Sulla base di quanto finora studiato, letto, ascoltato e veduto (occasione per riprendere in mano gli argomenti trattati in questo modulo – cfr. le relative unità didattiche con tutti i rinvii di cui sono corredate – , anche in vista della prova p.v.), come possiamo spiegare (che non significa ovviamente “giustificare”, ma individuare possibili “cause” o, meglio, “condizioni” di ciò che va spiegato) i due eventi a cui sono dedicate rispettivamente la Giornata della Memoria e quella del Ricordo (ossia lo sterminio degli ebrei ad opera dei nazisti e l’uccisione di numerosi italiani tra il ’43 e il ’45 ad opera soprattutto di forze jugoslave agli ordini di Tito, con il conseguente drammatico “esodo friulano-giuliano-istriano-dalmata”)?
Spiegare o quantomeno tentare di trovare le cause di due eventi di tale portata come la Shoah e le foibe è, secondo me, una ricerca di cause in quasi tutti i campi (culturale, geografico, sociale), ma anche una serie di casualità non spiegabili o giustificabili.
Partiamo dalle cause che possiamo comprendere. La ragione più importante è ovviamente quella ideologica-culturale, in quanto soprattutto i tedeschi avevano questa idea che alcune “razze” erano inferiori. Questo di certo ha influenzato la decisione di ammazzare gli ebrei o gli italiani nel caso delle foibe. Un altra ragione significativa nel caso delle foibe è propria la geografia del territorio; le foibe sono un luogo perfetto per nascondere i corpi degli italiani uccisi, o per ucciderli direttamente. Inoltre, la guerra di certo influisce sulle azioni delle persone.
Secondo me però, specialmente quando sono coinvolti essere umani, è sbagliato voler sempre ricercare cause, o comunque cause generali. Bisognerebbe o valutare psicologicamente ogni singolo particolare di coloro che furono partecipi in questi massacri, oppure semplicemente affermare che certe cose sono al di là della semplice comprensione.
La tua conclusione mi sembra molto interessante e condivisibile.
Al fine di non scordare alcuni avvenimenti che hanno visto la morte di molte persone durante la seconda guerra mondiale, si è deciso di istituire due giornate volte al puro ricordo.
Tali circostanze di concretizzano in due vicende: lo sterminio ebraico ad opera dei nazisti, “Giornata della Memoria”, e l’uccisione molti italiani nelle foibe, “Giornata del Ricordo”.
Prendendo in esame quelle che possono essere delle spiegazioni al primo fatto, si possono considerare diversi fattori. Ad esempio, alcune fonti suppongono che i tedeschi avessero paura di qualsiasi cosa e che considerassero gli ebrei fonte di ogni male perciò, guidati da un timore persistente, furono mossi ad agire in tal modo.
Si sviluppò anche la concezione che questa popolazione costituisse un pericolo per la salute e che, come un topo, fosse portatore di malattie, e si sentiva la necessità di eliminarla prima che potesse diffondere alcun disturbo.
Ma se queste idee avessero esclusivamente il fine di mascherare ciò che Hitler considerava una vera e propria minaccia che avrebbe potuto ostacolare, e perfino negare, il suo progetto di uniformazione tedesca? Se avessero avuto il solo fine propagandistico volto ad istigare il popolo tedesco ad un senso di odio e disprezzo verso gli ebrei?
Invece, considerando il fenomeno delle foibe, sono da esaminare due diversi infoibamenti: quello istriano, nel 1943, e quello giuliano, nel 1945.
Nel 1943, si videro centinaia di uomini scomparsi per mano dell’esercito jugoslavo, guidato dal generale Tito, e gettati nelle foibe. Ciò può essere spiegato dalle jacquerie, insurrezione popolare locali, causate dalla caduta dell’esercito italiano, e dalla lacuna autoritaria in Istria. Si ebbe così la possibilità di rivoltarsi e vendicarsi non solo contro il nazismo, per il regime forzato che aveva imposto tra nell’intervallo di tempo tra le due guerre e la sua repressione delle popolazioni slave locali, ma anche con gli stessi italiani, i quali dopo violente torture furono gettati nelle voragini carsiche.
Una seconda ondata di violenza si ebbe nel 1945, dove il numero di vittime crebbe notevolmente. Il governo tedesco cadde e la Venezia Giulia venne affidata alle autorità jugoslave, le quali diedero inizio alle persecuzioni contro gli italiani, uccisi dai partigiani di Tito, gettati nelle foibe o deportati nei campi sloveni e croati.
Una conseguenza strettamente connessa a questi avvenimenti fu l’esodo, ovvero necessità che molti nuclei familiari italiani percepirono: emigrare in uno stato estero alla ricerca di condizioni di vita migliori.
Concludendo, le vittime sono state molteplici e in nessun caso sono giustificabili. Giusto è ricordare ciò che è stato fatto per evitare, in un ipotetico futuro, tali comportamenti.
Mi sembra che nel caso delle “foibe” la tua analisi si limiti ai fatti, e non tenti una spiegazione, come hai fatto, invece, nel caso della Shoah.
La Shoah è senza dubbio uno degli avvenimenti più oscuri e macabri che siano mai capitati. Tuttavia se ne può attribuire una causa: il clima che si respirava al tempo era carico di odio nei confronti degli ebrei, e la forte e continua propaganda da parte del regime Nazista non hanno fatto altro che fomentare l’odio nei confronti di questa “razza inferiore”. Ormai l’idea che gli ebrei erano l’origine di tutti i mali si era instaurata nelle teste anche delle persone comuni, che finirono con l’appogiare le folli idee di Hitler.
Riguardo le foibe non è tanto causa di propaganda, piuttosto della brutalità stessa della guerra. Le popolazioni che in pochi anni videro loro stesse annesse a stati a cui non appartenevano hanno sicuramente iniziato a generare odio nei confronti degli occupanti. Così si sono susseguiti massacri che hanno poi portato ai tragici avvenimenti legati alle foibe.
Interessante il tuo rilievo circa l’incidenza della guerra nel caso delle foibe (sottolineato anche nella conferenza a cui abbiamo assistito). Non sottovaluterei l’incidenza di questo fattore anche nella Shoah, non in quanto concepita nelle mente dei nazisti, ma in quanto attuata e attuabile.
Il Giorno della Memoria, 27 gennaio, è stato istituito per ricordare le vittime dell’Olocausto. È stata scelta questa data perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Durante la Seconda Guerra Mondiale l’esercito tedesco si occupò dello stermino sistematico di circa sei milioni di Ebrei. I Nazisti, che raggiunsero il potere in Germania nel gennaio del 1933, erano convinti che il popolo tedesco fosse una “razza superiore” e che gli Ebrei, ritenuti invece “inferiori”, “ratti”, rappresentassero un entità estranea, una contaminazione e un pericolo per l’omogeneità razziale della popolazione germanica.
La Giornata del Ricordo viene celebrata il 10 febbraio di ogni anno. Essa vuole conservare e rinnovare «la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale». Tra il ’43 e il ’45 le forze jugoslave sotto gli ordini di Tito uccisero numerosi italiani e questo portò anche all’ “esodo friulano-giuliano-istriano-dalmata”. Quando l’8 settembre 1943 l’Italia firmò l’armistizio con gli anglo-americani e i tedeschi assunsero il controllo del nord della penisola, in Istria e in Dalmazia i partigiani jugoslavi iniziarono a rivendicare il possesso dei territori che ritenevano proprio torturando e gettando nelle foibe gli italiani fascisti e non solo. questo provocò anche l’esodo di molti italiani che abitavano quelle terre verso la madrepatria e che poi vennero spartiti in tutta la penisola e non solo. Con la fine della seconda guerra mondiale gli attacchi divennero sempre più violenti e l’esercito jugoslavo guidato da Tito si impossessò dei territori giuliani.
Questi sono i fatti. Ma come ce li spieghiamo?
Dal mio punto di vista ciò che sta alla base sia della Shoah sia delle foibe è la “perversione” mentale dei leader dei movimenti che permisero il verificarsi di tali fatti. Infatti sia Hitler che Tito avevano due personalità contorte che non miravano ad una semplice vittoria in battaglia, ma bensì ad una “purificazione” della loro razza (considerata la migliore) e ad un’umiliazione degli avversari. Condizione fondamentale di entrambi gli eventi è il clima del periodo, caratterizzato da forti tensioni per l’imminente guerra e da profonde crisi socio-economiche che imperversavano dalla fine della grande guerra. Nel caso della Germania, dove il popolo era poverissimo ed i debiti di guerra non ancora estinti, le idee di Hitler trovarono largo appoggio. Infatti, solo con l’unione di tutti i tedeschi al partito Nazista e l’eliminazione di razze inferiori ed impure si sarebbe potuta ricostruire la “Grande Germania”. Queste razze inferiori (in particolare gli Ebrei) andavano eliminati per mantemere intatta la purezza della razza germanica o ariana e garantire alla Germania una trionfale rinascita. Hitler giustificò lo sterminio degli Ebrei indicandoli come gli uccisori di Cristo e facendo credere ai tedeschi che essi fossero dei topi che avevano infettato la Germania con le loro “malattie”. Questi topi andavano debellati e ogni contatto con loro veniva considerato una contaminazione della razza ariana. Grazie alla forte propaganda Hitler riuscì a convincere i tedeschi di queste idee ed anche il popolo iniziò a provare odio e ripudio nei confronti degli Ebrei e si unì allo sterminio pensato dal Fuhrer. Proprio questa sincronizzazione dei tedeschi, che arrivarono a pensare come Hitler, è, secondo me, la condizione principale della Shoah. Per quanto riguarda le foibe invece, oltre alle cause sopra elencate riguardanti le tensioni del periodo e alla “perversione mentale” di Tito, personalmente vedo, come condizione scatenante dell’evento, la vendetta degli Jugoslavi titini nei confronti degli italiani che avevano occupato le terre slave in seguito alla prima guerra mondiale ed avevano provato ad italianizzarle. Questo avvenne perché i titini si sentivano come privati di una terra che consideravano di loro proprietà in quanto abitata da popolazione prevalentemente slava.
Mi sembra una prospettiva interessante. Per quanto riguarda Tito forse la sua mente era meno “contorta” di quella di altri, come Hitler, ma più machiavellica, rispondente a un preciso disegno strategico.
Nonostante lo studio, le molteplici letture ed i documentari ascoltati credo sia tuttora difficile spiegare in maniera esaustiva e definitiva la Shoah e le uccisioni delle foibe. Per quanto riguarda lo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti è chiaro che quest’ultimi cercassero un capro espiatorio per giustificare le disfatte politiche della prima guerra mondiale e la crisi che incombeva in quegli anni sulla Germania. Ciononostante ci si potrebbe chiedere perché ci si accanì proprio gli ebrei e non su un’altra fetta della società? E’ evidente che nella scelta del nazismo di perseguitare i giudei ci sia stata anche una motivazione economica: essi infatti erano per gran parte dirigenti, proprietari di banche e ricchi creditori: controllare e isolare gli ebrei avrebbe portato allo stato nazista grosse somme di denaro. Inoltre bisogna dire che l’antisemitismo non era qualcosa di nuovo alla cultura europea: da sempre gli ebrei erano stati perseguitati e discriminati, in primis dai cristiani.
Ma com’è possibile che l’intera Germania e gran parte dell’Europa abbiano permesso che tutto ciò accadesse? Hitler era sicuramente un efficace oratore ed attraverso la propaganda martellante ed i suoi piani di educazione, sincronizzazione e purificazione riuscì in qualche modo a plasmare le menti ed il senso critico di un popolo che ormai si era volontariamente e con convinzione sottomesso alla sua figura. Hitler veniva considerato un salvatore, il nuovo messia. Pian piano nei tedeschi viene istillata una mentalità prima di accettabilità, poi di desiderabilità ed infine di necessità delle politiche antisemite attraverso la propaganda, la violenza e la paura.
Per quanto riguarda l’eccidio delle foibe e l’esodo friulano ed istriano è difficile dare delle spiegazioni poiché si tratta ancora di un argomento poco conosciuto e del quale si discute troppo poco. E’ certo che quello che attuarono i soldati titini contro gli italiani, ma non solo, deve essere considerato un vero e proprio genocidio. L’odio verso gli italiani fascisti e non (infatti vennero uccisi anche partigiani, amministratori, dirigenti, medici ecc.) si tramutò in una pulizia etnica dell’Istria che portò alla morte di migliaia di uomini. A causa dei dati incerti tuttora non si è sicuri del numero certo di morti e di quello che successe realmente in quegli anni: per questo tra gli storici esistono pareri e opinioni molto discordanti.
Risposte molto buone e articolate. Per quanto riguarda gli episodi della foibe forse non parlerei tecnicamente di “genocidio”, perché l’intero popolo italiano non ne fu interamente colpito (si parla comunque di migliaia di persone, non di milioni, come fu p.e. il caso degli ebrei). Questo rilievo non intende ovviamente sminuire questi episodi per troppo tempo ignorati nelle loro motivazioni e nelle connivenze ad essi legate.
Per quanto riguarda la Shoah ovviamente la colpa più grande ricade su Hitler il quale voleva ridisegnare l’Europa secondo un mappa etnica: gli ariani avrebbero dominato, gli ebrei sarebbero stati tutti uccisi e gli slavi resi schiavi come scritto nel Mein Kampf. Inoltre ritengo giusto “accusare” anche l’indifferenza della popolazione tedesca anche se bisogna ricordare il Gleichschaltung e lo stato di terrore in cui erano costretti a vivere . Un’altra causa fu che gli ebrei erano un perfetto capro espiatorio infatti erano mal visti da tutte le classi sociali.
Per quanto concerne il caso delle Foibe sicuramente non è stato facile e non lo sarà mai trovare le cause. Fra le cause più importanti emergono però: conseguenze della prima guerra mondiale, le vendette personali, l’occupazione militare italiana, le azioni dei partigiani jugoslavi e gli opposti irredentismi.
Mi sembra un’analisi sostenibile (p.s. si dice “la Gleichschaltung” non “il Gleichschaltung”). Per quanto riguarda la colpevolezza di Hitler, è fuori discussione, ma la questione, a cui alludi evocando l’indifferenza del popolo tedesco, è come tale personaggio sia riuscito a esercitare impunemente (anzi con il consenso e la connivenza di molti) tale potere. Diffuso antisemitismo? Senz’altro, ma non era una novità…
Il giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale che si celebra il 27 Gennaio di ogni anno ed è stata individuata dall’ONU perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. L’apertura dei cancelli di quel campo di sterminio mostrò al mondo intero tutte le sofferenze che il popolo ebraico aveva dovuto sopportare durante la Seconda Guerra Mondiale. Questo gesto fu importantissimo, ed è per questo che viene ricordato, perché le SS prima della fine della guerra cercarono di far sparire da quei luoghi tutte le prove di quei crimini. Quindi, questa giornata è stata stabilita per non dimenticare quel momento drammatico che un popolo aveva vissuto.
La giornata del Ricordo è una ricorrenza Italiana che si celebra il 10 Febbraio di ogni anno ed essa vuole rinnovare il ricordo della tragedia degli Italiani e delle vittime delle Foibe a causa degli ordini del Generale Tito. In particolare, in questo giorno si ricordano non solo le vittime trucidate da Tito ma anche l’esodo che gli Istriani, Fiumani e Dalmati hanno dovuto subire abbandonando tutti i loro beni per far nascere la Jugoslavia.
Queste due giornate non sono solo eventi commemorativi ma servono da esempio per l’umanità: avvenimenti simili non devono più accadere.
Gli eventi tragici della shoah e delle foibe vanno motivati dall’odio e dalla voglia di cambiamento che si stava instaurando nella società, distrutta dall’esito della Grande Guerra.
Hitler mostra, fin dall’inizio del suo mandato, un sentimento di paura verso l’ebreo, il quale verrà placato solo attraverso l’uccisione di milioni di persone. La shoah fu l’ultimo stadio di un processo che iniziò alcuni anni prima con l’epurazione degli ebrei dagli impegni pubblici e il boicottaggio delle loro attività. Con il passare degli anni venne tolta loro la cittadinanza e le sinagoghe vennero rase al suolo; “ l’ebreo è la causa di ogni male”, egli viene rappresentato come “subumano”, un insetto pieno di malattie, un topo da sterminare. Così, grazie a questa ideologia, che raffigurava questa popolazione come problema sanitario, nel 1942 iniziò lo sterminio di massa: il tedesco può sentirsi finalmente forte ed invincibile.
Hitler deputò agli ebrei anche una colpa militare, divulgando il pensiero che essi prolungassero la guerra, manovrando le nazioni nemiche; il Fuhrer non decise di allontanarli appena salito al potere, perchè il disprezzo che essi creavano nella popolazione tedesca avrebbe alimentato la loro voglia di guerra, quella che Hitler tanto desiderava per conquistare tutta Europa.
Lo sterminio nelle foibe,come la shoah,fu un fenomeno collegato alla seconda guerra mondiale, il quale portò all’uccisione, anch’essa innocente, di un grande numero di italiani provenienti dalle regioni nord-orientali della penisola.
In seguito allo scioglimento del partito fascista e delle Forze Armate, i partigiani jugoslavi guidati da Tito si vendicarono contro tutti i fascisti che avevano amministrato l’Istria e la Dalmazia con durezza, imponendo loro l’italianizzazione e reprimendo le popolazioni locali. Con il crollo del regime (1943) tutti i fascisti e non comunisti italiani vennero considerati nemici del popolo, come gli ebrei per Hitler, e per questo vennero torturati e gettati nelle foibe.
Tito voleva conquistare non solo l’Istria e la Dalmazia, ma anche tutto il Veneto, così dopo il crollo del Terzo Reich (1945) iniziò la conquista della penisola, non tenendo conto però delle forze alleate che si stavano espandendo dal Sud. Egli venne ostacolato nella sua missione e per questo scatenò la propria rabbia contro la popolazione, portando all’uccisione di 20mila persone e 250mila furono gli esuli italiani costretti ad abbandonare le loro case, lasciando vuoti interi paesi.
Per quanto concerne la Shoah, Hitler è il maggiore responsabile del genocidio degli ebrei. Questo perché voleva che sopravvivesse solo la razza ariana, e quelle più deboli fossero subordinate ad essa.
Scelse proprio gli ebrei perché odiati da tutta la popolazione e quinudi perfetti come giustificazione per gli atti compiuti.
Invece per i fatti riguardanti le Foibe, non è molto facile risalire alle cause; molto probabilmente il susseguirsi dei fatti successivi alla prima guerra mondiale, ha portato a tutto ciò.
A quali fatti successivi alla prima guerra mondiale ti riferisci? All’annessione dell’Istria da parte dell’Italia? Al fascismo?
Quando si tenta di capire le cause di un qualsiasi sterminio risulta sempre complicato riuscire a discriminare fra le cause superficialmente responsabili e invece la realtà più profonda.
Prendendo ad esempio il più terribile genocidio della storia umana cioè la Shoah è molto semplicistico affibbiare tutta la responsabilità alla mente malata di un dittatore quale Hitler: infatti già nel medioevo e nell’età moderna(seppur con minor intensità in diversi periodi) l’odio antisemita era molto diffuso in gran parte del territorio europeo, per esempio prendendo la tragedia di Shakespeare è chiaro che la figura dell’ebreo usuraio e malvagio è disegnata da stereotipi e paure insite nella società chiusa del tempo.
Ritornando invece al periodo contemporaneo già durante il primo dopoguerra in tutta Europa si erano sviluppati movimenti che credevano che l’esaltazione della violenza e l’odio per il diverso(cosa che contraddistingue anche parte dei partiti attuali) fossero l’unica luce di speranza per ritornare a un fantomatico passato migliore guidato da forza e purezza. Hitler attuando una politica propagandistica aggressiva che puntava all’esaltazione di certe figure ha semplicemente fatto sbocciare un seme d’odio che era già insito in parte della società.
Per quanto riguarda le foibe invece, almeno dal mio punto di vista, il fenomeno è più semplice da capire almeno nella sua complessità come un tentativo aggressivo da parte delle truppe guidate da Tito di eliminare la cultura italiana e quindi la popolazione presente nel territorio anche per dare al popolo un nemico contro cui unirsi; poi ovviamente le diverse cause sono molto più variegate e difficili molte da volte leggere nella storia.