Scarica e leggi questi testi di Nietzsche e rispondi nel solito box qui sotto alle due domande che li corredano.
Se credi puoi aiutarti studiando la parte già pubblicata dell’unità didattica su Nietzsche.
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Se credi puoi aiutarti studiando la parte già pubblicata dell’unità didattica su Nietzsche.
“Non ci sono fenomeni morali ma solo interpretazioni morali di fenomeni” e il motivo per cui dobbiamo comportarci moralmente è “la società”. Quello di cui Nietzsche si preoccupa di far capire non è il “comportarsi moralmente” ma la vera origine della morale (la quale non è ne religiosa ne altro). Essa ha come fondamento la paura di fare brutta figura nei confronti degli altri.
In estrema sintesi (e con qualche lacuna) è come scrivi. Si poteva precisare che la paura di fare brutta figura (o della vergogna) si traduce in un vero e proprio senso di colpa (cattiva coscienza), quando l’educazione è completa e che l’origine di tutto questo è la punizione a cui i trasgressori della legge comune sono soggetti nelle prime società umane.
Nietzsche sostiene che tradizionalmente si tendeva a dare tutto per scontato e secondo lui per spiegare i fenomeni è necessario fare riferimento alla sfera etica e morale, costruendo così una genealogia di tutti i valori. Si scoprirebbe quindi che i valori hanno un’origine diversa da quella creduta, perché molti di essi sarebbe di derivazione laico-cristiana e perciò l’uomo è spinto a comportarsi in modo giusto solo per la sua convenienza. Esercitando il sospetto su i valori morali e la vita religiosa, si nota che i valori sono fondati sul bisognosi valori stessi, ovvero si fondano sul nostro bisogno disperato di crederci.
Nel secondo testo ritroviamo invece il rapporto tra io e il corpo: il corpo è una pluralità, una grande regione, mentre l’io sta dietro gli strumenti del corpo che sono spirito e senso ed è dominato dal Sè. L’io fa qualsiasi cosa il Sè voglia: se vuole provare il dolore, allora lo prova e pensa a come non provarlo più, mentre se il Sè gli dice di gioire, cerca di gioire sempre più spesso, pensando. Perciò più uno dispera, tanto più spera, diventando così incapace di costruire sopra se stesso.
Mi sembra che tu abbia colto l’essenziale, tuttavia l’esposizione non è chiara (ad onta del tuo nome). Non è che per N. “per spiegare i fenomeni è necessario fare riferimento alla sfera etica e morale”, ma, al contrario, per spiegare i fenomeni “morali” (p.e. le azioni ritenute ingiuste) bisogna fare riferimento a sfere a-morali (per esempio all’istinto). Effettivamente per N. “i valori hanno un’origine diversa da quella creduta”, ma non sono appunto per questo “di derivazione laico-cristiana”, come si crede, bensì, come detto prima, derivano da istinti o altre spinte inconfessabili (tra cui, certamente, la “convenienza”). I valori sono fondati sui… “bisognosi valori stessi”? Forse volevi scrivere: sul “bisogno DEI valori stessi”.
L’analisi del secondo testo è abbastanza corretta, ma sembra che tu giustapponga varie considerazioni di N. senza coglierne il nucleo. Non ti sembra che si tratti di un coerente sviluppo dei precedenti testi? Come i valori morali dipendono, in realtà, dagli istinti, così anche il nostro io, sede delle credenza in tali valori, dipende in effetti dal corpo, di cui è espressione. Ad esempio tu credi di voler studiare perché – poniamo – “è giusto” (questo è quello che pensa il tuo io, ciò di cui sei cosciente), ma, magari, – poniamo – studi solo per compiacere i tuoi genitori o gli insegnanti e ricevere bei voti (il tuo corpo chiede questo genere di gratificazione, anche se tu non lo ammetti a te stessa). Questo è quello che intende suggerire Nietzsche.
1-Tradizionalmente, con la diffusione della morale platonico-cristiana, gli uomini sostenevano che un’azione, in quanto moralmente rilevante, seguisse una libera intenzione, nella quale sarebbero risieduti il merito o la colpa dell’azione stessa (all’eventuale colpa dovrebbe seguire la punizione, mentre all’eventuale merito il premio). Nietzsche inverte la dottrina di causa-effetto suddetta, sostenendo che non esistano fenomeni morali, ma solo interpretazioni morali di fenomeni; l’esperienza proveniente dall’educazione dei bambini dimostra che in realtà a un’azione moralmente neutra, in quanto esercizio di puro istinto, seguono premio e punizione: è proprio l’istinto che rende l’uomo sempre innocente, in quanto le vere motivazioni delle nostre azioni si nascondono in un istinto innocente e privo di morale.
2-Contraddicendo Cartesio, Nietzsche sceglie come punto di partenza della sua interpretazione l’idea che è il corpo, non l’anima, la parte dell’uomo che si conosce meglio e allo stesso tempo non separa l’uno dall’altra, bensì le ritiene due parti indissociabili e interconnesse di un tutt’uno. Il corpo rappresenta una grande ragione, mentre l’io/spirito è esclusivamente un mezzo del corpo: l’uomo si crede padrone di se stesso, ma non lo è, in quanto i pensieri dell’io sono comandati dal Sé, il quale risiede nel corpo ed è una ragione ben più grande dell’io.
Le tue due analisi sono apparentemente impeccabili. Tuttavia la prima risposta sembra ripresa quasi letteralmente dalla sintesi proposta sul sito principale, nella prima pagina dedicata al Nietzsche, mentre l’esercizio chiedeva che si partisse dai testi di Nietzsche offerti in lettura (dai quali, certamente, si poteva ricavare quello che scrivi; ma, nella tua esposizione, il rapporto con i testi è del tutto assente).
Per Nietzsche non esistono fenomeni morali, ma esistono solo nostre interpretazioni dei fenomeni, che a seconda delle nostre credenze e condizioni può assumere un aspetto per noi morale o no. Quindi l’origine della morale è data dalla società in cui viviamo.
Inoltre per Nietzsche il corpo e l’io sono due parti dello stesso insieme, dove il corpo assume un aspetto di preponderanza.
Sintetico ma corretto.
Nietzsche afferma che normalmente si tendeva a dare tutto per scontato e secondo lui per spiegare i fenomeni bisogna fare riferimento a sfere a-morali, come per esempio l’uso dell’istinto, costruendo così una genealogia di tutti i valori. Si scoprirebbe quindi che i valori hanno un’origine diversa da quella che si credeva, poiché molti di questi derivano da istinti o altre spinte indicibili e perciò l’uomo è spinto a comportarsi in modo corretto solo per il suo interesse personale.
Quindi i valori sono fondati sul bisogno di valori stessi, ovvero si fondano sul nostro bisogno disperato di crederci.
Come ritrova nell’educazione dei bambini, è proprio l’istinto che rende l’uomo innocente, come i bambini seguono il loro istinto in maniera innocente.
Nel secondo testo Nietzsche da la sua interpretazione del rapporto tra io e il corpo, che possono essere definite due faccine della stessa medaglia: il corpo è una pluralità, mentre l’io è lo strumento del corpo che è solo spirito ed è dominato dal Sè.
l’uomo si crede pensatore e padrone delle sue azioni, ma non lo è, poiché i pensieri dell’io sono comandati dal Sé, che si trova nel corpo ed è una ragione maggiore dell’io.
Hai colto il punto essenziale.
La radice della morale secondo Nietzsche è riconducibile a due importantissime frasi presenti nei testi: la prima è “Non esistono fenomeni morali, ma solo un’interpretazione morale dei fenomeni”; mentre la seconda è “La bugia più comune è quella con cui si mente a se stessi”. Riguardo la prima, la centralità della frase (e del concetto ) sta nella parola interpretazione: infatti il significato o la causa di tutti i fenomeni morali, dei nostri pensieri e delle nostre azioni dipende da ciò che noi abbiamo appreso nella nostra vita e nel nostro percorso educativo. Inoltre varia anche in base all’età di un individuo, ad esempio in un bambino, una sua azione generata puramente da un suo istinto e quindi ‘moralmente’ neutra, causa una conseguenza che può essere buona o cattiva. Ma questo il bambino non lo sa di principio, lo interpreta a suo modo dopo che avrà visto la reazione alla sua azione (Nietzsche infatti ribalta i rapporti di causa effetto). Questo esempio sta a dimostrare che le nostre azioni spesso sono causate dal nostro istinto che si dimostra innocente e privo di moralità; per questo condivido pienamente la frase citata inizialmente, l’interpretazione è la chiave di tutto. Riguardo la seconda invece si afferma che la peggior bugia è quella fatta a se stessi, poichè una bugia detta a qualcun altro per (magari) rendere una situazione favorevole a se stessi è comprensibile e capibile (chi di noi non l’ha mai fatti, chi non ha mentito ad un altro per seguire i propri fini). L’esempio del prete citato nel testo infatti mostra in modo esaudiente il significato di tale frase
Ottima e analitica interpretazione anche se non esplora tutto quello che gli altri testi suggeriscono (ad esempio sulle vere motivazioni “sociali” delle nostre azioni). Manca poi la risposta al secondo quesito.
Nietzsche conduce un’analisi genealogica della morale per mostrare il carattere storico e i valori etici e le motivazioni umane che ne sono alla base. questa analisi genealogica segue uh metodo di ‘scomposizione’ della morale nelle sue parti più semplici, cosi da poterla smascherare.
Nietzsche afferma che i sentimenti morali non hanno origine in un regno superiore dello spirito, ma da impulsi inferiori, bisogni e istinti ‘umani, troppo umani’.
Dunque afferma che dietro i comportamenti considerati più nobili vi sono in realtà i moventi più bassi (meschinità ,paura, ipocrisia e ricerca del piacere).
La morale che nasce dai sentimenti ritenuti morali è quindi un inganno, ma inconsapevole. Innanzitutto è un autoinganno, perciò gli ingannatori, ingannano prima di tutto se stessi e vengono creduti perché sembrano essere, e sono sinceri. per Nietzsche l’uomo non è libero, ma è in balia degli eventi e non può quindi essere ritenuto moralmente responsabile. I suoi istinti non possono essere giudicati in sè ne buoni nè cattivi perchè in natura non c’è niente che sia buono o cattivo. Non ci sono fenomeni morali, ma solamente interpretazioni morali dei fenomeni. Dunque la morale è una costruzione sociale, ovvero l’insieme dei valori e delle norme che tengono unita la società, una comunità. Non è nè l’incarnazione di valori eterni e universali nè il risultato di un accordo, bensì il risultato dell’interiorizzazione di usanze sociali.
Ottima analisi (ma manca la seconda risposta).
1.Seppur non ce ne rendiamo conto,il mentire a noi stessi accade molto più spesso rispetto al mentire agli altri,ciò accade perché non vogliamo vedere la realtà delle cose , quando in realtà l’autosuperamento dello spirito ci darebbe invece tutti i mezzi per non credere più alle menzogne come l’esistenza di Dio; Nietzsche nega poi l’esistenza della morale o per meglio dire,nega che esistano veramente motivi per sentirsi immorali. Risulta necessario poi porre in questione il valore dei valori morali in quanti li abbiamo sempre considerati dati di fatto,ma se anche nel bene morale ci fossero dei pericoli?
Infine Nietzsche sostiene che i bastioni con cui l’organizzazione statale si proteggeva dagli antichi istinti di libertà ha messo questi stessi istinti contro l’uomo stesso e di conseguenza l’uomo,in mancanza di nemici esterni si perseguitava e si rodeva da solo.
2.Secondo Nietzsche il corpo è l’io e chi disprezza il corpo sta solo ascoltando il proprio Sé che vuole allontanarsi dalla vita e quindi dal proprio corpo.
Il corpo è una pluralità con un solo senso e del corpo fanno parte la ragione e lo spirito. L’io è comandato da il Sé che abita nel nostro corpo ed è il nostro corpo.
La risposta è corretta, ma troppo fedele ai testi (“autosuperamento dello spirito”, “bastioni” ecc.). Questo rende la risposta un po’ sfilacciata, non mirante all’essenziale e non fa capire fino a che punto tu abbia compreso quello che hai scritto.
1.I fenomeni presi in considerazione da Nietzsche hanno tradizionalmente una spiegazione che riguarda una ragione morale derivante da un qualcosa di divino, come Dio per la cultura cristiana. Per Nietzsche invece Non esistono fenomeni morali, ma solo un’interpretazione morale dei fenomeni data dagli uomini stessi. I fenomeni avvengono perché, causati da vari fattori e altri fenomeni, non possono che avvenire.
2.Secondo Nietzsche è il corpo che crea, che suscita desideri, bisogni, dolori e gioie e non l’io come pensa l’uomo.
Buona analisi.
nietschze ritiene che non esistano fenomeni morali ma solo interpretazioni morali di fenomeni, lo studio riguardante l’educazione dei bambini rivela che a un azione neutra consegue un premio o una punizione
Sintetico ma corretto. E il rapporto tra corpo e anima?
la morale affonda le sue radici nella società infatti con l’avvento della società gli istinti dell’uomo selvaggio,libero si volsero a ritroso contro l,uomo stesso
Sintetico, ma corretto. E il rapporto tra corpo e io?
Qui Nietzsche spiega che quelli che noi chiamiamo valori morali, non hanno alcun fondamento. Rivela che i motivi che l’uomo tiene per agire moralmente non sono in realtà i veri motivi e inoltre dice come i valori morali non siano veri, possono essere creduti veri ma in realtà sono falsi.
Il rapporto tra il corpo e l’anima per il filosofo sono visti come due entità che formano un unico insieme.
E quali sono i veri moventi dell’agire? Nell’ultimo testo, poi, Nietzsche dice qualcosa di più di quello che hai scritto.
Secondo Nietzsche la morale può variare in base all’educazione ricevuta e dalla nascita della società che ha stabilito norme definitrici sui comportamenti morali e non di un individuo.
Non di un individuo? In che senso. Comunque la tua risposta di Filosofia, come quella di Storia sono fuori tempo massimo…