Alla luce dell’unità didattica su Resistenza, dopo aver letto i testi di De Felice e Pavone sulla Resistenza alle pp. 459-60, rispondi al seguente quesito:
- Quale è stata secondo te la principale funzione della Resistenza italiana all’antifascismo?
{Cerca in altre parole di riflettere sugli effetti che la Resistenza poté avere sulla guerra in Italia e sulla situazione dell’Italia nell’immediato secondo dopoguerra]
La Resistenza, definita come insieme di operazioni volte a sabotare e scoraggiare l’occupazione nemica nel territorio nazionale, è un fenomeno che si verificò non solo in Italia, ma anche in molti altri Stati occupati dal regime nazista. In Italia però la Resistenza ebbe un ruolo significativo e, a mio parere, il suo sviluppo contribuì a porre le basi della moderna concezione di “Italia unita”.
Storicamente, fino al settembre 1943 l’Italia fu alleata della Germania nazista e partecipò insieme a questa alla guerra di aggressione, nella speranza (se cosi si può definire) di ottenere vantaggi territoriali. La Resistenza italiana si sviluppò perciò solo a partire dall’estate 1943, dopo che gli Alleati liberarono il Sud e i nazisti occuparono il Centro-Nord.
Inizialmente la Resistenza italiana era composta da forze politiche antifasciste che, anche se avevano obiettivi leggermente differenti, avevano come unico scopo la liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Alla lotta della Resistenza partecipano militari e civili, persone di ogni età, censo, sesso, religione, provenienza geografica e politica, guidati da personalità da sempre impegnate nella lotta contro il fascismo.
Le varie forze politiche quindi, mettendo da parte la propria visione di un’Italia liberata per privilegiare l’obiettivo comune, diedero origine al CLN, il Comitato di Liberazione Nazionale, un organismo politico il cui scopo era di organizzare la lotta al nazifascismo e rappresentare la Nuova Italia. Nonostante le grosse difficoltà affrontate, il 25 aprile 1945 il CLN vinse la sua lotta contro la Germania nazista e libera l’Italia centro-settentrionale.
In generale, il movimento di Resistenza contribuì a instaurare nel popolo italiano l’idea che, nonostante le differenze ideologiche e politiche, se si uniscono le forze e si lotta fianco a fianco per il bene della Nazione, prima o poi si potrà raggiungere l’obiettivo prefissato.
Ai giorni nostri l’azione della Resistenza deve essere un esempio da cui imparare e da seguire: se ci aiutiamo l’un l’altro e rimaniamo uniti, come fecero i partigiani che combattrvano contro il nemico, riusciremo a sconfiggere il virus (il “nemico” attuale) e l’Italia uscirà da questa emergenza più forte di prima.
Risposta davvero pertinente e interessante. Bello anche se audace il paragone della lotta contro il nazifascismo con la lotta contro il coronavirus. Interessante anche l’accenno ai diversi obiettivi della Resistenza.
Il movimento della Resistenza, storicamente il più ampio fenomeno europeo di contrattacco all’occupazione nazifascista, fu caratterizzato, in Italia, dall’impegno unitario di molteplici e talora opposti orientamenti politici (comunisti, monarchici, socialisti, eccetera), in maggioranza riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), i cui componenti avrebbero più tardi costituito insieme i primi governi del dopoguerra.
Il ruolo principale della resistenza italiana, come d’altronde di quella di tutti i movimenti simili in Europa contro i nazisti di Hitler ed i fascisti di Mussolini, era quello di mettere i bastoni tra le ruote alla formidabile macchina da guerra nazista, ad esempio con attacchi a sorpresa ai convogli militari ed alle pattuglie o con la distruzione di linee ferroviarie e ponti utili al regime.
Dal 1944 iniziarono anche ad instaurarsi le prime Repubbliche Partigiane, delle zone liberate dal controllo nazifascista. I membri dei movimenti di resistenza presero inoltre parte, non solo ad agguati, ma anche a diversi scontri diretti con le forze dell’Asse, fino a ricoprire un ruolo fondamentale nella liberazione della nostra penisola dal loro controllo, assieme agli Alleati.
Tutto molto giusto, ma forse manca una conclusione del tipo: “Alla luce di tutto questo si può ben dire che la Resistenza fu rilevante soprattutto sotto questo profilo… mentre lo fu meno sotto questo altro ecc.”. Inoltre hai copiato alcune righe da questa pagina web: https://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20130223071540AABfpBD&guccounter=1&guce_referrer=aHR0cHM6Ly93d3cuZ29vZ2xlLmNvbS8&guce_referrer_sig=AQAAAL2XOF-EpvukrEGjYaacI5HXtcjOiDol1NDcGXLhDZ836FnU7DQvJUJF9qNQHHwKgzziEOspVezlPSlClhjHH0fqauIA0LaWa31sCVfZOFaFEJIrxIvopfF4hglrououbzGBwMeteCCF5snJrl3LVf1S6FaXsc0gJ6Ua_jc7oY7G
Era proprio necessario? Questo mi fa sospettare che anche il resto della risposta, poco coesa e poco direttamente rispondente al quesito, non sia esattamente “farina del tuo sacco”.
Non potevi esprimere la tua opinione, con parole tue, dopo aver studiato l’unità didattica? Preferisco che mi scriviate che in questa emergenza non riuscite a stare al passo che vi mettiate in regola con questi mezzi. L’obiettivo è che vi formiate, non che sembriate o apparite formati a me. Che ve ne importa di farmi credere di avere studiato se poi non l’avete fatto? Purtroppo o per fortuna non sarà io a valutarvi né all’esame di Stato, né nel resto della vostra vita.
Sorta in seguito all’armistizio dell’8 settembre con lo scopo di contrastare l’occupazione nazista nel nord Italia, la Resistenza partigiana ebbe un ruolo più politico che militare: le liberazioni delle città italiane del nord prima dell’arrivo degli alleati simboleggiarono agli occhi degli alleati stessi come in Italia fosse presente anche una forte componente antifascista. Conclusa la guerra, tale aspetto si rivelò fondamentale nella stesura dell’armistizio dove l’Italia, a differenza della Germania, non subì gravi sanzioni da parte degli alleati. Ciò permise all’Italia di preservare la sua unità nazionale e di arrivare in seguito alla Costituzione, nella quale confluirono gli ideali socialisti e liberali delle nuove formazioni politiche che costituirono la Resistenza.
Sintetica ma tale (la tua risposta) da cogliere esattamente il punto.
La resistenza italiana contro il nazi-fascismo nacque nel 43 per terminare nel 45 quando, dopo la caduta del governo di Mussolini, i tedeschi occuparono l’Italia formando la Repubblica Sociale italiana.
In questo periodo si vennero a formare molte forze politiche che svilupparono certi valori, come il diritto alla libertà, la dignità dell’essere umano e ovviamente la volontà di combattere le leggi raziali e il nazi-fascismo, caratterizzanti della Costituzione italiana. Infatti si può affermare che la Costituzione derivi e sia figlia della Resistenza italiana e dei valori che si sono sviluppati all’interno di questo movimento.
correggo l’errore commesso alla riga n.8, volevo scrivere infatti leggi razziali al posto di leggi raziali.
Hai colto il senso della domanda, anche se la tua risposta è piuttosto povera di riferimenti storici precisi (quali gruppi politici animarono la Resistenza, che contributo offrirono, che ruolo ebbe la Resistenza per l’immagine internazionale dell’Italia ecc.).
A mio parere la principale funzione della Resistenza Italiana all’antifascismo (1943-1945) è stata quella di indebolire e rallentare l’avanzata dell’esercito tedesco di Hitler, venuto in Italia a sostegno di Mussolini, che a luglio del 1943 era stato costretto a dare le dimissioni e finì in prigione, comportando il collo del regime fascista italiano. Mussolini quindi venne liberato e rimesso al potere nel centro-nord Italia, diventata la Repubblica Sociale Italiana, dove il fascismo italiano seguiva solo la parte amministrativa e non più militare. Infatti era l’esercito tedesco che dove scontrarsi con gli Alleati che intanto avevano liberato il sud Italia, esso tentò di introdurre la leva obbligatoria al Nord per avere più uomini a combattere contro gli avversari, ma questi giovani si rifiutarono, scappando nelle montagne e costituendo la Resistenza. Questa Resistenza effettuava sabotaggi all’interno dell’esercito tedesco, indebolendolo per permettere agli Alleati di vincere e liberare l’intero paese.
Ti sei concentrata sulle azioni compiute dai partigiani. Ma la domanda riguardava la rilevanza, cioè l’importanza della Resistenza. L’importanza di qualcosa è la capacità di qualcosa di produrre effetti, soprattutto duraturi. Quali furono questi effetti? Solo il rallentamento dell’esercito tedesco? Forse l’accelerazione, una volta insediatosi in Italia (in pochissimi giorni dopo l’8 settembre 1943), della ritirata a seguito dall’avanzata degli Alleati. Ma fu solo questo l’effetto della resistenza?
La resistenza fu un movimento di opposizione, sia politico che armato, nei confronti dell’occupazione tedesca.
La resistenza fu un movimento complesso che vide il riunirsi di diversi schieramenti politici, i quali si riunirono in formazioni spontanee formando i primi nuclei di movimento partigiani.
Le azioni principali di questi nuovi gruppi comprendevano per la maggior parte rapide azioni di sabotaggio contro installazioni e truppe nemiche, per poi ripararsi in rifugi, situati in montagna. L’obiettivo dunque era quello di ostacolare e annientare il nemico con operazioni di guerriglia a sorpresa.
Queste operazioni dunque, essendo di sorpresa, e cogliendo alla sprovvista il nemico, segnarono un certo vantaggio nei confronti del nemico e portarono via via alla liberazione dei territori.
Sì, ma la domanda era un’altra. Quale la rilevanza di questo movimento. La liberazione di territori? Tutto qui?
A mio parere la resistenza diventa la prima vera organizzazione che mirava alla totale distruzione del fascismo in Italia infatti da essa sfociarono il 9 settembre 1943 il comitato di liberazione nazionale (CLN) che rappresentava la nuova Italia democratica e, a Milano, il Comitato di liberazione nazionale per l’Alta italiana (CLNAI). Entrambi questi partiti, clandestinamente sostennero le attività partigiane di cui divennero l’organismo di rappresentazione e successivamente grazie a Palmiro Togliatti si ottenne quell’accordo determinante per la liberazione dell’Italia avvenuta solo nel 1945. In un’Italia quindi distrutta da una guerra appena terminata la Resistenza costituì l’unico spiraglio per continuare a desiderare nella libertà totale dell’Italia, anche se con essa vennero annesse altre guerre civili che indebolirono la popolazione ulteriormente.
Forse avresti potuto approfondire il legame tra la Resistenza e la nuova Italia liberata. Non è chiaro a quali altre “guerre civili” tu riferisca. Se ti riferisci ai prodromi della guerra fredda esemplificati dall’episodio di Porzus non si può parlare di una “nuova guerra civile” (si trattò di un caso relativamente isolato). Talvolta il tuo lessico traballa (queste “guerre civili” non sarebbero comunque “annesse”, semmai “prodotte” o “implicate”; il fascismo non fu “distrutto”, ma “abbattuto”; i comitati di liberazione non erano partiti, ma associazioni di rappresentanti dei maggiori partiti; l’accordo determinante voluto da Togliatti ha un nome: “svolta di Salerno” e risale all’aprile del 1944). In ogni caso preferisco di gran lunga la tua analisi personale e meditata alle risposte di chi se la sbriga scopiazzando da quanto si trova su Internet, senza prestare attenzione al quesito e a fornire risposte “a tono” (pertinenti).
I Partigiani ebbero un ruolo ambiguo nella lotta al fascismo e ai soldati tedeschi. Come sappiamo i partigiani si impegnarono per combattere contro l occupazione nazifascista dell italia settentrionale, causando alle volte più problemi che vantaggi per la lotta, problemi che sono sfociati in dei veri massacri dove un soldato tedesco contava come 10 cittadini italiani innocenti. La lotta partigiana servi molto di più per creare una nuova idea di Italia libera dal fascismo e pronta a ricominciare alla fine della guerra. I partigiani servivano al popolo italiano per ricominciare a credere nello stato italiano e per ridurre i provvedimenti contro l’Italia dopo la guerra.
Non mi sembra che si possa dire che i partigiani avessero un ruolo ambiguo. Almeno dovresti argomentare la cosa e specificare i casi. Forse ti riferisci a episodi come quello di Porzus? Andrebbe chiarito e inquadrato il fatto. Ma credo che tu ti riferisca al fatto che i loro attacchi provocassero talora, come nell’episodio di via Rasella, la reazione dei Tedeschi sulla popolazione civile. Allora forse avresti potuto scrivere che gli effetti delle loro azioni sono discussi per quanto riguarda la loro efficacia (sul piano militare) e le loro ricadute indirette sulla popolazione civile (rappresaglie tedesche, la cui responsabilità, tuttavia, nella loro efferatezza ricadono interamente sui militari tedeschi coinvolti).
La Resistenza italiana fu importante in primis per far sentire donne e uomini soggetti alle violenze della guerra meno soli perché parte di una comunità che li voleva proteggere e non era disposto a subire quelle brutalità in silenzio.
In secondo luogo la Resistenza fu la prima linea della lotta Antifascista e dimostrò che l’Italia non aveva un’unica visione della guerra e che gli ideali di molti erano più elevati rispetto a quelli che lo stato dimostrava al resto del mondo.
Inoltre le forze armate della Resistenza furono le prime a liberare alcune città (quelle del nord, come Firenze) dall’assetto fascista, precedendo gli Alleati che si mossero invece dal sud.
Per di più l’esistenza di questo fronte Antifascista permise nel dopoguerra all’Italia di avere delle concessioni durante i trattati di pace e grazie a ciò conservò l’unità nazionale, nonostante avesse perso alcuni territori, come Fiume, e le proprie colonie.
Infine questi stessi movimenti portarono alla creazione dei nuovi partiti politici dell’Italia nell’immediato dopo guerra e al successivo governo.
Hai colto diversi tratti rilevanti. Forse qualche parola in più poteva essere spesa per segnalare il rapporto tra la Resistenza e la nuova Repubblica (non semplicemente un governo).
. La Resistenza in Italia rispetto all’antifascismo assume, però, maggiore ampiezza per partecipazione e motivazione. Essa è stata multiforme tanto nei suoi aspetti quanto nelle sue ispirazioni. Non solo fatto militare, la guerra delle bande, e neppure preminentemente un fatto politico-organizzativo (CLN), ma anche fatto morale, contestazione di una prassi di governo e d’amministrazione ingiusta, impegno di coscienze per valori considerati assoluti. Fu, non meno, una realtà di sentimento, ribellione ai soprusi, alle violenze, agli arbitri, alle crudeltà che vennero sempre di più caratterizzando il governo di neofascisti e nazisti nell’Italia occupata. Di qui indubbie differenze anche d’impegno, di metodo, di intensità nella Resistenza, la quale se rivelò il massimo di intransigenza e di combattività nelle formazioni militari e nella politica dei CLN, sul piano morale si manifestò piuttosto come distanziamento e rifiuto di solidarietà con il governo di fatto, come affermazione, efficace anche senza polemica esplicita, di principi in contrasto con le direttive e la prassi dell’occupante. In tante cerchie assunse inoltre la forma pratica della solidarietà umana con i perseguitati, con i ricercati, cioè con gli attivisti della Resistenza politico-militare.
Chiara, questo brano è evidentemente tratto da una fonte. Non ti sei neppure preoccupata di adattarlo alla domanda. Inizi con “assume maggiore ampiezza”. Evidentemente il discorso continua una parte che non hai riportato… Ecco la fonte: http://www.sapere.it/enciclopedia/Resist%C3%A8nza.html
Perché mi fate perdere tempo e perdete tempo voi stessi? Che utilità ha questo esercizio? E’ come se tu fingessi di andare in palestra prima di affrontare una gara impegnativa (l’esame di Stato).
La funzione della resistenza Italiana a partire dal 1943 fu quella di contrastare i nazi-fascisti in Italia dopo lo sbarco nel Sud Italia degli Alleati. Furono fondamentali con la loto tecnica di guerriglia, anche casa per casa per scacciare appunto i nazisti. Purtroppo come in ogni esercito e guerra ci furono episodi violenti da entrambi le parti con vari stragi da entrambe le parti. Con gli americani però riuscirono a portar a termine la loro missione e dar vita ad un nuovo partito per un Italia nuova.
Un nuovo partito? La rilevanza del fenomeno non si riduce a questo. Anche tu come altri hai confuso la narrazione o descrizione della Resistenza con una valutazione della sua importanza.
Nell’estate del 1943 nacque la Resistenza, dopo lo sbarco degli Alleati che che liberarono il Sud (fino alla linea Gustav) e i Nazisti scesero in Italia ad occupare il Centro-Nord. La Resistenza era formata da gruppi politi antifascisti diversi che però erano accomunati dal unico obbiettivo di rendere l’Italia libera dal nazifascismo. Questi gruppi politici diedero origine al CNL, il Comitato di Liberazione Nazionale, il cui obbiettivo era di organizzare la lotta contro il nazifascismo e costituire quella che successivamente sarà la Nuova Italia. Con la Resistenza il popolo italiano capì che per riuscire a sconfiggere il nazifascismo dovevano unire le proprie forze per riuscire nell’impresa, infatti nel 25 aprile del 1945 il CNL ne uscì vincitore da questa lotta. Il popolo italiano quindi capì che per riuscire in certe imprese è indispensabile la cooperazione.
Hai riferito correttamente i principali eventi connessi con la resistenza, ma sulla rilevanza o importanza di essa ti sei limitata a dire “Il popolo italiano quindi capì che per riuscire in certe imprese è indispensabile la cooperazione”. Non è un po’ poco? Come hai scritto poco sopra nacque la NUova Italia. Ma con quali caratteristiche? Come e in che senso la resistenza fu importante per questo “parto”?
La Resistenza in senso lato fu un insieme di gruppi molto eterogenei che avevano comune obiettivo di opporsi ai regimi nazi-fascisti, che si svilupparono in molti paesi occupati tra cui l’Italia. In quest’ultima, i vari gruppi antifascisti confluirono nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) e si impegnarono a liberare le più importanti città italiane (Napoli, Firenze, Genova, Torino, Milano, ecc.). Questo forse dimostrò agli Alleati che il popolo italiano non credeva nel Fascismo e in qualche maniera contribuì sollevare l’Italia da gravi sanzioni e di farle mantenere la sua unità. Il governo italiano, durante l’occupazione, si era ripromesso, alla fine della guerra, di indire un referendum per scegliere tra repubblica e monarchia e di scrivere una nuova Costituzione che vide il confluire delle idee di tutte le varie forze politiche, in gran parte appartenenti al CLN, e che avrebbe scongiurato l’avvento di un altro regime totalitario.
Hai colto i punti essenziali. Forse avresti potuto esprimere in mondo più esplicito ciò a cui alludi nell’ultimo periodo, ossia che la Resistenza ebbe un ruolo, più che militare, di ordine politico, e servì a fondare e giustificare l’ordine democratico dello Stato nel quale ancora viviamo.
L’otto Settembre del 1943 venne reso pubblico l’armistizio (stipulato il 3 Settembre) che sancì la fine della guerra tra l’Italia e gli alleati, ma l’entusiasmo del popolo non durò a lungo perchè i tedeschi invasero l’Italia e così inizio l’occupazione nazista che durò fino al 1945. Proprio in questo periodo nacque la Resistenza che riuniva persone con diversi principi (comunisti, socialisti, liberali…) ma tutti accomunati dall’antifascismo. Nonostante dal punto di vista militare non abbia avuto un ruolo determinante, acquistò molta importanza dal punto di vista sociale e politico , infatti oltre ad accreditare l’Italia sia agli occhi del mondo sia a quelli degli stessi italiani, ha dimostrato che in caso di necessità sia possibile mettere da parte le proprie differenze per combattere un nemico comune , anche se l’eterogeneità inevitabilmente provoca una certa debolezza.
Interessanti le tue osservazioni finali. Sarei curioso di capire a che cosa ti riferisci in particolare quando scrivi che “l’eterogeneità inevitabilmente provoca una certa debolezza”.
LA RESISTENZA FU UN DIFFUSO MOVIMENTO DI OPPOSIZIONE SIA POLITICO CHE ARMATO , IL QUALE RACCHIUDEVA IN SE’ DIVERSI ORIENTAMENTI POLITICI AVENTI COME OBBIETTIVO PRINCIPALE OPPORSI AI REGIMI TOTALITARI QUALI NAZISMO E FASCISMO; BISOGNA NOTATE LA SOLIDARIETA’ DEL POPOLO ITALIANO MOSSO DAL MOTO ”L’UNIONE FA LA FORZA” DETERMINATO A CACCIARE DALL’ITALIA UNA VOLTA PER TUTTE IL NAZIFASCSMO CHE ORAMAI AVEVA LE ORE CONTATE.
QUESTE FORZE POLITICHE ANTIFASCISTE IL 9 SETTEMBRE 1943 DIEDERO VITA AL CLN, ORGANISMO POLITICO CHE RAPPRESENTO’ LA NUOVA ITALIA DEMOCRATICA.
L’
Sintetico e in parte parziale, ma essenzialmente corretto. Non usare MAI (ops!) il carattere CAPTIALE per scrivere su Internet (equivale a urlare ed è contrario alla netiquette).
Prima di affrontare la questione riguardante la Resistenza e/o la Shoah in sé, a mio parere, sono da citare le motivazioni che spinsero alla nascita di queste “ribellioni”.
E’ l’8 settembre 1943, giorno in cui viene firmato l’armistizio che sanciva la fine del conflitto tra Italia e Anglo-americani, e comincia la fulminea occupazione della penisola da parte dei tedeschi spaccando in 2 il Paese. A Meridione nasceva il Regno del Sud presieduto dal generale Badoglio, nel Centro-Nord invece si è restaurato un ulteriore governo fascista: nasce la Repubblica sociale italiana (RSI) o Repubblica di Salò successivamente alla liberazione di Mussolini per mano dei tedeschi a Campo Imperatore.
Il 23 settembre 1943, 15 soli giorni dopo la firma dell’armistizio, si forma il primo governo della Repubblica sociale=Partito fascista repubblicano guidati dall’idea di un ritorno al “fascismo delle origini” con obiettivo la lotta contro i traditori del 25 luglio 1943(ARRESTO DI MUSSOLINI) e adottando un esplicito filonazismo.
Siamo ora nell’ottobre dello stanno anno e la Repubblica procede ala coscrizione obbligatoria per:
1. Fornire truppe ausiliari ai tedeschi per le retrovie
2. Costituire una Guardia Nazionale repubblicana che avrebbe dovuto prendere il posto dei corpi di polizia già esistenti
3. Formazione di alcune divisioni per i combattimenti in prima linea
Cominciarono così le ribellioni dei civili, manifestate dalla loro indisponibilità nell’adempiere il volere della Repubblica, a cui il governo neofascista rispose con una vera e propria “CACCIA AI RENITENTI” sotto la minaccia della fucilazione e talvolta praticando il saccheggio di prodotti agricoli-industriali, reclutamento forzato e deportazioni.
Comincia quindi a diffondersi tra coloro oppressi dal regime nazifascista una diffusa opposizione, un insieme complesso e articolato di organizzazioni politiche e di lotta armata che assunse in seguito il nome di
Resistenza.
Nascono quindi le prime forme di guerriglia partigiana: piccoli nuclei, formati da ex militari, con scarsi armamenti e operanti perlopiù fuori dai centri abitati. Il loro obiettivo prevedeva indebolire installazione e truppe nemiche con rapide azioni di sabotaggio per poi trovare rifugio in posti poco accessibili, ad esempio in montagna.
Contemporaneamente alla formazione del nuovo governo nazifascista, però, si creò anche il Comitato di liberazione nazionale (CLN) prima, e dopo il CLN per l’Alta Italia, un organismo politico che rivendicava i principi democratici ormai da fin troppo tempo assenti, e che cominciò a combattere oltre che il nazifascismo, anche la monarchia, accusata di aver contribuito alla disastrosa situazione del Paese, sebbene entrambi dovettero operare sin dall’inizio clandestinamente.
Si crearono in seguito le Brigate Garibaldi, le Brigate Matteotti e i Gruppi di azione patriottica (GAP), ovvero piccole e agili cellule di tre/quattro persone al massimo con obiettivo attentati a politici fascisti mirati, ai militari tedeschi o informatori dell’RSI
Mentre gli Alleati, giorno dopo giorno, avanzavano verso il Nord liberando man mano l’Italia, dal 23 aprile 1945 tutti gli uomini della Resistenza scesero in battaglia nelle grandi città del Nord Italia quali Torino, Milano, Genova, Bologna per combattere in prima linea. E’ il 25 aprile 1945 e viene proclamata l’insurrezione generale, e la Resistenza riesce a liberare tutte le città del Nord prima dell’arrivo degli Alleati.
Mussolini viene catturato a Dongo dai partigiani e venne fucilato il 28 aprile.
Il 29 aprile i tedeschi firmano la resa.
In ultima, quindi, ritengo che la Resistenza ebbe avuto un’importanza sia Ideologica che politica.
Ideologica perché l’Italia si mostra unita, patriottica, uno Stato capace di rivendicare i propri diritti, compatto contro un unico nemico: il Nazismo, e capace di lottare, unita, per il bene della Nazione.
Politica, invece, perché oltre al fatto di riuscire a liberare l’Italia dal nazifascismo (tutti gli uomini della resistenza il 23 aprile 1945 scendono in guerra nelle maggiori città del Nord Italia quali Genova, Milano, Bologna, Torino, riuscendo a liberare il Nord Italia il 25 aprile 1945 prima dell’arrivo egli Alleati), riescono anche a permettere che all’Italia non vengano inflitti danni gravi dagli Alleati come ad esempio accadde alla Germania.
Ottima idea. Hai sfruttato la necessità di ripassare per il colloquio anche per svolgere gli esercizi sugli stessi argomenti.
LA risposta è ricca come era ricca la tua esposizione orale, ma all’esame devi essere più sintetico e rispondere in modo più pertinente al quesito. Le domande non sono pretesti per riassumere capitoli di libri, ma vere domande a cui è bene rispondere come faresti spontaneamente in una conversazione.
Penso che la rilevanza della Resistenza sia dovuta al fatto che, essendo un movimento politico antifascista, é riuscita a liberare parte dell’Italia dal nazifascismo aiutando così gli Alleati che si stavano facendo largo in Italia a partire dal sud grazie anche allo sbarco in Sicilia . Anche le concessioni che l’Italia ha avuto durante le trattative di pace sono state date grazie al fatto che la Resistenza é riuscita a radunare gran parte dei cittadini dimostrando così che non tutti i cittadini, se non una minor parte di essi, si dimostravano favorevoli al governo nazifascista e in questo modo riuscirono anche a mantenere un’unità nazionale.
La domanda richiede l’esposizione della principale funzione che, secondo il proprio parere, ha avuto la Resistenza in Italia, quindi, nonostante furono molteplici i ruoli che ricoprì, dal sabotare i convogli fascisti al proteggere persone che sarebbero state deportate, mi concentrerei sull’impatto ideologico che l’ha contraddistinta, in quanto pose le basi di un’Italia più unita, con ideali e obiettivi diversi, sì, ma unita contro un regime oppressivo e totalitario. Tuttavia, questa analisi mi lascia un po’ di amaro in bocca, perché mi presenta una prospettiva triste, ovvero una coesione nel caso in cui ci sia un nemico, non dettata da principi morali, ma dalla paura.