Alla luce dell’unità didattica su Resistenza, dopo aver letto i testi di De Felice e Pavone sulla Resistenza alle pp. 459-60, rispondi al seguente quesito:
Quale è stata secondo te la principale funzione della Resistenza italiana all’antifascismo?
{Cerca in altre parole di riflettere sugli effetti che la Resistenza poté avere sulla guerra in Italia e sulla situazione dell’Italia nell’immediato secondo dopoguerra]
La lotta dei partigiani italiani contro fascismo e nazismo non è sicuramente da dimenticare, perché nonostante sia stata una guerriglia non convenzionale, è pur sempre stata una guerra civile. Si è trattato infatti di una lotta di liberazione nazionale, una guerra patriottica e di emancipazione sociale, agli occhi dei partigiani socialisti e comunisti. Non è da dimenticare proprio perché ne siamo legati dal punto di vista giuridico, perché la Costituzione Italiana ne è sicuramente un risultato. Si getteranno inoltre anche le basi di quella che sarà poi la Repubblica Italiana, in cui ancora oggi noi viviamo.
La Resistenza crebbe soprattutto nelle zone in cui c’erano nazisti e fascisti da combattere (ovvero Nord e Centro), ma è proprio al sud che si instaura il governo di unità nazionale, prima a Brindisi e poi a Salerno, un governo antifascista capitanato sempre da Badoglio, che costituisce il primo nucleo delle formazioni politiche che avrebbero poi ispirato la stesura della Costituzione. Infatti queste formazioni partigiane libereranno prima Firenze e poi tutte le città del nord (Genova, Milano, Torino) e sono considerate espressione di queste nuove forze politiche che dal Sud si estendono fino all’Alta Italia, dove stabiliscono la sede operativa a Milano e da qui dirigono tutte le formazioni partigiane.
La guerra partigiana è stata quindi il simbolo della resistenza italiana antifascista, grazie anche al nuovo governo guidato da Ferruccio Parri, che rispecchiava totalmente la volontà degli italiani di combattere il nazismo e il fascismo ed è diventata la base per stendere la Costituzione. Quest’ultima infatti è stata redatta a distanza da un anno dalla liberazione del 25 aprile del 1945, ovvero il 2 giugno 1946, quando con il referendum a suffragio universale (anche le donne per la prima volta hanno diritto di voto) è stata approvata la costituzione con statuto repubblicano, ed è stata delineata la repubblica.
Questo è stata sicuramente la funzione principale della Resistenza Italiana, perché ha portato ad un innovazione giuridico che ancora oggi è in vigore e che quindi ci riguarda.
Non sono però da scordare anche gli altri obiettivi partigiani, come l’episodio della liberazione di Firenze e dell’Italia settentrionale prima dell’arrivo degli Alleati, che sono stati l’occasione per dimostrare agli Alleati stessi dopo la fine della guerra che l’Italia non è stata sempre fascista, ma anche antifascista con lo scopo di indebolire e sconfiggere il fascismo.
Inoltre durante la guerra partigiana vengono anche anticipate quelle che saranno le basi della guerra fredda, in particolare modo con l’eccidio di Porzus, avvenuto nella nostra regione. Furono assassinati ad opera dei partigiani slavi, alcuni partigiani cattolici perché ritenuti un possibile ostacolo per il progetto di espansione di Tito, gesto compiuto probabilmente sotto la spinta di Stalin, alleato di Tito stesso. Si parla di guerra fredda proprio perché ora la lotta diventa ideologica, tra il comunismo e l’anticomunismo, di cui possiamo averne un assaggio già qui, durante la 2 GM.
Per concludere possiamo dire che la guerra partigiana è comunque caduta in una serie di errori dal punto di vista morale, ma sicuramente si è sempre trattato di casi singoli ed individuali: è pur sempre grazie alla Resistenza se il fascismo non ha continuato il suo corso e se oggi siamo una forma di repubblica.
Ottima analisi con precisi riferimenti storici. Purtroppo l’eccidio di Porzus, a danno di partigiani osovani, fu opera di membri del Partito Comunista Italiano, cioè di Italiani, che seguivano le direttive di Tito (non direttamente di Slavi).
Il movimento della Resistenza italiana si forma a partire dall’annuncio dell’armistizio tra l’Italia e gli Alleati dell’8 settembre 1943 e prosegue fino ai primi giorni di maggio del 1945. Dopo l’arresto di Mussolini e quindi dopo la caduta formale del regime fascista in Italia, quello che ci si aspetta è un’ondata di gioia scaturita dall’apparente uscita di guerra. Questo però non avviene, dal momento che i tedeschi, invadendo l’Italia danno il via al periodo di occupazione nazi-fascista della penisola.
A partire da questo momento in poi la situazione va a deteriorarsi sempre di più. Mussolini viene liberato dalla prigione in cui era stato confinato e ricostituisce una repubblica fascista sotto il controllo nazista (il gruppo fascista guidato da Mussolini svolgeva infatti funzioni principalmente amministrative e di sorveglianza attraverso la polizia, ma non aveva una forte autonomia), che prende il nome di Repubblica Sociale Italiana. Inoltre, per combattere al fianco della Germania contro gli Alleati, vara la coscrizione obbligatoria per reclutare nuovi soldati. Questo provvedimento fu ovviamente respinto e ci furono molti casi di defezione e di diserzione. Molti giovani, dagli ideali antifascisti e antinazisti, si rifugiano in montagna insieme a molti ex-militanti che, in assenza di ordini da parte del re, decidono di agire di conseguenza.
È proprio da queste componenti che parte e ha origine il primo nucleo di Resistenza antifascista. In seguito si uniranno alla lotta anche gruppi partigiani ispirati dalle nuove formazioni politiche, che stavano nascendo nell’Italia liberata (sud). Socialisti, comunisti, liberali, azionisti, monarchici, cristiani e repubblicani mettono provvisoriamente da parte i propri ideali politici per unirsi in favore di un ideale molto più forte, unitario e importante: la libertà italiana. Questi partiti si unirono nel Comitato di Liberazione Nazionale (CNL), che nel imminente dopoguerra avrebbe costituito i primi governi.
Certamente la Resistenza ebbe una decisiva importanza per la posizione italiana rispetto agli altri paesi, ma sopratutto per l’Italia stessa. La lotta partigiana interna fu decisiva per liberare alcune città come Firenze e Genova, prima dell’arrivo delle forze alleate. Questi atti di “ribellione” interni contro il fascismo della Repubblica, ebbero un valore simbolico più che militare,; dimostrarono difatti come l’Italia fosse in grado di risollevarsi da sola e come avesse anch’essa un’anima antifascista. Questi atti ebbero un importante influenza sulle decisioni prese nel dopoguerra dalle nazioni vincitrici. L’Italia fu di sicuro punita per la sua collaborazione con Hitler, attraverso la perdita di territori e delle colonie, ma non fu colpita come la Germania che, per la seconda volta, dopo la Prima Guerra Mondiale, uscì nuovamente sconfitta, spartita e gravemente sanzionata.
Oltre che avere quindi un’importanza cruciale per i rapporti con le altre potenze vincitrici, la Resistenza fu fondamentale per la nascita della Costituzione italiana.
L’Assemblea Costituente, che andò a varare la Costituzione fondandola su un accordo tra le rispettive idee politiche dei singoli partiti e ispirandola ai principi di democrazia e antifascismo, fu in massima parte composta dagli esponenti dei partiti che avevano dato vita al Comitato di Liberazione Nazionale, citato prima.
Possiamo quindi capire che il ruolo politico, più che quello militare, della lotta partigiana in Italia, consentì, in modo legittimo, di costruire una nuova repubblica antifascista.
E’ proprio questo il tipo di risposta completa che avevo in mente e a cui ho alluso durante il nostro incontro a distanza. In generale privilegio, come sapete, la capacità di sintesi, ma in questa circostanze risposte un po’ più nutrite di informazioni (sempre pertinenti e funzionali a rispondere al quesito, non gratuite e giustapposte in un elenco privo di giustificazione!) penso siano più utili sopratutto a voi per fare il punto su un argomento e verificare la vostra preparazione, non solo in vista dei nostri colloqui a distanza, ma soprattutto dell’esame di Stato.
Dopo le dimissioni di Mussolini le forze politiche italiane soppresse e perseguite dal fascismo si riorganizzarono: nacquero il partito d’azione, il partito comunista, il partito socialista, la democrazia cristiana e la democrazia del lavoro.
Alla fine del 1943 l’Italia era divisa in due dalla “linea Gotica”: nelle regioni meridionali, abbandonate dai tedeschi, operava il governo di Badoglio e del re Vittorio Emanuele |||; nel nord, occupato dalle truppe tedesche, tentava di affermarsi la repubblica sociale italiana. Nel regno del sud, Badoglio diede vita a un nuovo governo, nel quale entrarono gli esponenti di tutti i partiti politici. Nell’Italia del nord le forze antifasciste organizzarono la lotta contro le truppe di occupazione formando la resistenza partigiana. I movimenti partigiani più importanti furono le brigate Garibaldi (comunisti), le brigate Matteotti (socialisti) e le brigate di giustizia e libertà. Le diverse forze politiche antifasciste si riunirono nel Comitato di liberazione nazionale, organismo politico incaricato di rappresentare la nuova Italia democratica, che coordinava anche le attività legate alla propaganda contro i fascisti.
Tra il 1944/45 la lotta di resistenza contro i tedeschi si trasformò in una guerra civile che provocò migliaia di vittime.
Ecco, invece, una risposta nutrita di informazioni, ma meno pertinente, perché le informazioni non sono esplicitamente impiegate per soddisfare a quanto richiesto: una valutazione su funzione e rilevanza della resistenza (ad esempio per la formazione della nuova repubblica italiana).
La Resistenza italiana era composta da diversi gruppi di partigiani come il partito comunista (brigata Garibalti), partito socialista, partito nazione o formazioni di ispirazione cattolica(come la brigata Osoppo) uniti nel comune desiderio di liberare l’Italia dai tedeschi fascisti. Questi gruppi infatti operavano al di fuori di ogni legalità e con estrema violenza in una vera e propria guerra durata circa due anni (dal 43 al 45) contro Mussolini e i fascisti. Una volta finita la guerra e dopo che l’Italia era stata liberata anche grazie all’aiuto degli alleati la lotta partigiana si rivelò molto utile anche dal punto vi sita politico: infatti i partigiani dimostrarono un forte spirito e mentalità antifascista e grazie a questo si riuscì a salvare l’integrità nazionale, al contrario di quanto successe in Germania.
La Resistenza quindi oltre ad avere un ruolo militare costruì l’immagine di un paese antifascista agli occhi degli alleati permettendo quindi la costruzione di una nuova repubblica.
Chi sei?
Pietro Zaja
Gli atti eroici delle persone aderenti alla Resistenza ebbero una fondamentale importanza nell’ostacolare una nuova affermazione del Fascismo nel nord Italia.
A mio parere lo fecero con due modalità:
Sia attraverso i piccoli sabotaggi o comunque le piccole opere di distrubo che portavano a termine ai danni delle truppe tedesche.
Sia dando un identità,un gruppo,una ragione di vita a quelle persone che dopo anni di soprusi erano stufe di sottostare al potere del potere Fascista/Nazista e che quindi volevano essere parte attiva dell’eliminazione di queste 2 ideologie. Se la popolazione non avesse reagito sarebbe stata molto più facile da governare,e magari la liberazione sarebbe avvenuta con tempistiche più dilatate nel tempo.
Oltretutto il movimento della Resistenza fu importante anche nel dopo guerra perchè proprio i rappresentanti politici di questi gruppi,uniti contro il nemico nazifascista,nonostante i diversi orientamenti politici avrebbero poi dato vita ad un nuovo parlamento caratterizzato finalmente da più di un partito.
Questi gruppi politici quindi saranno quelli che negli anni del post guerra governeranno l’Italia e la trasformeranno in un paese democratico moderno anche tramite il referendum che ebbe luogo il 2 giugno del 1946 il quale abolì la monarchia e tolse quindi ogni potere al Re.
Hai colto i tratti più rilevanti della Resistenza al fine di rispondere al quesito. Eviterei di scrivere “stufi” (soprattutto in un’ipotetica prima prova d’esame), invece del più corretto “stanchi”.
La Resistenza fu una guerra civile durata 20 mesi (dal 1943 al 1945) la quale ebbe come scopo la liberazione della Nazione dagli ideali nazifascisti. La resistenza fu costituita da molti movimenti politici (anche contrastanti tra di loro) che vedevano la partecipazione di comunisti, liberali, democristiani… che per la maggior parte si riunirono nel Comitato di Liberazione Nazionale. Quest’ultimo, a seguito della resistenza, diede vita alla Repubblica Italiana grazie ad alcuni esponenti che fondarono (tramite la costituzione) alcuni principi democratici e antifascisti. Per questo motivo possiamo dire che l’effetto della Resistenza sull’Italia fu fa fondazione della Costituzione con i primi ideali che contrastavano quelli nazifascisti.
Hai risposto in modo sintetico al quesito. Ti ricordo, tuttavia, che lo scopo della resistenza non può essere considerato “la liberazione della Nazione dagli ideali nazifascisti”. A parte il fatto che non suona molto bene parlare di “ideali nazifascisti”, non si trattava di una battaglia “culturale”, ma politico-militare, quindi la liberazione sognata era dall’occupazione nazista e dal dominio fascista (dunque un duplice obiettivo, come spiega Pavone, in quanto la resistenza fu insieme guerra patriottica e guerra civile).
La Resistenza nella seconda guerra mondiale è un fenomeno europeo. Ha la funzione di unificare quei fenomeni di disgregazione, di malcontento e distacco dal fasciamo e dalla politica in se. Infatti la resistenza ha dato il via a veri e propri eserciti di popolo che si schierano contro l’occupante. È un movimento partigiano che ricevette subito un bel appoggio dal popolo per liberarlo dall’estraneo che occupava il territorio.
Forse hai esagerato un po’ troppo la partecipazione popolare alla resistenza. Accanto ai militanti della Repubblica Sociale Italiana vi fu un’ampia cosiddetta “zona grigia” di persone il cui unico scopo, peraltro comprensibile, era salvare la pelle senza schierarsi con e contro nessuno, nella misura del possibile. Inoltre non ha chiarito il ruolo politico della resistenza per la nuova Italia del secondo dopoguerra.
Il movimento della Resistenza fu caratterizzato in Italia dall’impegno unificato di molteplici e talvolta opposti orientamenti politici, i cui partiti componenti in seguito avrebbero costituito insieme i primi governi del dopoguerra.
Secondo l’opinione delle stesse autorità dell’epoca, la Resistenza italiana ha svolto un ruolo importante nell’esito della guerra in Italia e, a spese di grandi sacrifici umani, ha cooperato attivamente per indebolire le forze nazifasciste, per minare il loro morale e attaccare alle loro spalle, ingaggiando una parte significativa delle unità militari o paramilitari del nemico.
Oltre alla sua importanza militare, la Resistenza ha avuto una grande importanza da un punto di vista morale e politico, dimostrando agli Alleati la capacità di sacrificarsi e combattere di almeno una parte degli italiani e la loro nuova fiducia nei valori dell’antifascismo. Inoltre, le dimensioni, l’idealità e l’efficacia del movimento partigiano hanno influenzato le strutture istituzionali e il futuro italiano.
Indubbiamente, tuttavia, le aspirazioni della maggior parte degli elementi comunisti, a favore di un nuovo stato democratico con il coinvolgimento delle masse popolari e con riforme strutturali, sociali ed economiche, non sono state pienamente realizzate; in questo senso la Resistenza italiana non è riuscita a fare una rottura veramente profonda con il passato.
Tuttavia, il risultato più importante della Resistenza non fu la liberazione di molte città italiane ma la convivenza forzata di formazioni politiche reciprocamente ostili: in due anni di combattimenti contro un nemico comune, i leader di questi movimenti si guardarono l’un l’altro con rispetto per prima volta. Questa comprensione reciproca, nata durante la Resistenza, probabilmente salvò l’Italia dal tipo di guerra civile che avvolse invece la Grecia del dopoguerra.
Ottima e analitica risposta. Davvero molto interessante il riferimento alla Grecia dove non si registrò, come sai, la rottura del fronte antifascista e un sanguinoso conflitto tra comunisti e anticomunisti.
L’azione della Resistenza partigiana (costituita principalmente da ex militari avversi agli ideali della Nuova Repubblica di Salò, da giovani non disposti ad accettare la leva militare e dai comunisti) ebbe particolare rilevanza non tanto dal punto di vista militare (eccetto per alcune azioni a livello locale e non nazionale)ma piuttosto da quello politico; infatti il contributo della Resistenza italiana (mossa da ideali patriottici e di emancipazione sociale) e in particolar modo la liberazione da parte di questa prima di Firenze e poi delle altre grandi città del nord (come Genova) permise all’Italia di ottenere sanzioni moderate e di mantenere l’unità nazionale nel momento delle trattative europee dell’immediato dopoguerra poichè mostrò agli stati la volontà dell’Italia di combattere il Nazismo e il Fascismo salvando, per quanto possibile, l’integrità morale della popolazione che non si rispecchiava più nei leader fascisti come era strato nei decenni precedenti.
Hai colto i punti essenziali, attingendo, a quanto pare, soprattutto dalla mia videolezione registrata. Grazie dell’attenzione.
La Resistenza, in Italia, ebbe un ruolo fondamentale nella lotta contro il nazi-fascismo, infatti con le sue azioni indebolì sia l’esercito tedesco, presente nel nostro territorio, sia i militanti della RSI, ancora fedeli a Mussolini.
Spesso i partigiani organizzarono imboscate e attentati per danneggiare strutture e apparati militari dei nemici, sacrificando molte delle loro vite. Essi aggevolarono la risalita della penisola da parte degli alleati anglo-americani, forse non molto rapidi.
Nel 1945, dopo il periodo dittatoriale di Mussolini, grazie al contributo partigiano, la liberazione dell’Italia portò ai presupposti della nascita di uno Stato democratico. Inoltre nel dopoguerra, ci fu un referendum che abolì la monarchia per una Repubblica di tipo moderno. Ricordiamo, però, che nella Resistenza vi furono 2 anime: una filo-occidentale, legata alla religione cattolica, mentre l’altra di stampo filo-comunista, che talora entrarono in contrasto sul futuro del Paese.
La prima era orientata verso un mondo occidentale e rifiutava gli ideali comunisti di cui era portatrice la parte “rossa” della Resistenza stessa. Alle elezioni del 48 l’Italia decise di restare con il blocco di nazioni occidentali.
Dici cose abbastanza corrette, anche se talora ti esprimi in modo non molto chiaro (che significa ad esempio “dopo il periodo dittatoriale di Mussolini”?, intendi: “dopo la caduta della RSI”?). Tuttavia il tuo testo è poco coeso. Non è chiaro il rapporto tra la resistenza e il nuovo Stato democratico di cui la resistenza avrebbe gettato le basi. Forse ci voleva un accenno alla formazioni antifasciste, alla loro ideologia (ad esempio senza “svolta di Salerno” e accordi di Yalta si sarebbe rischiato un Stato comunista). Passi, poi, al referendum del 2 giugno con il connettivo “inoltre”, come se si trattasse di altra cosa che si aggiunge e che non ha niente a che fare con le precedenti, mentre dal tuo stesso testo si intuisce che vi sia un rapporto tra resistenza e forma repubblicana dello Stato…
la resistenza ebbe grande rilevanza nell esito della guerra infatti riuscì ad indebolire le forze nazifasciste( minacciando anche il morale delle truppe).
In oltre la resistenza fu fondamentale in Italia anche nel secondo dopoguerra perchè nel suo insieme comprendeva diversi orientamenti politici che successivamente avrebbero costituito i primi governi
Un po’ troppo sintetico non credi? La resistenza non ebbe anche un valore ideale che trascese le singole formazioni politiche che le diedero anima? Non fu alla base dei principi della Costituzione? Sotto quali profili? Vi furono anche eccessi? Quali erano i suoi obiettivi? I comunisti ad esempio condividevano gli stessi obiettivi degli altri “resistenti”? Da sempre o da un certo momento in poi?
A differenza degli altri stati europei sotto il controllo nazista, in Italia la Resistenza inizia a farsi sentire solo dopo l’8 settembre del 1943, con la sconfitta del fascismo e la stesura dell’armistizio con gli anglo-americani. Tutte le forze politiche si unirono contro il nazi-fascismo dando vita al Comitato di Liberazione Nazionale.
La principale funzione della Resistenza è stata quella di lotta armata e politica organizzata in maniera collettiva, con il comune obbiettivo di sconfiggere il nazi-fascismo.
Questa tua risposta è parziale. Illustri l’inizio del movimento partigiano. Ma non metti in luce le rilevanza della resistenza, che era la cosa su cui concentrarsi.
La resistenza inizia il suo percorso partendo dai movimenti antifascisti che, essendo “clandestini”, si occupavano di contrastare l’ideologia opprimente con vari scritti per muovere l’opinione pubblica. Dopo i tormentati “quarantacinque giorni” del primo governo Badoglio che si conclusero con l’8 settembre 1943, le forze politiche riescono a riorganizzarsi e ad effettuare attacchi e difese, contro il nemico, più concrete. La Resistenza italiana fu promotrice di un esito importante per l’Italia: lavorò attivamente per indebolire le forze nazifasciste, risollevó il morale degli Alleati e influì sull’assetto istituzionale della futura Italia. Secondo lo storico Santo Peli probabilmente, senza la Resistenza, avremmo avuto un’ Italia monarchica e senza una Costituzione innovativa sul piano della giustizia sociale.
La tua risposta è convincente, anche se estremamente sintetica. Forse avresti potuto spiegare e giustificare meglio la tua conclusione (o meglio quella dello storico che evochi):
La funzione principale della Resistenza italiana è stata quella di creare un’opposizione culturale, morale e militare alle ideologie etico-politiche e ai modelli di vita del regime fascista, con l’appoggio non indifferente di cerchie di intellettuali, di istituzioni religiose e della gente comune (in parte) che, anche non necessariamente in prima linea, cercavano di diffondere il messaggio antitotalitario tramite propaganda illecita e organizzazione clandestina nelle campagne e nelle fabbriche. Riunendo diversi orientamenti politici, la Resistenza era eterogenea e il CLN (soprattutto inizialmente) era caratterizzato da una certa debolezza politica; tuttavia questo non impedì di mettere in atto azioni di sabotaggio, guerriglia, reti di informazioni e aiuti di armi che erano segno di una contestazione in parte celata e di disubbidienza civile nei confronti dei nazifascisti. Tali azioni, in particolare dopo la svolta di Salerno del ’44 e insieme al congiunto movimento delle forze alleate, furono fondamentali per riportare l’Italia verso la strada della democrazia. Infatti al termine della seconda guerra mondiale, i principali partiti impegnati nella ricostruzione dello Stato e rappresentanti in Parlamento individuarono nella Resistenza l’origine di quei valori di libertà, uguaglianza e democrazia che la Costituzione del 1948 pose alla base delle istituzioni repubblicane.
Una lettura convincente che fa riferimento a fatti concreti. Tuttavia, penso che oggi possiamo anche concederci qualche osservazione critica, ad esempio su certi eccessi compiuti a guerra finita o su tragici episodi come quello di Porzus. Che ne pensi?
La Resistenza, o guerra di Liberazione dall’occupazione nazifascista dell’alta Italia, tra il settembre del 1943 e l’aprile del 1945 nel panorama dei movimenti europei di opposizione al nazifascismo, viene ad avere una caratteristica di prevalente sollevazione popolare che coinvolge direttamente i cittadini.
I partiti e i movimenti antifascisti, forzatamente in clandestinità nell’Italia occupata dal Reich, iniziano ad organizzarsi dal 9 settembre del 1943, subito dopo l’annuncio dell’armistizio.
Tra i combattenti ci sono persone di diverso orientamento politico, figure carismatiche dell’antifascismo accanto a ex militari e a giovani di tutte le classi sociali che rifiutano la chiamata di leva e si uniscono alle forze antifasciste. Iniziano cioè a definirsi le brigate partigiane costituite da tante forze un unico nemico: il Reich occupante attraverso le SS e il fascismo che hanno avviato le deportazioni in massa degli ebrei e, constatato il sempre crescente appoggio garantito dalle popolazioni ai gruppi partigiani, compiono sempre più rappresaglie contro la popolazione civile.
Ma tutto questo non allontana i civili dai combattenti, si espande il consenso e l’appoggio delle popolazioni.
E questo provoca la controffensiva tedesca, che sarà ancora più forte, con rastrellamenti, impiccagioni e fucilazioni di combattenti catturati o di loro sostenitori.
Sono venti mesi, sino alla liberazione il 25 aprile 1945, dei quali resta, oltre alla prima e probabilmente unica presa di coscienza del popolo italiano contro una lunga dittatura, una guerra perduta e una conseguente occupazione sanguinosa, l’eredità di quel senso di comunità e di Stato che sarà trasferito poi nella Carta Costituente e che porterà alla nascita della Repubblica italiana.
Venti mesi dopo i quali l’Italia non fu più la stessa e la vita di chi ne fu protagonista, ma anche delle persone a loro vicine, cambiò: per molti fu anche la conferma di poter dire la propria idea, di fare una propria scelta.
Non si trattava di narrare la resistenza (per quel che ne so potresti avere tratto questo testo da una qualsiasi sintesi sull’argomento), ma di discutere del suo valore e della sua rilevanza
La Resistenza in Italia in funzione antifascista inizio a formarsi dal 1943 ed era composta da partigiani, liberali, cattolici, socialisti e comunisti. Da i suoi ideali nascerà poi la costituzione italiana. Essa ebbe più rilevanza a livello politico che in campo di battaglia. Infatti negli scontri armati non ebbe un impatto significativo, ma solo di indebolimento delle armate nazi-fasciste a supporto degli Alleati. La Resistenza riuscì a liberare in modo autonomo solo alcune città come Firenze. Questo ebbe una rilevanza politica perché dimostrava l’esistenza una parte italiana contraria e che si opponeva al dominio nazi-fascista. Ciò venne così dimostrato anche agli Alleati che la stavano liberando e che comunque considerarono, negli accordi a fine guerra, l’Italia una parte occidentale, alleata alla Germania e appunto Fascista. Così nella confusione del dopo guerra l’Italia si ritrovò considerata fascista anche se diventata partigiana/comunista. Da ciò infatti derivò anche il dramma delle Foibe proprio nelle zone della nostra regione perché i partigiani slavi di Tito consideravano gli italiani ancora fascisti e dunque su cui riversare la “vendetta” spesso ingiusta.
Inoltre iniziarono ad instaurarsi i semi della guerra fredda che vedrà un’opposizione anticomunista appunto contraria al comunismo.
Hai colto diversi aspetti rilevanti. Forse avresti potuto fare qualche riferimento storico in più, ad esempio sui “semi” della guerra fredda (episodio di Porzus). Inoltre attento agli errori. Come può la resistenza essere iniziata nel 1941?
La funzione della resistenza italiana verso i nazifascisti non è da dimenticare, dopo l’invasione tedesca del nord Italia , la popolazione era fortemente scossa sia dallo scontro di due eserciti opposti, sia dalla tracotanza dei nazisti attraverso rastrellamenti e arruolamenti forzati.
Proprio per questi motivi sempre più italiani cominciarono ad opporsi al regime nazifascista, tutti coloro che si opponevano entrarono a far parte della resistenza che erano piccole organizzazioni che vivevano in luoghi difficilmente raggiungibili e sabotavano mediante delle azioni mirate le strade, i ponti, tutto ciò che creava un danno verso l’esercito tedesco al fine di rallentarlo ed indebolirlo.
La resistenza di capace di liberare alcune città dalla morsa nazifascista come la città di Firenze che fu liberata in modo autonomo.
Forse la funzione della Resistenza non è da dimenticare… Ma quale fu esattamente? E quale la sua rilevanza? Devi ragionare in rapporto al tempo successivo agli eventi per rispondere a questo quesito.
Hai comunque sottolineato vicende senza dubbio significative. Un’osservazione: i nazisti non erano interessati a “reclutare” italiani (lo erano piuttosto i fascisti), ma si macchiarono di colpe assai più gravi di quella che evochi (rastrellamenti ecc.), perché furono responsabili di veri e propri eccidi, come quello di Marzabotto e di Sant’Anna di Stazzema.