Alla luce del percorso storico-filosofico fin qui svolto quale rapporto ti sembra che sussista tra cristianesimo e filosofia? In particolare quali elementi della dottrina cristiana, così come fu “codificata” nel Credo e approfondita da Agostino, ti sembrano riconducibili a una concezione di tipo filosofico (già nota, come il platonismo, o eventualmente anche nuova, ma pur sempre simile ad altre concezioni filosofiche greche) e quali elementi ti sembrano irriducibili a una concezione di questo tipo perché caratteristicamente “religiosi”?
Puoi aiutarti leggendo anche questa pagina del sito, nonché quest’altra, relativa, più in generale, al rapporto tra religioni e filosofia (con particolare riguardo alle religioni più “spirituali”, tendenzialmente monoteistiche, ancora molto diffuse ai nostri giorni).
In primo luogo la religione e la filosofia hanno in comune il fatto di doversi impegnare “spiritualmente” per tutta la vita.
Inoltre si può notare una somiglianza anche grazie al logos. Nella religione cristiana viene identificato come la ragione attraverso la quale Dio avrebbe creato il mondo mentre in alcune correnti filosofiche, come quella degli stoici, il logos viene considerato come il principio di tutte le cose.
Un altro punto in comune è quello della via della salvezza cristiana (che consiste amando Dio e il prossimo come se stesso, ovvero perseguendo la beatitudine) compatibile con l’idea degli epicurei e degli stoici.
Si possono anche riconoscere nelle tre ipostasi neoplatoniche, ovvero l’uno, l’intelligenza e l’anima, le tre persone da cui è costituito il Dio cristiano, ovvero il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Infatti l’uno corrisponde al padre che non viene generato ma genera, l’intelligenza corrisponde al Figlio, il quale è generato dal padre e crea tutto ciò che vediamo e l’anima corrisponde allo Spirito Santo in quando da la vita ai corpi.
La Chiesa si basa anche sul perseguire il bene e sul evitare il male, che da un punto di vista etico possono essere visti rispettivamente come la virtù e il vizio.
Come ultima cosa si può notare che alcuni temi trattati dalla Chiesa cattolica corrispondono a temi etici trattati dai filosofi greci. Un esempio è il tema dell’aborto, che la Chiesa condanna a partire dalla dottrina aristotelica della potenza e dell’ atto.
Buona analisi delle convergenze. E le divergenze?
La religione può essere considerata un’evoluzione della filosofia, difatti essa partendo da questa cambia alcuni aspetti evolvendosi. Ad esempio in alcuni passi del credo vediamo citare la trinità di Dio che ricorda molto quella neoplatonica di Plotino, difatti il principio (Dio) produce qualcosa di perfetto ma diverso da setesso ossia l’intelligenza che può essere ritrovata nello spirito santo che a sua volta produce il figlio che è l’anima. Invece differisce per delle caratteristiche quali l’effettiva creazione dal nulla di tutto ciò al contrario il principio si limita a trasformare da una materia preesistente oppure il dare un effettivo nome a Gesù indicando una precisazione . Imperciochè ci sono caratteri simili alle due che però evolvono in modo diverso nella religione.
Hai colto, sia pure sinteticamente, alcuni punti di convergenza e divergenza. Ve ne sarebbero anche altri…
A mio parere una parte sostanziosa della dottrina cristiana può essere ricondotta alle dottrine platoniche e neoplatoniche. In particolare possiamo confrontare la concezione di Plotino dell’universo con quella cristiana. Il Principio (o Uno) può essere ricondotto alla figura di Dio, colui che è ingenerato ma genera il Figlio, cioè l’Intelligenza che a sua volta genera lo Spirito Santo, che è l’Anima del mondo. Il cristianesimo può dunque essere considerato come una filosofia dal momento che tramite questa cerchiamo di arrivare a un “Bene” (che in questo caso è la vita eterna nel Paradiso con Dio e il Gesù Cristo). Inoltre sia i platonici che i cristiani credono nell’idea che il Bene sia “ultraterreno”: nel caso dei primi si trova nel Mondo delle Idee mentre per i secondi si trova nel Paradiso.
E le divergenze?
Uno degli elementi della dottrina cristiana riconducibili a una concezione di tipo filosofico è, ad esempio, la tesi presente nel Vangelo di Giovanni secondo cui Dio si sia servito della Ragione (Logos) per creare l’Universo: il Logos, come nello stoicismo, rappresenta quindi il principio di ogni cosa.
Secondo il Cristianesimo è inoltre necessario amare Dio e il prossimo per poter raggiungere il bene e allontanarci dal male, scopo che può ricondursi a varie correnti filosofiche come l’epicureismo e lo stoicismo. La funzione dell’amore è inoltre simile a quella del platonismo, in cui è appunto identificato come uno strumento “purificante” che favorisce il nostro avvicinamento al Principio (Dio).
In aggiunta, il cristianesimo può essere considerato una filosofia poichè, come le antiche scuole filosofiche, è necessario che il credente dedichi la sua vita intera ad esso.
Si presuppone infine che il Cristianesimo si sia ispirato al neoplatonsimo nella distinzione delle tre essenze divine: Dio corrisponde all’Uno, in quanto creatore di ogni cosa che non può essere creato, Gesù corrisponde all’Intelligenza, generata dall’Uno e strumento della creazione, lo Spirito corrisponde all’Anima del mondo, poichè dà vita ai corpi. Il nepoplatonismo si differenzia però dal Cristianesimo perchè l’Intelligenza non può incarnarsi come fece invece Gesù.
Il cristianesimo può quindi essere visto come una corrente filosofica che sfocia però in una religione.
Ottima analisi delle convergenze… E le divergenze?
Il rapporto che sussiste tra filosofia e religione non è contrastante come ci sembra e come ci fanno capire certi personaggi illustri dell’epoca.
Infatti Dio nella Bibbia fa uso di innumerevoli parabole per esplicitare i suoi messaggi, maniera non molto diversa da quella usata da i filosofi come Socrate e Platone, i quali usano miti, ma le somiglianze non stanno solo nei mezzi ma anche nei fini, poiché nel cristianesimo si pretende una completa eliminazione dei peccati, che possono corrispondere per i filosofi al male, quindi non fare del bene, che per i cristiani e dettato da Dio, cioè il Logos.
In conclusione la visione filosofica non è diversa da quella del cristianesimo, anche grazie al medesimo luogo in cui si è sviluppata, quindi il rapporto lo vedo come parallelo, solo che nomenclature differenti.
Non hai messo in luce le persistenti differenze. Chi sarebbero i personaggi illustri dell’epoca che distinguono nettamente filosofia e religione? Forse Tertulliano? Non l’abbiamo approfondito… O ti riferisci ad altri? Anche oggi molti considerano la filosofia e la religione due pratiche molto diverse, non ti sembra?
Il rapporto tra filosofia e cristianesimo, nonostante non sia così implicito è colto diverse volte. Molti filosofi infatti credono che sia giusto cercare il Bene attraverso la filosofia, i cristiani cercano sì il Bene, ma attraverso la parola di Dio (che è il Bene per i cristiani). Un altro esempio può essere fatto con la relazione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, essendo che condividono la stessa ESSENZA. Per i cristiani la relazione è chiamata trinità divina, mentre per alcuni filosofi le tre essenze si immedesimano alla triade neoplatonica di Uno, Intelligenza e Anima. La filosofia inoltre è stata utilizzata dal cristianesimo proprio per interpretare in modo coerente e non contraddittorio la rivelazione divina. Tuttavia per distinguere la filosofia dall’ellenizzazione cristiana usiamo alcuni passi del Credo che sembrano irriducibili a una interpretazione platonizzante o storicizzante. Un particolare esempio che possiamo utilizzare per questa differenza è data da sant’Agostino, che dice: l’uomo non potrebbe raggiungere la verità oltre la ragione con le sue sole forze, per quanto la desideri , se Dio non gli venisse in aiuto con un amore più grande di quello di cui l’uomo è capace. Infatti questa impotenza a “salvarsi da soli” è rappresentata dal racconto del peccato originale, che ci rende tutti meritevoli di dannazione, in mancanza di un intervento divino. In generale per comprendere dobbiamo cominciare a credere, ma per credere dobbiamo anche comprendere, così sant’Agostino afferma che la fede risolve i problemi che la filosofia non era riuscita a risolvere.
Ottima analisi. Hai messo in luce molti punti di affinità e, soprattutto, divergenza che altri hanno ignorato. Non è chiara la frase: “nonostante non sia così implicito è colto diverse volte”.
Alla luce di quanto studiato finora colgo notevoli somiglianze tra la religione cristiana e la filosofia neoplatonica di Plotino. Queste somiglianze si possono notare in modo significativo nel Credo. Vi sono infatti parecchi aspetti in questa preghiera che rimandano a questa filosofia, ad esempio entrambe alludono ad un solo principio/dio che genera spontaneamente altri elementi alla pari (rispettivamente le scintille sul mare e il figlio e lo spirito santo) i quali sono diversi ma uguali tra loro, separati ma uniti.
Infine entrambi alludono alla resurrezione : nel caso della filosofia riguarda l’immortalità dell’anima, mentre nella religione cristiana si intende la resurrezione dell’anima e del corpo (es. Pasqua).
Hai colto elementi essenziali, anche se ne mancano altri. Il “credo” non è una preghiera (tramite la sua recitazione non si chiede alcunché a Dio), ma una “professione dei fede” (la dichiarazione condivisa dei contenuti della propria fede).
Il cristianesimo, dunque, può essere considerato anche come una filosofia, sebbene esso “sfoci” in una religione. Tale era considerato anche dagli antichi.
In generale, se “amando Dio e amando il prossimo come me stesso” credo di perseguire la felicità, non è questa via , la via cristiana alla salvezza, una via etica, alternativa.
Dipende da un certo modo di intendere l’essere, il mondo, Dio e l’uomo.
Quel “dunque” all’inizio rivela il “copia e incolla”, perché non c’è una premessa da cui tu possa aver dedotto quello che scrivi. Attenzione a queste distrazioni! Come scritto ad altri, ti sei limitata a “sfruttare” una pagina che vi avevo proposto per arricchire la vostra riflessione, non per ridurla a queste poco considerazioni!
Abbiamo visto che il credo Cristiano contiene molti elementi di origine greca, che hanno ampliato la precedente cultura ebraica dalla quale derivano le radici di questa religione.
L’elemento tra i più significativi troviamo l’idea della divisione tra anima e corpo, tipica della filosofia ellenica e romana, ma non appartenente alla tradizione ebraica; da tenere a mente è l’ordinamento cosmologico cristiano, che riprende quello platonico (diviso in “sostanze” generate l’una dall’altra, che procedono dall’alto verso il basso) e l’associamento tra Dio e il Logos , e inoltre troviamo anche delle analogie anche nella Bibbia (es. Gesù raccontava parabole, così come Socrate procedeva usando esempi).
Riguardo agli elementi strettamente legati al suo carattere religioso in primis si trova il suo carattere dogmatico; inoltre si può notare come non ci sia molta libertà di interpretazione del testo sacro, dato che viene fissato una visione della Bibbia e anche il credo è stato stabilito su base rigida di alcune convenzioni. Infine si trova che è necessario seguire con precisione le regole già stabilite, per essere considerati un vero Cristiano e non si trova spazio per interpretazioni personali né libertà di scelta.
Non trovi che vi siano anche differenze nelle rispettive dottrine, come quella (caratteristicamente cristiana) concernente l’impotenza dell’uomo a conseguire il bene con le sue sole forze, tesi soprattutto di Agostino? Attenzione: non si dice “associamento”, ma semmai “associazione”.
Il cristianesimo può essere ritenuto una filosofia in molti modi, ad esempio se “amando Dio e amando il prossimo come me stesso” perseguisco la felicità, non sono tanto lontana dal pensiero degli epicurei o degli stoici; può anche essere ritenuto una filosofia perché dai cristiani viene detto che Dio è il creatore dell’universo, come quindi il principio secondo altri filosofi. Il cristianesimo però può anche essere considerato una religione perché, a differenza dei filosofi che non praticano i vizi per non essere infelici, chi crede in Dio non commette peccati per dispiacere Dio, che ci comanda.
Hai valorizzato solo alcuni aspetti, pur rilevanti, che hai trovato in una pagina del sito che avevo suggerito di consultare. Tuttavia, mancano all’appello diverse importanti analogie e differenze.
Il credo Cristiano ha elementi di origine Greca che a sua volta hanno ampliato la cultura Ebraica. Uno degli aspetti più importanti è quello della divisione tra anima e corpo, visione si romana ma non ebraica. Dio e il Logos sono associati quindi questo è un collegamento tra i due mondi. Riguardo l’aspetto religioso non c’è alcuna interpretazione del testo sacro, il credo è basato su delle “regole” chiamate convenzioni. Per essere un vero Cristiano bisogna seguire le regole stabilite e non si può interpretare o modificare alcuna di queste regole. Inoltre per quanto riguarda l’ordinamento del cosmo cristiano ricorda quello platonico (sostanze, alto verso basso).
Hai colto il principio di autorità (necessità di seguire certe regole) come caratteristicamente religioso. Buona idea. Solo questo? Non ci sono divergenze nei contenuti delle rispettive dottrine? Il consiglio, comunque, è di non mescolare, nei confronti, analogie e differenze, ma di indicare prima le une e poi le altre.
Mi appare che tra filosofia e cristianesimo sussista un rapporto per il quale senza la prima non si può in qualche maniera intendere il secondo. tra gli elementi del cristianesimo riconosco come neoplatonici, le tre persone in cui consiste il Dio cristiano con le tre ipostasi: l’Uno, come il Padre, genera, l’Intelligenza o Lògos corrisponde quasi letteralmente al Figlio (detto Verbo), generato dal Padre e mezzo della “creazione” di tutte le cose visibili e l’Anima del mondo corrisponde allo Spirito Santo, perché procede dalle prime due ipostasi e dà la vita ai corpi. inoltre la Chiesa cattolica condanna, ad esempio, le pratiche abortive più sulla base della dottrina aristotelica della potenza e dell’atto che su fondamenti biblici. Tipicamente “religioso” ritengo, invece, il mistero dell’Incarnazione, cosi come quello della Resurrezione.
Hai colto punti essenziali. E che ne dici, in campo etico, della differenza (cristiana) consistente nell’impotenza del singolo a salvarsi da solo senza la grazia di Dio, sottolineata da Agostino?