Leggi questi estratti da diverse opere di Marx e, sulla base di quanto già indicato in aula (ripreso nei primi capoversi di questa pagina del sito principale dedicata a Marx) e di quanto scrive il manuale (di quinta), U2, cap. 2, § 3, pp. 95-96, individua le principali analogie e le principali differenze tra l’approccio filosofico di Marx e quello di Hegel.
Innanzitutto sia Marx che Hegel usano la dialettica che però Marx utilizza per fenomeni storico-sociali. Inoltre in Marx vi è il rovesciamento della prospettiva idealistica di hegel, ovvero rifiuta che la natura derivi dallo spirito, dalla coscienza affermando che la.produzione di idee, della coscienza nasca dai comportamenti materiali degli uomini, dalla società. Infatti la produzione spirituale, si manifesta nel linguaggio della politica, delle leggi, della
morale, della religione, della metafisica, ecc. di un popolo.
Marx poi definisce solo la prassi, l’azione capace si sintesi. La sintesi hegeloana era invece tale so nel pensiero priva di qualsiasi applicazione efdettiva che le.desse vita. Basti pensare alla stessa dialettica servo padrone: di fatto il servo rimarrà dipendente dal padrone, sottomesso a lui. Vi servirà quindi una prassi di rivoluzione che emanciperà il servo realmente.
Ottima analisi. Come (credo) vedremo in aula, l’accento sulla prassi costituisce una critica non solo dell’idealismo, ma anche del materialismo “astratto” tradizionale (rappresentato per Marx soprattutto da Ludwig Feuerbach), che si limitava a “studiare” la natura e la società, senza volerle trasformare.
Marx deriva da Hegel il metodo fondamentale, la dialettica, ovvero quel processo che consiste nel mettere in luce le contraddizioni di “teorie” precedenti.
Marx però, a differenza di Hegel, la applica prevalentemente ai fenomeni storico-sociali concreti spiegando anche perché certe tesi resistono nel tempo storico più di quanto logicamente meriterebbero.
Essi si differenziano inoltre per la diversa prospettiva, infatti se Hegel è rivolto essenzialmente al passato, dal canto suo Marx è rivolto al futuro ritenendo che la comprensione del passato sia una condizione per l’azione-realizzazione della sintesi rivolta al futuro.
Secondo Hegel poi la natura deriva dallo spirito, che dunque lo spirito si manifesta nelle sue diverse forme storiche, mentre per Marx è lo spirito a derivare dalla natura e dunque è esso che si “modifica” in base all’andamento della storia.
Hai colto gli elementi veramente essenziali.
La dialettica è uno dei punti di maggior diversità tra questi due filosofi. secondo Hegel infatti la dialettica si basa su tesi, antitesi e sintesi (triade) mentre per Marx è il continuo scontro di opposti, nella storia che è processo dialettico non c’è mai vera sintesi, il lavoro è il momento negativo che permette lo scatto alla sintesi (è giungere al comunismo).
da questo si può giungere anche ad un altro aspetto di differenza: il concetto di storia; Hegel definisce la storia come un corso ordinato e razionale, guidato dallo Spirito.Gli uomini non sono altro che i mezzi di cui la Ragione si serve per attuare il suo fine, ossia che lo Spirito giunga a comprendere la sua natura di Spirito Assoluto. La guerra è l’astuzia della Ragione; secondo Marx invece è l’insieme delle attività dell’uomo per soddisfare i propri bisogni attraverso il lavoro.
Marx approda al materialismo storico secondo cui le vere forze motrici della storia non sono di natura spirituale (Hegel) ma materiale e socio-economiche
La tua esposizione coglie punti importanti ma non è molto chiara. Neghi che Marx tematizzi la sintesi, poi dici che per lui la sintesi è il raggiungimento del comunismo. Anche in Marx, dunque, ci sono triade dialettiche, soltanto che ciò che per lui realizza la “sintesi” è la prassi, non il pensiero. Anche per Marx la storia ha una sua logica e una sua interna necessità… Cambiano i fattori determinanti in gioco (in Hegel lo Spirito, in Marx i rapporti economici reali).
Hegel e Marx presentano un’importante elemento in comune e un’altrettanta importante differenza:
– l’elemento in comune è lo Spirito della storia, un processo irreversibile e in continua evoluzione impossibile da contrastare.
L’idea di Hegel e l’obiettivo di Marx è quello di “cavalcare l’onda” della storia (per marx precisamente il “vero” comunista doveva essere in grado di leggere la situazione e capire il giusto momento per effettuare la rivoluzione).
– la grande differenza risiede invece nel concetto stesso di filosofia: per Marx tutto ciò di filosofico, religioso, propagandistico, solamente razionale, era pura ideologia, ovvero qualcosa di creato dalla classe dominante per soggiogare la classe inferiore (in modo diretto o indiretto, come per esempio il proporre proteste pacifiche o in ogni caso qualcosa che non permetteva l’attuazione pratica e fisica della rivoluzione, o perfino “illudere” la popolazione della loro presunta superiorità rispetto ai potenti)
Hai colto aspetti importanti, trascurati da altri. Paradossalmente, però, non hai sottolineato differenze più ovvie e immediate, come quella tra l’idealismo di Hegel e il materialismo di Marx, che si riverbera nel diverso rapporto dei due con il passato e il futuro (nonché, corrispondentemente, con la comprensione e la trasformazione del reale).
Marx riprende da Hegel principalmente il metodo fondamentale, la dialettica (l’utilizzo del dialogo per svelare le contraddizioni). Egli però la applica prevalentemente ai fenomeni storico-sociali, perché, in opposizione a Hegel, pensa che la natura non derivi dallo spirito (pensiero hegeliano) ma, al contrario, sia lo “spirito” a derivare dalla natura.
In questi fenomeni storico-sociali Marx mette in luce le contraddizioni; interessandosi soprattutto alle dinamiche storiche e non solo di comprensione. Un esempio del “rovesciamento” marxiano della dialettica hegeliana riguarda il rapporto servo-padrone. Secondo Hegel, se il padrone appare indipendente e il servo appare dipendente da lui, in realtà, è il padrone a dipendere dal servo, mentre il servo è indipendente dal padrone. Il problema consiste nel fatto che questa “sintesi” in Hegel è una sintesi “nel pensiero”. Infatti, secondo Marx, il “servo” (cioè la classe operaia) resta “dipendente” dal padrone ( la classe borghese o capitalistica), fin tanto che non se ne emancipi con un’azione rivoluzionaria. Secondo Marx, solo l’azione è capace di sintesi, una sintesi che può compiersi, dunque, solo nel futuro, rispetto al presente del riconoscimento nel pensiero delle contraddizioni in una determinata situazione storico-sociale.
… dunque in Marx, rispetto ad Hegel, cambia la funzione della filosofia e il rapporto tra passato, presente e futuro. Dire che Marx si interessa di “dinamiche storiche e non solo di comprensione” non è molto chiaro. Anche Hegel si interessava di “dinamiche storiche” nel senso della storia dello Spirito. Forse meglio dire che Marx non vuole solo comprendere ma anche trasformare la storia (come poi illustri correttamente con l’esempio dell’azione che la classe “serva” dovrebbe e potrebbe compiere per emanciparsi).
Buonasera,
entrambi i filosofi utilizzano e trattano di dialettica, ossia l’arte del mettere in luce le contraddizioni attraverso il dialogo, ma lo fanno in modi diversi e con visioni diverse: Hegel sviluppa prospettive idealistiche mentre Marx pensa materialisticamente.
Marx si ispirò quindi alla dialettica hegeliana, applicandola però solamente a fenomeni storici-sociali e mettendo in luce le contraddizioni.
Una delle principali differenze tra i due filosofi la possiamo trovare, come anticipato sopra, nel loro pensiero: mentre Hegel pensava che la natura derivasse dallo spirito, Marx riteneva invece l’incontrario, che fosse la coscienza (o spirito) a derivare dalla natura.
Marx aggiunge poi anche un nuovo elemento alla sua dialettica: la spiegazione del perché certe tesi resistono nel tempo storico più di quanto logicamente meriterebbero.
Tutto giusto anche se un po’ ridondante e ripetitivo. Un’altra differenza riguarda il rapporto tra teoria e prassi e tra passato e futuro.