Dopo aver studiato l’unità didattica su Hegel con tutte le risorse ad essa collegate on e off line, rispondi al seguente quesito:
- Che cosa ti sembra ancora attuale della filosofia di Hegel (sotto il profilo del metodo e/o dei contenuti) e che cosa ti sembra irrimediabilmente superato? Motiva la tua analisi.
La filosofia di Hegel ha ispirato (o ha contribuito ad ispirare) molte delle attuali concezioni della nostra vita.
Per prima cosa noi siamo eredi della corrente romantica-idealista a cui Hegel ha preso parte, infatti ancora oggi sia la musica sia la produzione cinematografica si basano sull’esaltazione dei sentimenti e, in particolare l’ultima delle due, sulla presentazione di una natura animata. Oltre a questo, la maggior parte delle volte, quando ci troviamo a dover scegliere facciamo prevalere i sentimenti sulla ragione e conserviamo ancora uno spirito patriottico, che venne instaurato nelle correnti idealiste e romantiche.
Nel mondo attuale è ancora utilizzata l’organizzazione storicistica di tutte le discipline letterarie introdotta da Hegel, che rende lo studio di queste molto più intuitivo e sensato. Dopo di lui, infatti, ogni opera viene studiata contestualizzandola nell’epoca in cui è stata scritta e quindi lo “studioso” riesce a comprendere meglio tutte le motivazioni che hanno portato l’autore a scrivere determinate cose, mentre prima lo studio veniva effettuato in maniera più casuale e senza un senso logico-cronologico.
Nella mia analisi non ho riscontrato nessun aspetto della dottrina di Hegel che risulta obsoleto.
Ottima risposta. Devo, tuttavia, precisare (non l’avevo ancora fatto, dunque tu non potevi saperlo) che Hegel è molto critico verso diverse concezioni romantiche, sebbene ne valorizzi altre (come l’importanza della Storia). Hegel privilegia la ragione, anche se dialettica, al sentimento e non ha una grande considerazione della natura.
In che senso, a proposito, secondo te la cinematografia presenterebbe una “natura animata”? Fai riferimento al genere “fantasy”?
Di carattere moderno è senz’altro la concezione hegeliana secondo cui la parte e il tutto sono strettamente legati da un rapporto di interconnessione e necessitano l’uno dell’altro per essere compresi a fondo. Questo metodo trova applicazione, ad esempio, nel campo della ricerca e della sperimentazione, dove ogni nuova scoperta necessita di scoperte antecedenti per essere inizialmente compresa ma porta al tempo stesso a una più approfondita comprensione dell’argomento trattato.
In campo scolastico è possibile notare inoltre come lo studio cronologico delle materie umanistiche derivi dalla concezione storicistica di Hegel, che vede nella storia l’espressione dello Spirito e il suo tentativo di prendere consapevolezza di sé.
Un altro riscontro attuale concerne la “filosofia morale” di Hegel, in quanto l’agire morale è stabilito non da un imperativo categorico kantiano ma da una legge comune che trova espressione e conferma nella legge dello Stato, il quale è fondamentale nell’assicurare il rispetto di tale legge, come evidenziato nella “filosofia politica”.
L’attualità dell’idealismo, di cui Hegel è il massimo esponente, dipende invece dalla visione che ciascuno possiede della vita e dall’esperienza che ne vuole fare: in una società che come la nostra possiede un’ottica per la maggior parte pratica e utilitaristica potrebbe apparire obsoleto. L’idealismo trova però un contatto nella fisica quantistica, la quale è invece di grande attualità, in quanto descrive come la realtà (a livello microscopico) è definita rispetto all’osservatore e alla modalità con cui questo sceglie di osservarla.
Hai colto punti molto rilevanti ed effettivamente attuali. Riguardo all’analogia tra esigenze sistematiche di Hegel e ricerca scientifica si dovrebbero forse fare alcune precisazioni. E’ certamente vero (e lo verificheremo nel modulo dedicato alla filosofia della scienza) che ogni nuova scoperta per essere interpreta va “immersa” per così dire in un determinato “paradigma” (ad esempio la caduta di un grave può venire interpretata come accelerazione gravitazionale se presupponiamo le leggi di Newton, altrimenti lo stesso evento potrebbe venire interpretato come tendenza di un corpo solido verso il proprio luogo naturale, secondo la fisica di Aristotele). Tuttavia, pochi fisici ammetterebbero che il problema della “materia oscura” presente nell’universo (meglio: di cui si congettura l’esistenza) sia legato alla questione dell’esistenza o meno di Dio o alla questione del nostro libero arbitrio. Insomma, la scienza prende in considerazioni “interi” o “sistemi” più piccoli dello scibile umano che aveva in mente Hegel.
Senz’altro alcuni teorici della meccanica quantistica, come ad es. Erwin Schroedinger, hanno sviluppato un’interpretazione “idealistica” delle loro stesse scoperte e, più in generale, del mondo. Tuttavia, come forse avremo modo di approfondire, tale visione sembrerebbe più dovere a Kant (proprio sul punto dell’incidenza dell’osservatore sul fenomeno osservato) o, semmai, a Schelling, che a Hegel. Del resto Schroedinger non ha associato affatto la sua teoria a Hegel, ma piuttosto al Vedanta, cioè a un sistema induista.
A mio parere tutto il pensiero di Hegel è molto moderno tuttavia le cose che lui teorizza e specifica noi non le facciamo per pigrizia. Infatti è vero che per comprendere meglio un problema bisognerebbe immergerlo nella storia ma al mondo d’oggi le notizie ci vengono presentate “staccate” dal contesto storico, come ad esempio nei giornali che si passa dalla cronaca, allo sport alla cucina e per noi è più comodo apprendere quella notizia in quanto tale piuttosto che mettersi a fare delle ricerche inerenti ad essa. Per quanto riguarda la filosofia morale, ritengo che sarebbe bello che tutti seguissero le leggi dello stato ma tuttavia se così fosse non ci sarebbero i furti, le aggressioni e tutte le angherie presenti nel mondo d’oggi. L’unica cosa che ritengo, sotto certi aspetti, superata è la teoria che “Colui che appare indipendente, si rivela dipendere da colui che ne dipende, mentre il dipendente, in verità, è libero nel suo rapporto con la natura” perché attualmente colui che appare indipendente, ad esempio il capo di un’azienda, molto spesso lo è veramente perché detiene i soldi mentre una volta il “denaro” era il cibo che quindi era di vitale importanza e non sempre si poteva comprare.
Molto interessante e puntuale la tua risposta, soprattutto nella sua prima parte. Hegel certo non nega che ci siano i malfattori. Hegel si limita ad argomentare che non si può agire moralmente senza agire anche legalmente (dunque non si riferisce ai delinquenti, ma a coloro che vogliono comportarsi bene). Sembra forse una cosa ovvia, ma considera che alcuni credevano e credono ancora che almeno in certi casi, per motivi di coscienza, sia legittimo agire illegalmente. Per quanto riguarda, infine, la dialettica servo-padrone, la tua osservazione è corretta, se riferita al fatto che i “padroni” non sono più signori feudali che vivono dei prodotti ricavati dai loro contadini. Tuttavia, in senso ampio e metaforico, la dialettica potrebbe ancora essere valida, come ha sottolineato (come vedremo) Marx, perché i capi delle aziende perderebbero rapidamente le loro ricchezze se le loro aziende fallissero, cosa che potrebbe essere determinata p.e. da uno sciopero ad oltranza dei loro operai (che dimostrerebbero così di avere loro il “coltello dalla parte del manico”). Insomma: niente capitale niente produzione niente ricchezza. Ma anche niente lavoro niente produzione niente ricchezza. Chi comanda dunque? Chi ha i soldi o chi consente al primo di procurarseli lavorando per lui, se solo costui avesse la forza di smettere di farlo?
Il pensiero di Hegel è ancora piuttosto vivo al giorno d’oggi qui in Italia, basti pensare che il nostro sistema d’istruzione è di tipo storicistico, dunque figlio dell’idea hegeliana dell’importanza del contesto storico per meglio comprendere ogni singola parte.
Dato il fatto che la nostra istruzione sia di questo tipo, grazie proprio ad Hegel, riusciamo anche a controbattere il suo pensiero, ad esempio nessuno, o quasi, nel Ventunesimo secolo sarebbe d’accordo con il filosofo nel dire che la verità si raggiunge solamente mediante la dialettica, infatti gli scienziati, e non solo, cercano sì con la propria mente di trovare una risposta razionale, però poi procedono empiristicamente a metterla alla prova attraverso esperimenti.
Invece l’idea idealista di Fitche ed Hegel secondo la quale noi esseri umani siamo l’universo che ha preso coscienza di se stesso è piuttosto accreditata, soprattutto perché grazie a scoperte scientifiche si è riuscito a dimostrare che i nostri corpi sono composti dagli atomi formati nelle stelle. Anche se questa parte dell’idealismo è accreditata la filosofia in se appare esserlo molto meno, l’idea appunto di essere tutti uno Spirito si va a collocare oggigiorno tra credenze e religioni piuttosto che scienza e realtà.
Inoltre in qualsivoglia stato disobbedire in alcun modo alle leggi dello stato comporta una sanzione, non importa se accettiamo che gli altri facciano lo stesso, come dunque ritiene Hegel si deve stare alle regole del gioco per creare uno stato saldo e ben organizzato e nel caso qualche legge non si ritenga corretta si può metterla in dubbio e protestare contro di questa.
Infine l’idea della guerra come oggetto positivo che aiuta a scoprire la vera natura dell’uomo oggi non è per niente condivisa dalla maggior parte del mondo, che ha una visione pacifista.
Mi sembra un’analisi puntuale e corretta.
Georg Wilhelm Friedrich Hegel è sicuramente uno dei filosofi più importanti [attuali?] della storia per varie ragioni:
– In primo luogo, costui a differenza di molti altri, introduce una ideologia [concezione] sicuramente rivoluzionaria, infatti, a differenza di altri filosofi, che prendono spunto dalle teorie precedenti per soppiantarle o confutarle, sostituendole con le proprie con accurate motivazioni, Hegel si mostra molto più “maturo” da questo punto di vista, ricercando queste ultime [ultime, quali?, le teoria precedenti? l’espressione è troppo lontana!] non per le loro contraddizioni con le sue visioni [con la sua visione] (sull’etica, politica ecc…), ma per la loro vera valenza storica.
Infatti, Hegel ritiene che sia assai importante cogliere la necessità di studiare e quindi di raggruppare [ordinare logicamente, dialetticamente] come fece nella sua celebre opera [quale?], tutte le teorie antecedenti alla sua, poiché costituisco le “fondamenta” per capire le sue.
Ossia [E questo perché] secondo una visione filosofica l’io (l’uomo in generale) si riconosce unicamente tramite la storia.
Tutto ciò ha sicuramente una influenza [un’influenza] diretta nel [sul] presente, poiché tramute la stessa [“stessa” è pleonastico, non serve] riforma scolastica di Giovanni Gentile (1923), si è riusciti ad arrivare [“riusciti”? ha richiesto sforzo? si è semplicemente arrivati…] al metodo con cui noi stessi studiamo, quindi dando una notevole importanza al passato, inteso come storia che ci caratterizza e che è importante studiare in tutti i campi del sapere.
– In secondo luogo, [Hegel] è stato un filosofo rivoluzionario poiché fu il primo a cogliere la necessita di raccogliere il sapere in un’opera che non si caratterizzasse da [per] èuna struttura suddivisa alfabeticamente, ma tramite un sistema [ordine] “logico” [da cui scaturisse il “sistema” del sapere], poiché come lui stesso spiega il primo [modo di ordinare gli argomenti] oltre che essere caotico, questo [“questo” è pleonastico] non coglie la concatenazione e legame dialettico che ogni parole e concetto a con l’altro [a Hegel interesssano solo i concetti, non le parole].
– Da un altro punto di vista però costui può essere visto come “l’assassino” della filosofia che fino a questo momento eravamo abituato a studiare e a leggere, dove i filosofi non si specializzavano in una unica disciplina, ma impegnavano a spiegare il tutto, limitandosi ad esprimere le loro idee e concezioni del mondo.
– Infine, in molti casi Hegel potrebbe essere definito come quasi un non filosofo, poiché egli si limita principalmente a riprendere le teorie degli altri filosofi che lo precedono in molti casi ripetendosi, facendosi apparire come assai superato, poiché poche volte ci mette del suo.
Ho inserito nel tuo stesso testo in parentesi quadra, per far prima, osservazioni formali. Migliorare la qualità linguistico-espressiva dei tuoi testi ti aiuterà a evitare il rischio di delusioni all’esame di Stato, specialmente nella prima prova.
Il contenuto della tua analisi è molto buono (proprio per questo dispiacerebbe che non venisse valorizzato formalmente).
Perché Hegel sarebbe l’assassino della filosofia? Anche lui cerca di spiegare tutto come gli altri. Forse perché è stato l’ultimo a farlo?
Interessante la tua osservazione finale. In realtà alcuni concetti sono “nuovi” (come quelli relativi al rapporto tra etica e politica), ma effettivamente Hegel vive molto di rendita (il che, però, è coerente con la sua più generale concezione filosofica).
Durante lo studio della filosofia di Hegel sono stato sorpreso dalla modernità del pensiero del filosofo tedesco; tra gli argomenti più attuali di questa linea di pensiero riconosco: la parte del “metodo dialettico” secondo la quale ogni pensiero e filosofia derivino e siano frutto dell’esperienza contraddittoria (e quindi sbagliata) dei pensieri e delle filosofie precedenti in modo spontaneo: tutt’oggi infatti in campi non ancora esplorati della fisica e della scienza si procede con questo metodo, ovvero vengo poste delle ipotesi che potrebbero corrispondere alla verità, ma nel momento in cui vengono sperimentate e smentite si procede con la formulazione di nuove ipotesi, scaturite dall’esperienza erronea della tesi precedente; la parte del pensiero di Hegel secondo la quale niente può essere compreso nella sua interezza se non immerso in un contesto storico e spaziale (oltre che confrontato con altri argomenti), infatti noi tutti abbiamo potuto fare esperienza di questo concetto tramite i debate nella quale abbiamo dovuto avere una conoscenza realmente completa dell’argomento su cui si dibatte, diversa dalla conoscenza circoscritta che risulta essere priva di significato e fortemente incompleta (chi sa solo che Iron Man ha deciso di schioccare le dita con il guanto dell’infinito finendo per suicidarsi dice che è un babbeo, ma chi conosce per intero la storia sa che questo era l’unico modo per vincere lo scontro finale).
Trovo però inevitabilmente vecchio e superato il concetto secondo il quale ognuno di noi fa parte di un unico Spirito e di un unica Mente in quanto io, ma credo anche gli altri, sento di essere diverso dalle persone che mi circondano; d’altro canto la società si basa sulle interazioni sociali: che interazione sociali ci possono essere se noi tutti siamo lo stesso spirito e pensiamo le stesse cose?
Una risposta davvero interessante e originale (originalità culminante in quel riferimento ad Iron Man).
Sul fatto che il metodo dialettico, da molti (anche tra i tuoi compagni) giudicato superato, sia ancora attuale si potrebbe discutere.
Effettivamente, come vedremo nel modulo sulla filosofia della scienza, nella ricerca scientifica si procede per “congetture e confutazioni” (di teorie precedenti), come sostiene il filosofo Popper. Tuttavia, oltre alla confutazioni ci sono appunto le congetture o ipotesi che spesso scaturiscono da intuizioni nuove e originali e non soltanto dalla contraddizione delle teorie precedenti (pensa al passaggio dalla teoria tolemaica a quella copernicana), come invece avviene con la dialettica hegeliana.
Penso che la teoria di Hegel secondo la quale ogni concetto derivi da un sistema con carattere dialettico sia abbastanza attuale poiché come allora anche adesso ogni risposta che ci diamo ce la diamo grazie alla domanda che ci siamo fatti.
Trovo invece abbastanza superato il concetto secondo il quale tutto è nella mente e che quindi “non dobbiamo fare altre che pensare per generare il Sistema”.
La dialettica di Hegel non consiste soltanto nel rispondere alla proprie domande. Da molti è ritenuta superata. Cfr. la risposta che ho dato a Filippo.
Rispondendo alla prima domanda, di Hegel abbiamo ereditato il concetto di diritto connesso alla politica e alla moralità di ciascun individuo , inteso come essere umano.
Vi sono leggi che si devono rispettare al fine di vivere in un insieme collettivo di persone in pace e armonia, vivendo nel rispetto altrui.
No leggi = conflitti sociali per ottenere più beni.
Risposta 2
(un po’ difficilina carissimo professor Giacometti)
Di superato ai giorni di oggi può essere il fatto che Hegel pensava che ogni concetto, ogni tesi, non foss3 altro chee una confutazione di concetti o tesi preesistenti ma non ne sono certo quindi che non so come argomentarla dal momento che non sembra del tutto passata
Però è l’unica idea che mi passa per la testa
Domani vediamo assieme saluti
Sono entrambe idee buone.
Strano che ti suoni difficile dirmi che cosa è superato di Hegel rispetto a quello che invece è attuale. Molti direbbero che è più difficile trovare qualcosa di attuale in un filosofo del passato che qualcosa di superato.
Dopo aver studiato l’unità riguardante Hegel, a mio parere, di attuale nel suo pensiero c’è lo studio del rapporto tra mente e natura ancora oggi oggetto di studio e il dovere da parte dello Stato nel garantire l’ordine al suo interno mantenendo patti/accordi presi
Non è chiaro in che senso il rapporto tra mente e natura sia attuale. Oggi pochi credono che la Natura sia “spirito inconscio” o “uscito da sé”. Lo Stato, poi, certamente in Hegel ha la funzione di mantenere i patti, ma non quelli con lui o da cui lui sia scaturito (questo non è chiaro nella tua risposta). In ogni caso non si tratta di dottrina particolarmente rilevante o propria solo di Hegel.
Credo che l’idea di Hegel secondo la quale le soggettività si costituiscano all’interno di un processo di riconoscimento sia di grande attualità se per esempio si pensa alle discussioni riguardanti il multiculturalismo. D’altro canto trovo superato il concetto secondo il quale non dobbiamo fare altro che pensare per generare il sistema in quanto tutto si trova nella mente.
Condivisibile, ma troppo sintetico per essere sufficientemente argomentato (avevi altro da fare?).
A parere mio, gli ambiti della filosofia di Hegel che possiamo riscontrare nella nostra società attuale sono quelli del diritto, della politica e della moralità. Infatti come Hegel afferma che il diritto é distinto dalla moralità perché il diritto considera solo se l’azione é conforme alla legge senza interessarsi ai motivi per i quali, questa azione, é stata compiuta, anche al giorno d’oggi i processi si basano sulle azioni che vanno contro alla legge e non sulle motivazione che spingono a fare determinate azioni. Un altro esempio della filosofia di Hegel che troviamo al giorno d’oggi può essere il rispetto dei contratti i quali impongono alle persone di mantenere un certo ordine affinché non si crei un’anarchia.
Al contrario, invece, trovo che la concatenazione logica dei concetti di Hegel dove ogni concetto deriva dalla contraddizione del concetto precedente nella società moderna non si usa moltissimo infatti, oggi, un concetto viene dimostrato perlopiù partendo da un’idea e approfondendola.
Sono d’accordo sull’ultima tua osservazione, Per quanto riguarda la tua analisi dei temi giuridici in Hegel ti rinvio alla mia risposta a una tua compagna che ha risposto quasi come te e con la quale forse tu hai collaborato.
Nel metodo applicato da Hegel si possono riconoscere alcuni elementi applicati anche al giorno d’oggi, tra i quali spicca il concetto di “Ipertesto” del sapere, riscontrabile su Internet, specificatamente nelle enciclopedie online (wikipedia, per esempio), che condividono la tendenza a proseguire con nessi logici da ogni argomento (con i links o rimandi ad altre pagine della rete) e organizzarli per categoria. Però c’è da dire che questo concetto rimane abbastanza precluso ad alcuni ambiti specifici e nella moderna era dell’informazione rapida, non si “ha il tempo” di conoscere a fondo ogni singola digressione di un argomento, come il filosofo tedesco vorrebbe, ma ci si limita spesso a cercare l’essenziale e l’utile per il breve periodo. Inoltre, nell’ambito educativo, si tende a rispettare un ordine più cronologico che fondamentalmente logico: o si presta più attenzione all’ordine con le quali le informazioni sono “arrivate” all’uomo, oppure si imposta un ordine di “difficoltà” di apprendimento (es. Nello studio della Storia si procede in ordine cronologico, in quello della Matematica in ordine di difficoltà), venendo meno all’ordinamento strettamente dialettico di Hegel.
Il concetto idealistico di spirito umano, quindi la sua capacità di comprendere il mondo tramite il solo pensiero, è stato completamente scartato dalla moderna visione materialista e scientifica che regola ogni aspetto della nostra esistenza; anzi, si può addirittura dire che solo chi si “ribella” alla Scienza segue quest’ultimo principio (Terrapiattisti o Antivaccinisti, per esempio), nel senso che, senza prove nè esperimenti, contrariamente quindi al metodo scientifico, pretendono di avere la verità in mano sulla base del loro pensiero. Inoltre risulta diverso l’atteggiamento riservato alla filosofia, che viene considerata di secondaria importanza rispetto alle questioni pratiche, ma che viene ripercorsa nel suo studio, quasi ironicamente, nella maniera intesa da Hegel (cioè con la revisione di tutto il pensiero umano, anche quello contraddittorio).
Infine, il pensiero di Hegel sulla manifestazione dello Spirito nella natura è rimasto nel pensiero moderno, ma sempre inteso in maniera differente: proprio con l’abbandono della componente romantica idealistica e con l’adozione della nuova visione scientifica, ci si è resi conto, in senso materiale, di come l’uomo sia effettivamente quello che esso stesso va studiando (nel senso particellare, dei meccanismi e delle leggi naturali).
Si può aggiungere però che la riflessione sul concetto di Stato, che Hegel intende non come derivato dal contratto, ma esso stesso il contratto tra gli uomini e la conseguente Idea di moralità (obbedienza alle leggi dello Stato) siano rimasti attuali nel pensiero comune.
Ottima e approfondita analisi. Non è chiarissimo che cosa tu intenda con il fatto che la filosofia venga ripercorsa “ironicamente” a scuola. Io lo intendo così: la storia della filosofia viene spesso presentata come una “caricatura” di se stessa, cioè del modo in cui Hegel averebbe “voluto” che fosse presentata: invece che una rivelazione progressiva, per tappe, dello Spirito a se stesso, essa si riduce spesso per varie ragioni, a una “galleria” di posizioni in contraddizione l’una con l’altra. Dell’istanza di Hegel è rimasto l’ordine storico-cronologico, ma è venuta meno del tutta l’idea che i nessi tra i vari filosofi abbiano carattere logico. Da un lato questo è un bene: considerare ogni teoria come effetto delle contraddizioni delle precedenti era un approccio piuttosto rigido e artificioso, che faceva violenza alla realtà dei fatti; dall’altro lato, però, il venir mondo di questo approccio rende meno convincente e sensata una presentazione di tipo storico.
Essendo il pensiero di Hegel influenzato da una forte corrente romantica, e avendo studiato già l’anno scorso quanto dobbiamo a questo particolare periodo storico, posso affermare che vi sono aspetti della teoria idealista ancora attuali.
Uno di questi aspetti riguarda sicuramente lo sguardo “storicistico” con cui analizziamo e studiamo tutte le opere del passato.
Grazie a questo infatti il pensiero (di una qualsiasi teoria) viene contestualizzato e studiato in base al periodo storico appartenente, ed è il mezzo con cui analizziamo e studiamo le materie umanistiche al liceo.
Un ulteriore aspetto del pensiero di Hegel, sopravvissuto sino ai giorni nostri, riguarda la morale: Hegel infatti si discosta dal pensiero di Kant (secondo il quale in tutti vi è una legge morale universale la quale viene seguita quasi istintivamente) sostenendo al contrario che l’unica morale perseguibile, che non porta a contraddizioni, sia quella che si riconosce nelle leggi, universali, dello stato. Dunque, secondo questo pensiero, che è ancora in vigore tutt’oggi, la vera etica non è quella interiore, soggettiva, bensì quella pubblica.
D’altra parte, reputo del tutto distante dal pensiero odierno l’idea che Hegel ha del tutto in sé. Egli infatti sostiene che tutto è nella mente, e che per creare il sistema in quanto tale basti pensare. Questo, a mio avviso, è completamente opposto al pensiero odierno che ci ha resi, anche grazie allo sviluppo della scienza, molto più materialisti e concreti.
Davvero un’ottima analisi. Solo una poccola osservazione: non tutti oggi concordano che la vera etica sia quella pubblica, ma molti ritengono ancora con Kant che, sia pure in casi eccezionali, si possa disobbedire alle legge dello Stato per ragioni morali (cfr. l’esempio p.e. di Gandhi o la teoria di un certo Thoreau sulla c.d.”disobbedienza civile”).
Secondo me ripensare a noi stessi a partire dalle nostre radici storiche, come se in noi lo Spirito universale approfondisse come non mai la comprensione di sé come sostiene Hegel non può essere applicato alla società odierna. Invece alcuni ambiti della filosofia di Hegel tipo: il diritto, della politica e della moralità sono presenti anche nella nostra società. Per esempio come Hegel afferma che il diritto è distinto dalla moralità perché il diritto considera solo se l’azione è conforme alla legge, infatti al giorno d’oggi i processi si basano sulle azioni che vanno contro legge e non sulle motivazioni che ti spingono a fare determinate cose.
Non è chiaro perché il ripensare a noi stessi a partire dalle nostre radici non sia attuale. Non è un po’ quello che si tenta di fare a scuola?
La distinzione tra diritto e moralità è anteriore a Hegel e può essere fatta risalire a Machiavelli, come ben sai. Hegel, semmai, dimostra il contrario: che non ci può essere azione morale che non sia anche legale. Certamente rimangono distinti i moventi: tu puoi agire legalmente solo per timore della sanzione (che subiresti se non lo facessi), mentre la stessa azione legale sarebbe fatta per ragioni morali se tu la compissi per un tuo innato senso del dovere.
Della filosofia di Hegel ritengo ancora attuale il concetto di realtà; un esempio, secondo me, potrebbe essere la politica cha ha oggi un problema enorme di realtà: il discorso è che la politica sembrerebbe non essere in grado nemmeno di sfiorare la realtà che è chiamata a governare, il che la rende ancora più arrogante, estranea e autoritaria.
Invece di superato trovo il ridurre tutta la realtà ad un unico ragionamento logico, perché non ha senso prendere un ragionamento ed elevarlo ad universale per poi negare tutto il resto.
La tua doppia tesi non è molto chiara.
Se ho ben inteso, tu pensi che sarebbe bene che la politica attuale seguisse di più Hegel cercando di accondiscendere alla realtà delle cose (che Hegel chiamava “Spirito”) piuttosto che disegni propri contrari all’evoluzione della società (in questi termini la tua tesi si può forse sostenere abbastanza). Tuttavia Hegel non suggerisci alla politica di soddisfare i bisogni delle persone (a questo basta la società civile, cioè in ultima analisi il mercato), ma di perseguire fini più elevati, che noi diremmo di carattere “culturale”.
Non è chiaro in che senso tu intenda che Hegel riduca la realtà a un unico ragionamento per negare poi il resto. Ti riferisci al suo metodo dialettico? Ma secondo Hegel, a torto o a ragione, questo “metodo” dovrebbe aiutare a comprendere, non a negare, tutto, senza lasciare “resti”.
Secondo me della filosofia di Hegel rimane sicuramente il fatto che anche oggi ci basiamo su nessi logici infatti ad esempio certi siti informativi sono organizzati in quel modo. Il concetto di spirito idealistico invece è totalmente stato superato infatti alcune persone basano le loro congetture ( verità) sul loro pensiero e basta, senza prove o tesi di sostegno a riguardo. Il concetto di natura è visto in modo diverso da come la intendeva Hegel infatti ora non abbiamo più la visione romantica idealista bensì più scientifica materialista. Un altro sicuro concetto rimasto attuale è quello di Stato inteso come patto tra uomini e l’idea di moralità.
Mi sembrano considerazioni valide. Preciserei solo due cosucce: la logica nella quale sono collegati i nodi di una rete info-telematica non è la stessa che segue Hegel (la cosiddetta “dialettica” hegeliana); lo Stato oggi è ritenuto per lo più avere un fondamento contrattualistico, ma Hegel parte da questa ipotesi per “smontarla”, per metterla in discussione, a favore di una nozione di “sovranità” “impopolare”, per così dire.
Alcune parti della filosofia di Hegel sono ancora applicate nei giorni nostri, queste sono: il fatto che per conoscere qualcosa a fondo bisogna conoscere tutto ciò a cui è connesso, attualmente questo pensiero lo si può ritrovare principalmente nei siti online legati all’informazione;
Ciò che invece non ritroviamo attualmente della filosofia di Hegel o magari ritroviamo leggermente differente sono: il modo in cui vengono ordinati i libri, alcuni seguono un ordine alfabetico come dizionari o enciclopedie, invece altri legati al l’istruzione seguono un ordine in base alla difficoltà e al modo in cui sono collegati gli argomenti quindi più secondo un ordine logico. Ciò che non è stato proprio ripreso da Hegel è la sua idea secondo il quale ognuno può comprendere il mondo solo grazie a ciò che abbiamo nella nostra mente, questo pensiero è stato rimpiazzato da quello scientifico basato su esperimenti e prove.
Direi che le cose stanno proprio come dici tu. Anche il cosiddetto “metodo dialettico” in base al quale Hegel riteneva di passare da un concetto all’altro non è più molto in voga.
Sì, più in generale, nonostante la tendenza alla super-specializzazione disciplinare cresce la consapevolezza della necessità che chi si occupa di un qualsiasi argomento sia in grado di collegarlo almeno a grandi linee con il suo contesto a sua volta da “immergere” in un contesto più ampio e così via. Ad esempio un ingegnere che volesse proporre la costruzione di un ponte deve saper argomentare la sua proposta sul piano politico, ecologico, eventualmente religioso (in determinati contesti) ecc.
La parte romantica che Hegel aveva nel
metodo di procedere è sparita.
Nella filosofia di Hegel trovo superato il concetto
di spirito umano e della sue idea del pensiero, ma è rimasto attuale il concetto di Stato e moralità.
In che senso questa “parte romantica” sarebbe sparita? A che cosa ti riferisci? Non è chiaro.
Non hai giustificato le affermazioni che fai nel secondo periodo.
Le seguenti mi paiono ancora attuali:
– lo Spirito dunque si rivela a Se stesso e nella Storia poiché idealisticamente tutto è Spirito e non dobbiamo fare altro che pensare
– ogni singolo concetto scaturisce da ogni altro “dialetticamente”, ossia a partire dalle contraddizioni degli altri. Infatti, oggi si va a riempire i buchi nelle teorie e spiegazioni date nel passato
Ciò che è stato superato è che non si può intendere a fondo alcunché se non se ne comprendono i nessi con ogni altra cosa
perche al giorno d’oggi ci si specializza non solo in un campo del sapere ma anche all’interno dello stesso.
Non hai motivato a fondo la tua prima affermazione (relativa all’attualità di quelle tesi di Hegel).
Per quanto riguarda la tendenza odierna alla superspecializzazione, bisognerebbe chiedersi se non sia pericolosa e se corrisponda davvero alle esigenze del nostro tempo.