Studia la nuova unità didattica dedicata alla cosiddetta “guerra fredda”. Rispondi quindi al seguente quesito:
- Alla luce delle principali vicende che contraddistinsero questo periodo ti sembra corretto definirlo “guerra fredda” se per “guerra fredda” intendiamo un conflitto che non venne combattuto militarmente dalle due parti in causa, né causò distruzioni e sofferenze morali e materiali?
A parer mio è giusto parlare di guerra fredda in Occidente, perchè questa contrapposizione tra oriente e occidente non è mai sfociata in guerra, grazie probabilmente ai vari patti e accordi che sono stati fatti tra i due blocchi contrapposti. È corretto ricordare che tra il 1948 e il 1949 si stava per arrivare ad uno scontro vero e proprio, durante il blocco di Berlino. La capitale tedesca, divisa in settori, ha visto il sopravvento della parte orientale sovietica che voleva vietare il transito nella parte occidentale della città, tramite un vero e proprio blocco; quest’ultimo verrà poi superato con i rifornimenti forniti ugualmente dagli alleati, tramite l’utilizzo di un ponte aereo, che nel 1949 convince i sovietici a concedere la vita nel settore occidentale.
Non parlerei piuttosto di guerra fredda in Oriente, dove ci sono stati duri scontri tra la parte occidentale e orientale. In Corea si è vista la contrapposizione del Nord, sostenuto dall’URSS e il Sud, sostenuto dagli USA. Nel 1953 si è potuto arrivare ad un armistizio, in seguito a vincite della parte occidentali, che ha riconosciuto la parte settentrionale alla Cina, sotto controllo comunista e la parte meridionale affidata ad un sistema liberale tipico dell’Occidente.
C’è poi stata anche la guerra in Vietnam, durata una ventina d’anni, dove a contrapporsi erano sempre l’URSS, con la parte nord del paese, e il sud sostenuto dagli Americani. Al contrario della Corea, qui a trionfare è stato il regime comunista negli anni ’70, dando vita ad uno stato guidato da Ho Chi Minh.
Si dovrebbe quindi fare una differenza tra quella che è stata una vera e proprio guerra fredda, che però non è mai sfociata, nonostante le numerosi tensioni, anche di tipo nucleare, e quella che in realtà è probabilmente definibile”guerra calda”, avvenuta in Oriente. In questa parte del globo si sono avuti scontri sanguinosi, anche di lunga durata, che hanno mostrato con la Corea (con la divisione del Paese) come questa lotta, tra il blocco comunista e quello delle potenze capitaliste, non possa arrivare al suo termine.
La risposta è ben articolata ma omette di confrontarsi con un’assunzione (effettivamente discutibile) contenuta nella domanda, relativa al danno morale e materiale che sarebbe prodotto dalle vere guerre.
Se per “guerra fredda” intendiamo un conflitto che non causò né distruzioni né sofferenze morali o materiali non sono d’accordo con questa definizione.
Innanzitutto durante i 45 anni di “pace armata” la popolazione globale si trovò di fronte ad un perenne rischio di estinzione a causa della guerra con le armi in vista che coinvolgeva USA e URSS, questi due stati infatti portarono avanti una folle corsa agli armamenti nucleari, i quali se utilizzati avrebbero ridotto l’intero pianeta in macerie.
Inoltre, seppur isolati, ci furono comunque 3 casi di conflitto armato:
-La guerra di Corea 1950-1953 che non vide nessuna delle due parti trionfare.
-La guerra del Vietnam 1964-1975 che vide vincitrice la fazione comunista.
-L’invasione Sovietica dell’Afghanistan 1979-1989.
Parlando di sofferenze morali invece, va detto che tutti gli stati appartenenti alla NATO e soprattutto quelli del blocco comunista imposero delle limitazioni ai diritti politici e civili dei propri cittadini e che in campo economico ci fu una forte influenza di USA e URSS sulle economie dei propri alleati.
Infine, chiamando in causa la situazione dell’Italia possiamo notare come “l’ingessamento” della classe politica, ovvero lo scarso ricambio della classe dirigente portò a fenomeni di corruzione, alla nascita di radicalismi estremistici di destra e di sinistra(anni di piombo) e ad accordi fraudolenti con le mafie, fenomeno tutt’ora presente nel nostro paese che nel corso di tutti questi anni ha causato un elevatissimo numero di vittime.
Ottima analisi.
Con il termine “guerra fredda” si indica il conflitto tra Stati Uniti e Unione Sovietica combattuto senza armi (1947-1991), in seguito alla fine della seconda guerra mondiale. Non mi sembra del tutto corretto definirlo così in quanto sicuramente fu un duro scontro che portò paura, tensione, sofferenza morale e distruzione. Infatti tale lotta conobbe diverse fasi, caratterizzate anche da guerre ‘calde’, come quelle in Corea e in Vietnam. Nel 1950 scoppiò una durissima guerra tra Corea del Nord (sostenuta dall’URSS e Cina comunista) e Corea del Sud (appoggiata dagli usa), per questioni territoriali. Nel 1962 con la crisi missilistica di Cuba, il mondo si trovó sull’orlo di una nuova guerra mondiale. Tra il 1965-1975 ci fu la guerra in Vietnam in cui gli Americani, vedendo che il regime anticomunista nel Vietnam del Sud stava per raggiungere il termine, intervennero militarmente, ma ne uscirono nettamente sconfitti, oltre che lacerati al loro interno.
Semplice e chiaro.
Secondo me venne definita “fredda” proprio perche a differenza di altri conflitti non venne combattuto militarmente, in oltre il termine freddo potrebbe riferirsi alla glaciazione che avrebbe causato un olocausto nucleare
Come ti viene in mente che “il termine freddo potrebbe riferirsi alla glaciazione che avrebbe causato un olocausto nucleare”? La tua è una ricostruzione molto fantasiosa, ma qui non siamo di fronte a un nome attribuito a questo genere di guerra da un’antica civiltà sepolta, di cui comprendiamo poco la lingua, sicché sono lecite illazioni di ogni genere; ma da un nome inventato e condiviso da un numero limitato di persone ben note di cui sappiamo perfettamente a che cosa alludessero con questo termine. E nessuno di costoro voleva alludere a glaciazioni di sorta!
Secondo me non è corretto definirla guerra fredda.
Apparentemente potrebbe anche esser giusto, ma con i fatti accaduti indirettamente no. Questo perchè nel suolo statunitense, europeo e russo effettivamente non fu combattuta nessuna vera e propria guerra, se non qualche ribellione/proteste ai tempi del piano Marshall (che poi si rivelò davvero proficuo in termini di crescita economica e agricola) oppure nel problema della divisione della Germania e di Berlino (risolto poi in maniera anche tranquilla e veloce).
Però la motivazione che mi conduce alla risposta che non è esatto chiamarla guerra fredda è data dalle due guerre combattute indirettamente dagli statunitensi e comunisti: a guerra di Corea e del Vietnam. Nella prima si ha la Corea del Nord, sotto influenza Russa, contro la Corea del Sud, sotto influenza statunitense; questa guerra fu combattuta per davvero con armi, bombe ecc ecc, sempre scaturita per i diversi modi di pensare russi e americani e quindi per il volere di una parte della Corea di sottomettere l’altra.
La seconda guerra similmente: sempre la parte Nord sotto influenza Russa e quella Sud sotto influenza statunitense. Qui, credo, sia stata ancora una guerra più sanguinosa rispetto a quella combattuta in Corea, dove migliaia di bombardamenti sono stati attuati con migliaia di morti (tra cui ricordiamo la battaglia più sanguinosa di Buon Me thout).
Concludendo ribadisco la mia posizione, e anche se apparentemente potrebbe esser definita così, in realtà delle vere e proprie guerre sono state combattute in suoli stranieri, causate anche dalla diversa posizione presa dalla URSS dopo la proposta di aderire al piano Marshall.
La tua risposta è chiara e ben argomentata.
La “guerra fredda”, periodo di conflitto ideologico, politico e militare, che inizia nel 1946 e finisce nel 1991, ma che è già latente durante la seconda guerra mondiale e che va a deteriorarsi sempre di più con il passare del tempo, non può essere assimilata nè alla seconda, nè alla prima guerra mondiale.
La guerra così detta fredda prende il nome dalle proprie caratteristiche. Durante questo periodo, il conflitto tra il blocco occidentale liberale capitalista, guidato dagli Stati Uniti ed il blocco orientale comunista, guidato dall’Unione Sovietica, non sfocia mai in una guerra aperta.
Secondo molti è il discorso di Truman a dare inizio alla guerra fredda, con l’uso del termine “cortina di ferro”, ovvero di una sorta di separazione tra l’Unione Sovietica, i suoi “paesi satellite” e i paesi dell’Europa occidentale sotto la protezione degli USA. Con il termine “cortina di ferro”, Truman vuole avviare una vera e propria politica di contenimento verso l’espansione del potere russo.
Se questo conflitto non è sfociato all’uso delle armi, non per questo non è stato causa di difficoltà morali e materiali. La forte repressione instaurata da Truman, con una serie di azioni attuate per limitare l’influenza di settori politici di estrema sinistra e filocomunisti e con la persecuzione di intellettuali e personalità note del cinema e della televisione; trova qualche assonanza con la subordinazione violenta e forzata dei paesi satelliti sotto il controllo della Russia da parte di Stalin. Molti di questi, come la Cecoslovacchia(ostile al mondo russo ortodosso) e la Polonia (di tradizione liberale e democratica), fecero molte difficoltà nel dover adottare un assetto politico sovietico così divergente dal proprio.
Oltre agli scontri militari avvenuti nei scenari vietnamita e coreano, sempre per la lotta tra comunismo e occidente, ci fu un momento emblematico di massima tensione, che sfociò quasi in un combattimento armato, tra il giugno del 48 e il maggio del 49, ovvero il cosiddetto “blocco di Berlino”.
La città di Berlino fu divisa in controllo occidentale e sovietico e furono proprio i sovietici a cercare di far abbandonare la parte ovest di Berlino attraverso un blocco della città da un punto di vista dei rifornimenti economici e alimentari. Il blocco fu fermato grazie all’intervento aereo degli alleati, ma senza scontri armati tra le potenze.
Un altro tipo di terrore instaurato da parte dei due blocchi fu “l’equilibrio del terrore”, strategia di deterrenza nucleare tra Stati Uniti e Unione Sovietica, tesa a mantenere un ‘equilibrio dinamico’ basato sulla paura reciproca.
La guerra fredda, per concludere, può essere messa al pari di veri e propri conflitti, in quanto causò la limitazione di libertà civili e politiche negli altri paesi e ne costrinse l’adesione ai propri ideali (concetto di schieramento totale).
Ottima e documentata risposta.
Se per “guerra fredda” intendiamo un conflitto che non causò distruzioni e sofferenze morali e materiali, la terminologia presa in esame per definire la contrapposizione venutasi a creare tra le due potenze (URSS e Stati Uniti) nel 1947 sia leggermente inappropriata. Da un lato è vero che possiamo affermare di non aver assistito ad un vero e proprio scontro diretto, militarmente parlando, tra le contendenti poiché possedevano entrambe bombe atomiche in grado di distruggersi a vicenda e arrivare così a un “punto di non ritorno”. Ma dall’altro, ricollegandomi a quanto sostenuto nella prima frase, abbiamo visto scoppiare una serie di conflitti “interni” volti ad affermare la propria potenza (da una parte chi sosteneva il capitalismo statunitense dall’altro chi sosteneva il comunismo russo).
Se invece alla nomenclatura attribuiamo il senso che diede Churchill, ovvero di “fredda ostilità” creatasi a seguito della seconda guerra mondiale tra le due vincitrici, a parer mio risulta piú appropriata.
*risulta, non “sia”
Ottima risposta, articolata a partire da una distinzione terminologica.
Ritengo giusto considerarla una guerra perche,pur non essendo caratterizzata dalle distruzioni o sofferenze morali delle precedenti,fu contraddistinta da un qualcosa che andra a caratterizzare,da li in poi(forse),un po tutti i futuri conflitti:si tratta dell’angoscia.Con cio non voglio dire che le precedenti guerre non furono particolarmente angosciose,ma ritengo comunque che l’angoscia provata durante la guerra fredda fu molto piu opprimente rispetto a tutte le altre guerre e cio per un particolare motivo:la scoperta della bomba atomica.Tale scoperta fu il motivo che rese la guerra fredda un conflitto cosi “speciale”,senza distruzioni e combattimenti perche ,se si fosse svolto nella maniera “tradizionale”,allora tutta l’umanita si sarebbe estinta in un unica e definitiva guerra,con evidenti svantaggi per entrambe le parti(anche quelle non coinvolte nella guerra);tuttavia la tensione fra le due parti era evidente,quindi un conflitto ci sarebbe stato,ma la bomba atomica cambio completamente la natura della guerra:la guerra(e da li in poi tutte le successive guerre) divenne una guerra ad “armi in vista”,cioe le armi(le bombe atomiche) venivano solo “mostrate” per impedire qualsiasi attacco nemico.La trasformazione del modo di combattere cambio anche i “fronti di combattimento” ,spostando la guerra sul piano scientifico-tecnologico ed economico.Sostanzialmente intendo dire che la scoperta e diffusione,fra le maggiori potenze, della bomba atomica impose un cambio drastico nella natura della guerra e nei modi di combatterla,trasformandola definitivamente in una “guerra non violenta” e “combattutta”su altri fronti e piani; tale arma non elimino il concetto stesso di guerra,semplicemente lo trasformo ed e questo,in definitiva,il motivo principale per qui ritengo giusto considerare la guerra fredda come una guerra.
Hai conferito un taglio interessante alla risposta, riformulando, però, in parte, implicitamente la domanda. Non sei stato al gioco della domanda. La domanda non era se la guerra fredda può essere considerata una guerra (domanda a cui hai risposto positivamente, spiegando in modo peraltro convincente come l’equilibrio del terrore abbia “creato” questo nuovo tipo di conflitto), ma se può essere considerata fredda.
Ritengo che il termine “guerra fredda” possa essere ritenuto efficace nel descrivere la condizione mondiale del dopoguerra poichè suggerisce sia l’idea di un conflitto (che nonostante fosse principalmente ideologico non era sicuramente gradevole ) sia il fatto che questo conflitto non venne combattuto (salvo alcune eccezioni come nel caso della Corea e del Vietnam) militarmente e fisicamente sul campo ma piuttosto ai tavoli dei vertici politici dei diversi stati coinvolti (che erano principalmente Stati Uniti e Unione Sovietica e relativi stati satelliti); tuttavia penso che l’accezione del termine relativa ad un’assenza di distruzioni e sofferenze morali e materiali sia da escludersi assolutamente perchè oltre a quelle direttamente causate dalle guerre della Corea e del Vietnam e dal Blocco di Berlino bisogna considerare anche tutte le tensioni e le sofferenze che questa sorta di conflitto (e in particolar modo la minaccia di una terza guerra mondiale a carattere di armamento nucleare ) causò alla popolazione di tutti i paesi coinvolti e alle ripercussioni che ebbe sul clima sociale dell’epoca.
In conclusione credo quindi che il conflitto che caratterizzò la seconda metà del secolo scorso fu “freddo” solo in apparenza e dal punto di vista militare poichè per il resto può essere considerato, a mio parere, una guerra a tutti gli effetti , con le relative condizioni e le conseguenze di ogni guerra.
Buona analisi.
La guerra fredda è chiamata così perché non si arrivò mai ad un conflitto armato tra le due parti in causa, cioè l’Unione Sovietica e gli stati occidentali. Questo però non esclude il fatto che questo conflitto non portò a sofferenze morali e materiali. Infatti la netta divisione nei due schieramenti che avvenne prima dello scoppio di questa guerra (e che ne fu in parte la causa), portò a politiche di repressione e lotte contro la posizione politica avversaria sia nei paesi occidentali che negli stati satellite della Russia. Le conseguenze morali si fecero sempre più evidenti con lo scoppio vero e proprio della guerra, in particolare nella città di Berlino che visse in prima persona il conflitto tra i due schieramenti com la divisione in Berlino est e Berlino ovest, in particolare durante il Blocco di Berlino che avvenne tra il maggio del ’48 ed il giugno del ’49, dove la comunicazione tra le due parti venne completamente interrotta, dividendo quindi la città in due non solo metaforicamente ma anche fisicamente.
Questa guerra causò poi sicuramente sofferenze materiali dovuti agli scontri armati tra i due schieramenti in Corea e Vietnam, scontri che si conclusero rispettivamente con un armistizio e con la vittoria completa da parte del regime comunista.
Risposta chiara e documentata.
Se per Guerra Fredda intendiamo un conflitto NON militare e senza sofferenze morali, allora possiamo dire che il periodo compreso tra il 1947 e il 1989, denominato dalla stessa espressione, non possa essere definito tale a seguito di molte vicende che contrastarono la sua definizione.
A livello morale, come primo esempio, possiamo riportare la formazione di due blocchi: il primo che comprende USA, NATO e nazioni filo statunitensi; il secondo che include USSR, nazioni facenti parte del patto di Varsavia e paesi filo sovietici. Questi due blocchi ebbero come effetto un’enorme tensione morale a seguito delle imposizioni, con metodi autoritari, di governi capitalisti o comunisti rispettivamente delle potenze USA e USSR.
Inoltre, due avvenimenti fondamentali che segnarono momenti di massima crisi furono la crisi di Berlino (scatenata da Krusciov), che ebbe come risultato la costruzione del Muro, e la crisi di Cuba: questo episodio portò le due potenze sull’orlo di un conflitto militare poiché gli USA tentarono un attacco sotto copertura, ma dopo aver scoperto missili dell’unione Sovietica, attuarono un blocco navale per lo smantellamento di essi. Altro evento significativo che non caratterizza questa Guerra Fredda come tale, fu la guerra del Vietnam del 1962 che vide la partecipazione degli USA per fronteggiare il comunismo dell’USSR, che però vide la nascita di movimenti oppositori agli USA.
Risposta chiara e ben argomentata, arricchita di precisi riferimenti storici. La Russia sovietica si chiamava comunque URSS e non USSR. La sigla sta per Unione della Repubbliche Socialiste Sovietiche. In russo: SSSR, traslitterazione di una sigla che appare in alfabetico cirillico come CCCP (la sigla che campeggiava sui caschi dei cosmonauti sovietici o sulla fiancata dei missili russi). All’incirca (non conosco il russo): Soyuz [che significa Unione e che è anche il nome di un veicolo spaziale adottato dai sovietici] Sov. Soc. Respublik.
Il nome che è stato dato a questo periodo fa immaginare immediatamente il tipo di guerra affrontata dai due paesi protagonisti, Stati Uniti e Unione Sovietica, e dalla paura degli altri paesi. Il conflitto non vide mai uno scontro militare diretto ma la continua “lotta” tra superpotenze nel cercare di dimostrare la loro superiorità e potenza, fece nascere un clima di profonda paura, soprattutto dalla minaccia delle nuove armi atomiche.
Trovo quindi giusto definire questa guerra “fredda” perché combattuta tra intimidazioni e senso di terrore, alimentato anche da un altalenanti periodi “pacifici” e non, che tenevano “sul filo” tutto il mondo spaventato da uno scontro sempre sul punto di scoppiare; ricordo, però, che grazie a questa corsa verso il potere portò la comunità scientifica a fare grandissimi passi avanti, riuscendo addirittura a mandare l’uomo nello spazio.
La tua posizione è chiara. Eludi anche tu alcune assunzioni implicite nel mio quesito (che avresti p.e. anche frontalmente contestare) come ho scritto più diffusamente ad altri.
Intendendo un conflitto che non fu combattuto militarmente in modo diretto dalle due parti prese in causa ritengo sia giusto definirlo “guerra fredda”, anche se ci furono comunque danni morali e materiali.
A livello materiale si potrebbero prendere come esempio i conflitti di Corea e Vietnam, mentre a livello morale la nascita della “cortina di ferro” tra le due parti in causa, scaturita poi proprio materialmente nel muro di berlino. Questa segna un inizio di tensioni tra le due potenze che non arrivano proprio ad una “guerra calda” anche per timore di utilizzo di ordigni nucleari di cui entrambe si stavano rifornendo.
D’accordo. Implicitamente tu rifiuti alcune assunzioni implicite nel mio quesito e rispondi di conseguenza. Avresti potuto esplicitare meglio tale rifiuto, argomentandolo. Mi riferisco al fatto che nel quesito si assume che una guerra fredda non debba comportare danni morali (che invece la cosiddetta “guerra fredda” manifestamente comportò).
La guerra fredda è stato un conflitto di tipo politico, ideologico e militare che scoppiò tra il blocco occidentale (di stampo liberale e democratico) composto dagli USA e dagli Stati della NATO contro il blocco orientale (di stampo comunista e totalitario) formato dall’Unione Sovietica e dagli Stati sotto il Cominform (nuovo tipo di organizzazione internazionale che “raccoglieva” i partiti comunisti dell’est europeo)
A me sembra corretta la denominazione della guerra in quanto essa è stata combattuta, per la maggior parte, su altri campi rispetto a quello militare.
Uno di questi campi è sicuramente quello politico, oltre alle politiche di repressione, dissenso e lotta nei confronti del blocco opposto (attuate in modo più rigido dalla parte filocomunista), di rilevante importanza è stato il piano Marshall del 1947. Attraverso questo piano gli Usa sostennero economicamente gli Stati occidentali. Nel 1950 la rinascita economica dell’Europa occidentale era quasi completata, la produzione industriale europea aveva superato i livelli raggiunti nell’ante guerra mentre l’agricoltura si era avvicinata al livello predetto in soli tre anni rispetto ai quindici ipotizzati.
Gli USA impegnarono tutta la loro ricchezza e potenza per proteggere e promuovere la democrazia.
Un altro campo teatro del conflitto fu quello spaziale, gli USA e l’Unione Sovietica entrarono in competizione nel progettare razzi spaziali. I sovietici furono i primi a mandare un essere vivente, il cane Laika, e il primo umano, Yuri Gagarin, in orbita mentre nel 1969 furono gli americani a far sbarcare il primo uomo sulla luna, Neil Armstrong.
Questo conflitto non si trasformò mai in uno scontro militare aperto siccome avrebbe provocato una Terza Guerra Mondiale e probabilmente avrebbe messo in serio pericolo l’esistenza dell’intera umanità in quanto dal 1949 sia USA che URSS possedevano la bomba atomica e dal 1950 entrarono in possesso della ben più potente bomba all’idrogeno.
Però la Guerra Fredda portò comunque a scontri militari (e non) di secondo piano come il “blocco di Berlino” che si sviluppò tra il giugno del 1948 e il maggio del 1949 (non fu un vero e proprio scontro militare), la guerra di Corea e la guerra del Vietnam.
Ti sei diffuso in particolari molto interessanti ma forse hai perso un po’ per strada la domanda. Abbozzi una risposta nel secondo capoverso, ma non discuti la questione se la guerra fredda abbia comportato anche sofferenze morali, né rifiuti l’esclusione di quest’ultimo aspetto come caratterizzante una guerra fredda.
certamente, non fu combattuta militarmente ma fu una guerra che fu combattuta in modo acceso in campo economico e politico. gli Stati Uniti, con l’Europa occidentale, inseguito alla seconda guerra mondiale, temevano la continua espansione dei regimi comunisti dell’unione sovietica in Europa, Winston Churcill per definire la divisione netta che distingueva l’Europa parla di cortina di ferro, una linea immaginaria che delineava il confine che andava dal baltico fino a Trieste sull’adriatico. ( questo può proprio simboleggiare il confine che c’è in una vera e propria guerra) Fù istituito il piano Marshall ( in funzione di aiutare economicamente l’Europa), da parte degli USA, che come conseguenza spinse ad una maggiore divisione tra se stessa e gli URSS e certamente anche tra i paesi europei. Sorsero la NATO e il patto di Varsavia, organizzazioni politico-militari avverse, di cui rispettivamente fecero parte gli USA con l’Europa Occidentale e l’URSS, per poter essere pronte a combattere effettivamente se ci fosse stata la necessità. le tensioni e le rivalità tra le due potenze furono a tal punto palpabili che si pensò che tra il 1948 e il 1949 potesse scoppiare una guerra, quando i sovietici istituirono il blocco di Berlino.
inoltre entrambe le parti costruirono bombe atomiche che avrebbero potuto dissolvere l’umanità. Inoltre non combatterono mai militarmente una contro l’altra, ma parteciparono a delle guerre(quelle del Vietnam e del Giappone) per poter controllare il nemico e potersi affermare su di esso.
Tutto giusto ma ti sei dimenticata di concludere rispondendo alla domanda. P.e. scrivendo: “Per tutte queste ragioni si può dire che non si trattò soltanto di guerra fredda se per guerra fredda intendiamo ecc.”.
appunto perché non ci furono ne conflitti, ne distruzione e ne sofferenze morali tra i due schieramenti viene definita come una “guerra fredda”; dove una delle due potenze in conflitto, Stati Uniti e URSS, attendeva e temeva l’azione dell’altro e viceversa.
ovviamente ci furono altri conflitti nell’arco di tempo che occupo la guerra fredda che interesso le due potenze in modo indiretto, come per esempio le questioni del Vietnam, Berlino e Corea, ma appunto il loro era uno scontro sociopolitico e quindi ideologico più che uno scontro sul campo.
ci fu oltre a questo anche uno scontro “scientifico”, sempre per delineare la superiorità di uno stato sull’altro con la corsa allo spazio e la creazione di arsenali costituito da bombe atomiche da entrambi le parti come strumento di ricatto, che non fu mai attuato nel concreto per ovvie ragioni: lo sterminio più toltale.
appunto perché nonostante le due potenze si sfidassero a qualsiasi livello ma mai senza entrare in uno scontro armato diretto, la guerra viene definita “fredda” e mi trovo d’accordo su questa definizione.
Sei certa che non si registrassero “sofferenze morali” tra i due schieramenti? Probabilmente si può respingere la mia ipotesi (provocatoria) che una guerra per essere definita “fredda” le debba escludere. Ma se lo ammetti, diventa difficile salvare la nozione (pensa p.e. soltanto al maccartismo negli Stati Uniti).
il termine guerra fredda fu coniato per la prima volta da Orwell e successivamente ripreso per descrivere il conflitto socio-politico tra Usa e Urss. Questo termine prese piede tra i media poiché russi e americani non combatterono quasi mai l’uno contro l’altro in maniera diretta. Infatti la guerra fu solo per certi aspetti una guerra armata, per la maggior parte venne combattuta grazie alla politica ed alle alleanze, ma anche tramite lo sport e lo sviluppo tecnico-scientifico, famosa fu la corsa allo spazio. Però ci furono anche svariati conflitti armati, i quali non videro mai confrontarsi in maniera diretta le due superpotenze, alcuni esempi sono: la guerra di Corea, la guerra in Vietnam e la guerra in Afghanistan. Ultimo grande fattore della guerra fu la tecnologi nucleare applicata all’avanzamento nel campo missilistico, infatti fu un lungo tira e molla che ebbe il suo apice con la crisi dei missili di Cuba. Quindi dal mio punto di vista, la guerra non si può proprio definire una “guerra fredda” ma anzi che non si tratti di una e vera propria guerra, ma più una serie di guerre armate e non che per convenzione vengono racchiuse in un unica grande guerra.
Interessante la tua tesi conclusiva, che giustifichi con riferimenti brevi ma puntuali.
Il termine “guerra fredda” si riferisce alla condizione di tensione permanente tra Stati Uniti e Unione Sovietica (e ai relativi blocchi capitalista e comunista), mai concretizzata in un diretto conflitto armato, ma combattuta con le armi della politica, della propaganda e dell’economia. Il cosiddetto equilibrio del terrore fu mantenuto dal 1946-49 al 1989-91 e la corsa agli armamenti nucleari, assieme alla costante competizione fra le due potenze in campo ideologico e tecnologico, fu una minaccia (con il rischio che potesse da un momento all’altro tramutarsi in realtà) per la sopravvivenza dell’intera umanità. Dunque, pur non potendo parlare di una guerra diretta tra USA e URSS, il periodo successivo alla secondo conflitto mondiale fu contraddistinto da sofferenze morali e materiali dovute anche a veri e propri scontri armati in diversi Paesi alla periferia dei due blocchi. In Europa orientale la Polonia e la Cecoslovacchia (caratterizzate da una tradizione ben radicata) furono subordinate all’Unione Sovietica in modo violento e traumatico, mentre in Grecia la guerra civile si concluse con il prevalere del blocco occidentale. Churchill parlò addirittura di una “cortina di ferro” che divideva l’Europa e il mondo (dal Baltico all’Adriatico) e tale concetto fu evidente in Germania, suddivisa a sua volta in 4 settori. A Berlino (nel 1961 venne eretto il famoso muro) i sovietici bloccarono ogni via d’accesso ai tre settori controllati dagli Alleati, e questi ultimi furono costretti a utilizzare un ponte aereo per garantire l’approvvigionamento di viveri e di attrezzature alla popolazione. In Asia emblematiche furono le situazioni della Corea (con la guerra tra la parte settentrionale comunista e quella meridionale filoamericana) e del Vietnam (con i bombardamenti statunitensi alla parte settentrionale comunista, sostenuta da URSS e Cina). In Afghanistan ci fu un invasione sovietica a partire dal 1979, nei Paesi Arabi la crisi venne causata anche da una rivoluzione di matrice religiosa (il conflitto tra Iran e Iraq), mentre Cuba fu l’unico Paese dell’America Latina in cui gli USA non riuscirono a imporsi, a causa della rivoluzione guidata da Fidel Castro (con la relativa questione dei missili balistici dispiegati dall’URSS). La sofferenza della popolazione fu determinata anche da una limitazione di certe libertà civili e politiche in entrambi i blocchi: ciò accadde soprattutto nell’area d’influenza sovietica, ma anche negli Stati Uniti, i quali attuarono il “maccartismo”, ossia la “caccia alle streghe” nei confronti dei comunisti (della quale risultarono vittime anche personaggi illustri come Charlie Chaplin).
Come spesso riesci abilmente a “raccontare” moltissime cose rispondendo con pertinenza alla domanda (che, tuttavia, in se stessa non richiedeva di dimostrare la tua preparazione globale sull’argomento), senza uscire dal tema.
Se appunto per “guerra fredda” si intende una guerra non combattuta con le armi ma in altri campi (come quello politoco ed economico) allora ha senso chiamarla così…forse ma aggiungendo anche ” né causò distruzioni e sofferenze morali e materiali”, qui le cose cambiano. La distruzione c’è stata comunque e,in realtà, altre guerre in corso pure (o comunque, come minimo, uso della “forza” per ottenere quello di cui si ha bisogno), l’unica differenza probabile può consistere forse nel solo fatto che il senso di “guerra” intesa come tale (basandosi sui pochi anni precendenti a questo periodo) non fosse lo stesso (cioè,ad esempio, persone arruolate in divisa che combattono con armi contro altre di un altro paese che fanno lo stesso). Meno morti forse? La sofferenza “diversa”? …forse, ma la stessa per quanto significato. Insomma davvero poca è la differenza da una guerra (come quelle vissute prima) a questa “fredda”: è rimasta nominata come “guerra” comunque pur sempre per una ragione.
Risposta critica e ben meditata.
Per Guerra fredda non si intende una vera e propria guerra, ma lo scontro politico e ideologico che contrappose Stati Uniti d’America (prima potenza militare nel mondo grazie al possesso della bomba atomica e per aver sconfitto il nazismo e il fascismo) e Unione Sovietica (seconda potenza militare al mondo) dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Tale lotta per il controllo del mondo conobbe diverse fasi, caratterizzate anche da guerre combattute, come quelle in Corea e in Vietnam. Nonostante ciò è giusto, secondo me, chiamarla ‘’Guerra fredda’’ perché l’esercito degli Stati Uniti e quello dell’Unione Sovietica non si affrontarono mai direttamente in una guerra combattuta, cioè “calda”. Questo confronto mondiale si concluse definitivamente dopo quasi mezzo secolo, nel 1991, con lo scioglimento dell’URSS.
Se accetti il modo corrente di intendere “guerra fredda” non ti si può dare torto. Tuttavia, nel quesito si alludeva a un’altra connotazione, che avresti quanto meno dovuto rifiutare per rispondere nel modo in cui hai risposto.
Non sarei così convinto che l’Unione Sovietica sia state sempre la seconda potenza militare al mondo. Forse in alcuni momenti divenne anche la prima. Per quanto strano possa aprire ci fu ad esempio un momento in cui la flotta russa divenne la prima al mondo per armamenti.
Personalmente ritengo opportuno definire “guerra fredda” questo tipo di conflitto, perché alla fine dei conti, le due parte rivali, ovvero USA e URSS, non si sono mai scontrate direttamente a livello militare, risparmiando all’umanità una catastrofe globale.
D’altra parte non mi sembra corretto dire che questo conflitto non causò sofferenze, magari non materiali, ma sicuramente morali, considerando anche il fatto che durò circa quarant’anni; infatti nonostante non ci fu un conflitto diretto tra le due superpotenze ci furono due conflitti, quello in Vietnam e quello in Corea, che si possono definire delle proiezioni dei problemi tra USA e URSS su stati e persone teoricamente innocenti.
Sintetico ma relativamente chiaro.
il termine “guerra fredda” si riferisce al periodo tra il 1946 e il 1991 durante il quale quale ci fu un pesante conflitto politico e ideologico tra gli USA e i URSS che non sbocciò mai, almeno direttamente, in un combattimento militare che avrebbe potenzialmente causato lo sterminio della razza umana. Personalmente ritengo il termine usato sia abbastanza appropriato con la situazione presa in causa in quanto si tratta di una guerra fredda nel senso di ostile, psicologica caratterizzata da continue tensioni. Questa guerra fu combattuta attraverso le armi della politica, dell’economia e della propaganda (sviluppo scientifico e i viaggi nello spazio)e che appunto non si risolse mai attraverso uno scontro armato. Nonostante questo non si può escludere che questo conflitto abbia causato danni e sofferenze morali in quanto anche se indirettamente fu la causa di varie rivoluzioni e scontri interni .
D’accordo. Una curiosità. Perché “fredda” significherebbe “ostile e psicologica”?