Prima di fruire dell’ultima unità didattica dell’ultimo modulo di filosofia dell’anno (che non ho ancora “postato”), dedicata alla cosiddetta filosofia analitica (o del linguaggio), fai il “gioco” che consiste nel rispondere alle due seguenti domande. Questo gioco, come vedremo, ci introdurrà nel cuore dell’approccio di tale corrente (diffusa soprattutto, ma non solo, nei Paesi di lingua inglese).
-
Se qualcuno dice ad alta voce: "Acqua!" in che situazione potrebbe trovarsi e quale scopo potrebbe voler conseguire con tale espressione?
-
Se uno dice "Sono alto un metro e ottanta e sono cattolico" che cosa presuppone di essere? Un corpo, un'anima o entrambe le cose?
Nell’unico box qui sotto, numera le tue risposte come sono numerate le domande.
Buongiorno professore, vorrei chiederle un chiarimento per quanto riguarda questa domanda, dobbiamo anche argomentare le nostre risposte, motivando le nostre scelte o limitarci a rispondere “di getto”?
E’ sufficiente rispondere al quesito, immaginando le rispettive situazioni.
1) Una persona che dice ad alta voce acqua potrebbe trovarsi in diversi contesti, il primo che mi viene in mente è al bar, in un ristorante o a tavola a casa quando qualcuno gli/le chiede cosa desidera bere. Il secondo contesto possibile potrebbe essere in spiaggia, lungo il bagnasciuga quando i bambini scavano nella sabbia fino a trovare l’acqua e soddisfatti esclamano che hanno raggiunto il loro obiettivo.
2) A mio parere se uno esclama “Sono alto un metro e ottanta e sono cattolico”, presuppone di essere un corpo alto un metro e ottanta e aggiunge un elemento descrittivo del suo carattere.
E’ molto interessante come ciascuno di voi “interpreti” diversamente l’espresssione “Acqua!”.
Per quanto riguarda la seconda espressione si potrebbe osservare che l’avere un carattere va oltre l’essere un corpo. Essere cattolico non è come essere rosso o alto un metro e ottanta o in salute. Si ammette un modo d’essere che andrebbe ulteriormente indagato. Se si giungesse ad ammettere p.e. di avere o di essere un’anima questo non comporterebbe ad es. che sia immortale, ma potrebbe essere un altro modo di dire di avere una mente o un pensiero. Da un altro punto di vista ancora chi è cattolico, proprio in quanto tale, pensa di avere un’anima immortale. Questo non significa che sia vero, ma significa che se uno dice questa frase dobbiamo supporre che egli pensi di essere sia un corpo sia un’anima.
1. In base alla mia esperienza, se una persona dice ad alta voce “Acqua!” potrebbe
a. Volere un bicchiere di acqua da bere
b. Essere una persona che sta giocando al gioco “acqua, fuocherello, fuoco” nel quale bisogna trovare un oggetto nascosto basandosi solamente su queste tre parole
c. Essere una persona che ha appena bruciato qualcosa e quindi necessita di acqua per spegnere il fuoco
d. Sta dettando la lista della spesa ad un’altra persona
2. Se uno dice “sono alto un metro e ottanta e sono cattolico” presuppone di essere una persona dotata di un corpo che è lungo esattamente 1,80 m ma anche di avere un’anima e una mente, infatti tramite queste ha deciso di aderire alla religione cattolica
Ottimo esercizio di… “filosofia analitica” per entrambi i casi esaminati.
1. Una persona che stesse soffocando durante un pasto potrebbe chiedere aiuto gridando “acqua!”; potrebbe anche trattarsi di un bambino che ha sete e ha da poco imparato a parlare…oppure di una persona che si trova su un’isola deserta e fa notare al suo compagno la presenza di un ruscello.
2. Dipende da quanto è credente.
Come già scritto ad altri è davvero curioso quante diverse interpretazioni possano essere date di una semplice esclamazione (“Acqua!”).
La tua seconda risposta è interessante, ma sarebbe respinta dalla maggioranza dei filosofi analitici (ovviamente non lo potevi sapere). Infatti la tua risposta presuppone che si possano credere cose diverse da quelle che si dicono, cioè che pensiero e linguaggio siano cose diverse. La filosofia analitica, invece, parte dal presupposto che noi siamo quello che diciamo e che ciò si può filosoficamente indagare sono soltanto le presupposizioni del nostro linguaggio, senza pretendere di entrare nel “black box” (per usare la metafora comportamentistica) della nostra mente. In questa prospettiva quella frase, in quanto tale, presuppone che uno, in quanto cattolico, sia credente e che, in particolare, creda di avere un’anima, anzi di essere un mix di anima e corpo (come suggerisce il fatto di concepirsi alto un certo numero di centimetri).
1) Se uno dice “Acqua!” mentre si trova in casa, potrebbe essere in presenza di una perdita d’acqua a causa di una fessura nel tetto o la rottura di un tratto dell’impianto idraulico. Questo vorrebbe avere come conseguenze la riparazione di tali danni o di propria mano o da parte di terzi che vengono chiamati in seguito a tale rilevazione.
2) Se uno dice “Sono alto un metro e ottanta e sono cattolico”, presuppone di essere un essere umano di sesso maschile che misura un’altezza di un metro e ottanta, segue la religione cattolica e i suoi principi e si crede probabilmente essere sia un’anima che un corpo.
– Se qualcuno dicesse ad alta voce la parola acqua penserei che ci sia una perdita d’acqua da qualche parte e quindi forse mi troverei in una situazione di pericolo.
– Se qualcuno dicesse di essere alto un metro e ottanta e di essere cattolico presupporrebbe di essere sia anima che corpo dal momento che ha identificato una qualità di ognuno di questi due ambiti.
Mi sembra convincente. Come ho scritto ad altri è curioso come ciascuno di voi “immagini” situazioni estremamente diverse riguardo all’esclamazione “Acqua!”. Al di là di quello che vi spiegherò della filosofia analitica questa situazione esemplifica anche molto bene un circolo ermeneutico. Ognuno parte dalla sua precomprensione della situazione (gli analitici parlando equivalentemente di “presuppositions” o di “assumptions”).
1)Nella prima situazione penserei che questa persona qui ha bisogno di acqua perché magari ha sete, oppure sta avvisando qualcuno che c’è dell’acqua per terra e quindi c’è pericolo che scivoli su essa. Anche un cameriere potrebbe dire questa espressione quando porta del tavolo dell’acqua e quindi avvisa le persone a tavola che l’ha portata.
2)Presuppone di essere corpo, perché dice di essere alto 1,80 m e di essere cattolico, non pensò che l’essere cattolico sia proprio dell’anima lo associo di più al corpo.
Perché associ l’essere cattolico al corpo. Esaminando il corpo di una persona saresti in grado di dire se sia cattolico?
1. Avvisare della presenza del mare nelle immediate vicinanze, per esempio durante un viaggio in avanscoperta.
2. Come risposta a una richiesta: “che cosa vuoi da bere?” o a causa della sensazione di sete.
3. Un banale gioco dove si sta cercando qualcosa o qualcuno, gioco “fuoco o acqua” e quindi assumerebbe il significato di indicare una maggior lontananza dall’oggetto cercato.
4. Un contesto agricolo, in cui si indica tale espressione per indicare la necessità di abbeverare le piante.
5. Un contesto scientifico, ossia concentrandosi sulle sue caratteristiche e proprietà elettrochimiche.
A mio parere, l’affermazione “Sono alto un metro e ottanta e sono cattolico”, presuppone in primo luogo l’esistenza di un corpo. Infatti, se dividiamo in due parti l’affermazione, la prima parte, ossia “Sono alto un metro e ottanta…”, sembra implicare la presenza di un corpo, più che di un anima, perché la caratteristica in questione (statura) è una grandezza fisica legata a qualcosa che si può misurare e quindi materiale. Invece, la seconda parte, ossia “… e sono cattolico”, implica non tanto l’esistenza di un corpo quanto di un’anima. Più precisamente, l’essere cattolici è una qualità non tanto del corpo quanto dell’anima, anche se la fede cattolica in se implica anche un atteggiamento specifico che il credente deve assumere in relazione con il suo corpo per certi versi.
Ottima riflessione. Soprattutto è interessante l’ultima allusione ai presupposti del credente cattolico. In effetti solo l’anima può essere “cattolica”, ma è anche vero che per la religione cattolica siamo un insieme di anima e corpo, tant’è vero che vi si crede nella resurrezione dei corpi ( della carne).
1.Una persona che esclama “Acqua!” potrebbe averne bisogno urgentemente perché gli è andato qualcosa di traverso , oppure potrebbe essere un’esclamazione di felicità perché ha trovato un’oasi nel deserto.
2. A mio parere uno che dice “Sono alto un metro e ottanta e sono cattolico” presuppone di essere sia un corpo che un’anima.
Perché la seconda? La risposta è convincente ma ti è rimasta sulle dita (o nella tastiera) l’argomentazione, ti sei accorta?
1) Se qualcuno esclama “Acqua!” mi immagino qualcuno che abbia bisogno di acqua a seguito di uno sforzo come per esempio dopo un allenamento faticoso.
2) Uno che dice “Sono altro un metro e ottanta e sono cattolico” penso che presupponga di essere sia corpo che anima in quanto l’altezza è corpo e l’essere cattolici è una parte di anima perchè mostra, in parte, ciò che si è.
Sintetico ma plausibile. Approfondisci ora bene, conclusivamente, l’unità didattica sulla filosofia analitica, per comprendere il senso di questo tuo esercizio.
Secondo il mio parere l’esclamazione acqua! la associo a una domanda riguardo a cosa si voglia bere, e il punto esclamativo mi comunica sollecitudine ovvero dammi dell’acqua presto!
Per quanto riguarda l’essere alti 1.80 ed essere cattolici allora lo associo a un corpo di 1.80 e una sua caratteristica.
In che modo l’essere cattolico è una caratteristica di un corpo? Come distingui un corpo cattolico da un corpo buddhista?
1) Nel momento in cui qualcuno pronuncia la parola “Acqua!” la prima cosa che mi viene in mente è che desideri dell’acqua da bere. Dipende però dalle situazioni, nel caso in cui per esempio qualcosa prendesse fuoco l’acqua servirebbe per spegnere le fiamme non per essere bevuta.
2)Una persona che dice “Sono alto un metro e ottanta e sono cattolico” penso che voglia descrivere la sua persona sia sotto l’aspetto estetico che sotto l’aspetto del carattere.
Sicura? Leggi le mie repliche alle risposte dei tuoi compagni…
1. Secondo me se qualcuno urlasse ad alta voce la parola “Acqua!” potrebbe trovarsi in una situazione di pericolo (per esempio che stia bruciando qualcosa o che questa persona abbia appena bruciato qualcosa) vista la presenza del punto esclamativo. Oppure potrebbe essere intesa come esclamazione di una persona che vede finalmente l’acqua (per esempio in una calda giornata estiva quando si corre sulla sabbia che scotta verso il mare e poi finalmente si arriva in acqua)
2. A mio avviso se una persona dice “sono alto un metro e ottanta e sono cattolico” presuppone di essere un corpo lungo un metro e ottanta e allo stesso tempo di essere dotato di un’anima che in questo caso aderisce alla religione cattolica
Ok
1)Nel caso una persona dicesse ad alta voce “Acqua!” si potrebbe trovare in una situazione in cui è cominciato un piccolo incendio ed è in cerca di qualcosa con cui spegnerlo, in questo caso dell’acqua. Ma se la persona fosse un bambino potrebbe riferirsi invece alla visione del mare, e che preso dall’eccitazione urlerebbe “Acqua!” perché non vede l’ora di andare a farsi un bagno.
2)Se un uomo dicesse “Sono alto un metro e ottanta e sono cattolico”, a mio parere, presuppone di essere sia corpo (il tratto fisico dell’altezza), sia anima (è lui che ha fatto la scelta di essere cattolico)
Ok
1. Qualora qualcuno esclamasse “Acqua!” ad alta voce potrebbe trovarsi in diverse situazioni che risulterebbero molto differenti tra loro. Ad esempio potrebbe: avere sete o cercare di estinguere un incendio oppure aver indovinato la parola di un cruciverba. In ogni caso non saremmo in grado di sapere quale di queste opzioni è corretta, sempre che una di queste lo sia, finché non vedremo la persona oppure le chiederemo cosa intendeva.
2. Non credo si possa rispondere a questa domanda in modo sicuro, cosa intende per essere cattolico? Forse che crede in Dio oppure che semplicemente è stato cresciuto in una comunità cattolica ed è stato etichettato fin da bambino in quella maniera? Non si può conoscere cosa questo intenda realmente finché non si approfondisce il punto di vista di questo.
… o il contesto d’uso del termine “cattolico” (come Quine dice della formula f = am).
La parola acqua chiaramente assumerebbe un diverso significato a seconda del contesto. La prima cosa che viene in mente è chiaramente soddisfare IL bisogno di bere e idratarsi, magari dopo un particolare sforzo. Tuttavia, se mi trovassi in un contesto diverso, ad esempio all’acquario di Genova, mi immaginerei un bambino emozionato dalle grandi vasche e dai pesci che passando sotto una galleria di vetro, estasiato, pronuncia la parola acqua.
Se invece una persona dicesse “sono alto un metro e ottanta e sono cattolico” presupporrebbe un anima-essenza (che si ritiene cattolica) affiancata da un corpo (per l’appunto alto un metro e ottanta). In questo caso, dunque, l’affermazione dipende meno dal contesto e più dall’essenza di chi esprime la sentenza stessa.
Hai senz’altro colto il senso della filosofia analitica. Tuttavia, ho forti dubbi che un bambino direbbe “Acqua!” nel contesto che hai immaginato. Direbbe “uno squalo!” (se credesse di vederne uno) o simili. Inoltre non si tratta, come sai, del significato della parola, ma dello scopo che si pone colui che la pronuncia. Da questo punto di vista lo scopo non è quello di “soddisfare un bisogno”, ma di ottenere che qualcun altro ci permetta di soddisfarlo.
In relazione al primo quesito, tale espressione (“Acqua!”) potrebbe essere pronunciata in un contesto di necessità di tale oggetto: in particolare potrebbe esprimersi in tale modo un beduino nomade del sahara che, dopo un lungo viaggio attraverso lo stesso deserto, assetato si imbatte in un’oasi naturale con lo scopo di farsi sentire dagli indigeni e farsi portare una razione di liquidi prima che muoia disidrato.
Nella seconda proposizione, dal mio punto di vista, il pronunciante implicitamente dichiara di possedere entrambe le cose: sia un corpo che un’ “anima” (se così la si può chiamare).
1. Se qualcuno dice ad alta voce acqua si può trovare in molteplici contesti differenti, come, ad esempio, al bancone di un bar, o mentre sta facendo attività sportiva, per dissetarsi. Oppure in contesti in cui l’acqua viene usata per lavare, dalle auto alle ferite o peggio, a situazioni in cui la parola “acqua” può rappresentare un movente di guerra.
2. Se una persona dice ” Sono alto un metro e ottanta e sono cattolico” presuppone, dalle parole che usa, di essere sia un metro e ottanta che cattolico, quindi un corpo fisico misurabile in grado di sviluppare un pensiero sull’esistenza di un preciso Dio
1)Dicendo la parola “Acqua” si presuppone la conoscenza, almeno concreta, di che cosa sia, quindi degli usi possibili, sia legati a bisogni primari che completamente distaccati; quindi acqua può essere intesa “da bere”, “per lavare”, oppure in contesti completamente differenti: ad esclamare “acqua” quindi potrebbe essere, per esempio, una persona che soffre di disidratazione, o che sta cercando di spegnere un fuoco, o che vuole un aiuto a lavare la propria macchina; potrebbe però essere anche un bambino che ha deciso di divertirsi con dei gavettoni, o a cui viene chiesto, dalla maestra di Scienze, “di cosa è composto la maggior parte del nostro corpo?”. Quindi si può dedurre che lo scopo di tale espressione deriva dal contesto in cui avviene l’esclamazione e dal tipo di richiesta implicitamente effettuata. (che, dunque, può variare dal “ho bisogno di bere” al “voglio dimostrare quello che so”).
2) La frase “Sono alto un metro e ottanta e sono cattolico” può essere divisa in due parti.
la prima parte, “Sono alto un metro e ottanta” rappresenta un esclamazione verificabile direttamente e presuppone la nozione di altezza (definibile intuitiva), e del sistema metrico decimale che la misura (definibile conoscitiva, cioè che bisogna imparare per poterla interpretare).
La seconda parte rappresenta un espressione delle idee personali dell’individuo, che si manifesta nell’appartenenza ad una precisa categoria: per potersi definire cattolico, bisognerebbe avere ben presenti i dogmi e le assunzioni di questa religione, quindi anche le idee di anima e Dio che essa porta con sé.
Quindi, analizzando la frase completa, si può dedurre che, chi sta parlando sia cosciente (ovviamente…) di essere un corpo materiale, al quale applica (se per scelta, per educazione, per abitudine, non è possibile saperlo senza contesto) la definizione di anima secondo le idee concordate in precedenza e condivise della religione cattolica.