Un concetto è determinato (costruito) dall’intelletto, che “decide” che cosa sia una determinata percezione. Questo processo di “codificazione” è spontaneo, perché la codificazione è libera, anche se non è possibile fare a meno di applicare al fenomeno i concetti che già l’intelletto possiede. Questi concetti possono essere:
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EMPIRICI (concetti di cui diventiamo padroni per esperienza e che non sono propri di tutti, p.e. “canguro”)
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PURI (analoghi alle “idee innate” dei razionalisti, sono propri di tutti gli uomini, p.e. “causa”)
I concetti puri o categorie sono divisi in quattro classi:
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QUANTITÀ
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QUALITÀ
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RELAZIONE
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MODALITÀ
Non è possibile fare a meno di giudicare un oggetto simultaneamente con una categoria per ogni classe. Ogni classe è suddivisa a sua volta in tre categorie. Kant deriva le categorie dalle forme dei giudizi (la cui tavola risale ad Aristotele).
Applicate al semplice materiale empirico, le categorie generano giudizi empirici (p.e. “Questo libro è sul tavolo”), che non sono universali e necessari (rimangono giudizi sintetici a posteriori). Applicate, invece, direttamente alle intuizioni pure della sensibilità (spazio e tempo) le categorie generano le leggi fondamentali della matematica e della fisica che Kant chiama principi di metafisica della natura.
Ecco la tavola delle categorie di Kant [cliccaci sopra per ingrandirla]
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