Prendi la “macchina del tempo” e ti trasferisci nell’Atene del II a.c. Un uomo, vestito con una tunica candida, è frugale nel mangiare, sereno nel volto, non si adira, offeso non risponde alle offese, sopporta il dolore con tranquillità, appare imperturbabile…
- A quale scuola (corrente) filosofica costui potrebbe appartenere? Per quali ragioni? Come potresti accertarlo?
Dalle caratteristiche elencate sembra che questo filosofo appartenga alla scuola stoica. Per quest’uomo la filosofia è un esercizio di virtù per mezzo della virtù stessa, ciò implica, per esempio sia tranquillo in modo da non trarre passioni che non gli porterebbero alcun vantaggio, anzi aumenterebbero la sua infelicità. Secondo Epitteto, bisogna essere autosufficienti e basare la propria vita solamente su ciò che dipende da noi, senza preoccuparsi di ciò che ci può divenire da altri o altro.
Presupponendo che la possibilità di viaggiare nel tempo sia reale e che, grazie alla “macchina del tempo”, io possa anche comprendere e parlare la lingua corrente, un modo per capire la scuola di appartenenza della persona sarebbe fargli domande relative al suo modo di vivere la vita e di concepire la realtà. In seguito a questo discorso, utilizzando le mie “conoscenze filosofiche”, potrei affermare che questo uomo potrebbe appartenere alla scuola stoica in quanto, gli stoici sostenevano che il dominio sulle passioni permette allo spirito il raggiungimento della saggezza.
Un pensiero simile, però, può essere anche attribuito alla scuola epicurea, infatti ciò fa riferimento a uno dei quattro farmaci proposti da Epicureo per giungere alla felicità (cioè quello relativo alla brevità del dolore).
L’unico modo per capire a quale delle due scuole appartiene è chiedergli lo scopo della sua ricerca filosofica (se appartenesse alla prima scuola lo scopo sarebbe la saggezza, mentre se appartenesse alla seconda sarebbe il piacere).
Considerando i comportamenti dell’uomo esso potrebbe appartenere alla corrente stoica infatti, la tranquillità dell’individuo, nonostante abbia ricevuto offese, deriva dall’epica di Epitteto, che, a sua volta, seguiva l’etica stoica, il quale affermava che è inutile alterarsi per le offese ricevute perché la responsabilità non va data a nessuno, pertanto bisognerebbe restare calmi poiché se si provasse rabbia si aumenterebbe la nostra infelicità, e non avrebbe senso. Si dovrebbe quindi non provare rabbia ma indifferenza infatti l’espressione “indifferenza” deriva proprio dalla filosofia stoica, che insegna a non fare appunto differenze tra le cose che non dipendono da noi. Inoltre un altro elemento che mi fa capire che l’uomo aderisce allo stoicismo è che, per aver deciso di non reagire alle offese e essere rimasto calmo continuando a mangiare, deve aver preso una decisione e quindi ragionato; infatti, secondo gli stoici, la ragione permette al saggio di conoscere il proprio dovere senza lasciarsi ingannare dall’istinto che non sempre suggerisce la cosa migliore da fare. In più le offese che vengono rivolte all’uomo non dipendono da lui perciò, come dice Epitteto, bisogna preoccuparsi solo di ciò che riguarda noi. Non essendo sicura al 100% del fatto che quest’individuo segua lo stoicismo, potrei interagire con lui e instaurare un dialogo cercando di commentare qualcuno o qualcosa. Se l’uomo è veramente uno stoico allora si asterrà dal commentare o dare opinioni poiché, proprio Epitteto affermò che bisogna astenersi dal fare opposizioni su ciò che non è in nostro potere ovvero: opinioni, sentimenti e desideri.
Potrebbe essere un Epicureo, perché: non esagera nel bere e nel mangiare e veste una tunica semplice, dimostrando che ha cura del proprio corpo soddisfando unicamente i suoi bisogni naturali ed essenziali; è sereno nel volto, non si adira e appare imperturbabile, poiché così facendo non danneggia la propria stabilità e il proprio corpo; offeso non risponde alle offese, sapendo che ribattendo turberebbe se stesso in misura maggiore; sopporta il dolore con tranquillità, riconoscendo le sofferenze del corpo solamente come temporanee.
(Nel caso in cui fossi stata furba e con la macchina del tempo avessi costruito anche un traduttore universale) Potrei accertarlo parlando con lui di concetti come la morte, le divinità o il dolore, che sono tratti essenziali della dottrina Epicurea (oppure potrei chiederglielo direttamente).
(Nel caso in cui non avessi il traduttore universale) Potrei accertarlo offrendoli dei pasti abbondanti, oppure delle cose che potrebbero creargli dipendenza e osservare la sua risposta.
Egli appartiene alla corrente stoica ed è seguace di Epitteto e lo deduco dal fatto che l’uomo greco segue la sua dottrina. Egli infatti non si adira e si astiene dall’avversare ciò che non è in suo potere (es. critiche, opinioni,..) poiché è convinto che ciò che non è in suo potere non deve commuoverlo ne adirarlo: non deve farsi assoggettare dagli altri. Egli deve dunque essere apatico: indifferente ad ogni emozione.
Non potrebbe essere anche epicureo? Come potresti escluderlo?
Secondo me potrebbe appartenere alla corrente STOICA, perchè, se non ricordo male , l’etica stoica ci insegna che è inutile arrabbiarsi con un individuo per le offese ricevute poichè la responsabilità del fatto accaduto non deve essere data a nessuno.
Un’altro elemento che ci fa capire chee appartiene alla corrente etica stoica , è la decisione presa dall’individuo , infatti esso rimane indifferente alle offese ricevute rimanendo tranquillo , calmo e continuando a mangiare ,pertanto ha preso una ferrea decisione , ragionando su cosa sia meglio per lui.
come potrei accertarlo?
Forse magari potrei interloquire con lui magari prendendo come esempio un individuo e commentandolo esprimendo le mie considerazioni , e se l’uomo che penso appartenga alla corrente stoica rifiuta di commentare allora la mia tesi può considerarsi giusta .
Non sarebbe più semplice chiedere al filosofo perché si comporta in quel determinato modo? E non potrebbe trattarsi di un epicureo?
Quest’uomo appartiene probabilmente alla scuola epicurea, la quale ha come scopo la ricerca del piacere, inteso come ciò che aiuta il corpo a non soffrire e l’animo a essere sereno.
Una delle strategie che ci permette di conseguire questo fine è la distinzione tra bisogni necessari e non necessari: l’uomo indossa infatti abiti semplici e si nutre con moderazione, soddisfando quindi solamente i bisogni essenziali che gli permettono di curare il proprio corpo e la propria anima.
La sua espressione serena potrebbe essere dovuta al fatto che, avendo una ferma conoscenza dei desideri e sapendo vivere di poco, è capace di apprezzare anche le piccole cose e non soffre nel caso in cui gli venga a mancare qualcosa di non strettamente necessario. Inoltre egli non teme la morte, poichè la ritiene un’esperienza che non potrà fisicamente sperimentare; pertanto, conduce una vita serena che non essendo condizionata dalla continua attesa e paura della morte, riesce a godere di più.
Infine, la sua imperturbabilità dinanzi alle offese e al dolore deriva dalla tesi epicurea secondo cui “i mali se affliggono duramente affliggono per poco, altrimenti se lo fanno a lungo vuol dire che si possono sopportare”.
Per accertarmi che la mia deduzione sia corretta, potrei dirgli cose offensive oppure corromperlo con somme di denaro, per poi osservare la sua reazione. Nel caso in cui il suo atteggiamento continuasse ad essere imperturbabile, e rifiutasse la mia offerta, la mia tesi potrebbe essere corretta. Per ulteriori conferme potrei comunque discutere con lui dei principi della dottrina epicurea e ascoltare la sua opinione.
Interessante la tua stretegia di verifica della tua ipotesi… Ma, se riuscisse, il filosofo non potrebbe essere uno stoico?
Probabilmente potrebbe trattarsi di uno stoico. Loro infatti fanno solo ciò che credono sia bene fare e non percepiscono come qualcuno possa non fare ciò che crede sia bene fare. Infatti loro credevano nella virtù dell’autocontrollo e nel distacco dalle cose terrene. Inoltre gli stoici credevano nel dominio sulle passioni che secondo loro avrebbe permesso il raggiungimento della saggezza. Una caratteristica dello stoicismo è appunto quella di sopportare sofferenze e disagi, motivo per cui ritengo che l’uomo sia appunto uno stoico.
E per verificare la tua credibile ipotesi che cosa potresti fare?
Secondo me l’uomo potrebbe essere un Epicureo visto che vestendosi con una tunica candida e ,mangiando con frugalità dimostra che tiene alla cura del suo corpo e che soddisfa i suoi bisogni essenziali e si limita a quelli. Non adirandosi e non rispondendo alle offese perchè lo turberebbero ancora di più fa capire che potrebbe seguire quella corrente filosofica. Sopporta il dolore con tranquillità perchè sa che è una cosa temporanea e prima o poi passerà.
Per verificare queste affermazioni lo sottoporrei ad alcune domande riguardanti la vita o la morte oppure ai vizi dell’uomo così da confermare la mia ipotesi.
Buona l’idea di fare domande al filosofo per capire a che scuola appartenga…
Se vedessi una persona con queste caratteristiche nell’antichità penserei subito a un epicureo infatti i seguaci di questa corrente filosofica si aggirano per le strade con aria calca e tranquilla, come se niente potesse farli arrabbiare. Per essere sicuro di questa mia supposizione andrei da lui a chiedergli quale scuola filosofica segue.
Perché non potrebbe essere anche uno stoico?
Egli potrebbe appartenere alla scuola fondata da Zenone di Cizio presso il Portico dipinto o “Stoá poikíle”. Infatti, Zenone e i suoi allievi ritengono condizioni di un sapiente la “apatia”, o impassibilità, e la “atarassia”, o imperturbabilità. Inoltre, questi ritengono le emozioni come opinioni o addirittura vere e proprie malattie. Potrebbe anche a prima vista apparire come un filosofo del giardino, seguace di Epicuro, ma la loro dottrina intende raggiungere la “atarassia”, ma anche la “aponia”, ovvero la mancanza di dolore, che non viene pienamente raggiunta se egli deve comunque fare i conti con il dolore stesso, sebbene riesca a sopportarlo con tranquillità.
Non ho ben capito perché il filosofo in questione non possa essere un epicureo… Che fare se rimini incerta?
La dottrina epicurea, cioè quella illustrata dallo storico Epicuro, basata su una visione materialistica e terrena della vita, può essere ritenuta la più adatta questa ipotesi.
Infatti la dottrina appena proposta soddisfa lo stile di vita dello storico ipotizzato, poiché libero da paure e presunzioni. Sono proprio queste ultime di fatto che Epicuro identifica come dannose, per esempio la paura degli dei, della morte o del dolore, le quali possono destabilizzare il piacere del singolo. Questa conseguenza logica è data dal fatto che Epicuro identifica il “fare filosofia “come non altro che ricercare la felicità, come esplicita in questa sua frase:” non siamo altro che animali con la sola differenza di disporre della ragione, la quale ci permette di calcolare come massimizzare il piacere nel tempo e minimizzare il dolore”.
Quindi si conclude che per Epicuro e per la dottrina citata l’uomo per fare del bene deve ricercare il piacere, che si può solo raggiungere accogliendo uno stile di vita privo di paure e preoccupazioni come nell’ ipotesi della consegna.
Prova a rileggere il tuo post. Ti sembra chiaro? In che senso utilizzi a più riprese il termine “storico”? Epicuro non era una storico, ma un filosofo. Intendevi forse “stoico”? Ma Epicuro non era neppure questo! Appunto, come puoi escludere che il filosofo del caso immaginario fosse uno stoico? Il fatto che Epicuro dichiari di cercare la felicità in che modo collima con l’atteggiamento del nostro immaginario filosofo? Sembra felice, certo, ma questo dimostra che stesse ricercando la felicità? D’altra parte anche per un aristotelico la felicità costituisce il fine e perfino per uno stoico, che la fa coincidere con l’esercizio della virtù….
Potrebbe appartenere agli epicurei. Per essere felici occorre essere “autosufficienti”, basare la propria vita solo su ciò che dipende da noi, senza preoccuparsi di ciò che ci può provenire da altri o da altro. Potrei accertarlo facendogli domande inerenti alla stufa filosofia di vita.
Secondo me il filosofo potrebbe appartenere alla scuola filosofica degli epicurei, poiché segue i “bisogni naturali” che lo rendono felice, e distingue il piacere(ciò che è naturale e necessario) dai vizi(ciò che è superfluo). Questo fa in modo che non si offenda e che tolleri il dolore. Per accertarlo potrei andare da lui e chiedergli cosa ne pensa degli dei o della morte, e se la risposta fosse che non bisogna temerli allora avrei la certezza che è un filosofo epicureo.
Secondo me potrebbe essere un epicureo,vestito semplicemente,non ama gli eccessi,sopporta le offese.
Per scoprirlo proverei ad ingannarlo compiendo dei gesti che potrebbero infastidirlo,regalandogli delle vesti più appariscenti
Si potrebbe dire che quest’uomo possa appartenere alla scuola dell’Epicureismo.
Dalla descrizione si può capire che cerca la serenità e l’allontanamento dall’ansia e dai turbamenti. Dato che si comporta in modo saggio e cosciente, senza abbandonarsi a piaceri inutili o vizi (mangia in maniera frugale, non si adira…) e dato l’aspetto “sereno ed imperturbabile” sembra che stia seguendo le regole di vita dettate dalla filosofia epicurea, però si potrebbe escludere la possibilità dell’appartenenza allo stoicismo perché l’esercizio di queste virtù non sembrano essere per lui uno scopo, ma maggiormente un fine per raggiungere il suo stato d’animo.
Nell’Atene del II a.c., un uomo vestito con una tunica candida, che è frugale nel mangiare, sereno nel volto, non si adira, offeso non risponde alle offese, sopporta il dolore con tranquillità e appare imperturbabile sarebbe potuto appartenere alla corrente filosofica degli epicurei. Infatti un epicureo ricerca il piacere nell’assenza del dolore e quindi vivendo in modo semplice e tranquillo come quest’uomo (secondo la dottrina epicurea) è possibile raggiungere il massimo piacere. Inoltre questo uomo appare imperturbabile e l’imperturbabilità per gli epicurei è lo scopo dell’esercizio della virtù. Lo potrei accertare o rivolgendogli alcune domande oppure vedendo in che modo si comporta, dove vive e come si atteggia nei confronti degli altri.