Leggi il § 12.4, pp. 405-417 e fruisci (o ricorda) la seconda parte di questa puntata di Passato e presente sulla figura di Cavour.
Quindi rispondi al seguente duplice quesito:
- Al neonato Stato italiano si posero subito diversi problemi. Quali erano? Quali tra essi, a tuo parere, sono ancora in tutto o in parte vivi?
Con la nascita dello Stato Italiano sorsero da subito delle difficoltà, che delinearono le differenze, talvolta marcate, tra il Nord e il Sud del Paese.
Una delle più importanti è quella che riguarda l’aspetto economico, con un basso livello di sviluppo e la mancanza di materie prime al Sud. Non erano disponibili neppure investimenti per l’industria e i servizi, condizione che poneva in netto svantaggio il Sud rispetto al Nord. Quest’ultimo, al contrario, disponeva di giacimenti e servizi che alimentavano l’industria. Anche in campo agricolo il Nord risultava avvantaggiato, grazie alla presenza di fertili zone padane, dove erano sorte aziende agricole che avevano avviato un sistema di produzione capitalistico, mentre nel Meridione dominavano ancora i latifondi, accompagnati dal sfruttamento dei braccianti.
Uno squilibrio sociale riguardava anche il tasso dell’analfabetismo, elevato in Italia, ma soprattutto nel Mezzogiorno, a causa dell’assenza delle giuste strutture di istruzione, diffuse solo al nord.
A tutto questo si aggiungeva poi un elevato tasso di natalità e mortalità, causato dalle malsane condizioni di vita.
Fortunatamente erano stati fatti grandi investimenti sulle infrastrutture che hanno contribuito all’unione tra i due estremi della penisola italiana. Purtroppo la questione meridionale ha segnato la diversificazione tra il nord e il sud Italia, in quanto il meridione accusava, rispetto al resto del paese, un arretrato sistema di relazioni sociali e un’evoluzione della vita molto lenta e travagliata. Si pensava infatti che con l’unificazione le differenze scomparissero, ma nonostante il sistema fiscale, il regime commerciale, le legislazioni estese a tutto il paese, la frattura continuò ad accentuarsi.
Inoltre l’introduzione della leva obbligatoria e delle numerose tasse per raggiungere il pareggio di bilancio, generarono una serie di rivolte contadine che sfociarono quasi una guerra civile, sedate poi dall’esercito. Il regime dispotico dei Borboni era totalmente sconosciuto a tali innovazioni, per cui fu inevitabile lo scoppio di insurrezioni.
Ancora oggi esistono discrepanze tra il Nord Italia e il Sud Italia, che probabilmente si sono originate proprio con l’unificazione del Paese, in quanto hanno avuto storie diverse e domini differenti (al sud è stata notevole l’influenza greca e degli arabi, mentre al nord quella dei popoli del nord Europa).
La distanza è netta soprattutto sul piano dell’istruzione e del lavoro, con tassi di disoccupazione molto elevati al sud e un tasso di occupazione sempre più in crescita al nord. È come se l’Italia avesse due velocità: anche nella qualità dei servizi il sud risulta al di sotto della media italiana, mentre il nord è sempre più all’avanguardia in questo settore.
Sul piano economico il sud è ancora caratterizzato da un’arretratezza per mancanza di servizi e di materie prime, rispetto al nord che è in continuo sviluppo.
Purtroppo il quadro che ci appare oggi è di un Italia tutt’altro che omogenea e unitaria, ma con una spaccatura notevole tra il Nord e il Sud, che necessità immediato intervento. Questo divario deve probabilmente risalire alla storia differente che hanno avuto i due territori, anche se i contrasti già presenti nel diciannovesimo secolo non sono stati ancora superati.
La risposta è interessante, ricca e articolata. Tuttavia, invece di elencare brevemente i problemi dell’Italia post-unitaria, per poi concentrarti su quelli (o quello, di fatto tratti esclusivamente della questione meridionale) ancora attuali, dedichi la maggior parte del testo ad approfondire i problemi suddetti (scarso equilibrio nella risposta e, dunque, problemi di pertinenza). Ci sono piccoli problemi di chiarezza espositiva, come quando scrivi: “Il regime dispotico dei Borboni era totalmente sconosciuto a tali innovazioni”, intendendo presumibilmente scrivere “queste novità (negative, tasse ecc.) erano ignote sotto i Borboni” o qualcosa del genere. Non si dice “sconosciuto a” in questo senso. Infine corredi il tuo testo con frequenti “purtroppo”, “per fortuna” o “fortunamente” ecc. Implicitamente, così facendo, attribuisci un valore morale agli eventi, classificandoli in positivi o negativi. Niente di grave. Lo stile, tuttavia, è più giornalistico che storiografico, non trovi? All’oggettività dell’analisi subentra la soggettività del giudizio personale (per intenderci: Hegel non sarebbe stato d’accordo!).
Uno dei problemi che dovette affrontare l’Italia appena nata fu quello del “brigantaggio”. La formazione del nuovo Stato comportava un inasprimento del carico fiscale e la leva obbligatoria; per questi motivi scoppiò una guerra civile attorno al 1861-85 condotta da gruppi di ex militari dell’ esercito borbonico e da popolani ribelli.
Sempre nell’anno 1861, inoltre, l’Italia unita si trovò a fare i conti con le enormi differenze politiche, ed economiche che caratterizzavano le diverse regioni. Infine una problematica che possiamo ritrovare, in parte, ancora oggi è il divario tra il Nord e il Sud a causa delle enormi differenze in ambito economico e finanziario.
Buone considerazioni. Comunque il quesito ti chiedeva di concentrarti sull’eredità dei problemi dell’Italia post-unitaria, piuttosto che su questi problemi stessi (mentre tu “lasci cadere”, di passaggio, solo una nota, in una frase relativa: “una problematica che possiamo ritrovare in parte ecc.”).
Il nuovo Stato si trovò a rispondere sulle diverse differenze politiche, economiche e culturali delle diverse regioni. Tutta la penisola era quindi caratterizzata da una arretratezza economica ben visibile. Inoltre si notava un’enorme discrepanza tra il Nord e il Sud, differenziati dalla maggior accuratezza del reddito totale (nel primo caso) e dalla scarsezza di di risorse energiche e di infrastutture. Possiamo attualmente trovare questo divario tra Nord e Sud nella penisola. Il Nord e Sud sono due paesi diversi. Basti pensare alle sostanziali differenze nei dati riguardanti i tassi di disoccupazione.
Considerazioni condivisibili, anche se un po’ generiche (soprattutto per quanto riguarda l’analisi dei problemi dell’Italia all’indomani dell’unificazione). Non parlerei di “maggiore accuratezza del reddito totale”.
I problemi che il nuovo stato unitario si trovò a dover affrontare erano principalmente due : il completamento dell’unita nazionale (che comprendeva l’annessione del Lazio e del Veneto) e il consolidamento economico, giuridico/amministrativo, politico e culturale nella penisola.
L’Italia si trovava in una situazione di grande arretratezza economica e l’analfabetismo era molto diffuso; un ulteriore problema era rappresentato dal grande divario fra Nord e Sud che vedeva l’italia settentrionale più progredita rispetto a quella meridionale la quale era priva di risorse energetiche e di infrastrutture. La situazione meridionale era inoltre aggravata dalla prevalenza di un’agricoltura latifondista e poco innovativa.
A mio avviso la questione meridionale continua tutt’oggi ad essere critica soprattutto per quanto riguarda il tema delle infrastrutture , dell’ economia e dell’industria ed anche per quanto riguarda la lotta alla criminalità organizzata che come il brigantaggio di allora conta troppo spesso sull’omertà e sulla complicità delle comunità locali.
Buona analisi. Sei tra i pochi a ricordare il “problema” del completamento dell’unità nazionale (forse dato per scontato, col “senno di poi”, ma all’epoca tutt’altro che sicuro).
In seguito all’ unificazione del 1861, il neo-nato stato italiano si trovò subito di fronte a grandi disparità economiche,demografiche e sociali tra nord e sud.
Le leggi ad esempio non erano omogenee e si presentarono quindi molte differenze relative ai sistemi legislativi,amministrativi e giuridici .
Lo stato italiano era poi estremamente arretrato in campi come quello agricolo delle infrastrutture oltre al fatto che le fabbriche di una certa importanza erano davvero poche (e concentrate al nord).
La popolazione viveva in uno stato di miseria diffusa e l’analfabetismo caratterizzava circa il 78% dei cittadini (anche in questo caso il sud versava in condizioni peggiori).
Al giorno d’oggi possiamo ancora notare delle sostanziali differenze tra il nord e il sud della nostra penisola, si è ad esempio mantenuto il gap di industrializzazione (a svantaggio del sud) oltre che l’arretramento del meridione(sempre rispetto al nord) per ciò che riguarda le organizzazioni giuridiche e socio-economiche anche a causa della ingente presenza di associazioni mafiose.
L’analisi è corretta e ben articolata. Solo un’osservazione: la differenza tra nord e sud era (ed è) soprattutto economica, oltre che culturale. Invece le differenze relative ai sistemi amministrativi e ai codici di legge, presto superate, riguardava tutti gli stati pre-unitari (dunque, p.e., anche la Toscana rispetto al Piemonte) e non distingueva specificamente nord e sud.
i principali problemi che affliggevano il neonato Stato italiano furono il divario economico e culturale.
Allora come oggi il Nord più industrializzato accentrava la maggior parte del reddito totale, mentre il Sud era privo di infrastrutture segno evidente di una arretrata organizzazione socio-economic
Solo questo? Comunque nel primo periodo non si capisce di che “divario” parli. Se dici “divario”, devi subito aggiungere “tra questo e quello”.
L’Italia nel tempo ha conservato molti problemi dalla sua fondazione. In primis la netta differenza culturale che c’è tra una regione e l’altra, infatti dato che l’Italia è sempre stata divisa in stati differenti si sono formate culture, lingue e dialetti diversi. Anche se con il passare del tempo piano piano ci si sta uniformando sono ancora presenti molte differenze. Ciò è molto enfatizzato tra nord e sud Italia, dato che il nord è sempre stato molto industrializzato mentre il sud è ed era legato al l’agricoltura. Altro aspetto è quello mafioso, che nasce con le guerre di indipendenza e che è riuscito a mantenere un certo potere.
Hai colto tre punti rilevanti, in modo sintetico, ma chiaro e pertinente. Attenzione a piccole “sgrammaticature” (ciò che nasce con le guerre d’indipendenza e riesce a mantenere un certo potere è la mafia stessa, non “un aspetto mafioso”, che non significa alcunché).
Sorsero vari problemi: c’è una carenza di materie prime e di fonti energetiche,le fabbriche di una certa importanza erano pochissime e per lo più al nord, un alto tasso di analfabetismo ed infine la profonda differenza tra nord e sud. Il sud accusava di più la carenza di materie prime e di infrastrutture adatte, inoltre erano pochissime le persone che sapevano parlare bene l’italiano.
Di questi problemi appena citati sinceramente non li riscontro tutt’ora in Italia, forse qualche differenza tra Nord e Sud di tipo di fabbriche, quindi una diversità dei beni che si producono più facilmente a nord rispetto che a sud o viceversa. Credo però che ci siano ben altri problemi in Italia rispetto a quelli citati nel libro
Hai ragione circa il fatto che i problemi odierni sono piuttosto diversi da quelli dell’Italia post-unitaria. Tuttavia, almeno la c.d. “questione meridionale” appare una pesante eredità tutt’ora in parte irrisolta. Non scriverei, poi, che “sorsero vari problemi”, poiché questi in gran parte erano preesistenti. E’ vero che lo Stato era nuovo, dunque rispetto ad esso anche i problemi erano nuovi. Ma se scrivi “sorsero” si potrebbe credere che per un po’ essi fossero assenti e che poi improvvisamente apparirissero.
I problemi che contraddistinguevano il nuovo stato italiano erano: l’arretratezza economica rispetto a nazioni come Francia e Inghilterra, gli alti tassi di natalità e mortalità, la scarsa presenza di fabbriche di una certa importanza, le condizioni di fame e malattie a cui erano sottoposti i contadini e i braccianti, l’alto tasso di analfabetismo, una diversità evidente tra Nord e Sud in ambito socio-economico, le sommosse popolari dei cosiddetti “briganti” in seguito all’inasprimento del carico fiscale e all’introduzione della leva obbligatoria.
Oggi il divario presente tra l’Italia e i Paesi al vertice dell’economia europea continua ad esistere, con un debito pubblico e un tasso di disoccupazione preoccupanti; mentre l’analfabetismo rappresenta una questione quasi del tutto superata grazie ad un sistema scolastico che prevede l’obbligo di frequenza fino ai 16 anni, la questione meridionale rimane di rilevante importanza, in quanto il Sud è caratterizzato ancora da un’arretrata organizzazione sociale, economica e civile che risulta evidente nel confronto con l’Italia settentrionale e nel bilancio complessivo della nazione.
Buona analisi. Qualche imperfezione formale. Non direi “scarsa presenza di fabbriche”, ma “mancanza di industrie”; non parlerei di “condizioni di fame e malattie a cui erano sottoposti ecc.”, ma la “diffusione di fame e malattie presso contadini e braccianti” ecc.
L’Italia post-unitaria si ritrovò a dover affrontare problemi causati dalle diversità sociali ed economiche delle regioni del territorio che per lungo tempo, prima dell’unificazione, furono controllate da governi differenti.Una questione che ancora oggi persiste è il divario tra le regioni settentrionali e del mezzogiorno a livello economico e industriale. Un altro problema era il fenomeno del brigantaggio e le neonate criminalità organizzate che, anche se appoggiarono Garibaldi per l’unificazione, rappresentavano e rappresentano ancora oggi una delle maggiori cause di corruzione del paese.
Il brigantaggio, tuttavia, a differenza della mafia, si è esaurito.
Il neonato stato italiano si trovò fin da subito di fronte a grandi problematiche.
C’era una grandissima differenza economica tra il nord ed il sud, le infrastrutture con una gran importanza erano davvero poche ed erano concentrate nel nord.
Nel nord inoltre cominciavano a sorgere diverse aziende agricole mentre nel sud esisteva ancora il latifondismo.
Successivamente all’unificazione vennero imposte diverse tasse al fine di far si che il bilancio dello stato tornasse in positivo e questo provocó un forte malcontento popolare.
Ci furono ulteriori problematiche relative all’istruzione, in Italia il tasso di analfabetismo era elevatissimo, quasi il 78% della neonata popolazione italiana non sapeva ne leggere né scrivere.
Vale quanto scritto a margine di altra tua risposta tardiva