Leggi le unità didattiche relative rispettivamente all’assolutismo emerso in Francia nel Seicento e al costituzionalismo emerso in Inghilterra nello stesso secolo (dopo la fine del Commonwealth), approfondendo l’argomento leggendo le pagine del manuale e di questo sito a cui in tali unità si rinvia (e anche il testo di Bodin sull’assolutismo). Rispondi quindi al seguente quesito:
- Confronta la monarchia assoluta francese e la monarchia costituzionale (o parlamentare) inglese (mettendo in luce le differenze, ma anche eventuali analogie…)
La monarchia assolutistica francese si basava sui principi della “monarchia per diritto divino”, cioè sull’idea che il potere del re proveniva da Dio. La sovranità quindi non doveva essere condizionata da altre istituzioni ma era assoluta, indivisibile e illimitata. Al contrario, in Inghilterra, troviamo una repubblica chiamata Commonwealth, che aveva come a capo Cromwell, cioè il suo fondatore. Egli stesso si era definito un Lord Protettore e si era attribuito ampi poteri sia politici che militari.
La monarchia assolutistica francese aveva tre principali scopi: una politica estera espansionistica, l’imposizione dell’uniformità religiosa e l’accentramento amministrativo. Il Commonwealth venne trasformato invece in una dittatura militare, nella quale venne formato un nuovo esercito, ed era ammesso il pieno esercizio dei diritti religiosi.
I re francesi si servivano di ministri a loro totalmente devoti, scelti tra le famiglie nobili e borghesi, che si occupavano delle questioni più importanti, e di governatori delle provincie e capi dei municipi, con durata delle cariche limitata a tre anni. In Inghilterra, al contrario, era previsto un Parlamento eletto a suffragio ristretto, formato da una sola Camera.
La repubblica inglese duro solo dieci anni e, terminata questa fase repubblicana, risorse la monarchia, il cui potere però venne fortemente limitato da quello del Parlamento.
In realtà il sistema “costituzionale” da confrontare con l’assolutismo francese sarebbe stato quello della monarchia parlamentare restaurata. La domanda chiedeva di confrontare due tipi di “monarchie”, non una monarchia e una repubblica (il “Commonwealth”). Ma ne riparleremo in aula
Se si dovesse confrontare, identificando sia differenze ma anche analogie, l’idea di assolutismo emerso in Francia e il costituzionalismo emerso in Inghilterra si riuscirebbe a notare sicuramente una diversa efficacia sul piano pratico di attuarle da parte dei rispettivi personaggi storici.
L’assolutismo emerso e portato avanti da Richelieu, Mazarino e infine Luigi XIV è caratterizzato da un movente di fondo di carattere prettamente economico e politico, il quale ha portato questi tre grandi personaggi a ideare dei veri e propri cambiamenti a livello burocratico all’interno della società, e quindi, non limitandosi a imporlo.
Infatti Luigi XIV, grazie all’aiuto del ministro delle finanze Colbert, decise di apportare delle modifiche sostanziale allo stato, proponendo tre diverse tipologie di tasse (quelle sugli affitti del demanio reale, l’imposta diretta detta “taille” e le imposte indirette, che vanno a gravare su ceti sociali diversi), la presenza di personaggi politici devoti al re, quali: ministri, governatori e funzionari; il tutto supportato da una spinta espansionistica di fondo economico che punta alle esportazioni dei propri beni di lusso.
Questa concezione è stata resa possibile non senza delle rivolte da parte di determinati enti popolari, quali ugonotti, i quali però, si sono dovuti scontrare con una politica imparziale e giusta di Richelieu, che furbamente ha sottratto le piazza-forti a questi ultimi senza limitare la professione della loro religione per evitare sommosse.
Sono proprie le sommosse e le rivolte di sia da parte del popolo che degli esponenti politici, che hanno reso impossibile la istaurazione del costituzionalismo in Inghilterra, infatti, a causa di una diffusione dell’anglicanesimo e delle sbagliate scelte politiche l’Inghilterra sarà riccamente caratterizzata da guerre civili in questo periodo.
In particolare, dopo la morte di Elisabetta I Tudor (che non lasciò eredi), salì al trono Giacomo I Stuart, che decise fin da subito di proporre una idea di stato a favore della figura e i rispettivi poteri del re, idea che si trovava in contrasto con la concezione dei rispettivi anglicani, puritani e presbiteriani, che difendono una idea di “comunismo” o una propria gerarchia.
Nonostante il costituzionalismo inglese e l’assolutismo spagnolo hanno identificato delle diversità sul piano pratico, l’idea di fondo, ossia, di accentuare il potere del re per limitare altre sanguinose guerre e una grande frammentazione sul territorio, che le hanno caratterizzate tempo a dietro, rappresenta una analogia tra queste due proposte.
Credo di avere colto il senso complessivo, ma, come spesso, la forma espositiva lascia a desiderare. Ad esempio, non si può dire che certe cose “hanno reso impossibile la i[n]staurazione del costituzionalismo in Inghilterra”, perché l’Inghilterra si afferma proprio come modello di costituzionalismo (forse è un refuso? intendevi dire che “l’instaurazione dell’assolutismo”?). Eviterei anche avverbi dal registro aulico ma poco adeguati ad esprimere con chiarezza i concetti e, spesso, fuori contesto come ad es. “prettamente”. Anche espressioni come “a livello di ecc.” appaiono poco chiare.
A mio parere l’idea di base della Francia e quella dell’Inghilterra era la stessa ovvero creare un potere assoluto però, mentre la Francia, inizialmente con Richelieu, successivamente con Mazarino ed infine con Luigi XIV si impose con la forza placando ogni forma di rivolta (da quella Parlamentare a quella religiosa), gli inglesi non riuscirono a sottomettere l’opposizione parlamentare. Non essendo possibile altro, in Inghilterra si sviluppò la monarchia costituzionale nella quale il sovrano regnava ma con poteri limitati e doveva sempre riunirsi con il Parlamento per prendere decisioni legislative, ben diversa era l’assolutismo, affermatosi in Francia, nel quale il sovrano, convinto come il Re Sole di possedere un potere proveniente da Dio, deteneva piena libertà su tutto e poteva esercitare liberamente il proprio potere senza confrontarsi con nessuno. Luigi XIV, per esempio, governò con l’aiuto di ministri a lui devoti e che quindi avrebbero fatto qualsiasi cosa per il sovrano, anche se questo si fosse comportato male, invece Carlo I, andando contro il Parlamento e violando la legge, fece sfociare la guerra civile. Quindi, a mio parere, l’unica questione che sta alla base della differenza di queste due forme di governo è quanto potere detiene il sovrano.
Buona riflessione. Potevi precisare: il potere rimane “assoluto”, concentrato, ma quello che cambia è il soggetto che lo detiene in ultima istanza, re o parlamento.
La monarchia parlamentare inglese si differenzia da quella assolutistica francese in quanto la prima è diretta ad affermare i diritti civili e politici dei cittadini inglesi contro le pretese del re; mentre la seconda, in seguito alla diffusione della dottrina dell’assolutismo monarchico proposta da Jean Bodin, è diretta all’esclusione dei nobili e dei parlamenti (rappresentanti del popolo) dal potere decisionale che era interamente in mano al re. Apparentemente in Inghilterra il popolo era sovrano mentre in Francia lo era il re, in realtà l’esponente attraverso il quale il popolo inglese prende il potere, Oliver Cromwell, si comporta da dittatore, modifica il parlamento inglese a suo piacimento e possiede l’esercito. Ciò lo rende esattamente come il re Luigi XVI nella Francia assolutista. L’idea di assolutismo poi era tratta da una certa interpretazione del diritto romano, noto attraverso il Corpus iuris civilis quindi non era un’idea nuova e un passo verso la modernizzazione come la monarchia costituzionale inglese.
Interessanti le tue considerazioni. Comunque, più del “Commonwealth” di Cromwell, la monarchia inglese che poteva costituire un termine di paragone avrebbe meglio potuto essere quella degli Stuart restaurati dal parlamento.
Senz’altro la monarchia inglese anticipa molti aspetti delle moderne monarchie parlamentari, tuttavia non escluderei che essa affondi le proprie radici “costituzionali” in consuetudini germaniche non molto meno antiche del Corpus iuris civilis.
La principale differenza tra assolutismo e costituzionalismo è la suddivisione dei poteri, infatti nella prima vediamo un re che è così potente da addirittura essere al di sopra delle leggi dello stato, invece nella seconda il potere viene suddiviso in più parti affidate ad un parlamento e ad un re(che appare completamente sottomesso al parlamento) che sono sottoposti alle leggi dello stato.
Un’altra differenza riguarda la religione, nell’assolutismo vediamo un re che deve porsi al di sopra di questa ed esercitare il suo potere nonostante questa, nel costituzionalismo si ritrovano diverse visioni religiose esposte da più fazioni del parlamento, ad esempio di tipo anglicano, presbiteriano, puritano nella maggioranza protestate, però con anche una minoranza cristiana.
Una similitudine tra le due può invece essere considerato il fatto che il popolo abbia in ogni caso poco potere, anche se nel costituzionalismo il parlamento cera in qualche modo di dar voce a questo, nonostante finisca sempre per considerare la nobiltà in modo maggiore.
Hai ragione, il parlamento inglese rappresentava solo i nobili (nella camera dei Lords) e i ricchi (nella camera dei comuni).
Attenzione: non dire MAI “cristiana” per “cattolica” (offenderesti tutti i protestanti e gli ortodossi in un sol colpo!).
L’assolutismo francese e il costituzionalismo inglese sono due esempi di monarchia antitetici: nella prima, il re esercita un potere slegato da vincoli, mentre nella seconda, il potere di questo è limitato da una costituzione.
Il sovrano assoluto possiede inoltre tutti i poteri centrali, tra cui quello legislativo; quello costituzionale mantiene invece solo quello esecutivo: quello legislativo e giudiziario sono infatti rimessi rispettivamente al Parlamento e alle magistrature.
In aggiunta, il teorico Jean Bodin sottolinea come la sovranità, oltre che assoluta, debba anche essere perpetua, ossia irrevocabile e illimitata nel tempo, a differenza di quella costituzionale che, essendo conferita temporaneamente al sovrano, è revocabile dai membri autonomi della società.
Queste differenze sono delineate dai diversi scopi delle due monarchie che, per quella francese era il superamento della frammentazione delle autorità e, per quella inglese, era evitare l’arbitrarietà del potere esercitato dal re.
Per quanto riguarda le analogie, le due forme di governo sono entrambe delle monarchie e a capo dello stato è pertanto presente un re.
Buona analisi. Preciserei che la “costituzione” inglese non è data da un testo organico, ma da un insieme di norme che furono approvate nel corso dei secoli sulla base di ancestrali consuetudini, che probabilmente risalgono alla primitive tribù anglosassoni (certo, può essere fatta risalire alla “Magna Charta”, ma poi bisogna considerare tutte le successive disposizioni che andavano nella direzione del riconoscimento dei diritti civili e politici dei sudditi).
Altra analogia tra le due monarchie è data dall’accentramento del potere, che rimane comunque in capo allo Stato (sia questo nelle mani del solo re o anche di un parlamento), invece che essere “diffuso” nei rivoli di una sistema di tipo feudale.
Le differenze fra monarchia assoluta francese e monarchia costituzionale inglese sono che nel primo caso i sudditi e il monarca hanno relazione diretta, il potere è incentrato nel re e l’esercito unitario fa capo al sovrano; nel secondo caso invece il potere del re è limitato dal parlamento. C’è sempre la presenza del monarca e l’unità territoriale, ma tra i sudditi e il monarca la relazione è mediata, il mediatore è chiamato parlamento e approva o no i decreti del sovrano.
Sintetica ma corretta. Cogli gli elementi essenziali e li esprimi in modo tecnicamente ineccepibile.