Con quali principali argomenti Socrate, nel Teeteto di Platone, confuta il relativismo sofistico?
Tali argomenti ti sembrano convincenti?
La critica socratico-platonica al relativismo sofistico
2018-10-17 Tutto il giorno
Socrate discute con Teeteto a proposito del relativismo sofistico. Al dialogo partecipa anche Teodoro, maestro di Teeteto e a sua volta discepolo di Protagora.
Socrate cerca di convincere Teeteto che la tesi di Protagora sia auto-contraddittoria in quanto, sostenendo che tutte le opinioni siano vere, bisogna ammettere la verità anche del punto di vista di chi nega lo stesso relativismo sofistico. Inoltre anche il comportamento di Protagora può essere considerato contraddittorio perché, considerando che ciascuno di noi è la misura della propria sapienza, lui non aveva il diritto di fare da maestro agli altri.
In secondo luogo, Socrate spiega a Teeteto che la conoscenza è diversa dalla sensazione. Mentre si vede qualcosa di conseguenza la si conosce, ma non appena si chiudono gli occhi la si ricorda ma non la si vede più. Secondo i sofisti il fatto di “non vedere” significa “non conoscere” e ciò sarebbe assurdo perché se qualcuno si ricorda qualcosa significa che la conosce. Se si considera che la conoscenza e la sensazione sono la stessa cosa si ha una conseguenza impossibile.
Sono d’accordo con le argomentazioni di Socrate, sebbene ritengo che in alcuni casi il relativismo sofistico possa essere preso in considerazione cercando di trovare l’opinione più utile fra quelle proposte. Posso citare le problematiche relative al miglioramento della circolazione stradale nelle zone di montagna in cui si scontrano diverse opinioni: quelle degli ecologisti, che di oppongono al deturpamento delle montagne, e quelle di alcuni residenti e degli industriali, che invece lo ritengono utile. In questo caso in cui entrambe le tesi possono essere considerate corrette è necessario trovare quale delle due sia la soluzione migliore per il bene comune.
Hai compreso molto bene l’essenziale degli argomenti contro il relativismo. Riguardo alla tua ipotesi che in alcuni casi si debba considerare legittima una certa relatività dei punti di vista, si può senz’altro essere d’accordo (e forse lo sarebbe anche Socrate), soltanto che è difficile, in questi casi, parlare di vero e proprio relativismo. Nel tuo esempio,… ad esempio, residenti e industriali da una parte ed ecologisti dall’altra hanno quello che in diritto si denomina “interesse legittimo” a difendere la propria tesi, in funzione della propria immediata utilità, tuttavia tu stessa introduci la nozione di “bene comune”. Il reperimento di tale bene comune sarebbe appunto l’obiettivo della ricerca filo-sofica, in quanto essa non può accontentarsi di “registrare” le divergenze di opinioni tra cointeressati al tema della circolazione stradale in montagna.
Mi sembra di averti già risposto, ma, dopo aver letto le risposte dei tuoi compagni, devo correggermi. La tua risposta, anche se più lunga, è forse migliore anche di quella di Jari, un po’ meno corretta linguisticamente e un po’ troppo sintetica se pensata rivolta a un lettore che non sappia nulla del “Teeteto”. Ci sarebbe da discutere sulla tue ultime riflessioni, ma è comunque coraggioso difendere il relativismo sapendo che la filosofia classica (in Socrate, Platone e Aristotele) sorge dalla sua confutazione.
Socrate confuta il relativismo sofistico quando per esempio si riferisce al vento, secondo la teoria di Protagora, questo per alcune persone è freddo, mentre per altre no. Non esiste un parametro perché apparenza e sensazione coincidono, quindi tutto è relativo dipendendo dal soggetto; inoltre se tutto è come appare la parola “essere” va eliminata e sarebbe molto confuso riferirsi a qualcosa visto che è diversa per ognuno.
Socrate inoltre dice che se tutte le opinioni sono giuste e non vanno confutate allora perché dovremmo seguire e apprendere la conoscenza di un maestro, in questo caso Protagora, se la nostra conoscenza è giusta qualunque essa sia! Allora in questo caso sarebbe anche inutile la discussione e non ci sarebbe mai concordanza su qualcosa perché tutto segue i parametri di ciascuno.
Infine Socrate ricorda a Teeteto, che ha affermato che sensazione e scienza sono la stessa cosa, che ciò sarebbe impossibile visto che la scienza è qualcosa di reale mentre la sensazione la si prova una volta e potrebbe cambiare con il tempo. Allora se ciò che è vero per uno per l’altro non lo è, e così se uno è sapiente e afferma di esserlo ma un altro fa la stessa cosa, chi è allora il reale sapiente?! Non esisterebbero i medici ne i maestri visto che ognuno sa ciò che crede e pensa di essere giusto! Perlopiù anche Protagora afferma che le opinioni dei suoi oppositori sono corrette tanto quanto le sue, ciò induce a una totale contraddizioni date le sue teorie.
Penso che gli argomenti dati da Socrate siano molto convincenti e inducano a pensare se la dottrina sofista vale realmente senza fare confusioni oppure se è un utopia di alcuni.
Nella tua risposta metti sullo stesso piano la ripresa delle tesi di Protagora/Teeteto e la confutazione di Socrate. “Non esiste un parametro perché apparenza e sensazione coincidono, quindi tutto è relativo dipendendo dal soggetto” è la tesi che Socrate vuole confutare. “inoltre se tutto è come appare la parola ‘essere’ va eliminata e sarebbe molto confuso riferirsi a qualcosa visto che è diversa per ognuno”. Qui l'”inoltre” è sbagliato se intendi introdurre la confutazione. Dovevi scrivere “Ma se tutto è come appare, allora, per assurdo, la parola ‘essere’ ecc.” E questa potrebbe essere la prima confutazione. Se scrivi “inoltre” sembra che tu continui a esporre la tesi di Protagora.
Anche dopo isoli argomenti giusti e li approfondisci, ma poi scrivi: “Socrate ricorda a Teeteto, che ha affermato che sensazione e scienza sono la stessa cosa, che ciò sarebbe impossibile visto che la scienza è qualcosa di reale mentre la sensazione la si prova una volta e potrebbe cambiare con il tempo”. Qui confondi la tesi, ciò che Socrate vuole dimostrare (cioè che la scienza non cambia nel tempo, mentre la sensazione sì), con un’argomentazione a favore della tesi.
Anche la tua conclusione non è chiara. Dici che Socrate ti ha convinto, ma poi scrivi che i suoi argomenti inducono a “pensare se la dottrina sofista vale realmente senza fare confusioni oppure se è un utopia di alcuni”. Ma che significa “se la dottrina sofistica vale [valga] realmente”? Se gli argomenti sono convincenti inducono a considerarla semplicemente falsa (non a pensare se per caso ecc.). E che significa “senza fare confusioni”? Tra che cosa e che cosa? E che cosa intendi per “utopia” in questo contesto? E’ un’utopia che ognuno abbia ragione dal proprio punto di vista? Sarebbe bello, ma non è possibile? Intendi questo? E perché sarebbe bello (utopistico)? Non si crea una grande confusione? Non è meglio che la verità sia la stessa per tutti, come le regole del codice stradale? Ti immagini se ognuno si creasse un codice diverso?
La filosofia noi la intendiamo come lo studio del bene, infatti fin dagli antichi Sofisti si e cercato un “bene” universale, oggettivo, cioè che vale per tutti perché si è già accurato del fatto che ciò che è bene per me non lo è necessariamente per te, come fatto esempio in precedenza, se una persona è bene che vada dal medico poiché non si sente bene, un’altra non lo deve assolutamente fare, perché niente implica che sia un bene anche per lei soprattutto se si sente bene. In seguito abbiamo definito il bene come qualcosa che non rimane uguale ma cambia, infatti se una persona ritiene che è bene andare dal medico e perché lo ritiene necessario in quel determinato momento, niente implica che o debba fare qualcun altro. Arriviamo quindi al punto che il bene non è di solito oggettivo e perenne ma può esserlo, Socrate nella discussione tenuto con il giovane matematico Teeteto a proposito sulla differenza della scienza e sule sensazioni, giunge a una conclusione simile, partendo da queste parole: “…Non accade forse talvolta che, quando soffia il vento, uno ha freddo e l’altro no? oppure uno ha freddo un po’ e l’altro molto e quel vento allora, in se stesso, lo diremo freddo o non freddo? o diremo con Protagora, che per chi ha freddo è freddo, per chi non ha freddo, no…” quindi Socrate definisce ciò che le sensazioni che prova qualcun uno non è qualcosa di soggettivo che però non confuta il fatto che non esista il l’inverso, in seguito supporta questa sua opinione dicendo:”… O non vorrai sostenere che un colore si presenti a un cane o a un altro animale come si presenta a te? TEET.: No, certo, per Zeus! SO.: E c’è qualche cosa che appaia uguale a un altro uomo e a te? Sei convinto di questo? O, ancora meglio, sei convinto che neanche a te stesso una cosa appare la stessa, per il fatto che neppure tu sei mai uguale a te stesso …” . Se ne deduce che forse certe volte non si è solo dubbiosi di altri ma anche di noi stessi e allora come può apparire una sensazione o apparenza uguale tra due o più individui soprattutto di razze diverse, quindi si accura che l’apparenza e le sensazioni non sono Scienza universale. Però vi sono casi nei quali per esempio come argomenta Socrate non si riesce neppure a capire quali sia l’ apparenza con la realtà che in entrambe si provano sensazioni che non si riesce neppure a definire nostre.
Ti sei dilungato in una serie di riferimenti anche antecedenti alla lettura di questo dialogo, ma ti sono sfuggiti i punti essenziali. Quando Socrate sembra seguire Protagora e il suo ragionamento è solo per confutarlo, lo fa con ironia, non lo prende sul serio. Per comprenderlo devi cogliere “dove vuole andare a parare”. Non si tratta di distinguere un caso dall’altro ma di confutare in modo definitivo e netto il relativismo sofistico con una serie di chiari argomenti (per assurdo).
Il giovane matematico Teeteto, allievo dell’amico di Socrate Teodoro, è l’interlocutore principale del grande filosofo nell’omonimo dialogo platonico risalente al periodo della maturità.
Tema portante dell’opera è la conoscenza; e come poteva il celebre nemico dei sofisti non far riferimento, nel trattare un simile argomento, alle tanto osteggiate tesi protagoree?
Con tutta l’ironia di cui fu capace il Socrate platonico, la celebre teoria dell’uomo misura di tutte le cose è presentata come un lucido scherzo, architettato dal suo autore per far presa sul “pubblico grosso”. Sembra dire, tra le righe, Platone: come si potrebbe mai concepire e diffondere seriamente una tesi tanto palesemente assurda come quella del relativismo?
Ma su cosa si basa effettivamente la confutazione, o sarebbe meglio dire la nullificazione, platonica del relativismo di Protagora nel Teeteto? Il procedimento forse è tra i più noti ed efficaci: il relativismo implode nel momento in cui si traggono le logiche conseguenze dalle sue premesse. Se l’uomo è misura di tutte le cose, saranno vere le opinioni di ciascun uomo, compresa l’opinione secondo la quale l’uomo non è misura di tutte le cose. “Protagora, relativamente alla propria opinione [che l’uomo è misura], in quanto riconosce che tutte le opinioni degli uomini sono vere, viene ad ammettere che sia vera anche l’opinione di coloro che alla sua si oppongono e per la quale essi ritengono che egli abbia opinione falsa”.
Teeteto non può che trovarsi d’accordo con il ragionamento socratico, così come si trova d’accordo il suo maestro Teodoro riguardo ad un altro punto dell’attacco platonico al relativismo, una critica, in verità, alla pratica dell’insegnamento sofistico in generale; se è valida l’opinione di ogni uomo, ciò vuol dire che non esiste un uomo più sapiente di un altro, dunque lo stesso Protagora, che impartiva a caro prezzo le sue lezioni, non aveva da offrire alcuna verità che non fosse in grado di trasmettere anche l’ultimo degli ignoranti.
Hai utilizzato la stessa fonte di Carlotta (“Come potave il celebre nemico dei sofisti… Tesi protagoree…”, “lucido scherzo”, “pubblico grosso”) e di Erik (“Confutazione o meglio nullificazione…”). Valgono i rilievi fatti ai tuoi due compagni, ma soprattutto a Carlotta. Attenzione a questa “retorica”. Poi chiedo a ciascuno di giustificarmi il ricorso a questo o quel termine. Per esempio che cosa intendi per “pubblico grosso”? E perché non si tratta solo di confutazione, ma di una vera e propria nullificazione? Puoi spiegarlo?
Socrate confuta la teoria relativistica portando vari argomenti, tra i quali
-Espone il fatto secondo cui non si spiega il perché Protagora debba essere pagato per insegnare agli altri, se ognuno dovrebbe essere in grado di creare la propria saggezza.
-Giudica falsa l’ipotesi secondo la quale sensazione e conoscenza sono equivalenti, dato che ciò porta ad una conclusione impossibile.
-Mette in luce che, riconoscendo la veridicità di tutte le opinioni, sia arriverebbe a una contraddizione, perché si renderebbero veri i pensieri degli oppositori.
Tali argomenti risultano convincenti per me perché dimostrano come i ragionamenti dei relativisti, se portati agli estremi non siano in grado di mantenersi in piedi, ma invece rendono contraddittoria la loro stessa opinione.
Finora è la migliore di risposta. Non voglio “esaltare” Jari o generare vane competizioni tra voi. La prossima volta magari risponderà meglio un altro. Ma questo tipo di risposta è la migliore perché col minor numero di parole coglie tutti i punti più importanti e soddisfa ampiamente il quesito, senza disperdersi in “narrazioni” o “descrizioni” o “elucubrazioni” non pertinenti.
Teeteto nel “Teeteo” pensa che se l’uomo è misura di tutte le cose allora saranno giuste le opinioni di ciascun uomo. Socrate invece pensa che tutti coloro che hanno un’idea diversa dalla propria siano in dubbio, perchè è molto difficile che tutti abbiano ragione riguardo allo stesso argomento con argomentazioni diverse.
Secondo me ciò che afferma socrate è giusto,essendo un grande oratore inoltre riesce a confutare tutte le tesi avversarie.
Non hai chiarito molto bene il genere di argomentazione messo in campo da Socrate. Non si tratta del fatto che coloro che hanno un’idea diversa dalla propria siano in dubbio… A parte che non è chiaro: Come si fa ad avere idee diverse dalle proprie? O forse intendevi diverse da quelle di Socrate? Ma anche in questo caso, chi ha tali idee non è affatto necessariamente in dubbio… Insomma c’è qualcosa che non va nella tua risposta! Infine, Socrate ti ha convinto perché è un grande oratore o perché i suoi argomenti ti sembrano buoni? Se compri un prodotto perché un grande pubblicitario ti ha indotto a comprarlo e ti accorgi che l’hai comprato per l’efficacia della pubblicità, ciò è garanzia di qualità? O non è piuttosto motivo per sospettare che magari la qualità sia scarsa? Se Socrate deve confutare in modo convincente le tesi avversarie (convincente per te che lo leggi, non per Teeteto), devi riconoscergli la qualità di grande “filosofo”, non di grande “oratore” (che è come dire “comunicatore”). I sofisti erano grandi oratori, ma, come abbiamo letto, filosofi un po’ scarsi…
Nel Teeteto Platone argomenta la tesi del relativismo sofistico e cioè si pone questa domanda: “Che cosa è la scienza?”. Questo dialogo è aporetico ovvero si pone il problema ma non si dona la soluzione. Vengono esaminate varie tesi per dare risposta a questo quesito ma nessuna di esse risulta valida. Durante il procedere incalzante delle domande di Socrate, Teeteto ha serie difficoltà nel rispondere, ma non riesce a rinunciare al desiderio di trovare una soluzione. Socrate sa che la verità non può essere ricercata dalle sensazioni, ma attraverso quel processo in cui l’anima si affatica da sé sola essa stessa intorno a ciò che è, che si chiama opinare. Ma l’opinione non è in grado di giustificare sé stessa. E quindi è necessario uscire dall’ambito puramente soggettivo e affacciarsi al mondo della scienza, che richiede caratteri assoluti e infallibili. La conoscenza tecnica degli artigiani non è quella conoscenza suprema che il filosofo ricerca, e anche le scienze teoriche, come la matematica e la geometria, hanno il limite di non essere in grado di giustificare i loro principi. Quindi occorre un sapere reale che fornisca garanzie e giustificazioni. Se si rimane nell’ambito del confronto e del consenso delle opinioni, l’opinione condivisa diventa simile, e quest’ultima non può essere assurta a criterio di conoscenza. Infatti, se la conoscenza deve fornire la verità, la coerenza e l’accordo delle opinioni non basteranno mai a stabilirla. In conclusione, la ricerca del significato della conoscenza è estremamente difficile e non è possibile da parte dell’uomo trovarla soggettivamente, giacché risulterà sempre qualcosa d’indefinibile.
Sono d’accordo con Platone infatti la conoscenza scientifica non è una opinione soggettiva e l’uomo non riesce a trovare il significato della conoscenza perchè ognuno la percepirà diversamente quindi non possiamo definire con esattezza il “sapere”. Il sapere dunque non è qualcosa di soggettivo.
Non so dove tu sia andato a cercare la risposta, ma sei uscito dal seminato. Come ho scritto ad altri, è preferibile, in questo genere di esercizi, rispondere in modo semplice e spontaneo, ragionando con la propria testa. Ad esempio, non ti era richiesto approfondire la prospettiva di Teeteto e la sua “psicologia” (parli del suo “desiderio”…). Soprattutto chi ti dice che “Socrate sa che la verità non può essere ricercata dalle sensazioni, ma attraverso quel processo in cui l’anima si affatica da sé sola essa stessa”? Da dove ricavi questo dato nel testo? O dove trovi nel testo questa serie di tesi: “La conoscenza tecnica degli artigiani [quali? Teeteto e Teodoro sono matematici…] non è quella conoscenza suprema che il filosofo ricerca, e anche le scienze teoriche, come la matematica e la geometria, hanno il limite di non essere in grado di giustificare i loro principi [esatto, ma questo Platone lo dice nella Repubblica, non qui…]. Quindi occorre un sapere reale che fornisca garanzie e giustificazioni…”. Anche questa frase è fuori contesto: “Se la conoscenza deve fornire la verità, la coerenza e l’accordo delle opinioni non basteranno mai a stabilirla”. Dove si parla di “coerenza” e “accordo” tra opinioni? Tu evochi qui un criterio di verità alternativo a quello socratico-platonico e, in parte, anche al relativismo puro. L’idea è che, se non è possibile trovare la verità assoluta e non si vuole rassegnare all’anarchia del relativismo assoluto, si possono “negoziare” verità provvisorie intermedie… Tutto molto interessante, ma dove se ne parla nel dialogo?
Socrate,nel Teeteto di Platone, confuta il relativismo sofistico riportando vari esempi e citando una frase di Platone:”Di tutte le cose l’uomo è la misura”. Infatti ogni perzcezione cambia a seconda della persona: se io alzo una scatola e dico che è pesante e un’altra persona alza la stessa scatola e dice che è leggera è giusto che ognuno abbia la propria propria opinione ma di certo non posso contemporaneamente pensare che la scatola sia leggera mentre penso che sia pesante così come una cosa piccola apparirá anche grande.
Quella frase è attribuita a Protagora, non a Platone. Da quello che scrivi sembra che il relativismo non venga del tutto confutato, ma in qualche misura “salvato”. L’argomento che evochi (“Non posso contemporaneamente pensare ecc.”) sembra abbastanza convincente, ma non è l’argomento principale che ricorre nel dialogo che abbiamo letto. Infatti, questo argomento potrebbe valere per una singola persona, ma l’obiettivo di Socrate/Platone è confutare l’ipotesi che la stessa cosa possa essere diversa in prospettive differenti (cioè per persone diverse).
I sofisti credevano nel relativismo sofistico, ovvero la dottrina secondo la quale se pensi che una cosa sia vera automaticamente lo è. Socrate nel Teeteto di Platone porta alcuni argomenti che smentiscono questa dottrina. Il più significativo è l’ultimo. Si chiede come sia possibile che Protagora affermi che tutte le opinioni sono vere anche nel caso siano contrastanti.
Per esempio come può essere possibile che Protagora affermi che tutte le opinioni siano vere quando qualcuo può affermare che la sua tesi sia sbagliata? Il relativismo sofistico si rivela quindi una dottrina autocontraddittoria.
Hai puntato dritta al cuore del problema, evidenziando senz’altro l’argomento anti-relativistico più potente, che mi sembra ti abbia anche convinta. Tuttavia, in una prova ufficiale, qualora il numero delle righe lo consentisse, sarebbe stato più esauriente riferire magari a qualche altro argomento pure abbastanza convincente.
Socrate confuta il relativismo sofistico facendo capire a Teeteto che il ragionamento del suo maestro Protagora è incorretto.
Il pensiero di Protagora si basava sul fatto che ogni cosa può apparire diversa da persona.
Socrate per smentire questa ipotesi fa alcuni esempi a Teeteto facendolo ricredere sull’insegnamento del suo maestro Protagora.
Uno degli argomenti di cui parla Socrate è la visione dei colori, Socrate afferma che secondo il pensiero di Protagora il colore che vediamo è posto tra gli occhi e tra ciò che arriva verso gli occhi e che questo colore possa sembrare differente per ciascuno di noi.
Altri argomenti trattati da Socrate sono il fatto che per delle persone sottoposte alla malattia o alla pazzia le cose potrebbero apparire differenti da quelle sane.
Sono d’accordo con Socrate anche se penso che per alcune persone una cosa sia per esempio più calda e per altre più fredda ma alla fin fine essa è come viene misurata con delle specifiche unità di misurazione relative a questo fenomeno.
Forse ti sono sfuggiti argomenti portati da Socrate a confutazione del relativismo ancora più importanti di quelli che hai ricordato, che, comunque, sono corretti. La tua riflessione finale è interessante. Dovremo interrogarci a lungo sul valore delle “misurazioni” di tipo scientifico…
Socrate inizia il suo discorso partendo dalla tesi avversaria e mettendo bene in luce i principali punti del relativismo etico, ossia che l’uomo è misura di ogni cosa, perciò niente è uno ne ha precisa determinazione o qualità, ma tutto muta; e che scienza, sensazione e vista sono la medesima cosa.
Dopo aver messo in luce questi aspetti li confuta con diverse argomentazioni. Per prima cosa mette in luce il fatto che come noi esseri umani anche gli animali sono in grado di avere sensazioni e perciò ciò che appare a loro è vero e giusto tanto quanto quello che appare a Protagora, perciò Socrate si chiede perché mai il sofista debba insegnare ciò che è giusto o è sbagliato a noi, se per l’appunto tutto ciò che ad ognuno appare è automaticamente vero e giusto, insomma seguendo il suo ragionamento Protagora si ritroverebbe a valere, non solo quanto gli altri uomini, ma anche quanto ogni animale. Oltre a ciò Socrate mette in luce il fatto che Protagora cercando di confutare le opinioni altrui si trovi a mettere in dubbio, in prima persona, il relativismo etico.
Come secondo punto Socrate smonta l’ipotesi per cui vista, sensazione e scienza sono la medesima cosa sottolineando che quando una persona vede e si crea una scienza di ciò che ha appena visto, chiudendo gli occhi e perciò ritrovandosi a non vedere più l’oggetto preso in considerazione, ma ricordandosi di esso, la scienza creatasi attorno a questo scompaia e che perciò che il ricordo di una scienza non sia esso stesso scienza, cadendo perciò in un paradosso, da cui si ricava che scienza, sensazioni e vista non possono essere la stessa cosa.
Come terzo punto dopo aver immaginato una possibile risposta da Protagora alle sue critiche dice che anche il relativismo etico come qualsiasi altra cosa può essere vera o sbagliata a seconda di ciò che ognuno pensa e perciò, visto che tutto ciò che noi crediamo è automaticamente vero, avrà ragione sia chi dice che il relativismo etico è sbagliato sia chi sosiene il contrario, arrivando al punto in cui Protagora riconoscendo che le opinioni dei suoi oppositori siano vere di conseguenza dice che le proprie siano false, cosa che non è possibile perché tutte le opinioni sono vere, insomma anche qui si ricade in un circolo senza fine.
Io personalmente trovo più che convincenti tutte le argomentazioni che Socrate ha portato contro il relativismo etico, soprattutto perché egli ha saputo mettere in luce attraverso un ragionamento logico e chiaro degli aspetti, che se pur semplici, non tutti sarebbero riusciti a cogliere.
Hai colto i punti essenziali e giustificato bene la tua posizione. Forse potresti essere più sintetica, cercando di esprimere in modo più chiaro e preciso i vari punti (riducendoli all'”osso logico”, magari per punti, 1, 2, 3 ecc., senza lasciarti andare a “riassunti”). Ad esempio che cosa significa che Socrate mette in luce “il fatto che Protagora cercando di confutare le opinioni altrui si trovi a mettere in dubbio, in prima persona, il relativismo etico”? Quali opinioni Protagora avrebbe cercato di confutare? Come in tal modo il relativismo sarebbe stato messo in dubbio? Meglio omettere certe allusioni, non portate fino in fondo, oppure esplicitare esattamente quello che si intende dire, non trovi?
Socrate confuta il relativismo sofistico partendo proprio dalla sua tesi(del relativismo) , “smontandola” pian piano.
Egli parte con l’esempio del vento e dei colori per definire la soggettività delle varie sensazioni arrivando alla conclusione(grazie ad esempi quali il sano e il malato,la distinzione fra scienza, sensazione e vista ) che ,se “ciò che appare a ciascuno, questo anche è” si avrebbero tesi molto diverse(dovute ai diversi punti di vista e alle diverse sensazioni) tutte vere , e questa conseguenza sarebbe impossibile.
Secondo me le argomentazioni di Socrate sono molto convincenti poiché confuta in modo appropriato e con esempi pertinenti la tesi del relativismo sofistico portandola al declino.
Si, hai colto l’essenziale. Avresti forse potuto esplicitare altre argomentazioni ancora più stringenti di quelle evocate…
Socrate, per smentire la tesi del fatto che l’uomo sia la misura di tutte le cose, utilizza le conseguenze logiche che questa ha, infatti se ogni affermazione degli uomini fosse vera (per loro stessi), sarà vera anche quella che va in contrasto con la tesi.
Secondo questa tesi quindi, non esiste nessun uomo più saggio di un altro, e Socrate batte sul fatto che Protagora si facesse pagare le lezioni, nonostante non aveva da impartire nessuna verità.
Quindi gli argomenti a confutazione del relativismo sono almeno due… O sono di più. E ti convincono?
La confutazione o per meglio dire la nullificazione platonica del relativismo di Protagora nel discorso di Teeteto mostra come la teoria dietro al relativismo imploda nel momento in cui si traggono le conseguenze delle premesse.
Per esempio se l’uomo e misura di tutte le cose saranno vere tutte le opinioni di ciascun uomo, compresa quella in cui l’uomo non è misura di tutte le cose.
In sintesi è valida l’opinione di ogni uomo, ciò vuol dire che non esiste un uomo più sapiente di un’altro.
… e quindi? Se non esiste un uomo più sapiente di un altro, qual è il problema? Manca la conclusione: il problema è che Protagora non può spacciarsi per “sapiente” (sofista significa sapiente) e farsi pagare per il suo insegnamento. Mancano almeno altre due confutazioni. Il tuo parere mi sembra implicito nel ricorso a certi verbi (“La confutazione…. mostra come… ecc.”), ma forse avresti potuto, per chiarezza, distinguere l’argomentazione socratica dalla tua approvazione della medesima.
Il tema dell’opera è la conoscenza; e come poteva il celebre nemico dei sofisti non far riferimento, nel trattare un simile argomento, alle tanto osteggiate tesi pitagoree?
Socrate celebra la teoria dell’uomo misura di tutte le cose è presentata come uno scherzo architettato dal suo autore per far presa sul “pubblico grosso”.
La confutazione sarebbe un procedimento: il relativismo implode nel momento in cui si traggono le logiche conseguenze delle sue premesse. Se l’uomo è misura di tutte le cose, saranno vere le opinioni di ciascun uomo, compresa l’opinione secondo la quale l’uomo non è misura di tutte le cose. Pitagora riconosce che tutte le opinioni degli uomini sono vere, viene ad ammettere che sia vera anche l’opinione di coloro che alla sua si oppongono e per la quale essi ritengono che egli abbia un opinione falsa.
Teeteto non può ritrovarsi d’accordo con il ragionamento socratico riguardo ad un altro punto dell’attacco platonico del relativismo, alla pratica dell’insegnamento sofistico in generale, se è valida l’opinione di ogni uomo, ciò vuol dire che non esiste un uomo più sapiente di un altro.
C’è qualcosa che non va nella tua risposta. Intanto ricorri a uno strano lessico aulico, vagamente retorico, di cui mi chiedo quale sia la fonte (“Come poteva il celebre nemico dei sofisti…”, “Socrate celebra la teoria…”, “”Far presa sul pubblico grosso…”). Poi vi sono strani refusi: parli di “Pitagora” e di tesi “pitagoree”, ma si tratta di Protagora, non di Pitagora. Il periodo “La confutazione sarebbe un procedimento” è sospeso, non si capisce che cosa tu voglia dire. Nessuno sa se Teeteto sia o non sia d’accordo con Socrate, ma la domanda era se lo eri tu (cioè se la confutazione ti sembri convincente). In Filosofia è meglio una risposta esile, incerta, ma sincera, frutto di un ragionamento personale, che l’evocazioni di qualche fonte autorevole a cui appoggiarsi per sostenere… non si sa bene che cosa, non ti sembra?
Socrate confuta il relativismo sofistico, e in particolare la tesi del sofista Protagora, spiegando il controsenso che deriverebbe dall’applicazione della sua argomentazione. Protagora afferma infatti che “di tutte le cose misura è l’uomo” ossia, che ciò che percepiamo è automaticamente vero e quindi che l’apparenza corrisponde alla verità. Questo, secondo Socrate, equivale ad ammettere che tutte le opinioni sono vere e si chiede pertanto che senso avrebbe insegnare la propria verità agli altri ritenedo al tempo stesso che non esista una persona più sapiente dell’altra, come faceva Protagora. Sostenere che non esistano opinioni false, inoltre, significherebbe concordare anche con le opinioni dei propri oppositori, e per Socrate ciò è contradditorio. Pur contrastando la tesi di Protagora, Socrate ammette di non possedere una vera risposta, ma preferisce definirsi ignorante piuttosto che presumere di avere già la sapienza, caratteristica dei sofisti come Protagora che non venivano appunto definiti “filosofi”.
Personalmente, non ritengo possibile che tutte le opinioni possano essere vere, perchè la parola stessa “opinione” indica un’interpretazione soggettiva e pertanto diversa dalle altre. A mio parere, un mondo in cui tuttte le opinioni sono vere corrisponde a un mondo in cui il concetto di verità perde significato e importanza. Ritengo che ognuno abbia una propria visione del mondo e della realtà e stabilire una “verità assoluta” può risultare quindi difficile, ma non impossibile in certi ambiti, come quello scientifico, in cui la verità assoluta è data da dati di fatto, accertati e provati, e pertanto incontestabili.
Hai isolato due importanti argomentazioni contro il relativismo e tratto una conclusione personale ragionevole (vedremo, tuttavia, nel tempo, come anche la “verità scientifica” sia tutt’altro che “assoluta”, come dimostra il fatto che nel tempo diverse teorie sono state rettificate).
Nel Teeteto di Platone , Socrate discute con Teodoro e Teeteto riguardo alla validità del relativismo sofistico. Socrate nel dialogo analizza a fondo molti esempi cercando di argomentare sia dal punto di vista di Protagora che dal suo il relativismo, fino ad arrivare alla fine, nella quale Socrate esplica le motivazioni per cui non si trova d’accordo con questa teoria, perche, se nel relativismo non è possibile stabilire quale tra due opinioni sia la più vera, esso sarebbe una contraddizione in quanto affermerebbe che sia i sostenitori del relativismo che quelli che si trovano contro avrebbero entrambi ragione (cosa senza senso).
A mio parere le argomentazioni di Socrate sono alquanto valide, quindi posso dire di non “riconoscere” il relativismo come qualcosa di possibile. Per esempio ultimamente si discute molto riguardo ai matrimoni fra persone dello stesso sesso, in questo caso se la teoria del relativismo fosse valida sia le persone contro che le persone pro avrebbero ragione; questo però non ha senso in quanto i due pensieri sono completamente opposti.
Hai colto l’essenziale e, con l’esempio, che facemmo anche in aula, dei matrimoni omosessuali hai mostrato di avere inteso bene il problema logico soggiacente. Sarebbe stato comunque meglio distinguere in modo più esplicito le argomentazioni attribuite a Protagora (in effetti assente al dialogo) e le controargomentazioni di Socrate, una per una.
Nel Teeteto di Platone Socrate discute con Teodoro e Teeteto sulla validità del relativismo sofistico andando ad analizzare a fondo vari esempi e cercando di argomentarli sia dsl punto di vista di Protagora che dal proprio punto di vista. Socrate arriva infine alla conclusione di non essere d’accordo con tale teoria dal momento che, giustamente, dice che se nel relativismo sofistico non è possibile affermare quale tra due opinioni sia la più vera, esso sarebbe una contraddizione in quanto affermerebbe che sia i sostenitori di tale teoria che quelli contro hanno ragione.
Trovo che Socrate abbia ragione in quanto trovo il relativismo sofistuco una teoria priva di logica.
Hai colto l’obiezione più importante, ma ve ne sono altre…
Socrate confuta il relativismo con diversi argomenti, ovvero che se tutte le opinioni fossero vere, dovremmo ammettere la verità anche di chi nega lo stesso relativismo sofistico e quindi anche che nessuno avrebbe qualcosa da insegnare agli altri; e che il relativismo non spiega il perché di alcune cose future sono vere mentre altre no.
Questi argomenti mi sembrano convincenti perché se tutte le nostre opinioni fossero vere allora non esisterebbero azioni buone o cattive in sé.
Questo riferimento alle cose future è un po’ sospetto (come, in generale, la brevità della tua risposta). Dove lo trovi nel testo offerto? Socrate ne parla più avanti, ma tu come fai a saperlo? Credo che tu abbia letto la sintesi che si trova nel mio sito, ma avresti dovuto sforzarti di leggere il testo di Platone.
Gli argomenti con cui Socrate distrugge Protagora sono alquanto solidi, in quanto lo stesso relativista si contraddice perché, sostenendo che tutte le opinioni sono vere, deve ammettere la verità anche del punto di vista di chi nega lo stesso relativismo sofistico. In più Protagora si faceva pagare in quanto maestro, ma essendo le opinioni di ognuno vere, come poteva pretendere di insegnare qualsiasi cosa ad altri?
Nel dialogo platonico di Teeteto, Socrate confuta il relativismo sofistico con grande ironia elencando le conseguenze logiche ottenute dalle premesse del relativismo. Egli usa come argomenti principali tutte le tesi di Protagora e le smonta, secondo me sia in questo caso che in generale mi sembra il procedimento migliore e più efficace da adottare. Infatti smontare le idee e gli insegnamenti del maestro di una persona, la costringe a rivedere il suo modo di pensare.
Si, ma con quali argomenti Socrate “smonta” le tesi di Protagora?