Dopo aver letto le pagine del sito principale dedicate all’origine greca della rivoluzione scientifica, alla distinzione tra metodo scientifico (matematica) e metodo filosofico (dialettica) (risalente a Platone) e, infine, al caso particolare delle antiche (ed errate) teorie geocentriche, discuti la seguente questione:
- Le teorie geocentriche a cui gli uomini aderivano prima della rivoluzione copernicana erano o no teorie scientifiche?
A mio parere le teorie geocentriche a cui gli uomini aderivano prima della rivoluzione copernicana erano teorie scientifiche, ma solo a partire dal momento in cui Eudosso di Cnido, astronomo dell’Accademia di Platone, descrive il modello geocentrico come un modello puramente geometrico. Egli infatti non descrive più solo i fatti, ma descrive una loro interpretazione matematica basata su ipotesi. Tutt’oggi noi riteniamo scienza ciò che si può descrivere come leggi matematiche sostenute da ipotesi. Nonostante l’integrazione delle ipotesi di Ipparco e Tolomeo a quelle di Eudosso, Copernico riesce a dimostrare che le loro ipotesi sono errate e il modello dei corpi celesti è in realtà eliocentrico.
Hai colto il punto fondamentale per quanto riguarda l’origine della scienza. Quanto alla capacità di dimostrare, da parte di Copernico, la verità del modello eliocentrico rispetto a quello geocentrico, torneremo a più riprese (anche in quinta) sulla questione.
A mio parere le teorie geocentriche a cui gli uomini aderivano prima della rivoluzione copernicana erano teorie scientifiche perché seguivano un procedimento dimostrativo, dei criteri quantitativi e un approccio sperimentale, partivano da delle ipotesi in forma matematica per giungere a delle tesi.
Eudosso di Cnido tenta di dare una spiegazione all’“irregolarità” dei moti celesti presentando un modello puramente geometrico, il cui intento è quello di salvare i fenomeni, cioè di fornire una composizione geometrica ideale di moti che riproduca ciò che noi vediamo.
Si tratta di un’interpretazione matematica di osservazioni basata su ipotesi introdotte per “salvare” ciò che i sensi percepiscono, in particolare si basa sull’ipotesi che tutti i moti dei corpi celesti siano la combinazione di moti circolari uniformi.
Ipparco cerca di “salvare” il modello di Eudosso rendendolo più attinente alle osservazioni empiriche, facendo ricorso a due meccanismi: le sfere eccentriche e gli epicicli.
Tolomeo, invece, aggiunge ai dati raccolti dai suoi predecessori quelli provenienti dalle sue osservazioni e riordina tutto il materiale con strumenti matematici, facendo uso dei procedimenti utilizzati da Ipparco.
Ottima analisi. Solo una precisazione: sebbene, come documenta Russo nel suo libro, molti scienziati greci si valessero del metodo sperimentale (p.e. Archimede quando giunse al famoso principio sul galleggiamento dei corpi che da lui prende il nome), nel caso degli studi astronomici più che di vere e proprie sperimentazioni (che presuppongono l’allestimento di speciali condizioni da parte dello sperimentatore) è corretto parlare di “osservazioni”.
La teoria geocentrica formulata prima da Eudosso, poi migliorata da Ipparco e infine perfezionata da Tolomeo può essere considerata una teoria scientifica. Questo poiché, seguendo il procedimento scientifico, formulavano un’ipotesi tramite l’osservazione che poi dimostravano creando un modello matematico funzionante tanto da essere in grado ancor oggi di calcolare l’esatta posizione dei pianeti del sistema solare.
Hai colto il punto. Non direi tuttavia che necessariamente costoro “formulavano un’ipotesi tramite l’osservazione che poi dimostravano creando un modello matematico funzionante”, quanto che “formulavano un’ipotesi che poi ‘corroboravano’ o ‘confermavano’ (fino a prova contraria!, dunque non in modo assoluto) creando un modello matematico funzionante, cioè tale da ‘salvare i fenomeni’ ossia corrispondente alle osservazioni”. Sembra la stessa cosa, ma il fatto è che non ha rilevanza il modo in cui si giungeva (e si giunge) a formulare l’ipotesi (può trattarsi anche di un’intuizione, un’illuminazione, come si dice che accadde p.e. a Newton [episodio della caduta della mela] e ad Einstein), non è necessario che essa “derivi” dalle osservazioni (infatti, se si partisse dall’osservazione, difficilmente si sarebbe giunti a immaginare il moto della Terra intorno al Sole), quello che è rilevante è che l’ipotesi, comunque formulata, sia matematicamente coerente e che, “dopo essere stata formulata”, “salvi i fenomeni”, cioè corrisponda alle osservazioni. Insomma la “congruenza” con le osservazioni non deve necessariamente precedere, ma deve senz’altro seguire l’elaborazione teorica. Ma ci sarà modo di approfondire…
Penso che le teorie geogentriche non fossero teorie basate su un fondamento scientifico ma piuttosto su uno logico e matematico. Infatti un elemento importante che manca in molte di quete ricerche era l’ipotesi iniziale, che è alla base del metodo scientifico. Si può infatti ricordare Eudosso di Cnido, astronomo dell’Accademia platonica, le cui ricerche erano puramente di tipo geometrico e non scientifico e il quale scopo era quello di cercare la perfezione geometrica dei corpi celesti e non di capirne il reale moto.
Ti è sfuggito un punto capitale: quella di Eudosso era esattamente un’ipotesi, così come sarà quella di Aristarco (come la chiama Archimede). Non si tratta solo di matematica perché Eudosso introduce il suo metodo matematico per spiegare fenomeni visibili. Dunque si tratta di un abbozzo di quella che oggi chiamiamo scienza e, in particolare, fisica.
Sulla base degli scritti e teorie sia di epoca moderna, ma anche rinascimentale, possiamo sicuramente dedurre che il concetto di scienza si è sicuramente modificato nel corso del tempo, però mantenendo un significato analogo.
Più precisamente noi datiamo la nascita della rivoluzione scientifica (scienza e pensiero filosofico) in età moderna, ma in realtà ha delle origini molto più antiche, per esempio già con Platone la scienza acquisisce una finalità particolarmente legata alla sua articolazione (“dialettica” e “matematica”), quindi coinvolgendo sia una attività prettamente legata alla ricerca del bene sia una “volontà di salvare i fenomeni”, cioè spiegarli, caratteristica su cui si basa il primo elemento del procedimento scientifico, l’ipotesi.
Data questa premessa esplicitata anche dal famoso Lucio Rosso nel suo libro “La rivoluzione dimenticata”, dove esprime la teoria di una rinascita della scienza, possiamo sicuramente identificare determinate teorie passate (anche se false) come diretta conseguenza dell’applicazione di un metodo scientifico.
Tra queste possiamo sicuramente citare le teorie geocentriche, le quali espresso in un primo momento da Eudosso di Cnido, famoso astronomo dell’Accademia di Platone, sono caratterizzate da aspetti simili alle teorie moderne, quali: la finalità, poiché queste ultime non avevano lo scopo di descrivere il reale moto, bensì di dare una spiegazione sulla base di osservazioni geometriche e matematiche; una nuova visione, cioè un analisi frammentaria non più caratterizzata da una separazioni dei moti, bensì una interpretazione generale dei moti di ogni corpo celeste, mettendo in luce anche il rapporto fra essi.
Nonostante queste teorie non riuscivano a spiegare molteplici punti salienti, tra i quali la variazione di luminosità o i moti retrogradi dei corpi celesti (in seguito cercati di argomentare e dimostrare da Ipparco), sicuramente portano allo sviluppo del metodo scientifico, basato anche sulla analisi di teorie passate e la loro messa in discussione grazie all’utilizzo della matematica ( è il caso di Claudio Tolomeo).
Ottima analisi. Hai scritto in modo abbastanza chiaro e comprensibile. A questo punto suggerirei di concentrarti sulla sintesi. Potevi rispondere al quesito in modo più sintetico ma altrettanto soddisfacente?Diversi tuoi compagni e, soprattutto, compagne sembrano esservi riusciti. Saresti più pertinenti, efficace, ti eserciteresti in una specifica competenze e, non ultimo, risparmieresti tempo!
Le teorie geocentriche a cui gli uomini aderivano prima della rivoluzione copernicana erano teorie scientifiche, poiché per esempio per alcuni filosofi non era una somma di osservazioni o di descrizione di fatti, ma una loro interpretazione (matematica) basata su ipotesi (relative ad entità invisibili) presentate per “rendere ragione”, “salvare”, “spiegare” ciò che i sensi percepiscono. Si basavano su calcoli e ragionamenti molto accurati, perciò potrebbero anche essere considerate teorie scientifiche.
Buona analisi. Manca un soggetto nella frase “per esempio per alcuni filosofi non era una somma di osservazioni o di descrizione di fatti, ma una loro interpretazione (matematica) ecc.” (penso che il soggetto sottinteso sia “la scienza” o simili).
Questi sono alcuni esempi per dimostrare che le teorie geocentriche o le rivoluzioni copernicane erano teorie scientifiche .
Lucio Russo è uno dei veri autori della rivoluzione scientifica, sia per quanto riguarda il metodo, sia per quanto riguarda alcune tra le scoperte più importanti.
Questo sarebbe dimostrato, tra l’altro, dalla coincidenza quasi letterale di alcuni passi di trattati di autori moderni come Galileo con passi di testi di autori antichi come Erone o Archimede.
La scoperta dei Greci è il metodo scientifico caratterizzato da un rigoroso procedimento dimostrativo, criteri quantitativi e un approccio sperimentale.
Samo per esempio è il primo che propose un modello eliocentrico, ripreso nel Cinquecento da Copernico.
“Lucio Russo è uno dei veri autori della rivoluzione scientifica”? No, Russo documenta e argomenta che la rivoluzione scientifica risalirebbe ai Greci. E’ solo un matematico e uno storico della scienza. In ogni caso la domanda non riguardava l’origine del metodo scientifico, ma una questione più specifica, per rispondere alla quale forse avresti potuto o dovuto evocare l’origine del metodo scientifico. Attenzione alla pertinenza!
Secondo il mio parere le teorie geocentriche precedenti a quella copernicana è possibile considerarle “scientifiche” (se ci si riferisce alla sola applicazione del metodo), ma non abbastanza quanto quelle successive.
Si riconosce che in alcune delle teorie antiche, e poi in quella di Eudosso di Cnido ci sia un inizio di metodo scientifico, cioè dove si crea una relazione tra ipotesi e dimostrazioni matematiche che spiegano i fenomeni naturali, ma le loro spiegazioni non sembrano essere pienamente soddisfacenti e in grado di evitare eccezioni e anomalie: la colpa può essere ricondotta al tipo di ipotesi (influenzate anche da ambiti “non scientifici”) formulate, alla mancanza di mezzi per osservazioni più accurate e all’uso di schemi apparentemente troppo “rigidi” e ristretti (che quindi non sono in grado di esprimere pienamente i fenomeni studiati).
Sembra, invece che quelle successive abbiano applicato lo stesso metodo in maniera più raffinata e aiutata dallo sviluppo tecnologico e culturale dato dal passare del tempo, che quindi siano considerabili scientificamente più esatte e vicine a rappresentare al meglio la realtà.
Cogli due aspetti rilevanti. Quindi, rispetto al grado di precisione, registreremmo tra le teoria scientifiche un maggiore e un minore grado di scientificità?
Secondo me le teorie prima della rivoluzione copernicana potevano essere considerate in parte scientifiche ma non totalmente. Infattii alcuni sostenevano delle teorie che però senza adeguate prove e mezzi per di dimostrarla era si scientifica ma solo nel metodo non nella dimostrazione. Infatti in seguito con l’avvento delle tecnologie le teorie successive potranno essere dimostrate e quindi saranno completamente scientifiche.
Molti hanno risposto come te. Approfondiremo meglio la questione del grado di precisione e delle “tecnologie” che renderebbero più scientifiche certe teorie (ad esempio il cannocchiale di Galileo)
Le teorie geocentriche, a cui aderivano gli uomini prima della rivoluzione copernicana, si possono definire teorie scientifiche, in quanto c’è l’osservazione del fenomeno e la descrizione dei fatti, ma soprattutto c’è anche un’interpretazione sulle ipotesi create per spiegare ciò che percepiamo. Si può dire che però non fossero precise e vicine alla realtà, poiché mancavano le tecnologie necessarie.
Buona osservazione. Si tratterà di approfondire la questione del grado di precisione… Ci saranno sorprese!
Uno dei più grandi problemi del modello geocentrico era quello di capire il perché i corpi celesti mutassero nel corso dei giorni e non seguissero una traiettoria fissa. Nella prima metà del IV secolo ci fu il primo tentativo di rispondere a questa domanda da parte di Eudosso di Cnido, il quale non si limitò semplicemente a spiegare i fatti, ma cercò di interpretarli basandosi sulle ipotesi. Visto che il modello creato da Eudosso presentava dei difetti inspiegabili, Ipparco e successivamente Tolomeo cercarono di fornire ulteriori chiarezze. A mio parere tutte queste teorie non si possono definire scientifiche poiché, come affermò Platone per definire una cosa ‘scientifica’ deve contenere la matematica, fondata su dei modelli ( come fece Eudosso creando un nuovo modello geometrico ), ma questi modelli devono spiegare con chiarezza i fenomeni e, in tutte le teorie, sono presenti delle incertezze tanto che col passare del tempo si abbandonò del tutto il modello geocentrico.
Dunque si tratta di modelli metodologicamente scientifici, ma falsi. E se fosse tale anche la teoria di Newton, considerato uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi, si dovrebbe riconsiderare la sua qualifica?
Ritengo che le teorie geocentriche antecedenti alla rivoluzione copernicana si possano definire scientifiche poiché non si basano solo sull’osservazione, ma fanno ricorso anche a interpretazioni matematiche basate su ipotesi: queste sono delle supposizioni il cui compito non è quello di affermare una verità, ma di salvare i fenomeni, ossia di spiegare logicamente ciò che è percepibile con i sensi al fine di procedere in una dimostrazione.
Un esempio è riscontrabile nel modello geometrico ed ipotetico di Eudosso, capace di riprodurre approssimativamente ciò che si poteva osservare nella volta celeste, successivamente perfezionato da Ipparco e Tolomeo.
Esattamente