- In che cosa consiste la critica di Locke alla nozione di sostanza alla luce del testo T3, pp. 431-32, tratto dal Saggio sull’intelletto umano del 1690?
(verifica la tua risposta attingendo alle pertinenti pagine del manuale, indicate nella relativa unità didattica)
Secondo Locke, la mente umana è passiva quando riceve le idee semplici tramite la sensazione e la riflessione ma diventa attiva quando combina assieme idee semplici formando idee complesse. Nonostante il loro numero sia infinito ed inesauribile, possono essere ricondotte a tre categorie: i modi, le sostanze e le relazioni.
Per quanto riguarda la seconda egli vuole dimostrare come la mente sia portata ad ingannarsi considerando le idee di sostanza come idee semplici: si tratta invece di combinazioni di idee semplici che vengono riferite insieme a qualcosa che sembra sussistere di per sè, indipendentemente dalle singole qualità realmente percepite. Infatti, Locke argomenta la sua affermazione spiegando che noi percepiamo soltanto, appunto, le idee semplici ma non sapendo immaginare come queste idee semplici possano sussistere da sole, ci abituiamo a supporre che ci sia qualche substratum in cui sussistono e dal quale risultano. Non possedendo nozioni verificabili riguardo tale substratum, l’idea a cui diamo il nome di sostanza è quel sostegno supposti ma sconosciuto di quelle qualità che sappiamo essere esistenti.
Questa analisi mi convince di più di quella di altri…
Locke afferma che lo spirito è un insieme di idee semplici che vanno sempre assieme, e non è formato da una singola idea, quindi erroneamente viene chiamato con un nome solo, e a causa di ciò viene definito come una sola idea semplice .
Locke passa dall’ idea di sostanza particolare a quella di sostanza in generale che non corrisponde più a ciò che noi possiamo raggiungere .
Locke non riconosce la sostanza come sostrato poichè la vede come la rappresentazione dell’ oscurità, ma ammette l’ esistenza di ciò che lui chiama sostanze, intendendole come composti di determinazione .
Per concludere Locke non nega l’ esistenza delle sostanze, ma esclude la possibilità dell’ intelletto umano di ottenerne una qualche conoscenza .
Non sono così certo che Locke non neghi l’esistenza delle sostenze, nel senso che l’affermi. Direi piuttosto che la considera probabile, ma si concede di dubitarne, non potendo averne prove empiriche.
Locke sostiene che la sensazione ci convinca dell’esistenza di sostanze estese (mediante la sensazione percepiamo alcune proprietà che supponiamo ineriscano alla stessa cosa o sostanza) e la riflessione dell’esistenza di sostanze pensanti (mediante la riflessione percepiamo le operazioni del nostro intelletto e supponiamo ineriscano allo stesso soggetto o sostanza pensante). La critica lockiana riguarda il passaggio dalle idee delle sostanze particolari a quella della sostanza in generale, che, privata degli “accidenti” che noi attribuiamo, non corrisponde più a nulla che noi possiamo raggiungere. Locke non riconosce la sostanza intesa come “sostrato” ma ammette l’esistenza di quelle che lui chiama “sostanze” (idee particolari), intendendole come composti di determinazioni. In conclusione, il filosofo non nega l’esistenza delle sostanze, ma esclude la possibilità dell’intelletto umano di ottenere una qualche conoscenza.
Occorre forse distinguere meglio i due tipi di sostanza in Locke, generale e individuale, e le rispettive critiche.
Per Locke le idee non sono innate ma vengono apprese dall’esterno, quindi per sensazione, e dall’interno, per riflessione.
L’idea quindi per lui è ciò che noi chiamiamo sostanza poichè è il sostegno sconosciuto di qualità che scopriamo esistenti ma che non possiamo immaginare sussistano sine re substante senza qualcosa per sostenerle. Quel sostegno è appunto la sub-stantia.
Non potremmo mai arrivare ad una totale conoscenza della sostanza. L’unico modo per avvicinarsi è ricorrere all’empirismo.
L’idea non è la sostanza. Solo alcune idee complesse sono idee di sostanza, ma presentano diversi problemi.
Partiamo dal fatto che Locke non nega l’esistenza delle sostanze ma esclude la possibilità dell’intelletto umano di ottenere una qualunque conoscenza.
nel pensiero lockoniano passiamo dalle idee delle sostanze particolari a quella della sostanza generale svuotata dagli accidenti in modo che non corrisponda più a nulla che possiamo raggiungere. Locke non riconosce la sostanza come ‘sostrato’ a causa dell’oscurità di questa idea ma ammette l’esistenza di quelle che lui stesso chiama SOSTANZE, intese semplicemente come composti di determinazioni
Attenzione a non confondere la critica di Locke ai due tipi di sostanze.
Per Locke la sostanza è l’unione di idee complesse e non ha valenza oggettiva.
Queste idee complesse si sviluppano a partire da idee semplici,che il nostro intelletto ha la possibilità di rielaborare,che si suppone sussistano grazie a qualche substratum che viene quindi chiamato sostanza.
Altro concetto è invece il generale di sostanza, ovvero il sostegno di quelle qualità che “scopriamo esistenti” e che non possiamo immaginare che sussistano da sole.
Non confondere i due piani del discorso di Locke. Le sostanze che costituiscono “sostegno” sono quelle individuali.
La critica di Locke alla nozione di sostanza consiste fondamentalmente alla critica del pensiero di “sostanza generale”.
Noi infatti, attraverso i sensi, percepiamo alcune proprietà che pensiamo siano parte di questa sostanza generale. Secondo Locke, però, se eliminiamo uno ad uno i caratteri minori (certe precise qualità) di questa sostanza, essa so dissolve nello stesso processo (contrario) che ci porta a crearla.
Il filosofo così distingue la “sostanza in generale” dalle “idee particolari di sostanza” ; rifiuta la prima, ammettendo invece l’esistenza di “sostanze particolari” che compongono una certa determinazione di qualcosa (fa l’esempio del cavallo, che noi non sapremmo distinguere se fossero eliminate dalla nostra mentre le sue singole caratteristiche, come la criniera, il nitrire, la coda…).
Locke però non esclude l’esistenza di “sostanze generali”, ma è certo che la mente umana non sia in grado di conoscerle.
Come scritto ad altri, Locke critica anche la nozione di sostanza individuale, anche se in modo diverso rispetto alla sostanza in generale.
Nella critica di Locke alla nozione di sostanza troviamo la differenziazione tra la “sostanza generale” e la “sostanza particolare”. Lui non ammette la sostanza come nozione generale, o sostrato, per via dell’oscurità di questa, ma ammette invece la sostanza che lui stesso intende con il termine di “idea/sostanza particolare”. Come possiamo leggere nel suo testo, ritiene che noi riceviamo le idee semplici, che poi generano idee complesse, dalla sensazione e dalla riflessione e che queste siano i “confini dei nostri pensieri”, dove lo spirito non è in grado di arrivare. Nel brano, Locke esclude la possibilità che l’intelletto possa acquisire qualche conoscenza.
Evochi opportunamente la distinzione tra i due tipi di sostanze, che Locke tratta in modo diverso. Come tu stessa implicitamente ricordi, anche la sostanza che egli “ammette”, quella individuale, rimane piuttosto “oscura”.
Molto sinteticamente :Consiste semplicemente nel fatto che noi non siamo in grado di stabilire cosa sia una “sostanza” intesa generalmente ,possiamo solo ammettere l’esistenza di un’idea particolare di sostanza , intendendola come composto di determinazione (quelle idee di sostanza percepibili con i sensi a cui possiamo attribuire delle caratteristiche ).Loke non esclude ,quindi, l’esistenza delle sostanze, ma esclude la possibilità dell’intelletto umano di ottenerne una qualche conoscenza .
Si tratta di due piani diversi: Locke nega l’esistenza delle sostanze “universali” e dubita dell’esistenza di quelle individuali.
Buonasera prof, dal testo del libro di filosofia sulla critica di Locke al concetto di sostanza possiamo notare che il filosofo si pone il problema di come costruiamo la sostanza in generale, ovvero quella sostanza liberata dai suoi accidenti che la definiscono. Secondo Locke, infatti, una sostanza svuotata di tutti questi accidenti corrisponde a qualcosa che per noi è raggiungibile, facendoci quindi spostare l’ attenzione dal problema di che cosa sia la sostanza a quello che ho nominato all’inizio, cioè di come noi costruiamo quest ultima. Locke in questa sua critica si pone anche il problema di definire e di differenziare la “sostanza in generale” dalle “idee particolari di sostanza”. Il filosofo infatti non accetta la nozione generale di sostanza poiché la ritiene come un’ “idea oscura”, ma accetta invece le “idee particolari di sostanza”, che chiama più semplicemente “sostanze”, considerandole come dei composti di determinazione. Locke conclude la sua critica affermando che le sostanze esistano, ma che l’intelletto umano no n ha la possibilità e non è in grado di ottenerne una conoscenza sicura e diretta.
Sì, hai detto bene, accetta le idee complesse di sostanza, ma nega che vi corrispondano “conoscenze” certe.
La critica di Locke consiste essenzialmente nel negare la generalizzazione del concetto di sostanza, accettando invece le “idee particolari di sostanza”. La sensazione ci permette di percepire delle sostanze estese, di cui siamo convinti dell’esistenza, e mediante la riflessione supponiamo che queste qualità siano estendibili a livello generale (ad esempio gli uomini hanno sempre due braccia, le carote sono sempre arancioni). Locke sostiene che in realtà questa generalizzazione del concetto di sostanza non sia corretta, in quanto la sostanza si ridurrebbe ad un sostegno il quale, privato degli attributi che noi gli diamo, non avrebbe nessun significato.
Locke non nega soltanto le “essenze” (sostanze generali, p.e. “cane”, “cavallo”), ma dubita anche delle sostanze individuali (p.e. “questo cane qui, Pluto”), perché ciò di cui facciamo esperienza certa sono solo idee semplici (un odore, un abbaiare, un colore ecc.), che noi associamo a formare l’idea complessa di sostanza (in questo esempio: “Pluto”), ma che potrebbero essere state malamente associate (“Pluto” potrebbe essere una sagoma di cartone, un ologramma ecc.).
Il concetto di sostanza è un’unione di idee complesse senza valenza oggettiva, che, a loro volta, sono un insieme di idee semplici, grazie alle quali riusciamo a riconoscere la sostanza che però resta a noi oscura. Essendo oscura essa corrisponderà, allora, ad un’idea complessa altrettanto oscura, al contrario delle idee semplici che le formano e che ci appaiono chiare e distinte. Questa è la principale contraddizione che Locke riscontra nel concetto di sostanza
L’analisi è corretta. Non parlerei però di contraddizione, quanto di inadeguatezza (del concetto di sostanza) o di “insufficienza di prove” circa la sua esistenza.
Locke definisce “sostanza” un’idea complessa che viene considerata come esistente di per sè, come “gatto” o “acqua”. Critica la sostanza perché crede che noi deduciamo, erroneamente, la sua esistenza solo perché i sensi ci suggeriscono che alcune idee semplici siano sempre insieme (formando una sostanza appunto). Quella che noi chiamiamo sostanza quindi è un insieme di idee semplici, e non essa stessa un’idea semplice.
Locke non accetta la sostanza intesa come nozione generale perché la ritiene un’idea oscura e relativa, tollera invece la definizione di sostanza come idea particolare, cioè composto di determinazioni. Locke afferma il carattere arbitrario della sostanza perché supera la testimonianza dell’esperienza, ma non nega l’esistenza di essa.
Esatto. Diciamo che per Locke la sostanza (individuale) potrebbe anche esistere. ma non si può dimostrare
La critica della sostanza generale si compone di tantissime piccolissime caratteristiche che formano l’elemento che, se tolte, dissolvono la sostanza stessa. Da questa premessa Locke suddivide le sostanze in generali e particolari.
Non è proprio questo il punto. La questione riguarda l’esistenza o meno di sostanze.