basti vedere tutto lo sviluppo tecnico, medico e scientifico avvenuto nel novecento), egli avrebbe sicuramente affrontato queste tematiche in un futuro più o meno distante, i totalitarismi e la guerra sono serviti ad accelerare questo processo.
In effetti non avevo letto la tua risposta.
Mi sembra ben costruita, ricca di riferimenti pertinenti e condivisibile, soprattutto nella parte nella quale argomenti come gli eventi legati alla seconda guerra mondiale abbiano accelerato un processo che, verosimilmente, sarebbe stato inevitabile. Naturalmente non lo sapremo mai, ma riflettere su queste ipotesi “controfattuali” (“che cosa sarebbe successo se non…”) aiuta a comprendere l’incidenza causale dei diversi eventi storici, come ci insegna Max Weber (autore di cui forse riparleremo, dopo averne accennato a margine del percorso di bioetica).
I totalitarismi in Germania e in Italia (anche se quest’ultimo viene definito imperfetto poiché il potere era condiviso con la Chiesa e il re) si sono installati per una serie di circostanze che hanno reso la loro ascesa favorevole. Per il nazismo, per esempio, bisogna considerare gli ingenti debiti di guerra imposti dal Trattato di Versailles, che sono stati inizialmente sopportati grazie a prestiti degli Stati Uniti, ma che il seguito al crollo di Wallstreet del ’29 hanno fatto ripiombare la Germania nella miseria nera in cui si era trovata nel dopo guerra. Se poi si pensa come Hitler e suoi hanno utilizzato la situazione che avevano tra le mani coniando il mito della “pugnalata alle spalle”, trovando negli ebrei e in altri gruppi di persone che da li a poco sarebbero state perseguitate i capri espiatori, allora si nota che hanno cavalcato l’onda del malcontento popolare, accumulando così ampio consenso tra la gente. Va ricordato che i regimi sono avvenuti in modo formalmente legale, sebbene fosse stato largo l’utilizzo di violenza da parte di gruppi armati, costituiti spesso da ex-combattenti inclini all’uso della forza per risolvere le questioni. Ciò avvenne grazie alla fragilità delle Costituzioni: quella di Weimar, ad esempio, per quanto fosse incredibilmente innovativa ed avanzata per l’epoca (sarà, infatti, utilizzata come modello per quelle del secondo dopoguerra), richiamando diritti civili, sociali e politici e valorizzando un ordinamento federale che scongiurava il ritorno a una prassi militarista, era minata da una debolezza di fondo. Essa attribuiva al Presidente del Reich delle prerogative eccezionali, conferendogli il diritto di sospendere le libertà individui qualora vi fosse un pericolo per la sicurezza e l’ordine pubblico. Hitler, dichiarando uno stato di emergenza permanente contro atti di violenza comunista (ciò avvenne proprio dopo l’incendio del Reichstag, usato come scusa), si avvalse proprio di questo mezzo per sospendere le garanzie costituzionali dei cittadini.
Riguardo alla questione se fosse stato necessario o meno passare attraverso i regimi e la guerra perché si potesse giungere alla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, non sono certa di saper rispondere: non sono una persona che desidera la violenza, e soprattutto non la promuovo, ma forse essi sono stati proprio lo shock necessario per mettere finalmente al bando le teorie razziste che erano ancora presenti dall’imperialismo dell’Ottocento in molti paesi e per riconosce una volta per tutte che ogni uomo dovrebbe godere degli stessi diritti di ogni altro.
Ottima ed esauriente analisi e risposta.
L’Europa a cui siamo dinanzi è l’Europa del dopoguerra, un’Europa frammentata, stremata e succube di una violenta crisi economica e sociale, fattori che contribuiranno maggiormente all’avvento dei totalitarismi.
L’Italia, infatti, all’indomani della prima guerra mondiale è uno stato frustrato dai continui scioperi degli operai, esaurito economicamente dalla guerra, e che, essendo che all’Italia durante le trattive di pace non vennero dati i territori che il governo attendeva, rappresentava un popolo il quale unico volere era una svolta politica radicale e ben ferma, potremmo dire, sulle proprie decisioni. Ed è in questo momento che comincia a farsi strada il movimento fascista nato nel marzo 1919 con a capo Benito Mussolini: questo riesce nell’intento di attirare l’attenzione della piccola borghesia e dei ceti possidenti, essendo questi i più colpiti, attraverso il controllo su ogni leva dell’amministrazione statale e sulla polizia, con l’unione di un aggressivo nazionalismo e anticapitalismo (adottando quindi sfumature sia di destra che di sinistra) e con la violenza e le marce, la cui più celebre è quella di Roma nel 1922 con la quale Mussolini rivendica il governo.
Analogamente accadde in Germania e nell’Unione Sovietica (sebbene a quest’ultima piaceva autoproclamarsi una DEMOCRAZIA POPOLARE): il popolo delle due potenze è estremamente preoccupato per il dilagare della disoccupazione e per le perdite (e parlo della Germania) a seguito dei trattati di pace di Versailles (la Germania perse i territori dell’impero ottomano e austro-ungarico). Il popolo non si sente unito ma, al contrario, ha paura di non poter essere preso in considerazione. E’ per questo che, il Nazismo in primis, ma anche il Comunismo riescono subito ad ottenere consenso: promettono e promuovono soprattutto unione. Il nazismo, infatti, come il comunismo, punta sulla repressione del dissenso, mirando a dissolvere i diritti individuali promuovendo l’identità comune e un forte nazionalismo andando a creare, possiamo dire, nel popolo una possibile idea di nazione unita.
Tornando quindi alla domanda principale, ovvero come questi poteri totalitari riuscirono a prendere il potere, a mio parere è abbagliante il come fecero: con della buona retorica a cui si aggiunsero dei buoni “agganci” in politica, come nel caso di Mussolini. La gente alla fine della Grande Guerra non sapeva più a cosa credere: aveva perso fiducia nelle istituzioni, nell’idea di lavoro e soprattutto nell’unione tale di un paese unito. Come assicurarsi il consenso, dunque, di un popolo nel caos più totale? Dicendo al popolo ciò che quest’ultimo vuole sentirsi dire e garantendosi la fiducia di quest’ultimo con la violenza. E’ vero che la violenza potrebbe essere talvolta vista, se usata dal governo, come sinonimo di abuso di potere ma, in seguito ad una guerra così devastante, la violenza mirata contro coloro che venivano descritti come coloro il quale unico scopo era indebolire la nazione risultava segno di controllo e decisione sugli ideali che appunto propone il partito.
Era proprio inevitabile passare per questi regimi e per la guerra mondiale da essi provocata perché si potesse giungere finalmente alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948? A mio parere no. Non era affatto inevitabile. A mio parere era ‘semplicemente’ un grande pentolone che stava ‘bollendo’ già prima dello scoppio dell’avvento dei totalitarismi e dello scoppio della seconda guerra mondiale. Potremmo dire quasi che i due fattori sopracitati velocizzarono lo scoppio del pentolone permettendo (forse solo per questo è stato un bene) di affrontare la problematica riguardante il razzismo prima del tempo.
Buona e ricca risposta, come del resto è stato anche il recente colloquio.
NEL VENTESIMO SECOLO, TERMINATO IL PRIMO CONFLITTO MONDIALE, SI INSTAURARONO ,IN MODO FORMALMENTE LEGALE, IN ITALIA E IN GERMANIA, DUE FORME DI TOTALITARISMO, AVENTE IL RISPETTIVO NOME DI FASCISMO E NAZISMO.(N.B.: IL FASCISMO E’ CONSIDERATO DA MOLTI STORICI UN TOTALITARISMO IMPERFETTO IN QUANTO MUSSOLINI NON FU L’UNICO CAPO A GOVERNARE IL PROPRIO PAESE DAL MOMENTO CHE FINO AL 1943 CONDIVISE IN POTERE CON IL RE, UNA SPECIE DI DIARCHIA PER INTENDERCI).
PER CAPIRE COME HANNO FATTO HITLER E MUSSOLINI A INSTAURARE QUESTE FORME DI GOVERNO, BISOGNA PRIMA FARE UN PASSO INDIETRO ED ESAMINARE LA SITUAZIONE POST PRIMA GUERRA MONDIALE.
LA GERMANIA IN PRIMIS DAL MOMENTO CHE ERA USCITA SCONFITTA DALLA GUERRA E L’ITALIA ASSIEME A MOLTI ALTRI STATI, DOVETTERO AFFRONTARE UNA GRAVE CRISI ECONOMICA LEGATA ALLA NECESSITA’ DI RICONVERTIRE L’INDUSTRIA MILITARE IN SENSO CIVILE E RISANARE IL PESANTE DEBITO PUBBLICO CONTRATTO PRINCIPALMENTE DAGLI STATI UNITI, CHE IMPLICO’ PROCESSI DI INFLAZIONE MONETARIA ,PERDITA DI POTERE D’ACQUISTO DEI SALARI DI OPERAI E IMPIEGATI ; INOLTRE SE DA UNA PARTE LA GERMANIA DOVETTE SUBIRE DURE SANZIONI ECONOMICHE E POLITICHE PER VOLONTA’ DELLA FRANCIA E INGHILTERRA, L’ITALIA, DURANTE LA CONFERENZA DI VERSAILLES, DOVETTE RINUNCIARE ALLE SUE PRETESE NEI CONFRONTI DELLA DALMAZIA E DELLA CITTA’ DI FIUME (QUEST’ULTIMA E’ STATA OCCUPATA NEL ’19 DA ALCUNI VOLONTARI GUIDATI DA GABRIELE D’ANNUNZIO) ; SI PARLO’ QUINDI DI VITTORIA MUTILAVA.
QUESTI FATTI AVEVANO ALIMENTATO FORTI TENSIONI SOCIALI E DI PROTESTA CULMINATE NEL BIENNIO ROSSO(’19-20) SUSCITATE DA ONDATE DI INDIGNAZIONE E DI SPIRITO DI RIVALSA DA PARTE DEL POPOLO , FINO A QUANDO FIGURE CARISMATICHE COME MUSSOLINI E HITLER,SFRUTTANDO LO SCONTENTO POPOLARE,ASSICURARONO UNA STABILITA’ POLITICA , LAVORO,SOLDI, ANDANDO COSì INCONTRO AI DESIDERI DEL POPOLO.
RISPONDENDO ALL’ULTIMA , CREDO CHE QUESTE ATROCITA’ CHE PORTAVANO CON SE SIA LA PRIMA CHE LA SECONDA GUERRA MONDIALE, SIANO SERVITE DA LEZIONE PER NOI,ANZI SI SPERA, CHE NON ESISTE UNA RAZZA PURA CHE DOMINA SULLE ALTRE QUINDI NON BISOGNA TORTURARE,SCHIAVIZZARE, UCCIDERE COSì TANTE PERSONE INNOCENTI A CAUSA DIELLA PAZZIA DI UN SINGOLO.
Come già scritto, evita di usare le lettere capitali.
Dal momento che emerge in diverse occasioni che non comprendi le ragioni per le quali ricevi valutazioni non sempre lusinghiere nelle mie discipline, vorrei farti solo un esempio: £CREDO CHE QUESTE ATROCITA’ CHE PORTAVANO CON SE SIA LA PRIMA CHE LA SECONDA GUERRA MONDIALE, SIANO SERVITE DA LEZIONE PER NOI,ANZI SI SPERA, CHE NON ESISTE UNA RAZZA PURA CHE DOMINA SULLE ALTRE QUINDI NON BISOGNA TORTURARE,SCHIAVIZZARE, UCCIDERE COSì TANTE PERSONE INNOCENTI A CAUSA DIELLA PAZZIA DI UN SINGOLO.” Hai senz’altro ragione, ma non ti sembra un pensiero un po’ troppo scontato, per non dire banale? Sembra una riflessione tipica di uno studente di un grado di istruzione meno elevato. Quello che ci si aspetta da uno studente all’ultimo anno di liceo è un approccio più critico, ispirato a riflessioni che vanno da Nietzsche ad Hannah Arendt. In che senso le atrocità servono di lezione? A chi? Al popolo, alla classe dirigente? In che cosa consiste la “lezione”? Si tratta di una lezione morale? O di una lezione basata sulla valutazione dell’inefficacia di certi mezzi? Implica il riconoscimento del valore dei diritti dell’uomo? E su quali basi? La lezione, insomma, è basata su quali valori? E perché questi dovrebbero essere condivisi? Come la mettiamo con la critica di nietzschiana dei valori o con l’idea di Weber che le scienze storiche non dovrebbero essere valutative? ecc.
Sotto un altro profilo, quello lessicale-espositivo, non direi che Hitler prometteva “soldi”, ma “di migliorare le condizioni economiche” (è solo un esempio di un lessico ancora largamente inadeguato).
Non si dice neanche che vi furono “DUE FORME DI TOTALITARISMO, AVENTE IL RISPETTIVO NOME DI FASCISMO E NAZISMO”. Intanto sarebbe “aventi”. Ma è una frase inutilmente complicata. Non bastava dire: “due forme di totalitarismo, il fascismo e il nazismo”. “Rispettivo” si usa quando i termini da collegare sono almeno 4, non soltanto 3.
Non si dice neanche “situazione post prima guerra mondiale”. Forse in un sms può andare bene, ma non in una risposta formale (va scritto: “successiva alla”).Eviterei anche “in primis” (a meno che tu non sia Camilleri e non metta in bocca al commissario Montalbano la divertente anafora: “in primis, in secundis” ecc.).
Purtroppo queste imprecisioni e spiegazioni talora un po’ troppo semplificate (evito l’aggettivo “superficiali” che può sembrare offensivo) ricorrono anche nelle tue esposizioni orali.
Al di là della mia valutazione, che si può discutere, ti esorto caldamente, per il tuo futuro di studio e di lavoro, a migliorare questi aspetti, per evitare che la forma non sempre adeguata oscuri la sostanza, talora originale e interessante, di quello che intendi dire.
A mio parere ciò che ha reso possibile l’affermazione di totalitarismi come il nazismo e il fascismo in Italia e in Germania ,oltre allo sfruttamento di un periodo di difficoltà ,è stato il desiderio di grandezza di entrambe le nazioni.
Dopo la prima guerra mondiale infatti, la Germania sentiva la necessità di riaffermarsi per questo , quando si presentò una persona che sembrava potesse rendere la Germania la nazione più potente e ricca , il popolo si affidò a lui dandogli tutto il potere .
Per il fascismo vale lo stesso discorso , d’altronde guardando ad esempio anche il periodo della rivoluzione industriale , l’Italia è spesso stata considerata come arretrata rispetto ad altre nazioni europee quindi, approfittando sia del patriottismo e dell’ignoranza delle persone sia del periodo di crisi che si diffuse dopo la prima guerra mondiale, si crearono le basi per l’avvio di un regime totalitario .
(Questo esercizio l’avevo già svolto in precedenza e glielo avevo inviato via mail ma, siccome stavo controllando di aver svolto tutti i compiti, glielo rinvio anche qui.)
Hai fatto bene a mandarlo, perché mi è più facile verificare che abbiate lavorato.
Nel merito rimane forse un po’ limitante come spiegazione dell’affermarsi dei totalitarismi. Ciò che invochi spiega in parte tale affermazione, ma forse non spiega tutto.
I due regimi totalitari che si instaurarono a cavallo dei due conflitti mondiali, cioè fascismo e nazismo, riuscirono ad ottenere, a livello formale legalmente, il controllo su, rispettivamente, Italia e Germania grazie ad una politica di propaganda nazionalista, con a capo una figura centrale carismatica che seppe sfruttare il malcontento pregresso della popolazione causato dal primo conflitto mondiale e dalla situazione economica generata dalla crisi del ’29, i mezzi di comunicazione, come radio e giornali e l’appoggio di Re, in Italia, e la nomina di cancelliere, in Germania.
Dal mio punto di vista, è ovvio e corretto dire che la II Guerra Mondiale ha contribuito al raggiungimento di traguardi importanti come la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948, ma tuttavia non la ritengo assolutamente necessaria. Infatti, in primo luogo definirla tale presupporrebbe la necessità di una guerra per ogni grande traguardo, ma soprattutto basta leggere pochi articoli* per rendersi conto che l’uomo dai suoi errori impara si, ma con il passare del tempo dimentica. Quindi, a parer mio, non sarebbe stato necessario un conflitto mondiale, ma una maggiore e migliore istruzione ed educazione capillarizzata. Utopistico? Quasi, in particolar modo nel periodo storico successivo alla I Guerra Mondiale, però necessario, dato che è la base della libertà di una persona. Basti pensare al terrorismo islamico, che mina, mi scusi il brutto gioco di parole, proprio la capacità critica e decisionale dei suoi adepti e dei bambini che nascono in quei contesti.
*https://www.vanityfair.it/news/approfondimenti/2020/01/31/eurispes-troppi-italiani-negano-shoah-orrori-olocausto-dati-allarmanti)