- Alla luce di quanto suggerisce il manuale in adozione (1A, U1, cap. 1, § 1, pp. 2-3; §§ 6-12, pp. 9-17 [cioè volume 1A, Unità 1, paragrafo 1, pagine da 2 a 3; quindi dello stesso capitolo i paragrafi da 6 a 12 corrispondenti alle pagine da 9 a 17], per quanto riguarda l’origine storica della filosofia, tralasciando i paragrafi [§§ 2-5] dove si discute del problematico rapporto con le c.d. “filosofie orientali”; U2, cap. 2, §§ 1-2, pp. 126-29; § 5, p. 131 [Il non sapere]; §§ 7-10, pp. 135-142, su Socrate come “modello” del filo-sofo di sempre);
- sulla base di quanto abbiamo discusso relativamente all’ipotesi che la filosofia, come ricerca della saggezza, sia qualcosa di necessario o di utile o magari semplicemente di bello (un lusso che si può permettere chi si può permettere di provare meraviglia), nonché all’ipotesi che chi sa (o crede di sapere) ciò che è bene non possa non farlo (intellettualismo etico), cioè che il saggio non possa che essere buono [accedi alle pagine a cui rinviano i link in colore rosso e anche alle ulteriori pagine e/o ai video a cui puoi accedere da tali pagine];
- a partire infine dall’esempio offerto dalla testimonianza di Socrate, processato e condannato per non aver voluto smettere di filosofare (oltre alle pagine e agli estratti dal film di Rossellini su Socrate riportati qui, leggi anche questo estratto dello scritto di Platone Apologia di Socrate, da cui il film di Rossellini è stato ispirato);
proponi [inserendo qui sotto un commento] una tua tesi argomentata sul problema dell’origine della filosofia (cioè scrivi che cosa pensi al riguardo e giustificalo, ossia spiega perché ne se convinto/a) , tanto sotto il profilo storico, quanto sotto il profilo dell’attualità.
Insomma, perché, secondo te, la filosofia è sorta nell’antica Grecia (con Socrate o, magari, prima, con i pre-socratici) e perché essa potrebbe o dovrebbe sempre di nuovo risorgere in ciascuno di noi anche oggi (o magari anche no)?
Oggi definiamo “filosofia” l’insieme dei principi e delle convinzioni sui quali una persona o più fondano la propria concezione della vita.
Dopo aver discusso in classe ed approfondito a casa la sua origine storica ritengo che la filosofia nasce in Grecia attorno al V secolo a.C., più precisamente nelle colonie Ioniche dove, grazie al notevole sviluppo del commercio, le popolazioni locali avevano modo di conoscere idee di altri popoli. Questo ha favorito lo sviluppo di una mentalità più aperta rispetto alla popolazione di Atene che all’epoca era ancora chiusa nei propri modi di vivere e di pensare. Grazie a questo tipo di mentalità si sono formati governi e repubbliche aristocratici, che hanno favorito discussioni pubbliche su questioni di interesse generale, ad esempio su alcune leggi che riguardavano tutti i cittadini. Di conseguenza molti cittadini hanno iniziato a ricercare un pensiero proprio e motivazioni a favore di questo (che erano principalmente rappresentate da ciò che ognuno riteneva fosse bene per il popolo). In seguito questo tipo di mentalità si è propagato in tutta la Grecia, fino ad arrivare ad Atene, che venne poi considerata il centro della libertà greca e della filosofia.
Dal mio punto di vista questa mentalità aveva anche dei limiti, che vengono riassunti nel fatto che la cultura riguardava una porzione ristretta della popolazione (sebbene più ampia rispetto ad altre civiltà). Solo i cittadini liberi, infatti, potevano votare e quindi partecipare alle discussioni che riguardavano le leggi della polis, nella quale era presente una forte contrapposizione tra l’aristocrazia, che era molto legata al passato, e il popolo libero, che aveva una mentalità più aperta.
Un altro aspetto rilevante era che, anche se i sacerdoti non erano molto importanti, la religione era alla base della civiltà, infatti ogni città aveva il suo dio-fondatore che proteggeva la polis e ispirava le leggi. Questo limitava notevolmente la libertà di pensiero e fu uno dei principali motivi della condanna di Socrate, ma non fu abbastanza forte da bloccare lo sviluppo della filosofia.
La filosofia, secondo Socrate, veniva definita come “la ricerca del bene” partendo dalla consapevolezza di essere ignoranti. Secondo me questa ricerca andrebbe coltivata anche oggi, non solo a scuola ma anche nelle relazioni interpersonali, per dare a tutti la possibilità del confronto e di esporre senza condizionamenti le proprie idee. Il confronto diventa costruttivo nel momento in cui si ha la consapevolezza di non avere sempre ragione e si accettano le idee degli altri per migliorare sé stessi.
In conclusione posso dire che, anche se prima dei greci altri popoli facevano filosofia, i greci possono essere considerati i fondatori del pensiero filosofico perché’ sono stati i primi a lasciarci fonti scritte e a fare una ricerca molto approfondita del bene, anche se ciò significava accettare una condanna a morte, come è successo a Socrate che disse:
“Sarebbe ora una condotta ben strana la mia, se il posto che il dio mi ha assegnato, almeno come io ho inteso e creduto, di vivere filosofando e sottoponendo ad esame me stesso e gli altri, questo posto io, per paura della morte o di altro, lo avessi abbandonato.
Sarebbe davvero condotta ben strana; e allora davvero si avrebbe ragione a portarmi in tribunale come un empio che non crede agli dei, dal momento che disubbidisco all’oracolo, ho paura della morte e credo di essere sapiente, mentre non lo sono.
Avere paura della morte infatti, o cittadini, non è altro che credere d’essere sapiente, ma in realtà non esserlo, perché è credere di sapere quello che non si sa. […] E dunque, davanti a mali che so essere davvero mali non sarà mai che io tema e fugga quelli che io non so se per caso non siano dei beni”.
Ottima riflessione, compiuta e argomentata, nonché chiara (salvo qualche probabile lapsus: se la filosofia nacque nella Ionia, bisogna risalire al VII-Vi sec., mentre tu hai scritto V, che è il secolo di Socrate; probabilmente intendevi riferirti a repubbliche “democratiche” e non “aristocratiche”, come si desume dal contesto ecc.).
Per quanto riguarda i “limiti” al libero pensiero posti dalla religione o dalla restrizione del numero dei cittadini liberi ecc., consideriamo che il libero pensiero potrebbe essere obiettivamente molto pericoloso per l’ordine sociale (pensa a quanto stiamo studiando in storia: “non credere” che il proprio imperatore sia legittimo, magari perché il Papa lo ha scomunicato, può avere effetti devastanti, come, oggi, dubitare che sia giusto pagare le tasse o rispettare le leggi, quando, magari, si è certi di non essere scoperti ecc.).
Prima dell’origine delle polis ovvero delle città-stato, le civiltà possedevano monarchie stataliche dove il potere era in mano ai guerrieri e al clero di conseguenza erano proibiti liberi pensieri e critiche che opponessero i modi di pensare di quell’epoca. Non è detto però che in un clima così severo non ci potesse essere qualcuno che praticasse già filosofia, semplicemente non ci sono giunte notizie. Nelle polis, invece, gli uomini erano liberi e autonomi di fornire diverse opinioni e proprio grazie allo scontro di queste idee diverse si iniziò a dubitare di alcune cose considerate in passato verità assolute, come ad esempio i miti e le religioni, cercando di trovare risposte più convincenti. Poiché i Greci furono i primi autori di testi scritti sulla filosofia e poiché furono un modello d’ispirazione per molti altri popoli, si pensa che fu la prima popolazione occidentale a praticare esplicitamente la filosofia. Nel mondo d’oggi ci sembra scontata la libertà di pensiero, ma basta spostarci geograficamente come ad esempio in Asia o più precisamente in Afghanistan per comprendere che non sempre le proprie opinioni sono ben accette. Come afferma Aristotele la filosofia nasce dalla meraviglia davanti alla quale ci fa capire quanto siamo ignoranti e di conseguenza l’ignoranza ci spinge alla conoscenza, ma non sempre l’ignoranza stimola la conoscenza poiché ci sono moltissime cose che noi sappiamo di non sapere, però, non ci destano alcun fastidio. Ciò che ci desta di più meraviglia sono le cose che sconvolgono e cambiano le nostre idee sul mondo, infatti, ci sono molte cose che ci possono tutt’ora meravigliare proprio per questo è utile fare filosofia anche ai giorni nostri. La filosofia non dev’essere considerata una cosa antica e di conseguenza passata, di certo le notizie che ci destano stupore oggi non sono le stesse che destavano stupore una volta, ma non per questo il processo che ci porta alla conoscenza cambia. Tuttavia penso che ora come ora nessuno darebbe la vita piuttosto che rinunciare alla filosofia probabilmente perché, mentre per Socrate smettere di filosofare sarebbe stato un male in quanto se uno sa di sapere la cosa migliore è cercare quel sapere e invece la morte non si sa se è un bene o un male, ora ha assunto un valore diverso.
Considerazioni molto interessanti. Ma che cosa avrebbe assunto oggi “un valore diverso” (la filosofia?) e perché? Non ho compreso se, in ultima analisi, consideri la filosofia utile o anche necessaria. Lo era al tempo dei Greci? E perché oggi non più?
Come spiegato nel primo capitolo del nostro manuale, la filosofia è nata in Grecia sia perché risultano gli autori dei primi testi scritti di filosofia e sia per essere il primo popolo ad aver creato esplicitamente un modo di pensare filosofico ma, come abbiamo discusso in classe, la filosofia non è altro che lo studio di ciò che è bene e ciò che non lo è, quindi lo sviluppo del pensiero filosofico nasce dove si è instaurato un periodo di “crisi”(dubbi), non necessariamente monetaria quanto del pensiero poiché non ci si riesci neppure più a fidare di se stessi in conclusione costringendoci a riflettere cercando di diventar saggi per agire nei migliore dei modi.
Però è da dire, ed è testimonianza la storia, il fatto che ci focalizziamo dando molta più importanza a noi quindi alle nostre origini (Greci, Romani, ecc…) tralasciando un po’ i popoli orientali.
L’inizio del pensiero filosofico noi lo collochiamo con Socrate, ma perché? insomma io penso appunto che sia per il fatto che non abbiamo testi scritti che sono arrivati a noi che riguardano pensieri filosofici presocratici, quindi gli storici pensano appunto che il primo grande filosofo greco sia stato Socrate, ma non è da scartare l’idea che non ce ne fossero stati alcuni prima.
Infatti come abbiamo detto in precedenza filosofare non è altro che andare alla ricerca di sapere ciò che e bene, definendosi così dei saggi, quindi questo confuta il fatto che non ci siano pensieri presocratici perché come abbiamo studiato in storia tutta la Grecia e sempre stata ricca di guerre e ribellione che in seguito portavano alla crisi del popolo sia civili ma anche morali e quindi sul avere dei dubbi che fa scattare nelle persone il fatto di porsi dei “Perché?”.
Però è da dire che il pensiero filosofico è si nato in Grecia con Socrate ma che non potrà mai “morire” perché è qualcosa di necessario che in molti casi sotto intendiamo che ci sia nei nostri ragionamenti, perché se no come fa a capire un dottore, che prescrive una ricetta quale farmaco è meglio in quel momento scegliere, ovvio che sotto inconsciamente ce stato un ragionamento filosofico accompagnato dalla sapienza.
Quindi il pensiero filosofico è qualcosa di non utile ma addirittura necessario e perenne, cioè che ci sarà sempre.
Hai colto, mi sembra, aspetti essenziali (anche se ti inviterei a esprimerti in qualche passaggio in modo più chiaro).
Sono d’accordo che ci possano essere stati molti filosofi prima di Socrate e perfino non greci, se è sufficiente dubitare e farsi domande per dare inizio alla filosofia. Soltanto: non lo sapremo mai!
Va detto, poi, che anche Socrate non scrisse alcunché: quello che sappiamo di lui lo sappiamo principalmente da Platone, che è lo stesso che, con altri, testimonia delle teorie di diversi pre-socratici. Dunque, Socrate e i suoi predecessori, stanno sullo stesso piano, da questo punto di vista (non hanno scritto niente o hanno scritto in forma poco pre-filosofica, p.e. poetica, nel caso di diversi pre-socratici). Ciò che ha reso Socrate importante è che Platone gli attribuisce un gran numero di dialoghi dai quali ricaviamo in modo chiaro in che cosa consisteva il metodo filosofico. Dunque più che come “primo”, Socrate è rilevante come “esempio” o “modello” o “paradigma”.
L’origine della filosofia viene tradizionalmente attribuita ai Greci, poiché: ad essi sono ricondotti i primi testi scritti di filosofia; siamo “figli” della cultura e della tradizione ellenica; sono stati i primi a compiere quell’indagine critica e razionale che ancora oggi riteniamo propria della filosofia. Alcuni, però, ritengono che la filosofia dei Greci derivi a sua volta dall’Oriente, essi fanno notare che, ancor prima che la civiltà greca iniziasse il suo sviluppo, in estremo Oriente si fossero sviluppate dottrine filosofico-religiose e mediche. Queste discipline erano, però, strettamente legate alla religione e ai problemi esistenziali a differenza di quella greca degli inizi che si occupava di una ricerca della conoscenza della natura e delle sue forze. Inoltre le civiltà orientali erano per la maggior parte monarchie statalistiche e accentratrici con potenti caste sacerdotali e guerriere che trattenevano completamente il potere e il sapere, esse avevano un carattere tendenzialmente autoritario e tradizionalista, e perciò statico. In Grecia, invece, lo Stato era diviso in una costellazione di città-Stato, le poleis, che erano delle forme di governo democratico ed entità religiose, inoltre la vita di ogni singolo individuo era comunitaria e strettamente collegata alla vita della polis ed, in contrapposizione alle società orientali in cui la politica e la cultura erano riservati a caste specifiche, in Grecia tutti i cittadini potevano liberamente occuparsi di questi settori. La ricerca della conoscenza della natura e dell’essere in generale, la conoscenza come bene comune e la democrazia sono le principali motivazioni per cui oggi si afferma che la nascita della filosofia, come una ricerca radicale sui fondamenti dell’essere, del conoscere e dell’agire, sia avvenuta in Grecia piuttosto che in Oriente. Una volta specificato dove essa è nata voglio approfondire il come e perché sia nata. Partiamo da Aristotele che disse che la filosofia nasce dalla Meraviglia (Thauma), ossia dallo stupore che l’uomo prova verso i fenomeni naturali dalle cose più semplici fino ad arrivare a quelli più complesse come la luna, le stelle e l’universo. Il fatto che la filosofia sia scaturita semplicemente dalla meraviglia ha fatto discutere, infatti ad esempio Emanuele Severino ritiene che alla parola Thauma non si sia data una traduzione esatta, infatti esso crede che questa debba essere più correttamente tradotta con la parola “Paura”, una paura della sofferenza concreta che il filosofo prova e che attraverso la filosofia esso cerchi di risolvere trovando una risposta. In realtà ritengo che questa teoria non sia completamente corretta, infatti Aristotele stesso disse che la filosofia nasce in seguito alla risoluzione dei problemi più basilari, ed affermò anche:<> mettendo in luce che la filosofia non è necessaria per la sopravvivenza, ma è comunque importatissima per la ricerca di una spiegazione della realtà e magari alla risoluzione di problemi che spaventano l’uomo, perciò può piuttosto derivare dalla paura dell’ignoto, a cui si vuole trovare una risposta razionale. Questo ultimo punto mette in luce la volontà dei filosofi nel ricercare la verità, questa volontà viene messa in luce ne “Apologia di Socrate” in cui Socrate durante il suo processo dice di preferir continuare a filosofare nonostante la sua pena piuttosto di aver paura della morte, perché secondo lui in mancanza di certezze riguardo al bene, la cosa migliore da fare sia ricercarlo, a prezzo della vita. In conclusione ritengo che la filosofia debba risorgere in ognuno di noi perché ricerca la verità e tutti noi dovremmo provare a trovare le nostre risposte sulla vita, sull’universo e la natura, insomma tutto ciò che ci può rendere meno ignoranti di quanto siamo.
Hai esaminato con cura pressoché tutti i risvolti della questione proposta, elaborando ipotesi piuttosto solide. Una piccola osservazione: la tesi di Severino e la tua interpretazione di Aristotele non si discostano così tanto come tu sembri credere, secondo me. Per entrambi, nella tua interpretazione, la filosofia sorge della paura, nel caso di Aristotele – precisi – dell’ignoto. Non è molto diverso da quello che intende Severino (che si riferisce soprattutto alla “morte” che è certamente un ignoto). Altri, come Berti, sembrano invece sostenere che in Aristotele la “meraviglia” abbia un significato molto più “leggero”: si tratterebbe dello stupore misto a curiosità che nasce solo in alcune persone alla vista di cose bizzarre, come gli automi semoventi.
Partendo dall’idea che la filosofia sia sempre esistita, e che abbia avuto una maggiore importanza nell’antica Grecia dove, da un pensiero primitivo diventa un pensiero più complesso. I filosofi dell’antica Grecia probabilmente erano soddisfatti della loro vita materiale, ma potrebbero non essere stati appagati con l’intelletto, ciò potrebbe averli portati a porsi domande e quindi a filosofare. La filosofia, anche se si pensa che rubi tempo è necessaria e molte volte involontaria. La necessità parte dalla consapevolezza che la vita è fatta da decisioni e per prenderle, è necessario pensare agli strumenti presenti e alle future conseguenze, ciò è già filosofare. La filosofia involontaria, accade quando un azione immediata è necessaria e la mente si trova istantaneamente a dovere scegliere qual è il bene da fare.
Anche a te pongo la stessa questione posta ad altri. Se la filosofia è necessaria, dunque tutti la devono fare, anche se non se ne accorgono, come mai è nata in Grecia e non altrove, addirittura nella preistoria, ossia da quanto l’uomo è uomo?
Forse si tratta di distinguere tra filosofia implicita e filosofia esplicita? Solo quest’ultima sarebbe “emersa” in Grecia? E per quali ragioni proprio in Grecia e non, ad esempio, nell’antico Egitto?
Tradizionalmente si afferma che la filosofia occidentale è nata nell’antica Grecia, il che è spiegato, in primo luogo, dal fatto che i testi filosofici più antichi che ci sono giunti appartengono proprio a questa civiltà, poi, perché la nostra cultura vi affonda le proprie radici e infine perché riconosciamo i greci come i primi ad aver compiuto l’indagine critica e razionale che illustra ciò che ancora oggi definiamo come filosofia. La sapienza greca si presenta come una ricerca razionale, che intende liberarsi di fronte ai costumi e a qualsiasi credenza accettata come tale e può essere praticata da qualunque uomo in quanto “animale ragionevole”; essa non si ancora a una tradizione sacra e immodificabile come, per esempio, nella sapienza orientale che si fonda principalmente sulla religione ed è privilegio e patrimonio di una casta sacerdotale. Storicamente, a differenza di quanto accadde nelle civiltà pre-greche, in cui le monarchie erano statiche e tendevano a sottoporre la loro cultura al minor numero di mutazioni possibili, nell’antica Grecia, ci furono per lo più governi e repubbliche di tipo aristocratico, che, non legate a caste guerriere e sacerdotali, pian piano, si spinsero verso forme di democrazia, grazie alla presenza di un ceto pluricratico, composto anche una classe danarosa venutasi a formare tramite gli scambi e i commerci marittimi. Quest’ultima andò a costituire un’aristocrazia con mentalità imprenditoriale che sosteneva la lotta per l’isonomia, ovvero il principio secondo cui tutti i ceti devono avere uguali diritti politici, e per la costituzione della polis come comunità di uomini liberi che decidono autonomamente tramite dibattiti pubblici. Si realizzarono, quindi, le basi economico-culturali per far sì che ci fosse una messa in discussione dei modelli del passato e un progressivo affermarsi del libero pensiero dei filosofi. Il pensiero “filosofico” si è sviluppata man mano e va sviluppandosi ulteriormente per la necessità di ricercare ciò che è considerato bene per se stessi e per gli altri, per sapere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e quindi trovare la cosa più intelligente da fare data una precisa circostanza o occasione. È proprio per questa ragione che anche oggi ognuno di noi dovrebbe “filosofare” ricercando criticamente la ragione degli avvenimenti e il motivo per il quale si compiono particolari azioni, trovando così il modo di avere il meglio da esse. Inoltre, ritengo che la filosofia ci permetta di far nascere e mantenere in noi una capacità critica. Al giorno d’oggi, infatti, è importante sviluppare le proprie idee ed il proprio giudizio critico in un mondo costantemente influenzato da informazioni che possono essere di parte o manipolate. In questo senso, la filosofia intesa come ricerca ci può aiutare a trovare la verità, a porci costantemente nuove domande nel tentativo di migliorare la nostra vita, la convivenza tra i popoli e tra i generi, anche vedendo l’inarrestabile e continuo progresso della scienza.
Molto chiaro e convincente.
Resta un quesito: la filosofia è, quindi, a tuo parere, necessaria (non possiamo non farla anche se non volessimo) o, come mi sembra di intuire, soltanto utile? In questa seconda ipotesi chi non la pratica che cosa segue (l’istinto, la tradizione)? Siamo certi che qualunque cosa sia ciò che segue chi non fa filosofia non sia più “saggio” della filosofia stessa? (Qualcuno potrebbe sostenere p.e. che ciò per secoli gli uomini hanno ritenuto che fosse buono è più probabile che sia buono di quello che tu o io possiamo “inventarci” con la filosofia…).
Tradizionalmete si afferma che la filosofia, in particolare quella occidentale, si è originata in Grecia, attorno al VI secolo aC. Con questa affermazione non si intende ovviamente dire che prima di allora l’uomo non “filosofasse”, ma si vuole mettere in luce il fatto che i Greci siano stati il primo popolo occidentale a dare una definizione esplicita del modo di pensare filosofico; questi infatti sono stati i primi autori di testi scritti filosofici in cui effettuavano un’indagine critica e razionale riguardante il mondo, l’uomo e la sua condotta, l’essere e la religione.
In Grecia, la nascita della filosofia è stata favorita dalla suddivisione dello Stato in polis, con governi e repubbliche di direzione democratica in cui avvenne un progressivo riconoscimento dell’isonomia, ossia, del principio secondo cui i vari ceti devono godere degli stessi diritti politici e le polis sono comunità di uomini liberi che decidono autonomamente. Da questo ideale nacquero quindi discussioni e critiche riguardanti i modelli statici e tradizionalisti della società del passato e ciò coincide con la nascita della filosofia.
L’uomo inoltre, entrando in contatto con culture e opinioni diverse, iniziò inevitabilmente a dubitare delle risposte fornitegli dalla religione e dai miti che prima considerava verità assolute e non ne fu più soddisfatto; iniziò quindi a cercare di distinguere ciò che è ragionevole da ciò che non lo è, la verità da quello che secondo lui è falso. Così facendo, si accorse che i miti rappresentavano una sostituzione della vita reale e una consolazione contro la paura e il dolore, come sostiene il filosofo E. Severino attribuendo questi due significati al termine greco Thauma (e quindi all’origine della filosofia), che Aristotele traduce invece con “meraviglia” da parte dell’uomo nei confronti della natura e del mondo.
A mio parere, la filosofia nasce quando l’uomo inzia a chiedersi perchè dovrebbe compiere un’azione o approvare un’idea invece di un’altra; in altre parole, perchè dovrebbe seguire il senso comune. Ciò che viene fatto dalla maggioranza non corrisponde necessariamente alla migliore cosa da fare e quello in cui la maggioranza crede non sempre corrisponde alla verità. Ritengo quindi che la filosofia sia necessaria all’uomo per riflettere razionalmente sulle proprie scelte e idee in modo da poter capire ciò che è utile e meglio fare in ogni circostanza ed evitare errori. La filosofia è quindi fondamentale nella ricerca della saggezza e pertanto anche oggi dovrebbe risorgere in ciascuno di noi.
Chiarissimo e ben argomentato.
Piccola precisazione: nell’età classica a essere divisa in pòleis non era lo “Stato” , ma la Grecia (che costituiva una comunità culturale e linguistica, oltre che geografica), proprio perché ciascuna pòlis costituiva una città-Stato.
Secondo me la filosofia è nata,come pensa Severino, con la ricerca della verità proprio perchè il mito non era più il mezzo ottimale per dare le risposte a certe domande. Noi filosofiamo in ogni momento della nostra vita,anche implicitamente,e questo ci permette di affrontare la vita con una convinzione piuttosto che un’altra.
E perché il mito non era più “ottimale”? Quale lo scopo? Trovare rimedio al dolore e alla morte, come dice Severino?
E, per qualunque motivazione sia nata, perché la filosofia è nata proprio in Grecia? Se è necessaria, come scrivi, perché non è nata anche prima o altrove?
Penso che la filosofia sia nata in Grecia per tre aspetti principali. Il primo è la presenza di un governo che favorì lo sviluppo di nuove idee. Infatti in alcune città-stato come Atene la forma di governo era la democrazia. Il secondo è il progressivo riconoscimento dell’isonomia (ovvero il principio secondo il quale tutti gli uomini, indipendentemente dal loro ceto sociale godono di uguali diritti politici), che però può essere vista, dal mio punto di vitsa, come conseguenza o come causa della nascita della democrazia. Il terzo motivo penso che riguardi la religione, molto presente in alcuni casi ma anche con delle carenze per ciò che riguarda le verità di fede, ovvero delle risposte date come certe alle domande che ci poniamo e che si ponevano i filosofi antichi.
Penso che la filosofia possa nascere in ciascuno di noi in quanto ci risulta difficile non provare a darci delle risposte sugli aspetti della vita che non conosciamo e che riteniamo importanti.
… perché anche a noi non basta le religione o la tradizione? E la scienza? Non potremmo ricavare le risposte che cerchiamo dalla scienza?
Curiosamente, poi, come vedremo nel caso di Platone, anche se la filosofia ha avuto bisogno, probabilmente, della democrazia per sorgere, non sempre, anzi quasi mai i filosofi apprezzarono la democrazia, ma spesso ne misero in luce in limiti…
Penso che la religione sia meno radicata di un tempo e che la nostra mentalità sia più aperta, anche perché possiamo esprimere il nostro pensiero e le nostre opinioni più liberamente. Per quel che riguarda la scienza penso che non sia sufficiente per darci le risposte alle domande che ci poniamo.
La filosofia è nata probabilmente in Grecia grazie al tipo di governo presente in quel tempo: in una società chiusa e ristretta mentalmente, che tende a non progredire e ad essere statica, si trova nell’elevazione della mente una fuga dalla quotidianità. Questo tipo di pensiero sorge in noi tutt’ora quando ci troviamo in uno stato di stress (o almeno in me), si cerca di evadere da una situazione difficile.
Non ho capito bene. La tua tesi, un po’ controcorrente, sarebbe che la filosofia è stata favorita da una forma di governo “chiusa”, mentre generalmente si ritiene che sia stata favorita dalla democrazia, intesa come una forma di governo “aperta”, terreno fertile per lo sviluppo del dibattito filosofico…
Se tu avessi ragione, perché la filosofia non sorse p.e. nell’antico Egitto, in cui vigeva senz’altro un sistema politico chiuso, centrato sulla figura del faraone?
A favorire la nascita della filosofia furono: un governo democratico che diede la possibilitá di avere un confronto di opinioni; i contatto con popoli orientali che costrinse a un confronto con culture differenti e infine la mancanza di una casta religiosa portò a farsi domande e cercare risposte attraverso il pensiero filosoico.
Non pubblicare per favore
A mio parere la filosofia è nata come modo di vivere e di relazionarsi con ciò che ci circonda. Perchè? Forse perchè, già a quel tempo(al tempo dell’antica Grecia), c’era già il bisogno di porsi domande a cui saper rispondere come accade oggi abitualmente sebbene noi non ce ne rendiamo conto.
E perché proprio in Grecia? E, in generale, che cosa suscita questo bisogno di farsi domande? Che tipo di “meraviglia”? ecc.
Forse, senza eccedere (come alcuni tuoi compagni e alcune tue compagne) avresti potuto approfondire un po’ le questioni…
La mia opinione è che la filosofia nasca per estinguere i dubbi e le nostre paure dell’ignoto, quindi sarebbe non solo utile ma anche necessaria, visto che sarà (per ognuno di noi) matematicamente impossibile avere “una conoscenza illimitata” e non avere alcuna domanda alla quale non sappiamo rispondere. Del resto l’uomo, nonostante si sia evoluto, resterà sempre un animale, e come essi ha paura delle cose che non conosce, ha bisogno di certezze che, anche se effimere e di poco valore riescano a dare una sensazione di sollievo rispetto a ciò a cui non sappiamo rispondere. Di fatto, tutte le antiche culture hanno rovesciato le loro paure dell’ignoto nella religione, ottenendo in cambio delle spiegazioni sul senso della propria esistenza, o su cosa ci sia dopo la morte, quindi delle certezze su cui basare la propria vita. Come abbiamo visto anche in classe, in Grecia si sviluppò appunto la prima forma di Filosofia e di Ricerca Scientifica. Questo fu possibile per molte ragioni diverse, ma credo che tra le più importanti ci sia che, né la loro religione, né quelle dei popoli con cui entrarono in contatto siano state in grado di convincere tutti delle certezze che offrivano (ovviamente scienziati e filosofi rientrano tra questi). Al contrario, la religione cristiana, dopo la sua diffusione nell’impero romano e oltre i suoi confini è stata sempre in grado di controllare, tramite i suoi massimi esponenti, queste opinioni divergenti, condannandole come eresie: cosa che nella società Ellenica era piuttosto raro, a meno che non si offendessero i principi su cui si basava essa stessa. Quindi per tutto il medioevo e oltre, in Europa la Filosofia Cristiana fu quella dominante, dato che non lasciava spazio ad altre interpretazioni e condannava le scoperte che potevano metterla in discussione. Attualmente, invece, essendoci una certa libertà di espressione e di culto (almeno negli Stati civilizzati e democratici) io credo che le risposte siano da cercare nella Scienza, intesa come “la ricerca su come stanno effettivamente e oggettivamente le cose”, ma mi rendo benissimo conto che essa non sarà mai in grado di estinguere ogni nostro dubbio, e che sia necessario fermarsi e pensare con la propria testa e raggiungere una propria opinione su queste questioni irrisolvibili. Come ci si arrivi a ciò è ovviamente soggettivo: ognuno dovrebbe trovare il senso della PROPRIA vita seguendo le PROPRIE verità, senza infrangere i principi etici condivisi dalla società civile (ovvero filosofare). Quindi, posso concludere che secondo me filosofare è utile e necessario perché regola la nostra vita e ci guida verso la Sapienza: chiunque, dall’uomo di cultura a quello meno interessato, dai seguaci di qualsiasi religione agli atei più convinti, deve aver filosofato almeno una volta nella sua vita, magari senza neanche rendersene conto.
J. Paternò
Hai sviluppato considerazioni molto interessanti, molte delle quali dovremo riprendere nel corso di quest’anno e anche dei prossimi.
Ci dovremo chiedere, in particolare, se abbia senso parlare di “proprie verità” (che non si riducano a semplici “opinioni”, come tali prive, appunto, di una verifica che consenta di convalidarle “oggettivamente”, come avviene o, almeno, si suppone che avvenga in campo scientifico).
Anche il campo della religione è molto vasto. Considera, solo per fare un esempio, che gli eretici perseguitati dalla Chiesa (come Giordano Bruno) erano spesso, oltre che potenziali “filosofi”, essi stessi persone molto “religiose”. Dunque è difficile contrapporre schematicamente religione a scienza (o filosofia). Si tratterà, semmai, di contrapporre concezioni rigide e dogmatiche a concezioni aperte in tutti questi campi (ma ne riparleremo senz’altro).
A favorire la nascita della disciplina del pensare e del chiedersi perché furono senza ombra di dubbio le condizioni socio-economiche che contraddistinguevano la Grecia di quegli anni.
L’antica Grecia era infatti contraddistinta da una forma di governo democratica, intesa come gestione comune delle decisioni relative alle cose di stato e alla vita quotidiana: questo diede un forte impulso alla dialettica e al confronto di opinione.
Non meno importanti, poi, erano i contatti con gli altri popoli e civiltà del vicino oriente, aspetto che rese imprescindibile il continuo confronto con culture differenti dalla propria.
E oggi? Vi sono ancora le condizioni perché la filosofia si sviluppo e rinasca in ciascuno di noi?
se per filosofia si intende la capacità di pensiero, allora a mio avviso, si può affermare che la filosofia sia nata non appena l’uomo abbia iniziato a pensare … quindi che esista da sempre. d’altro canto , noi per filosofia intendiamo la scienza del bene , ovvero la capacità attraverso il pensiero di fare la cosa giusta e di rispondere agli interrogativi dell’uomo nel modo più razionale e giusto possibile , al fine della ricerca della verità. appunto per questo fattore affermerei che la filosofia sia nata in Grecia perché , il popolo greco, a differenza delle civiltà a lui precedenti, fu il primo ad affermare questa teoria rispondendo agli interrogativi della vita in modo più razionale e non legando i fenomeni non conosciuti a divinità o miti , e lo fece grazie a degli esponenti come Socrate , Platone ed Aristotele, persone considerate sagge, e proprio perché considerate tali dovremmo impegnarci a studiarne il loro pensiero .
Mi sembra che questa tua preziosa distinzione tra “pensiero” in senso generico e “filosofia” come [ricerca (della] scienza) del bene possa costituire una possibile soluzione dell’apparente contraddizione, che rilevavo, nelle tesi di Nicole e Alessandro.
A mio parere la filosofia nasce in Grecia poichè erano presenti alcuni fattori che ne hanno favorito lo sviluppo. Infatti essi sono anche stati i primi a mettere per iscritto i primi testi filosofici.
Uno di questi è il fatto che i Greci sono stati i primi a impegnarsi nella ricerca del giusto in modo razionale.
L’altro elemento è dato dal fatto che la Grecia possedeva un governo democratico che favoriva il confronto, l’esposizione di opinioni e il dialogo.
La filosofia secondo me nasce con Socrate, anche se il pensiero filosofico è sempre esistito fino dalle origini dell’uomo; io considero Socrate il primo vero filosofo per il fatto che diceva di non sapere così rendendosi aperto a voler sempre imparare.
Socrate inoltre, come abbiamo visto nel filmato in cui smonta le accuse di Anito, va alla ricerca della verità senza individuare ulteriori informazioni per annullare la sua tesi ma portandolo solamente a credere che quello che diceva era infondato.
Che rapporto c’è tra la tua tesi che la filosofia sia sorta in Grecia e la tesi che il pensiero filosofico sia sempre esistito? Sembrano due tesi in contraddizione (leggi al riguardo la analoga replica a Nicole).
Il fatto, poi, che “i Greci sono stati i primi a impegnarsi nella ricerca del giusto in modo razionale” è un “fattore” che ha favorito lo sviluppo della filosofia o è piuttosto un “ingrediente” della filosofia stessa? Mi sembra che il fattore (esterno) che ha favorito lo sviluppo della filosofia sia piuttosto il dato politico che giustamente sottolinei, non ti pare?
L’approccio di Socrate, poi, ci dice molto di come “funziona” la filosofia, ma eccede, mi sembra, la questione dell’origine della stessa (a meno che tu non intenda ricollegarvela alludendo implicitamente a qualcosa che mi sfugge…).
Si inizia a filosofare quando si abbandona l’età dell’oro in cui l’uomo non incide sulla natura ma ne è succube e si entra nella storia, in cui l’ uomo piega la natura ai propri fini. “Sapiente” è così colui che sa cosa sia necessario per fare bene qualcosa. Il sapere non è stabile si può sempre imparare di più equi di sapere di piú, così la filosofia è l’ amore per La Sapienza. La differenza tra la filosofia greca è quella orientale è l’idea del non possesso della sapienza, in oriente si pensa che La Sapienza non va difesa e tramandata da una classe sacerdotale e quindi non è tradizione, quanto atto libero e innovativo di ricerca.
Ora riporterò alcune citazioni
“Ho udito parlare dei viaggi che filosofando hai intrapreso per vedere molti paesi” cit. Solone
” Noi amiamo il bello con semplicitá e filosofiamo senza timidezza” cit. Tucidide Pericle
Questi autori pur riconoscendo l’importanza della cultura orientale, ne sottolineano il carattere pratico e non fanno alcuna menzione di una derivazione orientale della filosofia.
Riportando anche dati storici la filosofia è nata nel IX al VII durante le poleis. I due modelli di poleis sono Atene e Sparta. Le ondate colonizzatrici poi hanno segnato l’espansione nel’ oriente ex in Italia della civiltà dando modo di dialogo con queste culture.
Ci sarebbe da chiedersi se quei due testi di Solone e Tucidide (Pericle) vadano intesi come se si riferissero a quello che noi, oggi, intendiamo per “filosofia”… Ma sono certo testi preziosi per comprendere il modo di ragionare dei Greci.
Mi chiedo se tu stessa ritenga che oggi la filosofia, sorta forse, storicamente, per le ragioni che evochi, possa in noi risorgere. E, se sì, perché?
Buonasera,
Io credo che la filosofia in quanto aspirazione alla conoscenza del reale in modo unitario, come il desiderio di conoscere e spiegare la realtà dell’universo e il destino della vita umana sia nata in Grecia perché, rispetto ad altri popoli, come ad esempio quelli orientali, il popolo greco godeva di maggior libertà politica, vivendo in democrazia e, conseguentemente, godeva di maggior libertà personale; godeva anche di una maggior libertà religiosa perché la religione greca permetteva una certa libertà, mentre le religioni orientali erano oppressive e legate a pratiche di culto che dovevano essere necessariamente rispettate.
E la filosofia dovrebbe risorgere in ognuno di noi come strumento per superare le difficoltà,superare gli ostacoli che la vita ci pone e non per studiare fenomeni troppo distanti da noi come l origine dei pianeti e della natura.
Dunque propendi per una idea di filosofia come “ricerca del bene” (della scienza del bene) più che come effetto della meraviglia verso fenomeni incomprensibili…
Ci sarebbe da chiedersi (ma sarebbe materia di colloquio personale) perché tu abbia scelto il liceo scientifico… Certo, anche la scienza può venire intesa come ricerca pura e disinteressata, oppure come qualcosa di orientato a risolvere problemi (anche se, in questo caso, si trasforma in “tecnologia”).
La filosofia ossia lo studio del pensiero dei vari filosofi nasce nell’antica Grecia. A mio parere il motivo di ciò è dovuto dal fatto che nell’antica Grecia erano presenti numerose poleis ognuna delle quali aveva credenze religiose diverse di conseguenza i cittadini non potevano giustificare tutti gli avvenimenti con la religione e hanno iniziato a porsi interrogativi sulla vita di tutti i giorni ai quali cercavano risposte razionali mediante ragionamenti logici e chiari.
Anche oggi vivendo in un mondo così globalizzato ritengo che in tutti noi risorgerebbe nuovamente la filosofia, infatti siamo costantemente in contatto con persone con mentalità, religioni, tradizioni e credenze totalmente diverse dalle nostre e mettiamo sempre in discussione il nostro pensiero cercando di mediare o adottare quello più corretto tra tutti i pensieri a cui veniamo esposti. Noi infatti siamo estremamente curiosi e ( si spera) abbiamo una mentalità aperta nei confronti delle idee di tutti, ciò ci porta a costantemente porci interrogativi a cui si cerca di dare risposte il più coerenti e corrette possibili. Inoltre la filosofia inconsciamente la facciamo tutti sin da piccolissimi, basta pensare ad un qualsiasi bambino di due anni che è sempre a chiedere- perchè?- e in modo molto grezzo fa filosofia.
Mi sembra interessante la tua ultima ipotesi. La filosofia oggi avrebbe più ragione che in altre epoche di risorgere a causa degli effetti culturali della globalizzazione (che ricorda un po’ il genere di esperienza che dovettero fare i Greci dell’epoca arcaica e classica).
Secondo il mio parere la filosofia è nata nell’antica Grecia perchè c’era una democrazia, e quindi il popolo era libero di pensare come voleva, creando così anche dibattiti ed argomentando il proprio punto di vista al meglio, e quindi facendo nascere il primo vero pensiero filosofico.
Secondo me il pensiero filosofico è sempre esistito, ed è presente tutt’oggi, infatti siamo spesso liberi di dire ciò che pensiamo e possiamo manifestare i nostri pensieri riguardo le domande esistenziali e cercare un’illuminazione sul significato della vita e delle altre questioni fondamentali riguardo alla nostra vita.
Se il pensiero filosofico è sempre esistito, come mai la filosofia è nata solo in Grecia? Non è una contraddizione? Forse intendevi dire che il pensiero è sempre esistito, ma non ha potuto esprimersi in parole e testi se non dove le circostanze politiche e sociali erano favorevoli (come in Grecia). Intendo correttamente?
Mi dispiace ma non ho capito bene la richiesta espressa nell’ultima frase
L’ultima domanda voleva chiarire e precisare meglio la richiesta generale. Se avevi intuito quella, perché non hai almeno provato a rispondere? Ricordate che le vostre risposte (anche fuori argomento o ricche di imperfezioni varie) non sono valutate, ma valuto (non positivamente) l’eventuale assenza di risposte.
Io penso che la filosofia alla luce di quanto letto e detto in classe abbia avuto origine proprio in Grecia perchè era centro di cultura, di arte e di bei pensieri quindi la mente in una civiltà così ricca come quella Greca dove il concetto di pensare e riflettere era ben accetto poteva esprimere liberamente i propri pensieri rispetto ad altre polis dove il filosofare non era concepito. Oggi è molto diverso infatti nei paesi sviluppati ognuno può esprimere le proprie opinioni liberamente senza essere punito o venir discriminato come succedeva nell’antichità, la filosofia è uno strumento che usiamo per cercare di capire cosa è meglio per noi quindi noi rispetto ai tempi antichi filosofiamo anche più spesso oserei dire. La filosofia ci accompagna ogni giorno e secondo il mio punto di vista da quando l’uomo ha scoperto la filosofia, che prima non aveva un nome, la ha sempre usata più spesso per cercare di vivere al meglio.
A mio parere la filosofia è sempre esistita, ma solamente nell’antica Grecia si è sviluppata a tal punto di diventare ciò che ora definiamo come pensiero/idea sulla quale una persona fonda la propria concezione della vita. Questo sviluppo è probabilmente avvenuto poiché a quei tempi l’uomo stava iniziando a ottenere sempre più libertà e ampliamento del pensiero dovuta si dalla democrazia, ma anche e forse soprattutto dall’espansione del commercio grazie al quale venivano a contatto più civiltà le quali dal momento che avevano diverse credenze e culture si iniziarono a confrontare per trovare e capire il significato di ogni cosa .
Inoltre trovo che la filosofia continui a vivere in noi ogni giorno, infatti essendo uomini con capacita di pensiero riflettiamo ogni giorno su ogni azione che compiamo, ciò che proviamo e viviamo in ogni momento della nostra vita : dalla nostra nascita ,quando vediamo tutto per la prima volta e cerchiamo di comprendere come funzionano le cose , fino alla nostra morte.
Hai colto, mi sembra, i punti fondamentali.