Ricordiamo gli effetti principali sul piano geopolitico delle quattro principali guerre che insanguinarono l’Europa nel Settecento.
N.B. Va sottolineato come la “mortalità” connessa a tali conflitti concernesse soprattutto i combattenti, a differenza di quanto era avvenuto in precedenza, p.e., durante la guerra dei Trent’anni, con la distruzione sistematica dei raccolti e le violenze sulla popolazione non belligerante, e di quanto sarebbe avvenuto in seguito, p.e. durante le due guerre mondiali del secolo scorso, vere e proprie “guerre totali”.
Ecco l’Europa dopo la guerra di successione spagnola (paci di Utrecht e Radstadt, 1714):
La Spagna passa definitivamente sotto la dinastia dei Borbone (inauguratavi da Filippo V, nipote del re di Francia Luigi XIV, lontano erede dell’attuale sovrano spagnolo Felipe o, appunto, Filippo VI) che vi instaurano un sistema assolutistico sul modello francese (a questo periodo possiamo far risalire la definitiva perdita dell’autonomia della Catalogna-Aragona, sia dal punto di vista politico-amministrativo, sia dal punto di vista linguistico), mentre l’Italia “spagnola”, in base al nascente principio dell’equilibrio (tra le potenze europee), passa agli Asburgo d’Austria (con vantaggi in termini di potenziale sviluppo economico e culturale che daranno frutti nei decenni seguenti e faranno dell’Italia, soprattutto del Nord, una delle culle dell’illuminismo europeo, cfr. l’ influenza che avrà l’opera di Cesare Beccaria Dei delitti e delle pene contro la pena di morte, che sarà abolita in Toscana per la prima volta nel mondo nel 1786)
Ecco l’Europa dopo la guerra di successione polacca (pace di Vienna 1738):
Nella nostra prospettiva il cambiamento più significativo riguarda l’Italia meridionale che “ritorna” in un certo senso sotto una dinastia “spagnola”, che, però, ora è quella dei Borbone (insediatasi in Spagna a seguito della guerra precedente), ha un approccio “illuminato” (ad essa si deve, tra le altre cose, la magnifica reggia di Caserta, la nascita di nuove manifatture tessili, il potenziamento dell’attività agroalimentare ecc., ma soprattutto il fiorire degli studi giuridici ed economici dell’università di Napoli) e, comunque, rimane politicamente “separata” dalla casa madre spagnola (nel senso che il regno di Napoli è di nuovo un regno indipendente, non più un vicereame spagnolo, e rimarrà tale, salvo la parentesi napoleonica, fino all’unità d’Italia).
Ecco l’Europa dopo la guerra di successione austriaca (pace di Aquisgrana 1748, si consideri la distribuzione dei domini rispettivamente della dinastia dei Borboni e di quella degli Asburgo):
Questa guerra, se da un lato consolida al potere Maria Teresa d’Austria, a cui si deve tra le altre cose la nascita del catasto nei domini asburgici (compresa la nostra Venezia Giulia che segue ancora i criteri di ripartizione delle proprietà “teresiani”), mette in luce la figura di Federico II di Prussia, che, non solo si rivela impareggiabile condottiero militare (sarà ammirato da Napoleone), conquistando al suo regno (divenuto tale nel 1701, il cui nucleo deriva dai possedimenti medioevali dell’Ordine Teutonico e che nell’Ottocento riuscirà nell’impresa dell’unificazione della Germania) la ricca regione della Slesia, ma, egli stesso letterato, anche mecenate illuminato (potenzierà l’Accademia delle Scienze di Berlino il cui nucleo originario fu voluto dal filosofo Leibniz all’inizio del secolo) e sovrano riformista (l’anno stesso della sua ascesa al regno, nel 1740, abolisce la tortura) .
Questi anni, grazie a queste continue guerre, vedono anche il progressivo rafforzamento dei Savoia che si conquistano a loro volta il titolo regio (come re di Sicilia e poi, definitivamente, come re di Sardegna), costituendo il primo nucleo di quello che nell’Ottocento sarà il futuro Stato unitario italiano.
I nuovi equilibri europei determinano alla fine un’ultima importante guerra, la guerra dei Sette Anni (1756-63),che vede per la prima volta dopo centinaia di anni un rovesciamento di alleanze: Francia e Austria (Germania), tradizionalmente contrapposte (si direbbe dai tempi della spartizione dell’Impero di Carlomagno tra i suoi nipoti, con le continue guerre tra “Franchi occidentali” o Francesi e “Franchi orientali” o Tedeschi, come quella che culminò nella battaglia di Bouvines, nel 1214, quelle che opposero Carlo V a Francesco I durante la Riforma protestante, quelle che videro la Francia alleata ai protestanti a ai Turchi contro la Germania durante la guerra dei Trent’anni ecc. e che proseguiranno con le guerre napoleoniche, la guerra franco-prussiana di fine Ottocento, la prima e seconda guerra mondiale) si trovano alleate contro le nascenti potenze rispettivamente europea e mondiale della Prussia e della Gran Bretagna.
La guerra dei Sette Anni è rilevante in quanto costituisce anche la premessa immediata della rivoluzione americana.